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Ubay Murillo – Chic chic chic (chck chck chck)
Ritorna ad esporre in italia l’artista spagnolo, residente a Berlino, con una serie di nuovi lavori, fra olii su tela e piccoli collages.
Comunicato stampa
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Avviso alle fashion victims: il titolo di questa mostra, Chic chic chic (chck chck chck), ha poco a che fare con il mondo della moda, dei vari trends e delle insalate bionde . Lungi dal configurarsi come un invito ad assaporare il fascino discreto della borghesia, il titolo scelto da Ubay Murillo per la sua prima mostra personale a Torino si ispira al nome di una punk rock band e rimanda, in modo ironico e onomatopeico, al suono procurato dalla lama di una ghigliottina nell’atto di calare la lama sul collo di un condannato. E tagliare.
Le figure riprodotte nei dipinti a olio di Murillo sono infatti tutte senza testa, spesso anche senza corpo, e, oltre alla ghigliottina, non mancano in mostra altri riferimenti a strumenti di tortura o di morte: Vergini di Norimberga (o Iron Maiden, con altro richiamo musicale implicito), mazze ferrate e altro ancora.
Attenzione ancora una volta, però: il tema non è soltanto la moda, ma nemmeno il Barone von Masoch. Il riferimento è, molto più concretamente, all’attuale situazione sociopolitica, in Spagna (paese natale di Murillo) in particolare, e in tutta Europa.
Il rimando alla tortura e alla pena capitale è ovviamente ironico, ma nel senso che Pirandello dava al termine ironia: evoca cioè lo studiato conflitto tra l’apparenza dell’opera e il suo contenuto tragico. Scegliendo i propri soggetti e gli stilemi con cui riprodurli, Murillo crea infatti uno spazio di tensione emotiva e concettuale che ambisce a dar luogo a discussione, dialogo, riflessione, prima ancora che mettere punti fermi, o formulare tesi iderogabili.
Ubay Murillo nasce a Santa Cruz de Tenerife, Isole Canarie, nel 1978. È un artista giovane, ma con alle spalle un’intensa carriera espositiva a livello internazionale, che ha portato già alcune volte in Italia il suo lavoro.
I lavori presentati in questa mostra appartengono a due diverse serie: i dipinti e i collages.
I collages sono realizzati componendo tra loro strisce di carta tratte cataloghi di case di moda come Diesel o Naf Naf o riviste di moda come Elle, Vogue o Harpers Bazaar. Per quanto concerne la pittura, Murillo presenta invece alcune tele di medie e grandi dimensioni, tutte, come dicevamo – e qui sta il senso della ghigliottina - aventi come soggetto personaggi privati della testa. In entrambi i casi, la poetica che anima le opere ha a che fare con l’atto del tagliare o strappare. Tutto sempre si gioca puntando a un risultato elegante, attento alle proporzioni, alle luci, alle alchimie cromatiche e compositive: ma anche se il lavoro appare esteticamente appagante, i soggetti e i temi hanno in sé qualcosa di inquietante.
I lavori di Murillo s’iscrivono infatti nello spazio di tensione che esiste tra il soggetto consapevole e la dimensione storica e sociale all’interno della quale egli si trova. Se ai suoi tempi Picasso poteva sostenere in un noto aforisma che “la pittura non è fatta per decorare gli appartamenti, ma è uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico”, oggi forse i tempi sono cambiati, e la pittura, pur sempre esprimendo una tensione interna molto profonda, si gioca e si libera in superficie per il mezzo dell’ironia, dell’eleganza formale, della leggerezza.
(dal testo di Maria Cristina Strati)
Le figure riprodotte nei dipinti a olio di Murillo sono infatti tutte senza testa, spesso anche senza corpo, e, oltre alla ghigliottina, non mancano in mostra altri riferimenti a strumenti di tortura o di morte: Vergini di Norimberga (o Iron Maiden, con altro richiamo musicale implicito), mazze ferrate e altro ancora.
Attenzione ancora una volta, però: il tema non è soltanto la moda, ma nemmeno il Barone von Masoch. Il riferimento è, molto più concretamente, all’attuale situazione sociopolitica, in Spagna (paese natale di Murillo) in particolare, e in tutta Europa.
Il rimando alla tortura e alla pena capitale è ovviamente ironico, ma nel senso che Pirandello dava al termine ironia: evoca cioè lo studiato conflitto tra l’apparenza dell’opera e il suo contenuto tragico. Scegliendo i propri soggetti e gli stilemi con cui riprodurli, Murillo crea infatti uno spazio di tensione emotiva e concettuale che ambisce a dar luogo a discussione, dialogo, riflessione, prima ancora che mettere punti fermi, o formulare tesi iderogabili.
Ubay Murillo nasce a Santa Cruz de Tenerife, Isole Canarie, nel 1978. È un artista giovane, ma con alle spalle un’intensa carriera espositiva a livello internazionale, che ha portato già alcune volte in Italia il suo lavoro.
I lavori presentati in questa mostra appartengono a due diverse serie: i dipinti e i collages.
I collages sono realizzati componendo tra loro strisce di carta tratte cataloghi di case di moda come Diesel o Naf Naf o riviste di moda come Elle, Vogue o Harpers Bazaar. Per quanto concerne la pittura, Murillo presenta invece alcune tele di medie e grandi dimensioni, tutte, come dicevamo – e qui sta il senso della ghigliottina - aventi come soggetto personaggi privati della testa. In entrambi i casi, la poetica che anima le opere ha a che fare con l’atto del tagliare o strappare. Tutto sempre si gioca puntando a un risultato elegante, attento alle proporzioni, alle luci, alle alchimie cromatiche e compositive: ma anche se il lavoro appare esteticamente appagante, i soggetti e i temi hanno in sé qualcosa di inquietante.
I lavori di Murillo s’iscrivono infatti nello spazio di tensione che esiste tra il soggetto consapevole e la dimensione storica e sociale all’interno della quale egli si trova. Se ai suoi tempi Picasso poteva sostenere in un noto aforisma che “la pittura non è fatta per decorare gli appartamenti, ma è uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico”, oggi forse i tempi sono cambiati, e la pittura, pur sempre esprimendo una tensione interna molto profonda, si gioca e si libera in superficie per il mezzo dell’ironia, dell’eleganza formale, della leggerezza.
(dal testo di Maria Cristina Strati)
16
maggio 2013
Ubay Murillo – Chic chic chic (chck chck chck)
Dal 16 maggio al 15 giugno 2013
arte contemporanea
Location
RICCARDO COSTANTINI CONTEMPORARY
Torino, Via Della Rocca, 6b, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 6b, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11.00 - 19.00
Vernissage
16 Maggio 2013, ore 18.00
Autore
Curatore