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Un colpo
4 affermate compagnie emiliano-romagnole si confrontano sul tema della giovinezza, presentando in 3 giorni di anteprime i loro nuovi lavori
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Quattro compagnie emiliano-romagnole alle prese con una ricerca personalissima sul tema della giovinezza. E’ il filo conduttore della rassegna Un Colpo, che si svolgerà a Modena dal 27 al 29 novembre e nell’ambito della quale gli artisti presenteranno a Modena, per la prima volta insieme, i loro lavori. Nato da un’iniziativa della Regione Emilia-Romagna all’interno del progetto GECO –Giovani Evoluti e Consapevoli, la rassegna Un Colpo è il risultato finale di un lavoro triennale che ha lo scopo di valorizzare l’attività teatrale giovanile nel nostro territorio.
La tre giorni si apre con due spettacoli della compagnia Motus, il 27 e 28 novembre, al Teatro delle Passioni: Let the Sunshine in (Antigone) contest #1 e Too late! (Antigone) contest #2. Le due opere mettono in scena il frutto del lavoro di tre anni di residenza nelle periferie dei grandi centri urbani francesi, tedeschi e italiani. Un Colpo prosegue con la doppia replica di no-signal del bolognese Teatrino Clandestino, che saranno il 27 ed il 28 novembre al Teatro Storchi, dove presentano la prima assoluta di un lavoro che trae ispirazione dal grande media televisivo e dal potere che esso esercita sulle giovani generazioni. In There’s no place like home, di Fanny & Alexander, che si vedrà il 28 e 29 novembre al Museo Anatomico, ritorna il tema della ricerca sviluppata dal gruppo intorno alla figura di Dorothy, protagonista del Mago di OZ: la giovinezza come un percorso in cui si susseguono viaggio ed attesa. Una perfetta interazione tra linguaggio grafico, vocale e musicale caratterizza L’ultima volta che vidi mio padre, dramma musicale animato che andrà in scena il 28 ed il 29 novembre al Teatro delle Passioni, opera della Socìetas Raffaello Sanzio, ideato e diretto da Chiara Guidi: una rilettura tecnologica di una fiaba che si evolve ogni sera.
Let the sunshine in (Antigone) contest #1
Too late! (Antigone) contest #2
MOTUS
LET THE SUNSHINE IN
(Antigone)contest #1
con Silvia Calderoni e Benno Steinegger
TOO LATE!
(Antigone)contest #2
con Silvia Calderoni e Vladimir Aleksic
ideazione e regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò
drammaturgia Daniela Nicolò
ambito sonoro Enrico Casagrande
direzione tecnica Valeria Foti
relazioni Sandra Angelini
organizzazione e amministrazione Elisa Bartolucci e Valentini Zangari
consulenza amministrativa Cronopios
ringraziamo
Giorgina Pilozzi e Cecilia Ghidotti per l'assistenza alla regia
Luca Scarlini per la consulenza letteraria
Nicoletta Fabbri, Laura Sampedro e tutti i partecipanti al workshop "Non siamo una famiglia" per la generosa collaborazione
Produzione Motus
in collaborazione con Fondazione del Teatro Stabile di Torino e
Festival delle Colline Torinesi
e il supporto di Magna Grecia Festival ’08, L’Arboreto di Mondaino, Regione Emilia-Romagna e Ministero della Gioventù – Progetto GECO
Volgerci indietro e scegliere Antigone per guardare la giovinezza, ancora nel lungo percorso attorno alla lettera Ics, che nega e segnala, che si fa incrocio/crossing di vecchio e nuovo, memoria e presente… ma anche rifiuto verso un qui e ora che comincia a “puzzare di morto”. Procediamo in modo frammentario e lacunoso: come fare del resto di fronte a questo nome che abbaglia e allontana? Possiamo appellarci a Hölderlin, pensandola come un essere in comune sororale… e condividere con tanti giovani incontrati nei workshop, ipotetiche rappresentazioni di una splendente Antigone d’oggi. Lei, immagine “impossibile a dimenticare”, che ancora scandalizza per il suo genere oscillante e l’ unicità del suo rifiuto a divenire madre e moglie, è figura eminentemente politica, che, in questi anni di imbarazzanti conservatorismi e pallide prese di posizione, ci piace porre nuovamente sotto la "luce del sole". Nella dilagante “malinconia della sfera pubblica” la sua contestazione si fonda sul rifiuto a dissociare l’atto dalla persona, a essere costretta dal linguaggio dell’altro-Creonte, alla negazione, anche se troppo tardi…
Un grande spazio spoglio accoglie due informali performance che appelliamo contest, ovvero confronti/scontri/dialoghi fra due soli attori: Antigone/Silvia e Polinice/Benno, poi Creonte/Vladimir, che simulano ipotetiche versioni di uno spettacolo che troverà compiutezza solo nel 2010. E lo spettatore, posto al centro della scena, bersagliato dalle nostre stesse domande, diviene inevitabilmente attore/testimone di una rappresentazione che “anarchicamente” deborda dai limiti del palcoscenico, fugge il teatro per sporcarsi con le incertezze e povertà del quotidiano, in strada con Antigone, lontano dagli sprechi dei Palazzi.
