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Ugo Molgani – In Between
L’esposizione presenta una ventina di opere di varie dimensioni – tra acrilici e oli su tela – che coprono un periodo che va dal 2010 al 2016, e testimoniano la recente produzione dell’artista.
Comunicato stampa
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La pittura di Ugo Molgani (Chiavari, classe 1958) è aleatoria e indefinita, vira verso l’astrazione, ma prima di approdarvici intrattiene un lungo dialogo con la figura.
La ricerca artistica di Molgani si definisce alla fine degli anni Ottanta, in un clima culturale dominato dal Neoespressionismo e dalla Transavanguardia, oltre che dal gusto postmoderno per la citazione e il pastiche stilistico. In un tale contesto, il giovane Molgani – in procinto di terminare gli studi all’Accademia di Firenze, e già vincitore del Premio Lubiam (1982) – elabora un linguaggio che combina l’interesse per la figura con la fascinazione per gli alfabeti astratti e i motivi esornativi. Lo dimostrano soprattutto i lavori della serie Entre recuerdos y esperanzas (1989), dove suadenti nudi femminili si affiancano e si sovrappongono a riquadri testurizzati, che richiamano il gusto per l’ornamento di Matisse e dei Nabis.
Alla fine degli anni Novanta, l’artista abbandona la figura umana, e trame e oggetti segnano il passaggio verso un linguaggio sempre più rarefatto, dove il colore tende a prevalere sul segno e sul disegno, come nella serie intitolata Ascensione (2005-2008).
I dipinti – scrive Ivan Quaroni nel testo di presentazione alla mostra – sono ora costellati da una pletora di corpi sferici, di bolle fluttuanti su fondi atmosferici simili a cieli notturni screziati di luminose macchie di colore. Tuttavia, questo nuovo modo, tendenzialmente astratto, s’intreccia sovente con quello vecchio. L’interesse per l’oggetto, per quanto pretestuoso, fa ancora capolino nei dipinti delle serie Interior (2007) e Alla fine del buio (2008), marcando di tanto in tanto quello che appare come un ripensamento stilistico, ma che è invece il sintomo di una varietà d’interessi.
Nella seconda decade del nuovo millennio, le Ascensioni cedono il posto a immagini ancora più volatili, a costellazioni astratte, dove il vero protagonista diventa il colore.
Basta uno sguardo alle tele più recenti, quelle “senza titolo” dipinte tra il 2015 e il 2016 – commenta Quaroni – per accorgersi che è ormai la pittura stessa, organizzata in magmatiche e scivolanti masse di colore, il vero oggetto della ricerca di Molgani. Una pittura scomposta, pulsante, inaspettatamente lirica E, tuttavia, è anche la conseguenza di una lunga elaborazione, di un lento processo di affinamento che affonda le radici nel nomadismo stilistico degli anni Ottanta e che, paradossalmente, si dimostra, oggi più che mai, capace di comprendere le forme ibride e aleatorie della pittura contemporanea.
La ricerca artistica di Molgani si definisce alla fine degli anni Ottanta, in un clima culturale dominato dal Neoespressionismo e dalla Transavanguardia, oltre che dal gusto postmoderno per la citazione e il pastiche stilistico. In un tale contesto, il giovane Molgani – in procinto di terminare gli studi all’Accademia di Firenze, e già vincitore del Premio Lubiam (1982) – elabora un linguaggio che combina l’interesse per la figura con la fascinazione per gli alfabeti astratti e i motivi esornativi. Lo dimostrano soprattutto i lavori della serie Entre recuerdos y esperanzas (1989), dove suadenti nudi femminili si affiancano e si sovrappongono a riquadri testurizzati, che richiamano il gusto per l’ornamento di Matisse e dei Nabis.
Alla fine degli anni Novanta, l’artista abbandona la figura umana, e trame e oggetti segnano il passaggio verso un linguaggio sempre più rarefatto, dove il colore tende a prevalere sul segno e sul disegno, come nella serie intitolata Ascensione (2005-2008).
I dipinti – scrive Ivan Quaroni nel testo di presentazione alla mostra – sono ora costellati da una pletora di corpi sferici, di bolle fluttuanti su fondi atmosferici simili a cieli notturni screziati di luminose macchie di colore. Tuttavia, questo nuovo modo, tendenzialmente astratto, s’intreccia sovente con quello vecchio. L’interesse per l’oggetto, per quanto pretestuoso, fa ancora capolino nei dipinti delle serie Interior (2007) e Alla fine del buio (2008), marcando di tanto in tanto quello che appare come un ripensamento stilistico, ma che è invece il sintomo di una varietà d’interessi.
Nella seconda decade del nuovo millennio, le Ascensioni cedono il posto a immagini ancora più volatili, a costellazioni astratte, dove il vero protagonista diventa il colore.
Basta uno sguardo alle tele più recenti, quelle “senza titolo” dipinte tra il 2015 e il 2016 – commenta Quaroni – per accorgersi che è ormai la pittura stessa, organizzata in magmatiche e scivolanti masse di colore, il vero oggetto della ricerca di Molgani. Una pittura scomposta, pulsante, inaspettatamente lirica E, tuttavia, è anche la conseguenza di una lunga elaborazione, di un lento processo di affinamento che affonda le radici nel nomadismo stilistico degli anni Ottanta e che, paradossalmente, si dimostra, oggi più che mai, capace di comprendere le forme ibride e aleatorie della pittura contemporanea.
28
ottobre 2016
Ugo Molgani – In Between
Dal 28 ottobre al 13 novembre 2016
arte contemporanea
Location
SPAZIO PER LE ARTI CONTEMPORANEE DEL BROLETTO
Pavia, Piazza Della Vittoria, 27, (Pavia)
Pavia, Piazza Della Vittoria, 27, (Pavia)
Orario di apertura
giovedì e venerdì ore 16-19, sabato e domenica 10.30-12.30 - 16-19
Vernissage
28 Ottobre 2016, ore 18
Autore
Curatore