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Umanesimo Disumanesimo 1980/2017
Il progetto espositivo ricostruisce e rilegge la manifestazione Umanesimo, Disumanesimo nell’arte europea 1890/1980 curata nel 1980 da Lara-Vinca Masini a Firenze e fondata su una radicale prospettiva di confronto tra arte contemporanea, memoria storica e pensiero critico sul presente
Comunicato stampa
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Il progetto espositivo ricostruisce e rilegge la manifestazione Umanesimo, Disumanesimo nell’arte europea 1890/1980 curata nel 1980 da Lara-Vinca Masini a Firenze e fondata su una radicale prospettiva di confronto tra arte contemporanea, memoria storica e pensiero critico sul presente.
Lara-Vinca Masini, in controtendenza rispetto al Rinascimento celebrato dalle grandi mostre medicee che si erano svolte nello stesso 1980 a Firenze, individuava nel binomio umanesimo/disumanesimo una categoria atemporale per indagare, nell'arte europea dell’ultimo secolo, il senso della crisi e la natura ambigua e conflittuale della modernità. Calando questa proposta critica su Firenze, ma proiettandola in un orizzonte di ricerca dal respiro internazionale, Lara-Vinca Masini strutturava un programma ampio e articolato, con il coinvolgimento di Auro Lecci per la progettazione grafica e degli architetti radicali del Superstudio: Piero Frassinelli per l’allestimento e per gli interventi architettonici, Adolfo Natalini per l’ideazione delle “sbarre” di bronzo che componevano un’inedita segnaletica.
L’itinerario di questo progetto espositivo a scala urbana trovava il suo fulcro nel Palagio di Parte Guelfa, sede della mostra storica sul “negativo” che presentava opere realizzate in epoche diverse, dai Simbolisti al Nouveau Réalisme, per diramarsi poi in vari luoghi della città. Installazioni site-specific e azioni performative, ad opera degli artisti Sandro Chia, Giuseppe Chiari, Luciano Fabro, Rebecca Horn, Fabio Mauri, Hermann Nitsch, Wolf Vostell e degli architetti radicali Haus-Rucker-Co e Hans Hollein, scandivano con la forza della dimensione urbana un percorso a cielo aperto nelle piazze e nei cortili di palazzi storici. Alcuni di questi luoghi erano stati scelti per le condizioni di degrado o per denunciare i risvolti meno edificanti della storia di Firenze, come sottolineavano inoltre la sezione espositiva sul restauro architettonico, a cura di Marco Dezzi Bardeschi, e la mostra collaterale sul fascismo realizzata insieme all’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.
Discussa e duramente osteggiata a Firenze dalle istituzioni e dall’opinione pubblica, ma ben accolta all’estero, Umanesimo, Disumanesimo nell’arte europea 1890/1980 resta oggi un’iniziativa a cui guardare per il suo radicale approccio alla pratica espositiva, in grado di porre stimoli e interrogativi ancora attuali.
La mostra nelle sale di Villa Romana documenta nella sua totalità la manifestazione del 1980 attraverso l’esposizione di materiali d’archivio (fotografie, lettere, filmati, interviste audio, ecc.), inoltrandosi anche – come avvenuto allora – nel centro storico della città. Due nuovi interventi artistici, realizzati per l’occasione, rileggono nella prospettiva presente un progetto espositivo tanto complesso quanto ricco di suggestioni. La performance urbana e itinerante Umanesimo, Disumanesimo, Tourmanesimo, del collettivo Kinkaleri, messa in scena in apertura e a conclusione della mostra, attraversa fisicamente i luoghi della manifestazione facendone riaffiorare le memorie sommerse attraverso una parata collettiva; l’installazione Passing one loop into another di Natascha Sadr Haghighian – allestita nell’atrio esterno della Palazzina Reale – mette in discussione conflitti attuali tra globalizzazione, digitalizzazione ed equilibrio ecologico.
A cura di Alessandra Acocella e Angelika Stepken
Questa iniziativa è dedicata a Lara-Vinca Masini, che ha sostenuto fin dall’inizio il progetto seguendone tutto lo sviluppo e mettendo a disposizione i materiali del suo archivio. Ringraziamo inoltre per la preziosa collaborazione e per la documentazione concessa: Piero Frassinelli, Auro Lecci, Adolfo Natalini. Grazie anche alla Fondazione Architetti Firenze per la generosa collaborazione.