Dalla primavera 2007 Motus ha dato avvio a una specifica esplorazione, quasi documentaria, sull’adolescenza, declinata nel progetto “X(ics)Racconti crudeli della giovinezza” che accoglie 4 spettacoli, un film ed eclettici momenti performativi, tanto che l’adesione a “Un colpo” è avvenuta quasi per osmosi. Tre anni di residenze e workshop dalle banlieue francesi, alle periferie napoletane sino agli spopolati quartieri della ex-DDR per intercettare forme di azione e reazione artistica al “deserto creato dagli adulti”. Il viaggio ora prosegue incuneandosi ancor più nel tema delle relazioni/conflitti fra generazioni, assumendo la figura di Antigone come metafora-guida di una ulteriore “cartografia” che troverà conclusione nell’autunno 2010. Si procede attraverso una formula altra di costruzione in divenire: azioni-performance intesi come contest, ovvero confronti/scontri/dialoghi per affrontare, con una serie di eventi unici rigorosamente site specific, domande e sollecitazioni dalla "living-Antigone" delle rivolte del contemporaneo.
www.motusonline.org
no-signal
TEATRINO CLANDESTINO
durata 1h
Prima assoluta
Un progetto di Teatrino Clandestino
diretto da Pietro Babina
Collaboratori artistici Gemis Luciani, Fiorenza Menni, Daniela Ceselli
In scena Fedra Boscaro, Mauro Milone, Gemis Luciani, Pietro Pilla, Francesco Vecchi
Canzoni Pietro Babina Alberto Fiori
Direzione di compagnia Fiorenza Menni
Organizzazione Promozione Giorgia Mis, Viviana Vannello
Amministrazione Elisa Marchese
Direzione tecnica Giovanni Brunetto
Scenotecnica Francesca De Gobbi
Una produzione Teatrino Clandestino
Ministero delle Politiche Giovanili – POGAS Progetto Geco
Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura
In collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
Con il Sostegno di
Comune di Bologna - Assessorato alla Cultura
Provincia di Bologna
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Dipartimento per lo Spettacolo
Residenza Creativa
Sì – Via San Vitale 67 – Bologna
No Signal é il titolo di un progetto rivolto ai giovani ma non solo. E’ l' informazione che compare sui televisori, sui monitor, su tutti gli schermi elettronici quando nessun segnale ritenuto chiaro o riconoscibile dalla macchina terminale, giunga dalla fonte di trasmissione, si tratta di un messaggio di avviso, di allerta e indica che qualcosa, nel sistema di visione, nelle connessioni che collegano il trasmettitore al suo terminale di visualizzazione, non sta funzionando. Cosa accadrebbe se un gruppo di persone si impadronisse per un determinato tempo delle trasmissioni televisive nazionali e proponesse agli spettatori una visione radicalmente differente da quella consueta? Gli sarebbe concesso, quale sarebbe la reazione del potere e del pubblico, come verrebbe considerato questo loro gesto? Questa è la domanda che si pongono sulla scena un gruppo di giovani sceneggiatori cercando di scrivere questa storia e in parte la rappresentano, la provano, la testano, coinvolgendo gli spettatori teatrali in questo loro percorso ideativo. Così le prove di alcuni dialoghi, si alternano alle descrizioni di scene, si assisterà alle discussioni che gli sceneggiatori fanno attorno alle idee che stanno sviluppando per la scrittura di un film. L'alternarsi dei vari livelli farà emergere senza mostrarlo mai, ma solo evocandolo, un film che avrà l'impressione di aver visto senza che mai questo sia stato ne girato ne tanto meno proiettato. L’idea contenuta nel lavoro di Teatrino Clandestino volge a porre gli adolescenti davanti ad una distanza che permetta loro di riappropriarsi di quella capacità critica che distingue la rappresentazione dalla realtà.
