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Ugo Rondinone – Turn back time. Let’s start this day again
Per la sua quarta personale nella galleria Raucci/Santamaria l’artista svizzero propone l’installazione di sculture, fuse in bronzo, appesantite da piombo e successivamente dipinte in maniera iperrealista.
Comunicato stampa
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Gallery A: Tim Rollins and K.O.S.
“Metamorphosen”
Inaugurazione venerdì 3 ottobre dalle 19 alle 21,30
Dal 3 Ottobre al 19 Dicembre 2008
L’idea della metamorfosi ha sempre affascinato e stimolato pittori, poeti e musicisti. Dalla mitologia di Ovidio alla disarmante alienazione Kafkiana, dalle interpretazioni di Tiziano fino alle armonie di Richard Strauss. Ed è proprio la musica delle “Metamorfosi per 23 solisti d’archi” del compositore tedesco ad ispirare la nuova personale nella galleria Raucci/Santamaria di Tim Rollins and K.O.S.
Le Metamorfosi di Strauss, scritte nel 1946, riecheggiano, attraverso la densità del suono degli archi, gli orrori e le sofferenze della seconda guerra mondiale.
Per Tim Rollins ed i suoi Kids of Survivals la trasformazione assume un significato catartico. I dipinti esposti (122x303 cm) si risolvono infatti in una lenta trasfigurazione, un crescendo di macchie scure sugli spartiti musicali incollati sulla tela, quasi a voler dissimulare con una coltre di nero ciò che la composizione di Strauss vuole rievocare. Una simbolica oscurità che trasforma la candida eufonia delle partiture in un inchiostrato nero silenzio.
La consonanza tra musica e colore si risolve in un perfetto equilibrio formale, nella traduzione visiva di un contenuto emozionale in cui il concetto di compartecipazione si sostituisce all’idea di individualità.
Il lavoro collaborativo e democratico è infatti alla base della ricerca di Tim Rollins (Pittsfield, 1955) fin da quando, giovane professore, indicò ad i suoi allievi provenienti dal disagiato e violento Bronx newyorkese la via dell’arte per l’emancipazione sociale.
Una rivoluzionaria scelta pedagogica basata sulla lettura dei classici della letteratura, sulla discussione in gruppo e sulle sensazioni che un’immaginazione inespressa e soffocata riesce a provocare. Le tele, rivestite dai fogli delle opere lette in classe o dagli spartiti musicali, diventano così il supporto su cui inserire interventi grafici e pittorici.
Una modalità creativa che dura ormai da quasi trent’anni - nel tempo molti ragazzi sono cresciuti ed hanno supportato l’inserimento di nuove generazioni di K.O.S. -, in cui alla rappresentazione della metamorfosi si aggiungono i valori di rinascita e riscatto.
Gallery B: Ugo Rondinone
“turn back time. let’s start this day again”
Inaugurazione venerdì 3 ottobre dalle 19 alle 21,30
Dal 3 Ottobre al 19 Dicembre 2008
L’universo costruito da Ugo Rondinone (Brunnen, 1964) è accomodante e respingente al tempo stesso, essenziale ed elusivo. Una costante: lo scorrere del tempo.
Per la sua quarta personale nella galleria Raucci/Santamaria l’artista svizzero propone l’installazione di sculture, fuse in bronzo, appesantite da piombo e successivamente dipinte in maniera iperrealista.
Il risultato è una scultura apparentemente leggera e fragile, ma in realtà inaccessibile a causa del suo peso. Una gravità imposta e maggiorata sia per i due elementi di origine naturale (dei limoni ed un tronco di un pino) e sia per quelli domestici, (dei fogli di polistirolo ed una porta) trovati per caso, costretti a convivere in una rappresentazione artificiosa e spaesante.
La mostra “turn back time. let’s start this day again” rispecchia la poetica malinconica di Rondinone e la sua spiccata sensibilità, la cui delicatezza è inversamente proporzionale al peso degli oggetti prodotti.
Queste sculture vogliono essere contemplative e rassicuranti ma, simultaneamente, analizzandone il contenuto, rimettono in discussione ogni rapporto tra lo spettatore e le sue relazioni spazio-temporali.
La memoria, la concatenazione dei ricordi, l’inesorabile scorrere del tempo vengono cristallizzati all’interno di elementi inerti, riconoscibili come singole entità formali, eppure così diversi dalla realtà e per questo quasi proiettati in una dimensione metafisica.
L’ossessione della bellezza che svilisce è stigmatizzata. La metamorfosi materica di un oggetto, sia esso di origine naturale o artificiale, fissa l’istante e preserva la natura di ciò che è degradabile. Un corto circuito di un artista visionario che evidenzia l’insoluta questione tra apparenza ed essenza, forma e sostanza.
Il lavoro di Rondinone suggerisce un approccio lirico ed intuitivo, che, implicitamente, restituisce una realtà greve alleggerita da un’analitica poetica dei contenuti.
