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Un americano in Italia – James McNeill Whistler e la sua eredità
undici acqueforti eseguite dal maestro americano insieme ad altre ventiquattro di artisti anglosassoni operanti in Italia tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento
Comunicato stampa
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FIRENZE - Quando il 19 settembre 1879 James McNeill Whistler arrivò a Venezia da Londra non pensava certo di rimanerci per più di un anno. La Fine Arts Society gli aveva commissionato dodici acqueforti della città lagunare che sarebbero dovute andare ad abbellire, in concomitanza con le festività natalizie, le dimore di qualche aristocratico inglese nostalgico dei luoghi visitati durante il Grand Tour. Per Whistler non si trattava che di un lavoro di routine, che aveva accettato più che altro per risanare le sue dissestate finanze e che sperava di portare a termine nel giro di un paio di mesi. Il più europeo dei pittori americani del XIX secolo non aveva però fatto i conti con il fascino incantatore di Venezia, di cui si innamorò a prima vista e che lo tenne ««prigioniero» fino al novembre del 1880. Così quel viaggio su commissione si trasformò, per fortuna degli amanti dell’arte, in qualcosa di ben diverso, perché Venezia lo ripagò facendogli da musa ispiratrice per una serie di opere che sono fra le più importanti della sua carriera e regalandogli l’opportunità di scoprire appieno una passione fino ad allora latente per il disegno («Improvvisamente a Venezia, come se fosse una rivelazione, il segreto del disegno si impadronì di lui» scrive il suo amico e discepolo Mortimer Menpes).
La mostra Un americano in Italia: James McNeill Whistler e la sua eredità, allestita alla Syracuse University Art Gallery di Firenze dal 23 novembre 2007 al 12 gennaio 2008, presenta proprio undici acqueforti eseguite dal maestro americano in quel periodo, insieme ad altre ventiquattro di artisti anglosassoni operanti in Italia tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento (alcuni dei quali godono ancora di una certa fama, come il già citato Mortimer Menpes o Joseph Pennell, mentre altri, come Minna Bolingbroke, sono stati quasi del tutto dimenticati, tanto che non è stato possibile neppure ricostruirne le biografie). Il visitatore potrà così rendersi conto delle innovazioni di contenuto e tecnica apportate da Whistler nel settore della stampa d’arte, verificando al contempo la forte influenza che esercitò su coloro che decisero di cimentarsi con l’acquaforte dopo di lui.
Le vedute veneziane di Whistler si distinguono dalle precedenti per il particolare approccio dell’artista alla città e alla sua dimensione. Venezia vi appare sempre straordinariamente bella ma diversa, diversissima sia da quella nitida e composta immortalata dal Canaletto sia da quella evanescente ed irreale di Francesco Guardi. Niente Basilica di San Marco né Palazzo Ducale, niente Ponte di Rialto né Ca’ d’Oro. Whistler rifugge il convenzionale, vuole mostrare la «Venezia dei veneziani», la città segreta degli androni dei palazzi, delle corti private, dei giardini che si affacciano sull’acqua. Quando poi decide di ampliare la visuale ritraendo il Canal Grande, lo fa da una prospettiva insolita, che nega centralità ai monumenti più famosi relegandoli ai margini del disegno. Ma non si accontenta di variare i soggetti, vuole anche rivoluzionare la tecnica dell’acquaforte. Gira infatti per Venezia portandosi sempre dietro alcuni fogli di rame su cui incidere l’immagine direttamente in loco ogni volta che l’ispirazione lo coglie, senza nessun disegno preparatorio (per questo le sue acqueforti risultano stampate alla rovescia).
L’inaugurazione della mostra - curata da Dominic J. Iacono (Direttore della SU Gallery di Syracuse, New York) con la collaborazione di Andrew Saluti, Devorah Block e Daniele Angellotto - avrà luogo martedì 20 novembre alle ore 18,15 alla presenza della Direttrice della SUF Barbara Deimling, del Console Generale degli Stati Uniti a Firenze Norah Dempsey e del Direttore della Galleria degli Uffizi Antonio Natali, che ha dichiarato: «Sono convinto che la formazione di coscienze mature dipenda anche dalla collaborazione tra gli Istituti culturali cittadini. Musei, università, teatri, biblioteche, concorrono all'educazione libera dei giovani. Educazione che sarà tanto più spregiudicata quanto meno angusti saranno i limiti geografici. Reputo perciò importante che la SUF abbia aperto uno spazio che favorisca l'incontro di creatività diverse, così come credo sia operazione di riguardo l'esposizione di acqueforti di Whistler e della sua scuola a Firenze».