Lara-Vinca Masini, in controtendenza rispetto al Rinascimento celebrato dalle grandi mostre medicee che si erano svolte nello stesso 1980 a Firenze, individuava nel binomio umanesimo/disumanesimo una categoria atemporale per indagare, nell'arte europea dell’ultimo secolo, il senso della crisi e la natura ambigua e conflittuale della modernità. Calando questa proposta critica su Firenze, ma proiettandola in un orizzonte di ricerca dal respiro internazionale, Lara-Vinca Masini strutturava un programma ampio e articolato, con il coinvolgimento di Auro Lecci per la progettazione grafica e degli architetti radicali del Superstudio: Piero Frassinelli per l’allestimento e per gli interventi architettonici, Adolfo Natalini per l’ideazione delle “sbarre” di bronzo che componevano un’inedita segnaletica.
L’itinerario di questo progetto espositivo a scala urbana trovava il suo fulcro nel Palagio di Parte Guelfa, sede della mostra storica sul “negativo” che presentava opere realizzate in epoche diverse, dai Simbolisti al Nouveau Réalisme, per diramarsi poi in vari luoghi della città. Installazioni site-specific e azioni performative, ad opera degli artisti Sandro Chia, Giuseppe Chiari, Luciano Fabro, Rebecca Horn, Fabio Mauri, Hermann Nitsch, Wolf Vostell e degli architetti radicali Haus-Rucker-Co e Hans Hollein, scandivano con la forza della dimensione urbana un percorso a cielo aperto nelle piazze e nei cortili di palazzi storici. Alcuni di questi luoghi erano stati scelti per le condizioni di degrado o per denunciare i risvolti meno edificanti della storia di Firenze, come sottolineavano inoltre la sezione espositiva sul restauro architettonico, a cura di Marco Dezzi Bardeschi, e la mostra collaterale sul fascismo realizzata insieme all’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.
Discussa e duramente osteggiata a Firenze dalle istituzioni e dall’opinione pubblica, ma ben accolta all’estero, Umanesimo, Disumanesimo nell’arte europea 1890/1980 resta oggi un’iniziativa a cui guardare per il suo radicale approccio alla pratica espositiva, in grado di porre stimoli e interrogativi ancora attuali.
La mostra nelle sale di Villa Romana documenta nella sua totalità la manifestazione del 1980 attraverso l’esposizione di materiali d’archivio (fotografie, lettere, filmati, interviste audio, ecc.), inoltrandosi anche – come avvenuto allora – nel centro storico della città. Due nuovi interventi artistici, realizzati per l’occasione, rileggono nella prospettiva presente un progetto espositivo tanto complesso quanto ricco di suggestioni. La performance urbana e itinerante Umanesimo, Disumanesimo, Tourmanesimo, del collettivo Kinkaleri, messa in scena in apertura e a conclusione della mostra, attraversa fisicamente i luoghi della manifestazione facendone riaffiorare le memorie sommerse attraverso una parata collettiva; l’installazione Passing one loop into another di Natascha Sadr Haghighian – allestita nell’atrio esterno della Palazzina Reale – mette in discussione conflitti attuali tra globalizzazione, digitalizzazione ed equilibrio ecologico.
A cura di Alessandra Acocella e Angelika Stepken
Questa iniziativa è dedicata a Lara-Vinca Masini, che ha sostenuto fin dall’inizio il progetto seguendone tutto lo sviluppo e mettendo a disposizione i materiali del suo archivio. Ringraziamo inoltre per la preziosa collaborazione e per la documentazione concessa: Piero Frassinelli, Auro Lecci, Adolfo Natalini. Grazie anche alla Fondazione Architetti Firenze per la generosa collaborazione.
09
novembre 2017
Umanesimo Disumanesimo 1980/2017
Dal 09 novembre al 15 dicembre 2017
Location
VILLA ROMANA
Firenze, Via Senese, 68, (Firenze)
Firenze, Via Senese, 68, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a venerdì, dalle ore 14 alle 18 e su appuntamento
Vernissage
9 Novembre 2017, h 19
Curatore