“Metamorphosen”
Inaugurazione venerdì 3 ottobre dalle 19 alle 21,30
Dal 3 Ottobre al 19 Dicembre 2008
L’idea della metamorfosi ha sempre affascinato e stimolato pittori, poeti e musicisti. Dalla mitologia di Ovidio alla disarmante alienazione Kafkiana, dalle interpretazioni di Tiziano fino alle armonie di Richard Strauss. Ed è proprio la musica delle “Metamorfosi per 23 solisti d’archi” del compositore tedesco ad ispirare la nuova personale nella galleria Raucci/Santamaria di Tim Rollins and K.O.S.
Le Metamorfosi di Strauss, scritte nel 1946, riecheggiano, attraverso la densità del suono degli archi, gli orrori e le sofferenze della seconda guerra mondiale.
Per Tim Rollins ed i suoi Kids of Survivals la trasformazione assume un significato catartico. I dipinti esposti (122x303 cm) si risolvono infatti in una lenta trasfigurazione, un crescendo di macchie scure sugli spartiti musicali incollati sulla tela, quasi a voler dissimulare con una coltre di nero ciò che la composizione di Strauss vuole rievocare. Una simbolica oscurità che trasforma la candida eufonia delle partiture in un inchiostrato nero silenzio.
La consonanza tra musica e colore si risolve in un perfetto equilibrio formale, nella traduzione visiva di un contenuto emozionale in cui il concetto di compartecipazione si sostituisce all’idea di individualità.
Il lavoro collaborativo e democratico è infatti alla base della ricerca di Tim Rollins (Pittsfield, 1955) fin da quando, giovane professore, indicò ad i suoi allievi provenienti dal disagiato e violento Bronx newyorkese la via dell’arte per l’emancipazione sociale.
Una rivoluzionaria scelta pedagogica basata sulla lettura dei classici della letteratura, sulla discussione in gruppo e sulle sensazioni che un’immaginazione inespressa e soffocata riesce a provocare. Le tele, rivestite dai fogli delle opere lette in classe o dagli spartiti musicali, diventano così il supporto su cui inserire interventi grafici e pittorici.
Una modalità creativa che dura ormai da quasi trent’anni - nel tempo molti ragazzi sono cresciuti ed hanno supportato l’inserimento di nuove generazioni di K.O.S. -, in cui alla rappresentazione della metamorfosi si aggiungono i valori di rinascita e riscatto.
Gallery B: Ugo Rondinone
“turn back time. let’s start this day again”
Inaugurazione venerdì 3 ottobre dalle 19 alle 21,30
Dal 3 Ottobre al 19 Dicembre 2008
L’universo costruito da Ugo Rondinone (Brunnen, 1964) è accomodante e respingente al tempo stesso, essenziale ed elusivo. Una costante: lo scorrere del tempo.
Per la sua quarta personale nella galleria Raucci/Santamaria l’artista svizzero propone l’installazione di sculture, fuse in bronzo, appesantite da piombo e successivamente dipinte in maniera iperrealista.
Il risultato è una scultura apparentemente leggera e fragile, ma in realtà inaccessibile a causa del suo peso. Una gravità imposta e maggiorata sia per i due elementi di origine naturale (dei limoni ed un tronco di un pino) e sia per quelli domestici, (dei fogli di polistirolo ed una porta) trovati per caso, costretti a convivere in una rappresentazione artificiosa e spaesante.
La mostra “turn back time. let’s start this day again” rispecchia la poetica malinconica di Rondinone e la sua spiccata sensibilità, la cui delicatezza è inversamente proporzionale al peso degli oggetti prodotti.
Queste sculture vogliono essere contemplative e rassicuranti ma, simultaneamente, analizzandone il contenuto, rimettono in discussione ogni rapporto tra lo spettatore e le sue relazioni spazio-temporali.
La memoria, la concatenazione dei ricordi, l’inesorabile scorrere del tempo vengono cristallizzati all’interno di elementi inerti, riconoscibili come singole entità formali, eppure così diversi dalla realtà e per questo quasi proiettati in una dimensione metafisica.
L’ossessione della bellezza che svilisce è stigmatizzata. La metamorfosi materica di un oggetto, sia esso di origine naturale o artificiale, fissa l’istante e preserva la natura di ciò che è degradabile. Un corto circuito di un artista visionario che evidenzia l’insoluta questione tra apparenza ed essenza, forma e sostanza.
Il lavoro di Rondinone suggerisce un approccio lirico ed intuitivo, che, implicitamente, restituisce una realtà greve alleggerita da un’analitica poetica dei contenuti.
03
ottobre 2008
Ugo Rondinone – Turn back time. Let’s start this day again
Dal 03 ottobre al 19 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA RAUCCI/SANTAMARIA
Napoli, Corso Amedeo Di Savoia Duca D'aosta, 190, (Napoli)
Napoli, Corso Amedeo Di Savoia Duca D'aosta, 190, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 11-13.30 e 15-18.30
Vernissage
3 Ottobre 2008, dalle ore 19 alle 21,30
Autore