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Ugo Cantone – Teoria della Devastazione
La mostra comprende un’ampia raccolta dell’ultima ricerca pittorica dell’autore
Comunicato stampa
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Ugo Cantone
Nota biografica
Ugo Cantone già da bambino si dedica alla pittura coagulando negli anni diversi approdi di ricerca. Parallelamente, ha lavorato come architetto e come docente, divenendo professore di prima fascia in “Progettazione architettonica e urbana” presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Catania con sede in Siracusa. Tra le mostre più importanti, figurano: nel 1966, Visual design nel padiglione dell’ex Fiera Agrumaria di Reggio Calabria; nel 1968, Visual design, con presentazione di Bruno Munari, nei locali espositivi dell’Università di Catania; Optical art presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania. Ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1992 dal titolo “Architettura e Spazio sacro nella Modernità”. È stato selezionato per una mostra sul progetto “Roma per Gela” (Roma). Ha conseguito il più elevato giudizio nel Concorso nazionale per il progetto di recupero dell’ex Monastero dei Benedettini a Catania, presentato in mostra. È stato invitato ad una mostra sulla modificazione e progettazione del waterfront di Riposto (Bari, Fiera del Levante) e ad una mostra delle sue opere architettoniche dal titolo “Dodici per Catania” presso la sede dell’Accademia delle Belle Arti della città etnea. Ha ottenuto un alto riconoscimento al Festival Internazionale di Architettura (Roma, La Sapienza Valle Giulia) con un progetto di Teatro in fase di realizzazione a Siracusa. Nel 2001 è stato invitato alla mostra internazionale di architettura e arte Mediterraneo sacro curata da Carmelo Strano presso il Monastero dei Benedettini di Catania. Nel 2003 ha presentato a Lerici, presso il Centro Internazionale di cultura, una mostra sulla “Teoria della Devastazione”. Sullo stesso tema è stato invitato, nel 2005, a presentare i suoi lavori al Centro espositivo dell’Università di Buenos Aires e all’Università Tecnica di Lisbona, Facoltà di Architettura. Nel 2007 è stato invitato a presentare una sua mostra antologica, per il decennale della nascita della Facoltà di Architettura, presso la Galleria espositiva di Palazzo Impellizzeri a Siracusa.
Devastazioni?
Ugo Cantone in questa solo exhibition sembra aver dato nuovi sviluppi con esiti di forte impatto agli aspetti strutturali della sua lunga ricerca, che agli inizi, nei ruggenti anni Sessanta, ebbe un rapporto di consanguineità con la corrente Optical e le tendenzegestaltiche.Fedele ai valori e alle riflessioni sulle modalità percettive, simulati oggi dal disegno Cad edalla grafica 3D, è giunto all'ipotesi di "devastazione", da lui teorizzata, una speculazione contigua, per molti aspetti, ai concetti sviluppati da Paul Virilio, teorico, filosofo, urbanista ed esperto di nuove tecnologie, peraltro coetaneo di Cantone essendo nato nel1932. Sia pure da angolazioni diverse, Virilio e Cantone convergono sul fatto che qualunque evento coinvolga il cittadino-individuo-consumatore risulta deturnato,smarrisce i riferimenti spazio-temporali, tanto che il suo manifestarsi cade all'interno diuna circonferenza il cui centro è ovunque.La mondializzazione genera type solo apparentemente fluidi, i comportamenti subiscono una standardizzazione soffice epersistente, tanto che anche le emozioni, sincronizzandosi, revocano la sfidadell'istintività. In Cantone si rileva una metamorfosi radicalizzata del modus existendi nell'apparato epistemologico, nel mood, nell'atmosfera, una metamorfosi che intride tutto il suo lavoro,culminando neiconcetti di devastazione/caos/fluiditàe dinamismo.In tal senso oggi creare un evento equivale a rompere il mimetismo e tornare nel nulladella pre-esistenza. Produrre un evento significa allora, secondo Virilio, provocare unincidente. Il saggista francese afferma, senza mezzi termini, che la più grande catastrofe del ventesimo secolo è stata la città. Al panico dell'iperterrorismo di massa si è aggiuntala delinquenza panica - la vexata quaestio della "sicurezza" -, tanto che le nostre metropoli divengono i «bersagli per tutti