La mostra è patrocinata dal Consolato americano a Firenze, dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze.
Innovazioni stilistiche di Whistler a Venezia - L’architettura ed i canali di Venezia rappresentarono per Whistler un’importante sfida ai criteri compositivi dell’immagine. La sua ricerca dei dettagli è spesso rintracciabile nell’attenzione posta verso i modelli geometrici e gli elementi decorativi caratteristici dell’architettura veneziana. Con la scelta compositiva di porre nelle sue stampe i canali in primo piano, Whistler crea l’impressione di far galleggiare gli edifici verso l’alto del piano di disegno: una scelta stilistica quasi certamente ripresa dalle stampe giapponesi che aveva studiato a fondo durante gli anni parigini. L’influenza giapponese si ritrova anche nella scelta dei formati delle opere di questo periodo: lunghi sia verticalmente che orizzontalmente, quasi dovessero essere arrotolati.
Fu durante il periodo veneziano che Whistler confessò al suo allievo e fraterno amico Mortimer Menpes di aver scoperto il segreto dell’arte del disegno: «Comincio prima di tutto focalizzando il punto di interesse, proseguendo poi a disegnarlo in maniera dettagliata, e poi da lì mi espando. Se per caso non mi interessa la veduta nel suo insieme non mi ci soffermo più di tanto. In questo modo la pittura risulta perfetta dall’inizio alla fine». Appare così un motivo centrale reso con dovizia di dettagli, inserito in un contesto riprodotto sulla lastra in maniera essenziale. Questo lascia larghi spazi aperti di acqua e di cielo che Whistler riesce a rendere con raffinata tecnica di stampa, sfocando ad arte alcune zone della lastra per ottenere effetti atmosferici sulla superficie inchiostrata. Sperimenta anche i differenti effetti che l’uso di carte moderne ed antiche producono nel risultato finale.
Le innovazioni apportate da Whistler in questo periodo lo fecero annoverare fra i principali artisti nel campo dell’acquaforte ed ebbero una forte influenza sull’arte dei suoi allievi. Non a caso la forza delle sue tecniche innovative viene descritta così da Mortimer Menpes: «Noi allievi di Whistler vedevamo le cose dal suo punto di vista. Se incidevamo una lastra la dovevamo incidere quasi esattamente con tratti whistleriani. Se Whistler trattava con segno leggero le sue lastre, le nostre erano così chiare che si potevano vedere a malapena. Se Whistler semplificava al massimo i suoi tratti usando il minor numero possibile di strumenti, noi ci preoccupavamo di toccare appena le lastre per paura di renderle troppo elaborate».
Biografia - James Abbott McNeil Whistler nacque a Lowell in Massachusetts nel 1834, ma all’età di nove anni si trasferì con la famiglia in Russia, dove il padre aveva trovato lavoro come ingegnere civile, e ci rimase sei anni, studiando francese e disegno all’Accademia imperiale di Scienze di San Pietroburgo. Nel 1849, alla morte del padre, tornò negli Stati Uniti con la madre e nel 1851 entrò all’Accademia militare di West Point, che abbandonò nel 1854 per diventare cartografo per la US Coast and Geodetic Survey. Qui ebbe modo di sperimentare per la prima volta le tecniche della stampa. Nel 1855 decise di trasferirsi in Europa e di dedicarsi completamente all’arte. Whistler non ritornò più negli Stati Uniti ma continuò sempre a definirsi un artista americano.
All’inizio visse a Parigi, dove divenne un assiduo frequentatore dei circoli dell’avanguardia culturale, entrando in contatto con Charles Baudelaire, Gustave Corbet e Edouard Manet. Nel 1859 si trasferì a Londra, dove iniziò a farsi conoscere per il suo talento artistico. In questi anni conobbe i pittori preraffaelliti, diventando grande amico di Dante Gabriel Rossetti, che influenzò il suo stile soprattutto nella scelta di temi semplici e quotidiani. Una semplicità solo apparente,perché la chiave di lettura delle sue opere è invece estremamente complessa, tanto che alcuni critici si spinsero ad accostarne lo stile alla musica. Un’interpretazione che Whistler accettò di buon grado intitolando molte delle sue opere Sinfonie.
