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Uccio Biondi – Da terra mia a monne terranee
Un percorso antologico 1973-2006
Comunicato stampa
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Il vice Presidente del Consiglio Regionale Luciano Mineo inaugura venerdì 15 Settembre, alle ore 19.00, presso il Castello Normanno – Svevo di Mesagne, la mostra antologica dell’artista cegliese Domenico Uccio Biondi dal titolo “ Da Terra mia alle Monne Terranee. Un percorso antologico 1973-2006” a cura di Massimo Guastella.
Nei programmi del sindaco Mario Sonosciuto e dell’assessorato al Turismo del Comune di Mesagne l’esposizione, organizzata dalla Hobos, offre attraverso un corpus di opere che si misura con vari media (pittura, scultura, videoistallazioni,) l’articolato percorso artistico di Biondi dagli anni settanta sino ai giorni nostri.
Domenico Uccio Biondi, nato a Ceglie Messapica, nel 1946, dopo il conseguimento del diploma magistrale a Taranto avvia la propria attività artistica nel 1972, iscrivendosi solo successivamente all’Accademia di Belle Arti di Lecce dove nel 1980 si diploma.
La produzione trentennale è ordinata nelle suggestive sale del castello mesagnese attraverso percorsi, cronologicamente e stilisticamente suddivisi.
Si inizia con le opere appartenenti agli esordi ispirate al realismo politico, didascalico, della “Terra Mia”, dove le accese campiture cromatiche si accompagnano alle forme nodose dei personaggi salentino-murgesi, ai modi, ai riti della terra pugliese, influenzato da Cantatore in particolare, dal meridionalismo di Levi, Guttuso, Guerricchio più in generale. Come suggeriva Donato Valli, estensore di un paio di testimonianze critiche dei primi anni ottanta, Biondi “dipinge in dialetto”, sviluppando la sua arte accanto ai versi vernacolari del poeta concittadino Pietro Gatti.
Nelle opere dei primi anni ottanta si coglie il passaggio alla fase del realismo esistenziale, conseguenza dell’inquietudine interiore dell’artista. Ma sono le opere che vanno dal 1985 al 1987 a testimoniare la svolta di Uccio Biondi verso l’informale. Sulle superfici pittoriche si osservano insiemi di forme e colori puri, annullamento dei dati oggettivi, dissoluzione iconica, avvertite delle culture informali europee e americane, ma soprattutto di Afro e Vedova.
Negli anni novanta la proposta dell’artista cegliese si fa polimaterica. Le opere si caratterizzano per l’addensarsi delle malte su strati pittorici sottostanti, che riaffiorano nei graffi. Ma anche inserti fotografici, ripresi dall’immaginario pubblicitario, cinematografico, ricavati dall’iconografia quotidiana agiscono accanto agli elementi puramente pittorici.
Al 2002 risalgono le “Istallazioni sottoforma di scultura” dove l’artista sperimenta la terza dimensione con la serie dei “Simulacri”, realizzati in gesso e colorati. Le “Monne Terranee”, una serie di settantacinque dipinti dedicati alla ritrattistica chiude il percorso del poliedrico artista brindisino, la cui notorietà nazionale è dovuta a una consolidata fortuna critica che annovera le firme di Rolando Bellini, Luciano Caramel, Flaminio Gualdoni, Marina Pizzarelli, Alberto Fiz, Luca Beatrice e alle opere collocate in collezioni pubbliche tra cui: galleria di Palazzo Sarcinelli (Conegliano Veneto); Cd’AC Università di Lecce; Pinacoteca “Carlo Levi” Aliano; Museo d’Arte Sacra Contemporanea Diocesi di Lecce; Collezione Regione Toscana (Firenze), Pinacoteca Civica di Novoli.
L’inaugurazione prevede l’intervento performativo del “Teatro della calce” dell’opera di Biondi “Senza Titolo”.
