Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ugo Malvano
l’appassionante avventura della creazione dell’archivio Ugo Malvano che narra la vita e l’esperienza di un pittore torinese innamorato di Parigi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra dedicata a Ugo Malvano – scrive Marco Carassi direttore dell’Archivio di Stato di Torino - è un esempio del modo nel quale è possibile, attraverso i documenti di un archivio privato, esplorare i molteplici aspetti di una personalità della vita intellettuale e artistica torinese del Novecento, cogliendo i fili di questioni sempre aperte, e facendone vibrare le corde in consonanza con la nostra sensibilità di oggi.
Dopo la mostra personale dedicatagli nel 2002 dalla Città di Cherasco, questa ampia antologica di Ugo Malvano ripropone oggi all’attenzione del pubblico e degli studiosi la figura dell’artista, documentandone l’attività pittorica a partire dagli ultimi anni dell’ 800. Il viaggio tra le oltre cento opere esposte traccia il profilo di un pittore innamorato della cultura francese, ma profondamente impregnato dell’ambiente torinese: una pittura aggiornata all’impressionismo e post-impressionismo francese fino a Cézanne, e poi svolta autonomamente a fianco dell’esempio torinese dei Sei e di Casorati.
Dall’inizio del secolo agli anni Trenta Malvano, dopo la laurea in medicina e una prima formazione artistica eclettica specialmente rivolta a un rapporto diretto col vero, assiduo degli ambienti intellettuali torinesi intorno a Lombroso e Giacosa, iniziò una serie di soggiorni a Parigi, dove entrò nella cerchia di Serafino Macchiati, un artista poliedrico che accolse e favorì tra gli altri Giacomo Balla nel suo primo periodo parigino. Nella capitale francese - dove espose al Salon d’Automne del 1909, al Salon des Artistes Indépendants del 1922 e nel 1928 alla galleria Chéron, la stessa che accoglieva Modigliani, Utrillo, Soutine, Fushita, ecc. - Malvano mostrò di intendere e di saper elaborare con originalità la lezione impressionista e di Cézanne, fino a quella dei Nabis e dei Fauves e, nel primo dopoguerra, divenne un tramite, per i frequenti ritorni ed impegni espositivi a Torino, dell’ingresso della cultura pittorica moderna francese nella nostra città ancor prima dei “Sei”, con i quali ebbe comunque rapporti di amicizia e di reciproca stima.
Fuori dell’ambiente artistico, intensa e continuativa fu la sua amicizia con Henri Barbusse, uno dei protagonisti del socialismo francese, scrittore, fondatore della rivista antimilitarista “Clarté”, presidente dell’Associazione Democratica Ex Combattenti, assai diffusa anche in Italia dopo la prima guerra mondiale. Malvano, che aveva a sua volta alle spalle una sofferta esperienza di partecipazione alla guerra, contribuì alla diffusione di “Clarté” in Piemonte e prestò il suo impegno per mettere in contatto Gramsci e Barbusse.
Tornato a Torino nel 1930, sposò Nella Marchesini, già allieva di Casorati, tenendosi tuttavia sostanzialmente fedele alla sua raffinata meditazione sulla pittura francese e in particolare sul modello cézanniano, con sviluppo dell’interesse per la sintesi volumetrica, evidente nei paesaggi, nelle nature morte e nelle sempre più numerose vedute urbane.
Nel 1940, a seguito della guerra e delle persecuzioni razziali, si rifugiò con la famiglia prima in Valchiusella, e poi a Rosero sulla collina torinese, senza interrompere il suo vitale rapporto con la pittura, che anzi raggiunse caratteristiche di estrema sintesi espressiva - evidente anche nei numerosi disegni realizzati durante il rifugio a Rosero - confermando la sua lettura originale del modello Cézanne.
Il catalogo - insieme ai documenti biografici (fotografie, lettere ecc.) presentati in mostra - mette in luce il fecondo dialogo tra arte e storia vissuto in prima persona nei carteggi tra il pittore e personalità dell’ambiente artistico e intellettuale del suo tempo: emergono la passione per la montagna, la guerra, l’impegno politico, le amicizie forti e salde con pittori e intellettuali, il legame con Nella Marchesini, le vicende storiche e personali che hanno accompagnato e orientato il percorso artistico di Malvano.