Nel 1862 visitò l’Esposizione Universale di Londra e subì il fascino dall’arte giapponese e cinese. Così, cercando di fondere lo stile esotico con le ricerche preraffaellite nel campo delle arti decorative, produsse una serie di dipinti in cui è evidente il tentativo di sintesi tra cultura orientale e occidentale.
Nel 1866 Whistler si recò in Cile per sostenerne la guerra di indipendenza contro la Spagna e qui dipinse vari notturni della città di Valparaiso. Tornato in Europa continuò la serie dei notturni, che ricordano nell’impostazione le stampe giapponesi ma con uno sviluppo dei colori del tutto originale, anticipatore dell’astrattismo.
La sua ricerca di una pittura senza storia, vista come pura esperienza estetica al di là della rappresentazione, fu determinata anche dai frequenti contatti che ebbe con alcuni esponenti del simbolismo, in particolare con Stephane Mallarmé, e con il gruppo belga «Les XX». Durante un suo lungo soggiorno a Parigi frequentò anche Charles Baudelaire, Edgar Degas e Edouard Manet, grazie ai quali si avvicinò allo stile degli impressionisti diventandone il principale promotore in Gran Bretagna. Fu durante questi anni che ottenne i primi significativi riconoscimenti internazionali, con dipinti come La ragazza in bianco, Arrangiamento in grigio e nero e Ritratto della madre dell’artista .
Nel 1876 la carriera di Whistler ebbe però una battuta d’arresto dovuta alla controversia sulla decorazione della sala da pranzo della dimora londinese dell’armatore Frederick Leyland. Le licenze creative usate da Whistler nel comporre l’opulenta Sala del pavone non piacquero affatto a Leyland, che ruppe il contratto e mise l’artista in serie difficoltà economiche. Difficoltà economiche che si accentuarono l’anno seguente, quando Whistler fece causa per diffamazione a John Ruskin dopo che il critico aveva denigrato il suo talento artistico a proposito della presentazione al pubblico di alcuni Notturni. Il conseguente processo si concluse con la condanna di Ruskin, ma a Whistler, che nel frattempo si era svenato per pagare gli avvocati, fu riconosciuto solo un risarcimento simbolico di una sterlina. Non potendo sostenere per intero le spese legali si trovò sul lastrico e, nel maggio 1879, fu costretto a dichiarare fallimento e ad accettare l’incarico della Fine Arts Society che gli chiese di andare a Venezia per realizzare una serie di dodici vedute ad acquaforte che avrebbero dovuto essere pronte per la vendita natalizia del dicembre dello stesso anno. Ma l’artista non ritornò a Londra fino al novembre del 1880, portando con sé più di 100 fra stampe, pastelli e disegni che restano fra i più importanti della sua carriera.
L’eccezionale ondata di freddo dell’inverno 1879-80 e l’adattamento alla vita in Italia procurarono qualche difficoltà a Whistler. Le lettere alla sua famiglia ce lo mostrano frustrato per la lingua, in difficoltà con il cibo e arrabbiato per il clima che gli creava seri problemi nei processi di stampa. Il freddo e l’umidità rendevano difficile maneggiare le lastre di rame, tanto che preferì ripiegare sugli schizzi e i disegni a pastello che creavano meno inconvenienti.
Sin dall’inizio Whistler volle mostrare una Venezia diversa. Evitava luoghi famosi e riconoscibili ritraendo invece canali nascosti, calli strette e piazzette solitarie. Voleva catturare i particolarissimi effetti provocati dall’acqua sulle pietre colorate delle facciate dei palazzi e la luminosità dei riflessi del famoso sole italiano.
Nella primavera del 1880 incontrò l’artista americano Frank Duveneck e i suoi allievi, che avevano lasciato i loro studi a Firenze per passare un’estate a Venezia. Avendo come base la Casa Jankowitz, questi artisti formarono ben presto un circolo di incisori che aumentò le sue fila accogliendo Mortimer Menpes, Joseph Pennell, Charles Holloway, Walter Sickert e F. Hopkinson Smith. L’influenza di Whistler su di loro fu enorme, tanto che vollero adottare il suo «metodo» di rappresentare la città.