Nei programmi del sindaco Mario Sonosciuto e dell’assessorato al Turismo del Comune di Mesagne l’esposizione, organizzata dalla Hobos, offre attraverso un corpus di opere che si misura con vari media (pittura, scultura, videoistallazioni,) l’articolato percorso artistico di Biondi dagli anni settanta sino ai giorni nostri.
Domenico Uccio Biondi, nato a Ceglie Messapica, nel 1946, dopo il conseguimento del diploma magistrale a Taranto avvia la propria attività artistica nel 1972, iscrivendosi solo successivamente all’Accademia di Belle Arti di Lecce dove nel 1980 si diploma.
La produzione trentennale è ordinata nelle suggestive sale del castello mesagnese attraverso percorsi, cronologicamente e stilisticamente suddivisi.
Si inizia con le opere appartenenti agli esordi ispirate al realismo politico, didascalico, della “Terra Mia”, dove le accese campiture cromatiche si accompagnano alle forme nodose dei personaggi salentino-murgesi, ai modi, ai riti della terra pugliese, influenzato da Cantatore in particolare, dal meridionalismo di Levi, Guttuso, Guerricchio più in generale. Come suggeriva Donato Valli, estensore di un paio di testimonianze critiche dei primi anni ottanta, Biondi “dipinge in dialetto”, sviluppando la sua arte accanto ai versi vernacolari del poeta concittadino Pietro Gatti.
Nelle opere dei primi anni ottanta si coglie il passaggio alla fase del realismo esistenziale, conseguenza dell’inquietudine interiore dell’artista. Ma sono le opere che vanno dal 1985 al 1987 a testimoniare la svolta di Uccio Biondi verso l’informale. Sulle superfici pittoriche si osservano insiemi di forme e colori puri, annullamento dei dati oggettivi, dissoluzione iconica, avvertite delle culture informali europee e americane, ma soprattutto di Afro e Vedova.
Negli anni novanta la proposta dell’artista cegliese si fa polimaterica. Le opere si caratterizzano per l’addensarsi delle malte su strati pittorici sottostanti, che riaffiorano nei graffi. Ma anche inserti fotografici, ripresi dall’immaginario pubblicitario, cinematografico, ricavati dall’iconografia quotidiana agiscono accanto agli elementi puramente pittorici.
Al 2002 risalgono le “Istallazioni sottoforma di scultura” dove l’artista sperimenta la terza dimensione con la serie dei “Simulacri”, realizzati in gesso e colorati. Le “Monne Terranee”, una serie di settantacinque dipinti dedicati alla ritrattistica chiude il percorso del poliedrico artista brindisino, la cui notorietà nazionale è dovuta a una consolidata fortuna critica che annovera le firme di Rolando Bellini, Luciano Caramel, Flaminio Gualdoni, Marina Pizzarelli, Alberto Fiz, Luca Beatrice e alle opere collocate in collezioni pubbliche tra cui: galleria di Palazzo Sarcinelli (Conegliano Veneto); Cd’AC Università di Lecce; Pinacoteca “Carlo Levi” Aliano; Museo d’Arte Sacra Contemporanea Diocesi di Lecce; Collezione Regione Toscana (Firenze), Pinacoteca Civica di Novoli.
L’inaugurazione prevede l’intervento performativo del “Teatro della calce” dell’opera di Biondi “Senza Titolo”.
15
settembre 2006
Uccio Biondi – Da terra mia a monne terranee
Dal 15 settembre al 15 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
CASTELLO NORMANNO-SVEVO
Mesagne, Piazza Iv Novembre, 1, (Brindisi)
Mesagne, Piazza Iv Novembre, 1, (Brindisi)
Orario di apertura
estate 9,00 – 12,00 / 18,00 – 21,00; inverno 9,30 – 11,30 / 16,30 – 19,30
Chiuso: Lunedì mattina
Vernissage
15 Settembre 2006, ore 19
Autore
Curatore