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Un altro Ottocento. Gusto e cultura in una quadreria oltrepadana
si espone una ricca selezione (quarantaquattro dipinti) di una raccolta oltrepadana, costituitasi nel corso degli ultimi vent’anni
Comunicato stampa
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La Galleria Ricci Oddi di Piacenza è nata dalla passione collezionistica di un uomo, Giuseppe Ricci Oddi appunto (1868-1937) che dedicò tutte le sue energie e impiegò le sue cospicue sostanze per la costituzione di una imponente raccolta d’arte moderna, dall’Ottocento romantico ai suoi tempi, per donarla poi nel 1924 alla sua città, facendo costruire l’edifico destinato ad ospitarla.
Un esempio straordinario, dunque, di mecenatismo. Ci troviamo infatti di fronte al caso di un collezionista che coerentemente persegue un progetto culturale e lo realizza, pur se tra mille difficoltà, dedicandogli le energie intellettuali e le risorse economiche di una vita.
La Ricci Oddi sembra dunque il contenitore ideale per ospitare una serie di mostre dedicate alle grandi collezioni private dei nostri giorni, creando così l’occasione per riflettere sul tema del collezionismo, un fenomeno in qualche modo misterioso, e per ammirare una serie di importanti dipinti, alcuni noti, altri poco visti, rari o addirittura inediti.
Il punto di partenza di questo percorso è Un altro Ottocento. Gusto e cultura in una quadreria oltrepadana, che si tiene alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi dal 3 dicembre 2005 sino al 25 giugno 2006 e in cui si espone una ricca selezione (quarantaquattro dipinti) di una raccolta oltrepadana, costituitasi nel corso degli ultimi vent’anni. La raccolta, di straordinaria qualità, si connota per la presenza di alcuni capolavori del nostro Ottocento, definito in questa sede “altro” perché varie opere in mostra escono dalla produzione corrente dei loro autori.
In mostra opere come il Ritratto di donna di Antonio Mancini (1876-1878), in cui la modella si trasforma in un’immagine drammatica e sensuale, da Seicento napoletano, o l’opera più significativa di Pietro Pajetta, I cantastorie, del 1880 circa, di un realismo assoluto e partecipato, capace di far rivivere la scena di genere con un’efficacia che raramente si rintraccia nella pittura del nostro Ottocento. Fiore reciso, poi, di Giuseppe Pellizza da Volpedo, è un’opera probabilmente superiore alla versione conservata al Museo d’Orsay di Parigi, perché il segno grafico consente una leggerezza, nella resa delle figure, che trasferisce il soggetto su un piano più astratto, quasi irreale.
Ma gli appassionati dei vari generi della pittura ottocentesca potranno trovare nella raccolta esposta alla Ricci Oddi esempi di rilievo: così ci sono paesaggi veneti e lombardi, soggetti orientalisti, ritratti icastici e sensibilissimi (ancora Pellizza da Volpedo, Daniele Ranzoni, Pio Sanquirico), scene di un patetismo convincente, privo di retorica (Arnaldo Ferraguti), esempi di un nostrano, appassionato decadentismo (la femme fatale di Luigi Conconi), prove di arte sociale (Plinio Nomellini, qui presente con un’opera capitale quale Sciopero, del 1889).
Al visitatore è consentito dunque un viaggio all’interno della pittura dell’Ottocento italiano e, allo stesso modo, un incontro interessantissimo con le scelte e i riti del collezionismo.
La collezione oltrepadana viene esposta nel grande salone d’onore e lungo il corridoio centrale della Ricci Oddi, con un allestimento che ne valorizza la specificità e che al tempo stesso permette di confrontare le opere temporaneamente esposte con quelle riunite dal collezionista piacentino.
Un esempio straordinario, dunque, di mecenatismo. Ci troviamo infatti di fronte al caso di un collezionista che coerentemente persegue un progetto culturale e lo realizza, pur se tra mille difficoltà, dedicandogli le energie intellettuali e le risorse economiche di una vita.
La Ricci Oddi sembra dunque il contenitore ideale per ospitare una serie di mostre dedicate alle grandi collezioni private dei nostri giorni, creando così l’occasione per riflettere sul tema del collezionismo, un fenomeno in qualche modo misterioso, e per ammirare una serie di importanti dipinti, alcuni noti, altri poco visti, rari o addirittura inediti.
Il punto di partenza di questo percorso è Un altro Ottocento. Gusto e cultura in una quadreria oltrepadana, che si tiene alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi dal 3 dicembre 2005 sino al 25 giugno 2006 e in cui si espone una ricca selezione (quarantaquattro dipinti) di una raccolta oltrepadana, costituitasi nel corso degli ultimi vent’anni. La raccolta, di straordinaria qualità, si connota per la presenza di alcuni capolavori del nostro Ottocento, definito in questa sede “altro” perché varie opere in mostra escono dalla produzione corrente dei loro autori.
In mostra opere come il Ritratto di donna di Antonio Mancini (1876-1878), in cui la modella si trasforma in un’immagine drammatica e sensuale, da Seicento napoletano, o l’opera più significativa di Pietro Pajetta, I cantastorie, del 1880 circa, di un realismo assoluto e partecipato, capace di far rivivere la scena di genere con un’efficacia che raramente si rintraccia nella pittura del nostro Ottocento. Fiore reciso, poi, di Giuseppe Pellizza da Volpedo, è un’opera probabilmente superiore alla versione conservata al Museo d’Orsay di Parigi, perché il segno grafico consente una leggerezza, nella resa delle figure, che trasferisce il soggetto su un piano più astratto, quasi irreale.
Ma gli appassionati dei vari generi della pittura ottocentesca potranno trovare nella raccolta esposta alla Ricci Oddi esempi di rilievo: così ci sono paesaggi veneti e lombardi, soggetti orientalisti, ritratti icastici e sensibilissimi (ancora Pellizza da Volpedo, Daniele Ranzoni, Pio Sanquirico), scene di un patetismo convincente, privo di retorica (Arnaldo Ferraguti), esempi di un nostrano, appassionato decadentismo (la femme fatale di Luigi Conconi), prove di arte sociale (Plinio Nomellini, qui presente con un’opera capitale quale Sciopero, del 1889).
Al visitatore è consentito dunque un viaggio all’interno della pittura dell’Ottocento italiano e, allo stesso modo, un incontro interessantissimo con le scelte e i riti del collezionismo.
La collezione oltrepadana viene esposta nel grande salone d’onore e lungo il corridoio centrale della Ricci Oddi, con un allestimento che ne valorizza la specificità e che al tempo stesso permette di confrontare le opere temporaneamente esposte con quelle riunite dal collezionista piacentino.
03
dicembre 2005
Un altro Ottocento. Gusto e cultura in una quadreria oltrepadana
Dal 03 dicembre 2005 al 25 giugno 2006
arte antica
Location
GALLERIA D’ARTE MODERNA RICCI ODDI
Piacenza, Via San Siro, 13, (Piacenza)
Piacenza, Via San Siro, 13, (Piacenza)
Biglietti
4 € intero, 3 € ridotto
Orario di apertura
tutti i giorni, lunedì escluso, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18
Vernissage
3 Dicembre 2005, ore 17,30
Editore
SKIRA
Autore
Curatore