Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Twister – Chiara Dynys
Progetto innovativo per la produzione e acquisizione di interventi artistici site specific/site related per le collezioni permanenti di dieci spazi museali ed espositivi, insieme a un intervento artistico di rete che sottolinea l’unicità e la coesione del progetto e le specificità di ogni realtà museale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
CHIARA DYNYS
Dietro di Sé
Istallazione luminosa
3 ottobre-31 gennaio 2010
FAI – Villa e collezione Panza, Varese
“In un tempietto neoclassico accade qualcosa. Si materializza un’immagine nella nebbia. Questa immagine è un punto che diventa una nebulosa che vediamo essere dentro una stanza prospetticamente determinata.
Cosa significa? Diversi elementi ci aiutano a leggere l’opera. Questa lettura avviene ovviamente a vari livelli, il primo dei quali è quello dell’emozione e dell’aspettativa visiva.
Poi ci sono i livelli di lettura concettuali.
In fondo è un’opera “analogica” al significato che avevo in mente: il pensiero per diventare opera deve costruire analogie con esso, perché è quasi impossibile rappresentarlo tout court.
L’idea era quella di condensare in un’immagine l’apparizione alla mente della mente stessa, il pensiero del pensiero, come qualcuno ha definito essere l’essenza della filosofia. Forse l’essenza dell’arte è visione del pensiero.
Ho pensato che la nostra mente, con tutte le esperienze che contiene, poteva essere rappresentata inizialmente da un punto, che indica la concentrazione, la focalizzazione su di un pensiero.
Poi il punto diventa galassia: la galassia delle nostre esperienze, un universo impalpabile eppure presente, non divisibile, appena visibile nella sua complessità.
La galassia infine appare dentro una struttura prospettica che si rivela essere una stanza: paradosso possibile, visto che l’universo della mente umana è contenuto in un luogo finito quale la nostra persona.
Quella stanza siamo noi, che ci pensiamo.
Ma come in ogni vero lavoro d’arte, la ricchezza sta anche nelle varianti, nei possibili e compresenti livelli di lettura, e qui ve ne offro alcuni, che ho pensato pensando alla collocazione in quel posto preciso di quest’opera.
L’opera è in tempietto neoclassico: il pensiero della mente è al riparo di una struttura tradizionale, che rappresenta la classicità, la quale a sua volta è la rappresentazione di una certa razionalità e soprattutto di una riduzione all’unità della percezione del mondo.
Allo stesso modo la galassia delle esperienze è in una stanza: l’accento in questo caso non è posto sulla prospettiva, cioè sulla razionalità rinascimentale e moderna ma sull’essere stanza. Stanza come teatro della “quarta parete”, teatro borghese: noi ci guardiamo accadere dal di fuori, ma allo stesso tempo ci vediamo compressi, costretti ma anche protetti all’interno di un luogo che ci è noto, la stanza.
Infine, il fumo, e l’apparizione intermittente, non costante. La percezione che abbiamo di noi stessi e delle nostre esperienze non è chiara, e non è sempre presente: ecco il fumo, ecco l’intermittenza. Che tra l’altro, sono anche un bell’artificio”.
Dietro di Sé
Istallazione luminosa
3 ottobre-31 gennaio 2010
FAI – Villa e collezione Panza, Varese
“In un tempietto neoclassico accade qualcosa. Si materializza un’immagine nella nebbia. Questa immagine è un punto che diventa una nebulosa che vediamo essere dentro una stanza prospetticamente determinata.
Cosa significa? Diversi elementi ci aiutano a leggere l’opera. Questa lettura avviene ovviamente a vari livelli, il primo dei quali è quello dell’emozione e dell’aspettativa visiva.
Poi ci sono i livelli di lettura concettuali.
In fondo è un’opera “analogica” al significato che avevo in mente: il pensiero per diventare opera deve costruire analogie con esso, perché è quasi impossibile rappresentarlo tout court.
L’idea era quella di condensare in un’immagine l’apparizione alla mente della mente stessa, il pensiero del pensiero, come qualcuno ha definito essere l’essenza della filosofia. Forse l’essenza dell’arte è visione del pensiero.
Ho pensato che la nostra mente, con tutte le esperienze che contiene, poteva essere rappresentata inizialmente da un punto, che indica la concentrazione, la focalizzazione su di un pensiero.
Poi il punto diventa galassia: la galassia delle nostre esperienze, un universo impalpabile eppure presente, non divisibile, appena visibile nella sua complessità.
La galassia infine appare dentro una struttura prospettica che si rivela essere una stanza: paradosso possibile, visto che l’universo della mente umana è contenuto in un luogo finito quale la nostra persona.
Quella stanza siamo noi, che ci pensiamo.
Ma come in ogni vero lavoro d’arte, la ricchezza sta anche nelle varianti, nei possibili e compresenti livelli di lettura, e qui ve ne offro alcuni, che ho pensato pensando alla collocazione in quel posto preciso di quest’opera.
L’opera è in tempietto neoclassico: il pensiero della mente è al riparo di una struttura tradizionale, che rappresenta la classicità, la quale a sua volta è la rappresentazione di una certa razionalità e soprattutto di una riduzione all’unità della percezione del mondo.
Allo stesso modo la galassia delle esperienze è in una stanza: l’accento in questo caso non è posto sulla prospettiva, cioè sulla razionalità rinascimentale e moderna ma sull’essere stanza. Stanza come teatro della “quarta parete”, teatro borghese: noi ci guardiamo accadere dal di fuori, ma allo stesso tempo ci vediamo compressi, costretti ma anche protetti all’interno di un luogo che ci è noto, la stanza.
Infine, il fumo, e l’apparizione intermittente, non costante. La percezione che abbiamo di noi stessi e delle nostre esperienze non è chiara, e non è sempre presente: ecco il fumo, ecco l’intermittenza. Che tra l’altro, sono anche un bell’artificio”.
03
ottobre 2009
Twister – Chiara Dynys
Dal 03 ottobre 2009 al 31 gennaio 2010
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
VILLA PANZA
Varese, Piazza Litta, 1, (Varese)
Varese, Piazza Litta, 1, (Varese)
Vernissage
3 Ottobre 2009, ore 18 e 4 ottobre
Sito web
www.twisterartecontemporanea.it
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Autore