La prima mostra delle stampe veneziane di Whistler fu inaugurata alla Fine Arts Society il primo dicembre del 1880 e la reazione del mondo dell’arte fu estremamente positiva.
Definitivamente rivalutato e consacrato dalla critica, nel 1884 Whistler diventò membro della British Artists Society, di cui fu presidente dal 1886 al 1888, e continuò a dedicarsi alla pittura, alle incisioni e alla decorazione di vari edifici fino alla morte, avvenuta a Londra il 17 luglio 1903.
La mostra Un americano in Italia: James McNeill Whistler e la sua eredità, allestita alla Syracuse University Art Gallery di Firenze dal 23 novembre 2007 al 12 gennaio 2008, presenta proprio undici acqueforti eseguite dal maestro americano in quel periodo, insieme ad altre ventiquattro di artisti anglosassoni operanti in Italia tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento (alcuni dei quali godono ancora di una certa fama, come il già citato Mortimer Menpes o Joseph Pennell, mentre altri, come Minna Bolingbroke, sono stati quasi del tutto dimenticati, tanto che non è stato possibile neppure ricostruirne le biografie). Il visitatore potrà così rendersi conto delle innovazioni di contenuto e tecnica apportate da Whistler nel settore della stampa d’arte, verificando al contempo la forte influenza che esercitò su coloro che decisero di cimentarsi con l’acquaforte dopo di lui.
Le vedute veneziane di Whistler si distinguono dalle precedenti per il particolare approccio dell’artista alla città e alla sua dimensione. Venezia vi appare sempre straordinariamente bella ma diversa, diversissima sia da quella nitida e composta immortalata dal Canaletto sia da quella evanescente ed irreale di Francesco Guardi. Niente Basilica di San Marco né Palazzo Ducale, niente Ponte di Rialto né Ca’ d’Oro. Whistler rifugge il convenzionale, vuole mostrare la «Venezia dei veneziani», la città segreta degli androni dei palazzi, delle corti private, dei giardini che si affacciano sull’acqua. Quando poi decide di ampliare la visuale ritraendo il Canal Grande, lo fa da una prospettiva insolita, che nega centralità ai monumenti più famosi relegandoli ai margini del disegno. Ma non si accontenta di variare i soggetti, vuole anche rivoluzionare la tecnica dell’acquaforte. Gira infatti per Venezia portandosi sempre dietro alcuni fogli di rame su cui incidere l’immagine direttamente in loco ogni volta che l’ispirazione lo coglie, senza nessun disegno preparatorio (per questo le sue acqueforti risultano stampate alla rovescia).
L’inaugurazione della mostra - curata da Dominic J. Iacono (Direttore della SU Gallery di Syracuse, New York) con la collaborazione di Andrew Saluti, Devorah Block e Daniele Angellotto - avrà luogo martedì 20 novembre alle ore 18,15 alla presenza della Direttrice della SUF Barbara Deimling, del Console Generale degli Stati Uniti a Firenze Norah Dempsey e del Direttore della Galleria degli Uffizi Antonio Natali, che ha dichiarato: «Sono convinto che la formazione di coscienze mature dipenda anche dalla collaborazione tra gli Istituti culturali cittadini. Musei, università, teatri, biblioteche, concorrono all'educazione libera dei giovani. Educazione che sarà tanto più spregiudicata quanto meno angusti saranno i limiti geografici. Reputo perciò importante che la SUF abbia aperto uno spazio che favorisca l'incontro di creatività diverse, così come credo sia operazione di riguardo l'esposizione di acqueforti di Whistler e della sua scuola a Firenze».
La mostra è patrocinata dal Consolato americano a Firenze, dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze.
Innovazioni stilistiche di Whistler a Venezia - L’architettura ed i canali di Venezia rappresentarono per Whistler un’importante sfida ai criteri compositivi dell’immagine. La sua ricerca dei dettagli è spesso rintracciabile nell’attenzione posta verso i modelli geometrici e gli elementi decorativi caratteristici dell’architettura veneziana. Con la scelta compositiva di porre nelle sue stampe i canali in primo piano, Whistler crea l’impressione di far galleggiare gli edifici verso l’alto del piano di disegno: una scelta stilistica quasi certamente ripresa dalle stampe giapponesi che aveva studiato a fondo durante gli anni parigini. L’influenza giapponese si ritrova anche nella scelta dei formati delle opere di questo periodo: lunghi sia verticalmente che orizzontalmente, quasi dovessero essere arrotolati.
