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Uberto Dal Pozzo d’Annone – Opere
L’esposizione ripercorre l’ultima produzione artistica di Uberto Dal Pozzo d’Annone scandita in 2 sezioni
Comunicato stampa
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La Galleria d’arte essere/avere presenta dal 13 al 27 aprile 2005 la mostra personale di Uberto Dal Pozzo d’Annone Opere.
L’esposizione ripercorre l’ultima produzione artistica di Uberto Dal Pozzo d’Annone scandita in 2 sezioni: un ciclo di dieci dipinti recenti ispirati a figure simboliche della storia dell’arte e un ciclo di disegni. Tema principale della sua opera è il recupero di una figurazione esoterica e primitivizzante, con valenze espressioniste nella fattura delle immagini, simboliste in virtù della simbiosi attuata dalle sue figure metamorfiche, e impressioniste nei segni che il magma dei colori dispiega in modo inconscio. Dal Pozzo ricrea nelle sue opere un panteismo figurale sulla memoria delle materie pittoriche, attuando così il ritratto della pittura allorché si abbandona, non solo al proprio inconscio linguistico, ma anche all’imitazione del continuum, o meglio all’azione di una mimesi che è riproduzione continua invece che mera imitazione.
Il mondo di Dal Pozzo è un mondo inquieto, minacciato, in pericolo, come nei tragici bassifondi di Celine. La sua natura è in rivolta. Il suo mare è tumultuoso, il suo cielo è pervaso di nuvole basse o stracciate dal vento, l’aria assetata di luce, gli animali in preda a una furia vendicativa; la sua predilezione cromatica va ai toni spezzati, alle amalgame e alle pigmentazioni prodotte dall’azione corruttrice del tempo, ai colori (anche i primari) velati da percezione confusa, come appaiono quando si guardano gli oggetti ad occhi soffusi o fuori fuoco. La soavità dei rosa è negata agli incarnati, anche l’esuberanza generosa dei corpi femminili è avvolta da un’aria cinerea, appena, alle volte, virata all’indaco; la festosità dei contrasti timbrici volutamente ignorata (o di rara occorrenza); la sfolgorante luce estiva bandita dalle spiagge di sabbia primordiale dove fanciulle nude giocano con invisibile aquiloni; due donne fiorenti ma inermi insidiate da loschi ceffi maligni in Susanna e i vecchioni. La donna e il suo amante dalle rosse sembianze luciferine. Non si discostano da questo clima, anzi lo rischiarano, poche ma significative opere dove la pittura di Uberto Dal Pozzo accosta un classicismo asciutto, misuratissimo, privo di enfasi, come nel doppio ritratto Degli Sposi con il cane, che racchiude in sé la stessa melanconica maestà, la stessa dolce mestizia della scultura sepolcrale etrusca.
L’esposizione ripercorre l’ultima produzione artistica di Uberto Dal Pozzo d’Annone scandita in 2 sezioni: un ciclo di dieci dipinti recenti ispirati a figure simboliche della storia dell’arte e un ciclo di disegni. Tema principale della sua opera è il recupero di una figurazione esoterica e primitivizzante, con valenze espressioniste nella fattura delle immagini, simboliste in virtù della simbiosi attuata dalle sue figure metamorfiche, e impressioniste nei segni che il magma dei colori dispiega in modo inconscio. Dal Pozzo ricrea nelle sue opere un panteismo figurale sulla memoria delle materie pittoriche, attuando così il ritratto della pittura allorché si abbandona, non solo al proprio inconscio linguistico, ma anche all’imitazione del continuum, o meglio all’azione di una mimesi che è riproduzione continua invece che mera imitazione.
Il mondo di Dal Pozzo è un mondo inquieto, minacciato, in pericolo, come nei tragici bassifondi di Celine. La sua natura è in rivolta. Il suo mare è tumultuoso, il suo cielo è pervaso di nuvole basse o stracciate dal vento, l’aria assetata di luce, gli animali in preda a una furia vendicativa; la sua predilezione cromatica va ai toni spezzati, alle amalgame e alle pigmentazioni prodotte dall’azione corruttrice del tempo, ai colori (anche i primari) velati da percezione confusa, come appaiono quando si guardano gli oggetti ad occhi soffusi o fuori fuoco. La soavità dei rosa è negata agli incarnati, anche l’esuberanza generosa dei corpi femminili è avvolta da un’aria cinerea, appena, alle volte, virata all’indaco; la festosità dei contrasti timbrici volutamente ignorata (o di rara occorrenza); la sfolgorante luce estiva bandita dalle spiagge di sabbia primordiale dove fanciulle nude giocano con invisibile aquiloni; due donne fiorenti ma inermi insidiate da loschi ceffi maligni in Susanna e i vecchioni. La donna e il suo amante dalle rosse sembianze luciferine. Non si discostano da questo clima, anzi lo rischiarano, poche ma significative opere dove la pittura di Uberto Dal Pozzo accosta un classicismo asciutto, misuratissimo, privo di enfasi, come nel doppio ritratto Degli Sposi con il cane, che racchiude in sé la stessa melanconica maestà, la stessa dolce mestizia della scultura sepolcrale etrusca.
13
aprile 2005
Uberto Dal Pozzo d’Annone – Opere
Dal 13 al 27 aprile 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE ESSERE/AVERE
Roma, Via Dei Coronari, 118, (Roma)
Roma, Via Dei Coronari, 118, (Roma)
Orario di apertura
lunedì 15:30-19:30, dal martedì al sabato ore 10–13 e 15:30–19:30
Vernissage
13 Aprile 2005, ore 18:30
Autore
Curatore