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Umberto Milani
sculture e dipinti
Comunicato stampa
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a due mesi da 4 Americans, la mostra inugurale che ha avuto un largo successo di critica e pubblico, matteo lampertico si riprone al pubblico e ai collezionisti con una nuova iniziativa espositiva, questa volta dedicata ad uno degli indiscussi protagonisti dell’arte italiana del secondo dopoguerra: UMBERTO MILANI.
Nonostante un’unanime considerazione da parte della critica, a causa del numero circoscritto di opere disponibili sul mercato nell’ultimo decennio le esposizioni di Umberto Milani in gallerie private si contano sulle dita di una mano. E’ quindi con grande piacere, e certo di andare a coprire un vuoto inopportuno, che Matteo Lampertico presenta questa mostra retrospettiva di sculture e dipinti.
La mostra - corredata da un catalogo a cura di Sara Fontana - è incentrata su un gruppo di sculture che sono da annoverare senza dubbio fra i capolavori dell’artista. Provenienti dagli eredi, esse coprono quasi vent’anni della sua attività scultorea, dal 1945 al 1967, e permettono di seguire tutto l’itinerario creativo di Milani.
Dopo una formazione accademica nel solco di Wildt e Martini, Milani aggiorna il suo stile sul cubismo, che negli anni quaranta viene abbracciato dalle giovani generazioni, ma già alla fine del decennio, con straordinario tempismo rispetto alla situazione artistica italiana, usa nei dipinti e negli studi preparatori la tecnica del dripping introdotta da Jackson Pollok.
L’ esposizione permette di seguire bene questo snodo fondamentale nel suo percorso. Già nei primi anni cinquanta, infatti, le forme geometriche di ispirazione cubista vengono abbandonate e le superfici levigate lasciano il posto ad una materia aspra e rugosa. In queste prime sculture “Scultura” e “Orizzonti plastici” si avverte l’influsso dei celebri Otages di Fautrier, mentre la volumetria delle forme richiama ancora certe soluzioni di Jean Arp.
Solo a partire dalla metà degli anni cinquanta si infittiscono i rapporti con gli altri protagonisti della scultura europea, da Germaine Richier a Giacometti, ritratto insieme a Milani in alcune celebri fotografie di Ugo Mulas. A questo periodo risale la celebre scultura intitolata “Forma X” in cui i volumi si smaterializzano e predomina un andamento quasi grafico. Il profilo tormentato ed inquieto della scultura ne fa uno dei capolavori dell’artista.
Ugualmente interessanti sono gli esiti degli anni sessanta in cui Milani sembra persino presentire gli esiti dell’arte povera. Pur rimanendo fedele alla fusione in bronzo, in questo periodo usa delle matrici in cartone che conferisco ai bronzi l’effetto di rifiuti della civiltà industriale, in sintonia con le ricerche di Ettore Colla a Roma o dei Nouveaux Realistes a Parigi.
Umberto Milani è stato oggetto di importanti mostre retrospettive, fra le quali quella organizzata nel 1979 alla Rotonda della Besana di Milano e alle chiese rupestri di Matera nel 1996. Nel 1958 e nel 1962 gli viene riservata una sala personale alla Biennale di Venezia e, in questa seconda edizione, riceve il primo premio per la scultura.
Di lui hanno scritto in molti esprimendo largo apprezzamento per l’opera scultorea e pittorica, fra gli altri: Mario De Micheli, Franco Russoli, Guido Ballo, Francesco Arcangeli, Martina Corgnati, Francesco Porzio...
Nonostante un’unanime considerazione da parte della critica, a causa del numero circoscritto di opere disponibili sul mercato nell’ultimo decennio le esposizioni di Umberto Milani in gallerie private si contano sulle dita di una mano. E’ quindi con grande piacere, e certo di andare a coprire un vuoto inopportuno, che Matteo Lampertico presenta questa mostra retrospettiva di sculture e dipinti.
La mostra - corredata da un catalogo a cura di Sara Fontana - è incentrata su un gruppo di sculture che sono da annoverare senza dubbio fra i capolavori dell’artista. Provenienti dagli eredi, esse coprono quasi vent’anni della sua attività scultorea, dal 1945 al 1967, e permettono di seguire tutto l’itinerario creativo di Milani.
Dopo una formazione accademica nel solco di Wildt e Martini, Milani aggiorna il suo stile sul cubismo, che negli anni quaranta viene abbracciato dalle giovani generazioni, ma già alla fine del decennio, con straordinario tempismo rispetto alla situazione artistica italiana, usa nei dipinti e negli studi preparatori la tecnica del dripping introdotta da Jackson Pollok.
L’ esposizione permette di seguire bene questo snodo fondamentale nel suo percorso. Già nei primi anni cinquanta, infatti, le forme geometriche di ispirazione cubista vengono abbandonate e le superfici levigate lasciano il posto ad una materia aspra e rugosa. In queste prime sculture “Scultura” e “Orizzonti plastici” si avverte l’influsso dei celebri Otages di Fautrier, mentre la volumetria delle forme richiama ancora certe soluzioni di Jean Arp.
Solo a partire dalla metà degli anni cinquanta si infittiscono i rapporti con gli altri protagonisti della scultura europea, da Germaine Richier a Giacometti, ritratto insieme a Milani in alcune celebri fotografie di Ugo Mulas. A questo periodo risale la celebre scultura intitolata “Forma X” in cui i volumi si smaterializzano e predomina un andamento quasi grafico. Il profilo tormentato ed inquieto della scultura ne fa uno dei capolavori dell’artista.
Ugualmente interessanti sono gli esiti degli anni sessanta in cui Milani sembra persino presentire gli esiti dell’arte povera. Pur rimanendo fedele alla fusione in bronzo, in questo periodo usa delle matrici in cartone che conferisco ai bronzi l’effetto di rifiuti della civiltà industriale, in sintonia con le ricerche di Ettore Colla a Roma o dei Nouveaux Realistes a Parigi.
Umberto Milani è stato oggetto di importanti mostre retrospettive, fra le quali quella organizzata nel 1979 alla Rotonda della Besana di Milano e alle chiese rupestri di Matera nel 1996. Nel 1958 e nel 1962 gli viene riservata una sala personale alla Biennale di Venezia e, in questa seconda edizione, riceve il primo premio per la scultura.
Di lui hanno scritto in molti esprimendo largo apprezzamento per l’opera scultorea e pittorica, fra gli altri: Mario De Micheli, Franco Russoli, Guido Ballo, Francesco Arcangeli, Martina Corgnati, Francesco Porzio...
16
maggio 2007
Umberto Milani
Dal 16 maggio al 29 giugno 2007
arte contemporanea
Location
MATTEO LAMPERTICO ARTE ANTICA E MODERNA
Milano, Via Montebello, 30, (Milano)
Milano, Via Montebello, 30, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 12 alle 19
Vernissage
16 Maggio 2007, ore 18
Autore