Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ugo Mulas – The Sensitive Surface
La Galleria Lia Rumma è lieta di annunciare l’inizio della collaborazione con l’Archivio Ugo Mulas con una doppia personale di Ugo Mulas che si articolerà contemporaneamente nelle due sedi espositive della galleria, a Napoli in Via Vannella Gaetani 12 e a Milano in Via Stilicone 19.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Lia Rumma è lieta di annunciare l’inizio della collaborazione con l’Archivio Ugo Mulas con una doppia personale di Ugo Mulas che si articolerà contemporaneamente nelle due sedi espositive della galleria, a Napoli in Via Vannella Gaetani 12 e a Milano in Via Stilicone 19.
Curata dalla newyorkese Tina Kukielski, la mostra intende presentare al pubblico la variegata ricerca artistica di Mulas, una delle figure più importanti della fotografia internazionale del secondo dopoguerra.
Al momento della sua prematura scomparsa nel 1973, Mulas è stato riconosciuto come uno dei maestri del ritratto, del reportage, della fotografia di moda e pubblicitaria, fotografando, durante uno dei periodi più dinamici della storia dell'arte, gli Anni ’60, artisti del calibro di Jasper Johns, Alexander Calder, Andy Warhol, Marcel Duchamp e innumerevoli esponenti dell’avanguardia italiana come Lucio Fontana.
Le mostre presso la Galleria Lia Rumma vogliono invece porre l’attenzione sull’intenso periodo di sperimentazione compreso tra il 1969 e il 1973 e sulla personalissima ricerca dell’artista volta ad esplorare le potenzialità “concettuali” della fotografia sul finire degli Anni ’60.
In riferimento a questo periodo sono stati selezionati per le due mostre alcuni lavori inediti dell’artista, tra cui anche alcune fotografie a colori oltre ai famosi provini a contatto.
In galleria a Napoli saranno esposti alcuni provini a contatto, come le rare sequenze di Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Pino Pascali e Andy Warhol, insieme a una selezione di fotografie tratte dalla serie Campo Urbano.
Il provino è stato senza dubbio il ready-made costante di tutta la sua carriera, un soggetto ricorrente nel lavoro di Mulas, soprattutto dopo il fondamentale viaggio a New York City del 1964.
Nel 1969, collaborando con Bruno Munari e Luciano Caramel, Ugo Mulas organizza Campo Urbano, una serie di interventi estetici, performances ed eventi che hanno avuto luogo per le strade di Como. Riconoscendo la fotografia come intrinsecamente “performativa”, Mulas realizza una sequenza di immagini dal taglio particolare giocando con l'imprevedibilità, la qualità effimera degli interventi. Le foto stampate dall’artista e gli ingrandimenti dei provini a contatto danno vita ad un diverso Campo Urbano che finisce per sovvertire la narrazione, l’inquadramento cronologico dell'evento, per diventare qualcosa di completamente diverso, un altro tipo di opere d'arte o di esperienza.
A Milano invece saranno presentati i lavori fotografici precedenti alla serie più nota dell’artista, le Verifiche, esposta anche questa in mostra. Conosciute come le Prove delle Verifica, queste nere fotografie, stampate direttamente dai negativi vuoti, sfidano il linguaggio e la temporalità della sequenza fotografica, aprendo la fotografia a qualcosa di più della mera registrazione di un momento, di un tempo o di un luogo.
Concentrandosi sulla struttura del fare fotografia, Mulas ci presenta un nuovo interessante lato dell'arte, ancora oggi attuale come lo era al momento della prima “esposizione”.
Nelle due sedi espositive saranno inoltre proiettati due rari filmati: a Napoli un video relativo al progetto Campo Urbano e a Milano un documentario girato da Nini Mulas presso gli studi di alcuni artisti newyorkesi con interviste di Rossana Rossanda.
Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 - Milano, 1973) La sua formazione di autodidatta si compie a contatto con l’ambiente artistico e culturale milanese dei primi anni cinquanta. Dopo il debutto nel fotogiornalismo (1954) Mulas si impone rapidamente nei più diversi campi del professionismo italiano pubblicando in riviste come Settimo Giorno, Rivista Pirelli, Domus, Vogue e Du. In quegli anni il fotografo realizza una serie di reportage in Europa con Giorgio Zampa per L’Illustrazione Italiana e lavora con il Piccolo Teatro di Milano, sviluppando una collaborazione artistica con Giorgio Strehler che proseguirà negli anni. Ugo Mulas fotografa le edizioni della Biennale di Venezia dal 1954 al 1972 e intraprende un’intensa collaborazione con gli artisti. In quegli anni la rappresentazione del mondo dell’arte diventa il principale progetto personale del fotografo. Ricordiamo tra l’altro le celebri serie su Alberto Burri (1963) e Lucio Fontana (1965) e il reportage a Spoleto per la mostra “Sculture nella città” (1962), dove si lega agli artisti David Smith e Alexander Calder. Dopo la rivelazione della Pop Art alla Biennale del 1964 Mulas decide di partire per gli Stati Uniti (1964-1967) dove realizza il suo più importante reportage con il libro New York arte e persone (1967). Gli incontri con Robert Rauschenberg, Andy Warhol e la scoperta della fotografia di Robert Frank e Lee Friedlander portano alle nuove ricerche della fine degli anni sessanta e al superamento del reportage tradizionale. I grandi formati, le proiezioni, le solarizzazioni, l’uso dell’iconografia del provino, sono elementi che Mulas recupera dalle sperimentazioni pop e new dada e dalla pratica quotidiana del fotografare. Alla fine degli anni sessanta partecipa al rinnovamento estetico e concettuale delle neoavanguardie collaborando a cataloghi e libri-documento. Di questo periodo il reportage sul decimo anniversario del Nouveau Réalisme (Milano, 1970), il progetto inedito su “Vitalità del negativo” (Roma, 1970) e almeno altri cinque libri: Alik Cavaliere (1967), Campo Urbano (1969), Calder (1971), Fausto Melotti: lo spazio inquieto (1971) e Fotografare l’arte (1973). La crisi del reportage, ormai superato dal mezzo televisivo, porta Mulas a uno straordinario lavoro di ripensamento della funzione storica della fotografia: una riflessione estetica e fenomenologica che conduce al portfolio Marcel Duchamp (1972) e al progetto Archivio per Milano (1969-72). Sono gli anni che vedono anche la nascita delle Verifiche (1968-1972), una serie fotografica che sintetizza in dodici opere l’esperienza di Mulas e il suo dialogo continuo con il mondo dell’arte. Opera cardine della ricerca fotografica del periodo, le Verifiche, sono l’ultimo lavoro del fotografo prima della scomparsa, avvenuta il 2 marzo 1973.
Curata dalla newyorkese Tina Kukielski, la mostra intende presentare al pubblico la variegata ricerca artistica di Mulas, una delle figure più importanti della fotografia internazionale del secondo dopoguerra.
Al momento della sua prematura scomparsa nel 1973, Mulas è stato riconosciuto come uno dei maestri del ritratto, del reportage, della fotografia di moda e pubblicitaria, fotografando, durante uno dei periodi più dinamici della storia dell'arte, gli Anni ’60, artisti del calibro di Jasper Johns, Alexander Calder, Andy Warhol, Marcel Duchamp e innumerevoli esponenti dell’avanguardia italiana come Lucio Fontana.
Le mostre presso la Galleria Lia Rumma vogliono invece porre l’attenzione sull’intenso periodo di sperimentazione compreso tra il 1969 e il 1973 e sulla personalissima ricerca dell’artista volta ad esplorare le potenzialità “concettuali” della fotografia sul finire degli Anni ’60.
In riferimento a questo periodo sono stati selezionati per le due mostre alcuni lavori inediti dell’artista, tra cui anche alcune fotografie a colori oltre ai famosi provini a contatto.
In galleria a Napoli saranno esposti alcuni provini a contatto, come le rare sequenze di Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Pino Pascali e Andy Warhol, insieme a una selezione di fotografie tratte dalla serie Campo Urbano.
Il provino è stato senza dubbio il ready-made costante di tutta la sua carriera, un soggetto ricorrente nel lavoro di Mulas, soprattutto dopo il fondamentale viaggio a New York City del 1964.
Nel 1969, collaborando con Bruno Munari e Luciano Caramel, Ugo Mulas organizza Campo Urbano, una serie di interventi estetici, performances ed eventi che hanno avuto luogo per le strade di Como. Riconoscendo la fotografia come intrinsecamente “performativa”, Mulas realizza una sequenza di immagini dal taglio particolare giocando con l'imprevedibilità, la qualità effimera degli interventi. Le foto stampate dall’artista e gli ingrandimenti dei provini a contatto danno vita ad un diverso Campo Urbano che finisce per sovvertire la narrazione, l’inquadramento cronologico dell'evento, per diventare qualcosa di completamente diverso, un altro tipo di opere d'arte o di esperienza.