Fu durante il periodo veneziano che Whistler confessò al suo allievo e fraterno amico Mortimer Menpes di aver scoperto il segreto dell’arte del disegno: «Comincio prima di tutto focalizzando il punto di interesse, proseguendo poi a disegnarlo in maniera dettagliata, e poi da lì mi espando. Se per caso non mi interessa la veduta nel suo insieme non mi ci soffermo più di tanto. In questo modo la pittura risulta perfetta dall’inizio alla fine». Appare così un motivo centrale reso con dovizia di dettagli, inserito in un contesto riprodotto sulla lastra in maniera essenziale. Questo lascia larghi spazi aperti di acqua e di cielo che Whistler riesce a rendere con raffinata tecnica di stampa, sfocando ad arte alcune zone della lastra per ottenere effetti atmosferici sulla superficie inchiostrata. Sperimenta anche i differenti effetti che l’uso di carte moderne ed antiche producono nel risultato finale.
Le innovazioni apportate da Whistler in questo periodo lo fecero annoverare fra i principali artisti nel campo dell’acquaforte ed ebbero una forte influenza sull’arte dei suoi allievi. Non a caso la forza delle sue tecniche innovative viene descritta così da Mortimer Menpes: «Noi allievi di Whistler vedevamo le cose dal suo punto di vista. Se incidevamo una lastra la dovevamo incidere quasi esattamente con tratti whistleriani. Se Whistler trattava con segno leggero le sue lastre, le nostre erano così chiare che si potevano vedere a malapena. Se Whistler semplificava al massimo i suoi tratti usando il minor numero possibile di strumenti, noi ci preoccupavamo di toccare appena le lastre per paura di renderle troppo elaborate».
Biografia - James Abbott McNeil Whistler nacque a Lowell in Massachusetts nel 1834, ma all’età di nove anni si trasferì con la famiglia in Russia, dove il padre aveva trovato lavoro come ingegnere civile, e ci rimase sei anni, studiando francese e disegno all’Accademia imperiale di Scienze di San Pietroburgo. Nel 1849, alla morte del padre, tornò negli Stati Uniti con la madre e nel 1851 entrò all’Accademia militare di West Point, che abbandonò nel 1854 per diventare cartografo per la US Coast and Geodetic Survey. Qui ebbe modo di sperimentare per la prima volta le tecniche della stampa. Nel 1855 decise di trasferirsi in Europa e di dedicarsi completamente all’arte. Whistler non ritornò più negli Stati Uniti ma continuò sempre a definirsi un artista americano.
All’inizio visse a Parigi, dove divenne un assiduo frequentatore dei circoli dell’avanguardia culturale, entrando in contatto con Charles Baudelaire, Gustave Corbet e Edouard Manet. Nel 1859 si trasferì a Londra, dove iniziò a farsi conoscere per il suo talento artistico. In questi anni conobbe i pittori preraffaelliti, diventando grande amico di Dante Gabriel Rossetti, che influenzò il suo stile soprattutto nella scelta di temi semplici e quotidiani. Una semplicità solo apparente,perché la chiave di lettura delle sue opere è invece estremamente complessa, tanto che alcuni critici si spinsero ad accostarne lo stile alla musica. Un’interpretazione che Whistler accettò di buon grado intitolando molte delle sue opere Sinfonie.
Nel 1862 visitò l’Esposizione Universale di Londra e subì il fascino dall’arte giapponese e cinese. Così, cercando di fondere lo stile esotico con le ricerche preraffaellite nel campo delle arti decorative, produsse una serie di dipinti in cui è evidente il tentativo di sintesi tra cultura orientale e occidentale.
Nel 1866 Whistler si recò in Cile per sostenerne la guerra di indipendenza contro la Spagna e qui dipinse vari notturni della città di Valparaiso. Tornato in Europa continuò la serie dei notturni, che ricordano nell’impostazione le stampe giapponesi ma con uno sviluppo dei colori del tutto originale, anticipatore dell’astrattismo.