Dopo la mostra personale dedicatagli nel 2002 dalla Città di Cherasco, questa ampia antologica di Ugo Malvano ripropone oggi all’attenzione del pubblico e degli studiosi la figura dell’artista, documentandone l’attività pittorica a partire dagli ultimi anni dell’ 800. Il viaggio tra le oltre cento opere esposte traccia il profilo di un pittore innamorato della cultura francese, ma profondamente impregnato dell’ambiente torinese: una pittura aggiornata all’impressionismo e post-impressionismo francese fino a Cézanne, e poi svolta autonomamente a fianco dell’esempio torinese dei Sei e di Casorati.
Dall’inizio del secolo agli anni Trenta Malvano, dopo la laurea in medicina e una prima formazione artistica eclettica specialmente rivolta a un rapporto diretto col vero, assiduo degli ambienti intellettuali torinesi intorno a Lombroso e Giacosa, iniziò una serie di soggiorni a Parigi, dove entrò nella cerchia di Serafino Macchiati, un artista poliedrico che accolse e favorì tra gli altri Giacomo Balla nel suo primo periodo parigino. Nella capitale francese - dove espose al Salon d’Automne del 1909, al Salon des Artistes Indépendants del 1922 e nel 1928 alla galleria Chéron, la stessa che accoglieva Modigliani, Utrillo, Soutine, Fushita, ecc. - Malvano mostrò di intendere e di saper elaborare con originalità la lezione impressionista e di Cézanne, fino a quella dei Nabis e dei Fauves e, nel primo dopoguerra, divenne un tramite, per i frequenti ritorni ed impegni espositivi a Torino, dell’ingresso della cultura pittorica moderna francese nella nostra città ancor prima dei “Sei”, con i quali ebbe comunque rapporti di amicizia e di reciproca stima.
Fuori dell’ambiente artistico, intensa e continuativa fu la sua amicizia con Henri Barbusse, uno dei protagonisti del socialismo francese, scrittore, fondatore della rivista antimilitarista “Clarté”, presidente dell’Associazione Democratica Ex Combattenti, assai diffusa anche in Italia dopo la prima guerra mondiale. Malvano, che aveva a sua volta alle spalle una sofferta esperienza di partecipazione alla guerra, contribuì alla diffusione di “Clarté” in Piemonte e prestò il suo impegno per mettere in contatto Gramsci e Barbusse.
Tornato a Torino nel 1930, sposò Nella Marchesini, già allieva di Casorati, tenendosi tuttavia sostanzialmente fedele alla sua raffinata meditazione sulla pittura francese e in particolare sul modello cézanniano, con sviluppo dell’interesse per la sintesi volumetrica, evidente nei paesaggi, nelle nature morte e nelle sempre più numerose vedute urbane.
Nel 1940, a seguito della guerra e delle persecuzioni razziali, si rifugiò con la famiglia prima in Valchiusella, e poi a Rosero sulla collina torinese, senza interrompere il suo vitale rapporto con la pittura, che anzi raggiunse caratteristiche di estrema sintesi espressiva - evidente anche nei numerosi disegni realizzati durante il rifugio a Rosero - confermando la sua lettura originale del modello Cézanne.
Il catalogo - insieme ai documenti biografici (fotografie, lettere ecc.) presentati in mostra - mette in luce il fecondo dialogo tra arte e storia vissuto in prima persona nei carteggi tra il pittore e personalità dell’ambiente artistico e intellettuale del suo tempo: emergono la passione per la montagna, la guerra, l’impegno politico, le amicizie forti e salde con pittori e intellettuali, il legame con Nella Marchesini, le vicende storiche e personali che hanno accompagnato e orientato il percorso artistico di Malvano.
04
settembre 2006
Ugo Malvano
Dal 04 settembre al primo ottobre 2006
arte contemporanea
Location
ARCHIVIO DI STATO
Torino, Piazza Castello, 209, (Torino)
Torino, Piazza Castello, 209, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 10-18, sabato e domenica ore 15-19
Vernissage
4 Settembre 2006, ore 18
Autore