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Ugo Mulas
La mostra proporrà una selezione di circa 110 fotografie, non senza inediti e immagini poco note, ricostruendo il percorso artistico di Mulas, incentrato sulle ‘sequenze’ e sui ‘contatti’, e mostrandone la personale riflessione artistica.
Comunicato stampa
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Ugo Mulas non è soltanto il testimone fotografico della Milano, artistica ma non solo, degli anni Cinquanta e Sessanta, della Biennale di Venezia degli stessi anni, dell’arte americana dell’espressionismo astratto e della Pop Art, l’amico di Calder e di tanti artisti. È anche e soprattutto un protagonista di quel periodo, colui che ha cambiato la fotografia. Le sue famose Verifiche, ultima serie realizzata prima che la morte lo cogliesse prematuramente, non rappresentano solo l’esito conclusivo della sua ricerca, e la definizione di ‘fotografia concettuale’ con cui è classificata non basta a esaurirne il significato.
Mulas è un fotografo che, fin dall’inizio, ha nell’occhio l’analisi del mezzo fotografico, che scruta, mentre ritrae, le condizioni della creatività degli artisti, che cambia le modalità convenzionali dei generi fotografici cui si dedica, dal ritratto alla fotografia di teatro, dalla moda alla scenografia; è un attento ricercatore, è il reporter dell’arte che comprende l’importanza del ‘processo’ nella creazione artistica, altrui e propria; è il fotografo che fa il salto nell’arte, e lo fa fare alla fotografia.
Mulas è il fotografo più influente dell’arte italiana. La sua opera merita una rivisitazione che ne mostri questi aspetti: verifica delle ‘verifiche’, verifica della sua opera alla luce delle sue Verifiche, un percorso coerente come pochi, fra i primi ad aprire l’arte italiana alla ‘concettualità’, mostrando da subito come la consapevolezza del medium è indispensabile all’arte tanto quanto l’arte alla consapevolezza del mezzo, che il concetto non va senza la creazione e la sensibilità senza la ricerca.
La mostra proporrà una selezione di circa 110 fotografie, non senza inediti e immagini poco note, ricostruendo il percorso artistico di Mulas, incentrato sulle ‘sequenze’ e sui ‘contatti’, e mostrandone la personale riflessione artistica. Si insisterà sulla figura di Mulas come artista (non come fotografo di ‘documentazione’), e per rendere questo più evidente si proporrà il percorso cronologico all’inverso: dalle Verifiche al suo lavoro per le scenografie (Wozzeck e Il giro di vite), alle sequenze (Ossi di seppia, Marcel Duchamp, Lucio Fontana), per passare attraverso il lavoro sugli artisti (con grandi provini completi: Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Kenneth Noland) e tornare infine alle fotografie della Milano degli anni Cinquanta e Sessanta.
Mulas è un fotografo che, fin dall’inizio, ha nell’occhio l’analisi del mezzo fotografico, che scruta, mentre ritrae, le condizioni della creatività degli artisti, che cambia le modalità convenzionali dei generi fotografici cui si dedica, dal ritratto alla fotografia di teatro, dalla moda alla scenografia; è un attento ricercatore, è il reporter dell’arte che comprende l’importanza del ‘processo’ nella creazione artistica, altrui e propria; è il fotografo che fa il salto nell’arte, e lo fa fare alla fotografia.
Mulas è il fotografo più influente dell’arte italiana. La sua opera merita una rivisitazione che ne mostri questi aspetti: verifica delle ‘verifiche’, verifica della sua opera alla luce delle sue Verifiche, un percorso coerente come pochi, fra i primi ad aprire l’arte italiana alla ‘concettualità’, mostrando da subito come la consapevolezza del medium è indispensabile all’arte tanto quanto l’arte alla consapevolezza del mezzo, che il concetto non va senza la creazione e la sensibilità senza la ricerca.
La mostra proporrà una selezione di circa 110 fotografie, non senza inediti e immagini poco note, ricostruendo il percorso artistico di Mulas, incentrato sulle ‘sequenze’ e sui ‘contatti’, e mostrandone la personale riflessione artistica. Si insisterà sulla figura di Mulas come artista (non come fotografo di ‘documentazione’), e per rendere questo più evidente si proporrà il percorso cronologico all’inverso: dalle Verifiche al suo lavoro per le scenografie (Wozzeck e Il giro di vite), alle sequenze (Ossi di seppia, Marcel Duchamp, Lucio Fontana), per passare attraverso il lavoro sugli artisti (con grandi provini completi: Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Kenneth Noland) e tornare infine alle fotografie della Milano degli anni Cinquanta e Sessanta.
01
luglio 2004
Ugo Mulas
Dal primo luglio al 19 settembre 2004
fotografia
Location
MAN – MUSEO D’ARTE DELLA PROVINCIA DI NUORO
Nuoro, Via Sebastiano Satta, 27, (Nuoro)
Nuoro, Via Sebastiano Satta, 27, (Nuoro)
Vernissage
1 Luglio 2004, h 19:00
Curatore