La sua ricerca di una pittura senza storia, vista come pura esperienza estetica al di là della rappresentazione, fu determinata anche dai frequenti contatti che ebbe con alcuni esponenti del simbolismo, in particolare con Stephane Mallarmé, e con il gruppo belga «Les XX». Durante un suo lungo soggiorno a Parigi frequentò anche Charles Baudelaire, Edgar Degas e Edouard Manet, grazie ai quali si avvicinò allo stile degli impressionisti diventandone il principale promotore in Gran Bretagna. Fu durante questi anni che ottenne i primi significativi riconoscimenti internazionali, con dipinti come La ragazza in bianco, Arrangiamento in grigio e nero e Ritratto della madre dell’artista .
Nel 1876 la carriera di Whistler ebbe però una battuta d’arresto dovuta alla controversia sulla decorazione della sala da pranzo della dimora londinese dell’armatore Frederick Leyland. Le licenze creative usate da Whistler nel comporre l’opulenta Sala del pavone non piacquero affatto a Leyland, che ruppe il contratto e mise l’artista in serie difficoltà economiche. Difficoltà economiche che si accentuarono l’anno seguente, quando Whistler fece causa per diffamazione a John Ruskin dopo che il critico aveva denigrato il suo talento artistico a proposito della presentazione al pubblico di alcuni Notturni. Il conseguente processo si concluse con la condanna di Ruskin, ma a Whistler, che nel frattempo si era svenato per pagare gli avvocati, fu riconosciuto solo un risarcimento simbolico di una sterlina. Non potendo sostenere per intero le spese legali si trovò sul lastrico e, nel maggio 1879, fu costretto a dichiarare fallimento e ad accettare l’incarico della Fine Arts Society che gli chiese di andare a Venezia per realizzare una serie di dodici vedute ad acquaforte che avrebbero dovuto essere pronte per la vendita natalizia del dicembre dello stesso anno. Ma l’artista non ritornò a Londra fino al novembre del 1880, portando con sé più di 100 fra stampe, pastelli e disegni che restano fra i più importanti della sua carriera.
L’eccezionale ondata di freddo dell’inverno 1879-80 e l’adattamento alla vita in Italia procurarono qualche difficoltà a Whistler. Le lettere alla sua famiglia ce lo mostrano frustrato per la lingua, in difficoltà con il cibo e arrabbiato per il clima che gli creava seri problemi nei processi di stampa. Il freddo e l’umidità rendevano difficile maneggiare le lastre di rame, tanto che preferì ripiegare sugli schizzi e i disegni a pastello che creavano meno inconvenienti.
Sin dall’inizio Whistler volle mostrare una Venezia diversa. Evitava luoghi famosi e riconoscibili ritraendo invece canali nascosti, calli strette e piazzette solitarie. Voleva catturare i particolarissimi effetti provocati dall’acqua sulle pietre colorate delle facciate dei palazzi e la luminosità dei riflessi del famoso sole italiano.
Nella primavera del 1880 incontrò l’artista americano Frank Duveneck e i suoi allievi, che avevano lasciato i loro studi a Firenze per passare un’estate a Venezia. Avendo come base la Casa Jankowitz, questi artisti formarono ben presto un circolo di incisori che aumentò le sue fila accogliendo Mortimer Menpes, Joseph Pennell, Charles Holloway, Walter Sickert e F. Hopkinson Smith. L’influenza di Whistler su di loro fu enorme, tanto che vollero adottare il suo «metodo» di rappresentare la città.
La prima mostra delle stampe veneziane di Whistler fu inaugurata alla Fine Arts Society il primo dicembre del 1880 e la reazione del mondo dell’arte fu estremamente positiva.
Definitivamente rivalutato e consacrato dalla critica, nel 1884 Whistler diventò membro della British Artists Society, di cui fu presidente dal 1886 al 1888, e continuò a dedicarsi alla pittura, alle incisioni e alla decorazione di vari edifici fino alla morte, avvenuta a Londra il 17 luglio 1903.
23
novembre 2007
Un americano in Italia – James McNeill Whistler e la sua eredità
Dal 23 novembre 2007 al 12 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
SUF ART GALLERY
Firenze, Via Dei Della Robbia, 99, (Firenze)
Firenze, Via Dei Della Robbia, 99, (Firenze)
Orario di apertura
giovedì, venerdì e sabato dalle 17 alle 20
Autore