A Milano invece saranno presentati i lavori fotografici precedenti alla serie più nota dell’artista, le Verifiche, esposta anche questa in mostra. Conosciute come le Prove delle Verifica, queste nere fotografie, stampate direttamente dai negativi vuoti, sfidano il linguaggio e la temporalità della sequenza fotografica, aprendo la fotografia a qualcosa di più della mera registrazione di un momento, di un tempo o di un luogo.
Concentrandosi sulla struttura del fare fotografia, Mulas ci presenta un nuovo interessante lato dell'arte, ancora oggi attuale come lo era al momento della prima “esposizione”.
Nelle due sedi espositive saranno inoltre proiettati due rari filmati: a Napoli un video relativo al progetto Campo Urbano e a Milano un documentario girato da Nini Mulas presso gli studi di alcuni artisti newyorkesi con interviste di Rossana Rossanda.
Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 - Milano, 1973) La sua formazione di autodidatta si compie a contatto con l’ambiente artistico e culturale milanese dei primi anni cinquanta. Dopo il debutto nel fotogiornalismo (1954) Mulas si impone rapidamente nei più diversi campi del professionismo italiano pubblicando in riviste come Settimo Giorno, Rivista Pirelli, Domus, Vogue e Du. In quegli anni il fotografo realizza una serie di reportage in Europa con Giorgio Zampa per L’Illustrazione Italiana e lavora con il Piccolo Teatro di Milano, sviluppando una collaborazione artistica con Giorgio Strehler che proseguirà negli anni. Ugo Mulas fotografa le edizioni della Biennale di Venezia dal 1954 al 1972 e intraprende un’intensa collaborazione con gli artisti. In quegli anni la rappresentazione del mondo dell’arte diventa il principale progetto personale del fotografo. Ricordiamo tra l’altro le celebri serie su Alberto Burri (1963) e Lucio Fontana (1965) e il reportage a Spoleto per la mostra “Sculture nella città” (1962), dove si lega agli artisti David Smith e Alexander Calder. Dopo la rivelazione della Pop Art alla Biennale del 1964 Mulas decide di partire per gli Stati Uniti (1964-1967) dove realizza il suo più importante reportage con il libro New York arte e persone (1967). Gli incontri con Robert Rauschenberg, Andy Warhol e la scoperta della fotografia di Robert Frank e Lee Friedlander portano alle nuove ricerche della fine degli anni sessanta e al superamento del reportage tradizionale. I grandi formati, le proiezioni, le solarizzazioni, l’uso dell’iconografia del provino, sono elementi che Mulas recupera dalle sperimentazioni pop e new dada e dalla pratica quotidiana del fotografare. Alla fine degli anni sessanta partecipa al rinnovamento estetico e concettuale delle neoavanguardie collaborando a cataloghi e libri-documento. Di questo periodo il reportage sul decimo anniversario del Nouveau Réalisme (Milano, 1970), il progetto inedito su “Vitalità del negativo” (Roma, 1970) e almeno altri cinque libri: Alik Cavaliere (1967), Campo Urbano (1969), Calder (1971), Fausto Melotti: lo spazio inquieto (1971) e Fotografare l’arte (1973). La crisi del reportage, ormai superato dal mezzo televisivo, porta Mulas a uno straordinario lavoro di ripensamento della funzione storica della fotografia: una riflessione estetica e fenomenologica che conduce al portfolio Marcel Duchamp (1972) e al progetto Archivio per Milano (1969-72). Sono gli anni che vedono anche la nascita delle Verifiche (1968-1972), una serie fotografica che sintetizza in dodici opere l’esperienza di Mulas e il suo dialogo continuo con il mondo dell’arte. Opera cardine della ricerca fotografica del periodo, le Verifiche, sono l’ultimo lavoro del fotografo prima della scomparsa, avvenuta il 2 marzo 1973.
22
novembre 2014
Ugo Mulas – The Sensitive Surface
Dal 22 novembre 2014 al 14 febbraio 2015
fotografia
Location
GALLERIA LIA RUMMA
Napoli, Via Vannella Gaetani, 12, (Napoli)
Napoli, Via Vannella Gaetani, 12, (Napoli)
Orario di apertura
da Martedì a Sabato 11-13.30 e 14.30-19
Vernissage
22 Novembre 2014, h 11-19
Autore
Curatore