i terrori, domestici o strategici». Fuggire dalle città non serve, poiché il mondo è divenuto onnipolitano, un luogo di transito privo disperanza, museo vivente delle devastazioni causate da un progresso tecnico incontrollabile. Ma Cantone sta lontano da questi accenti catastrofici. Anzi, ha affrontato,come si è detto inizialmente, con rigore e lucidità le severe composizioni gestaltiche: certeforme-colore post futuriste, fino alle coalescenze disturbate e lenticolari che si sfaldanoin rizomi irregolari. La "Teoria della devastazione" sembra infatti collegarsi ad un progetto d'indagine del paesaggio mediterraneo dove il Caos diviene sistema fluente tout-court. Cantone attiva processi di allineamento, di profondità e di analisi che interagiscono all'insegna di un "classicismo strutturale" e volgono verso un'ipermobilità cinetica e dinamica. Tutti modi espressivi e tematiche sostenuti nelle opere di Cantone da dominio tecnico, background scientifico e visionarietà. I recenti lavori pittorici riesaminano gli inizialiapprocci gestaltici attraverso partiture cromatiche e compositive che alternano ilpicchettato, al filamento, alla spatolatura. Tra i suoi progetti spiccano le città utopicherealizzate in computer grafica. In queste ultime viene ipotizzato un altro quando, come accade con le stelle e le galassie che percepiamo a milioni d’anni di distanzadall’emissione dell’input visivo mentre forse sono già collassate. Città che esistono progettualmente, ma non devono tradursi in materia concreta per possedere la validità della dimostrazione. La prospettiva dalla quale ci viene consigliato di esplorare la realtà èa volo d’uccello, dall’alto verso il basso. Lo sguardo ad alta quota riduce gli elementiaccidentali e depone sulle tele, e nelle tavole tridimensionali, un brulichio atomizzato, unprecipitato di corpuscoli, isotopi e memoria vettoriale al quale Cantone conferisce ladignità, l’ordine attivo, dell’intelligenza cosmica. Questo canone deriva dalla vastità dellosguardo dell’architetto-demiurgo, osservatore di geometrie e movimento dell’universocome da distanze siderali.
anita t. giuga
Nota biografica
Ugo Cantone già da bambino si dedica alla pittura coagulando negli anni diversi approdi di ricerca. Parallelamente, ha lavorato come architetto e come docente, divenendo professore di prima fascia in “Progettazione architettonica e urbana” presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Catania con sede in Siracusa. Tra le mostre più importanti, figurano: nel 1966, Visual design nel padiglione dell’ex Fiera Agrumaria di Reggio Calabria; nel 1968, Visual design, con presentazione di Bruno Munari, nei locali espositivi dell’Università di Catania; Optical art presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania. Ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1992 dal titolo “Architettura e Spazio sacro nella Modernità”. È stato selezionato per una mostra sul progetto “Roma per Gela” (Roma). Ha conseguito il più elevato giudizio nel Concorso nazionale per il progetto di recupero dell’ex Monastero dei Benedettini a Catania, presentato in mostra. È stato invitato ad una mostra sulla modificazione e progettazione del waterfront di Riposto (Bari, Fiera del Levante) e ad una mostra delle sue opere architettoniche dal titolo “Dodici per Catania” presso la sede dell’Accademia delle Belle Arti della città etnea. Ha ottenuto un alto riconoscimento al Festival Internazionale di Architettura (Roma, La Sapienza Valle Giulia) con un progetto di Teatro in fase di realizzazione a Siracusa. Nel 2001 è stato invitato alla mostra internazionale di architettura e arte Mediterraneo sacro curata da Carmelo Strano presso il Monastero dei Benedettini di Catania. Nel 2003 ha presentato a Lerici, presso il Centro Internazionale di cultura, una mostra sulla “Teoria della Devastazione”. Sullo stesso tema è stato invitato, nel 2005, a presentare i suoi lavori al Centro espositivo dell’Università di Buenos Aires e all’Università Tecnica di Lisbona, Facoltà di Architettura. Nel 2007 è stato invitato a presentare una sua mostra antologica, per il decennale della nascita della Facoltà di Architettura, presso la Galleria espositiva di Palazzo Impellizzeri a Siracusa.
Devastazioni?
