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Umberto Mastroianni – L’esplosione della forma
una trentina tra bronzi, bassorilievi, piombi, tecniche miste e tele, che coprono un arco di tempo dal 1962 al 1994
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Stefano Forni è lieta d'informare che sabato 16 settembre 2006, alle ore 17, nelle sale di Piazza Cavour n.2, s'inaugura la mostra "Umberto Mastroianni. L'esplosione della forma". Presentata da Floriano De Santi, il "più grande esegeta" dell'opera mastroiannea (così lo ha definito il Maestro di Fontana Liri), l'esposizione aduna una trentina tra bronzi, bassorilievi, piombi, tecniche miste e tele, che coprono un arco di tempo che va dal 1962 al 1994.
Dopo la stagione figurativa (1928-1940), la ricerca formale neocubista (1941-1954) trae le sue origini dalla geometria: dalla linea curva, dal segmento, dall'ellisse. Sin da queste prove il rapporto del resto da Mastroianni tenuto con le avanguardie scultoree europee pare innegabile; egli appartiene alla stessa famiglia universale. dei Moore e dei Lipchitz. Con i capolavori scultorei Battaglia e Apparizione alata del 1957, presentati alla XXIX Biennale di Venezia del '58, consegue il riconoscimento più alto: il Gran Premio Internazionale per la Scultura.
Prende avvio il suo periodo informale, che si protrae sino al 1968, con bronzi, cartoni graffiati, rilievi policromi, solcati da ferite, da laceranti mutilazioni. La forma - come hanno riconosciuto anche storici
dell' arte del calibro di Giulio Carlo Argan, Lionello Venturi, Jean Cassou ed Erich Steingräber - non è sconnessa, ma porta i segni della violenza. Persino in sculture piccole come Amanti del 1962, Donna del 1963 e, Frammenti onirici del 1964, presenti in. questa mostra bolognese, nel ritmo compositivo, non si distaccano dalle espansioni proprio perchè pongono e sviluppano uno spazio organico.
E' il partire dal profondo, dall'interno della materia, che crea - sin dai primi anni Settanta - i valori tecnologici impliciti nell'immagine materiata di metallo, mentre essa ancora si torce sotto i campi d'incontro della luce spiovente dall'alto o comunque dal di fuori. Questa doppia condizione, del concettualizzarsi dell'idea nell'informe materico e del suo realizzarsi al di fuori, adombra la nitida superficie di Cactus del 1973, di Totem del 1975, di Cavalcata del 1984 e di Volo di pace del 1992, superficie inseguita in tutti i suoi spezzoni e schegge simili a un ordigno meccanico che - scrive poeticamente Cesare Brandi - "non si degrada ma si sublima e sale alle stelle nel preciso momento in cui salta", o "come quelle macchine cerimoniali barocche che raggiungevano la loro vera forma soltanto quando bruciavano".
Durante la mostra sarà proiettato il video di un’intervista di Floriano De Santi a Umberto e Marcello Mastroianni.
Dopo la stagione figurativa (1928-1940), la ricerca formale neocubista (1941-1954) trae le sue origini dalla geometria: dalla linea curva, dal segmento, dall'ellisse. Sin da queste prove il rapporto del resto da Mastroianni tenuto con le avanguardie scultoree europee pare innegabile; egli appartiene alla stessa famiglia universale. dei Moore e dei Lipchitz. Con i capolavori scultorei Battaglia e Apparizione alata del 1957, presentati alla XXIX Biennale di Venezia del '58, consegue il riconoscimento più alto: il Gran Premio Internazionale per la Scultura.
Prende avvio il suo periodo informale, che si protrae sino al 1968, con bronzi, cartoni graffiati, rilievi policromi, solcati da ferite, da laceranti mutilazioni. La forma - come hanno riconosciuto anche storici
dell' arte del calibro di Giulio Carlo Argan, Lionello Venturi, Jean Cassou ed Erich Steingräber - non è sconnessa, ma porta i segni della violenza. Persino in sculture piccole come Amanti del 1962, Donna del 1963 e, Frammenti onirici del 1964, presenti in. questa mostra bolognese, nel ritmo compositivo, non si distaccano dalle espansioni proprio perchè pongono e sviluppano uno spazio organico.
E' il partire dal profondo, dall'interno della materia, che crea - sin dai primi anni Settanta - i valori tecnologici impliciti nell'immagine materiata di metallo, mentre essa ancora si torce sotto i campi d'incontro della luce spiovente dall'alto o comunque dal di fuori. Questa doppia condizione, del concettualizzarsi dell'idea nell'informe materico e del suo realizzarsi al di fuori, adombra la nitida superficie di Cactus del 1973, di Totem del 1975, di Cavalcata del 1984 e di Volo di pace del 1992, superficie inseguita in tutti i suoi spezzoni e schegge simili a un ordigno meccanico che - scrive poeticamente Cesare Brandi - "non si degrada ma si sublima e sale alle stelle nel preciso momento in cui salta", o "come quelle macchine cerimoniali barocche che raggiungevano la loro vera forma soltanto quando bruciavano".
Durante la mostra sarà proiettato il video di un’intervista di Floriano De Santi a Umberto e Marcello Mastroianni.
16
settembre 2006
Umberto Mastroianni – L’esplosione della forma
Dal 16 settembre al 13 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA STEFANO FORNI
Bologna, Piazza Cavour, 2, (Bologna)
Bologna, Piazza Cavour, 2, (Bologna)
Orario di apertura
dal Martedì al Sabato 10.00-12.30 e 16.00-19.30
Domenica su appuntamento
Vernissage
16 Settembre 2006, ore 17
Autore
Curatore