Ugo Cantone in questa solo exhibition sembra aver dato nuovi sviluppi con esiti di forte impatto agli aspetti strutturali della sua lunga ricerca, che agli inizi, nei ruggenti anni Sessanta, ebbe un rapporto di consanguineità con la corrente Optical e le tendenzegestaltiche.Fedele ai valori e alle riflessioni sulle modalità percettive, simulati oggi dal disegno Cad edalla grafica 3D, è giunto all'ipotesi di "devastazione", da lui teorizzata, una speculazione contigua, per molti aspetti, ai concetti sviluppati da Paul Virilio, teorico, filosofo, urbanista ed esperto di nuove tecnologie, peraltro coetaneo di Cantone essendo nato nel1932. Sia pure da angolazioni diverse, Virilio e Cantone convergono sul fatto che qualunque evento coinvolga il cittadino-individuo-consumatore risulta deturnato,smarrisce i riferimenti spazio-temporali, tanto che il suo manifestarsi cade all'interno diuna circonferenza il cui centro è ovunque.La mondializzazione genera type solo apparentemente fluidi, i comportamenti subiscono una standardizzazione soffice epersistente, tanto che anche le emozioni, sincronizzandosi, revocano la sfidadell'istintività. In Cantone si rileva una metamorfosi radicalizzata del modus existendi nell'apparato epistemologico, nel mood, nell'atmosfera, una metamorfosi che intride tutto il suo lavoro,culminando neiconcetti di devastazione/caos/fluiditàe dinamismo.In tal senso oggi creare un evento equivale a rompere il mimetismo e tornare nel nulladella pre-esistenza. Produrre un evento significa allora, secondo Virilio, provocare unincidente. Il saggista francese afferma, senza mezzi termini, che la più grande catastrofe del ventesimo secolo è stata la città. Al panico dell'iperterrorismo di massa si è aggiuntala delinquenza panica - la vexata quaestio della "sicurezza" -, tanto che le nostre metropoli divengono i «bersagli per tutti i terrori, domestici o strategici». Fuggire dalle città non serve, poiché il mondo è divenuto onnipolitano, un luogo di transito privo disperanza, museo vivente delle devastazioni causate da un progresso tecnico incontrollabile. Ma Cantone sta lontano da questi accenti catastrofici. Anzi, ha affrontato,come si è detto inizialmente, con rigore e lucidità le severe composizioni gestaltiche: certeforme-colore post futuriste, fino alle coalescenze disturbate e lenticolari che si sfaldanoin rizomi irregolari. La "Teoria della devastazione" sembra infatti collegarsi ad un progetto d'indagine del paesaggio mediterraneo dove il Caos diviene sistema fluente tout-court. Cantone attiva processi di allineamento, di profondità e di analisi che interagiscono all'insegna di un "classicismo strutturale" e volgono verso un'ipermobilità cinetica e dinamica. Tutti modi espressivi e tematiche sostenuti nelle opere di Cantone da dominio tecnico, background scientifico e visionarietà. I recenti lavori pittorici riesaminano gli inizialiapprocci gestaltici attraverso partiture cromatiche e compositive che alternano ilpicchettato, al filamento, alla spatolatura. Tra i suoi progetti spiccano le città utopicherealizzate in computer grafica. In queste ultime viene ipotizzato un altro quando, come accade con le stelle e le galassie che percepiamo a milioni d’anni di distanzadall’emissione dell’input visivo mentre forse sono già collassate. Città che esistono progettualmente, ma non devono tradursi in materia concreta per possedere la validità della dimostrazione. La prospettiva dalla quale ci viene consigliato di esplorare la realtà èa volo d’uccello, dall’alto verso il basso. Lo sguardo ad alta quota riduce gli elementiaccidentali e depone sulle tele, e nelle tavole tridimensionali, un brulichio atomizzato, unprecipitato di corpuscoli, isotopi e memoria vettoriale al quale Cantone conferisce ladignità, l’ordine attivo, dell’intelligenza cosmica. Questo canone deriva dalla vastità dellosguardo dell’architetto-demiurgo, osservatore di geometrie e movimento dell’universocome da distanze siderali.
anita t. giuga
02
maggio 2008
Ugo Cantone – Teoria della Devastazione
Dal 02 all'undici maggio 2008
arte contemporanea
Location
CENTRO FIERISTICO LE CIMINIERE
Catania, Viale Africa, (Catania)
Catania, Viale Africa, (Catania)
Orario di apertura
10.30-13 e 16.30-19.30
Vernissage
2 Maggio 2008, ore 19
Autore
Curatore