Fiorenza Menni e Pietro Babina (co-fondatori di Teatrino Clandestino) lavorano da tempo con giovani sull’elaborazione e l’espressione di qualità personali. Il progetto no-signal si inserisce nell’iniziativa UN COLPO come simbolo della necessità di salvaguardare qualcosa che è a rischio: l’esistenza dell’arte come il pensiero e l’impegno artistico e intellettuale e il suo dibattersi con la distanza e l’attuale abbassamento del livello di interesse generale per la creatività e il pensiero impegnato.
www.teatrinoclandestino.org
There’s no place like home
FANNY & ALEXANDER
Durata 50’
ideazione Chiara Lagani e Luigi de Angelis
drammaturgia Chiara Lagani
regia Luigi de Angelis
abiti monicabolzoni
assistente ai costumi Sofia Vannini
sartoria Marta Benini
in scena Elizabeth Annable, Virginia Sofia Casadio, Tolja Djokovic, Fabrizia Frizzo, Chiara Lagani, Camilla Lopez, Alice Merenda Somma, Claudia Mosconi, Chiara Renzi
promozione Valentina Ciampi
ufficio sguardi Lorenzo Donati
logistica Sergio Carioli
amministrazione Debora Pazienza e Marco Cavalcoli
Si ringraziano il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina e la sua Direttrice Chiara Guarnieri e tutte le partecipanti dei laboratori OZ-ALFAVITA. A.A.A. (Dots)
produzione Fanny & Alexander, Il Vicolo - Divisione Arte, Regione Emilia-Romagna Ministero della Gioventù - Accordo di Programma Quadro GECO
“There's no place like home" è la frase magica che Dorothy, la bambina protagonista de "Il mago di Oz" pronuncia alla fine del suo viaggio nel fantastico regno di Oz per trasferirsi prodigiosamente in un altro luogo. Il lavoro parte dall'idea di questo misterioso trasferimento magico o simbolico passaggio, invertendo, in un certo senso, meta e destinazione: è possibile attraverso il battito delle scarpette creare uno scarto che conduca dal reale all'immaginario a partire dal proprio vissuto interiore, dalla propria sensibilità? lIdea di partenza è stata l'impossibilità apparente di un simile viaggio e il cortocircuito tra questa impossibilità e il desiderio del salto in un'altra dimensione.
ll lavoro parte dall’idea di un semplice gesto, un passo che vorrebbe essere magico ma che subito si interrompe, si spezza, resta incompiuto, si avvolge su se stesso a spirale come il famoso vortice del Kansas. La figuretta della bambina della grigia prateria è stata distillata a partire dai suoi attributi o qualità tradizionali: due trecce, le scarpette color rubino, l’idea del ritorno e il sentimento della nostalgia, il cane Toto, il sentiero di mattoni gialli, la tempesta et cetera. Si è insistito sulla tenuta scenica di gesti minimali, sull’entrata e uscita dalla scena, sulla nascita del gesto e sull’intensità e continuità di una presenza.
Fanny & Alexander è una bottega d’arte nata a Ravenna nel 1992 da Luigi De Angelis e Chiara Lagani. Una cinquantina sono gli spettacoli che può vantare, tra spettacoli teatrali, produzioni video, azioni performative, mostre, tutti caratterizzati dal minimo comune denominatore della ricerca innovativa sui linguaggi e sul rapporto tra tradizione e nuove tecnologie.
Dal 1997 Fanny & Alexander lavora su un progetto ispirato al “Meraviglioso mago di Oz” di F.L. Baum e che assume a modello l’Atlas Mnemosyne di Aby Warburg. L’atlante di Oz è un viaggio nei punti cardinali e nel mondo di oggi tramite gli occhi di un’adolescente, Dorothy, scatenato da un ciclone. Dopo “Dorothy. Sconcerto per Oz”, basato sulla fusione di più piani sonori in un unico livello di compresenze e ispirato alle Europeras di Cage, l’atlas del viaggio di Dorothy si divide in sei spettacoli (Kansas, North, East, West, South, Emerald City).
www.fannyalexander.org
L’ULTIMA VOLTA CHE VIDI MIO PADRE
Socìetas Raffaello Sanzio / Chiara Guidi
soggetto, sceneggiatura e regia Chiara Guidi
disegni animati Magda Guidi, Sergio Gutierrez, Andrea Petrucci
suoni originali Scott Gibbons
scenografia Chiara Guidi, Giacomo Strada
con Sara Masotti, Alessia Malusa’, Federica Rocchi, Chiara Guidi
e con un coro di attrici scelte nell’ambito di un laboratorio condotto in loco da Chiara Guidi
violoncello Marianna Finarelli
celesta Francesca di Traglia
collaborazione alla sceneggiatura e ai dialoghi Claudia Castellucci
collaborazione al montaggio Cristiano Pinna
disegno delle luci Fabio Saijz
disegno del suono Marco Canali
registrazioni Marco Olivieri
tecnico luci Luciano Trebbi
realizzazioni costumi Daniela Fabbri
attrezzeria Carmen Castellucci
direzione di produzione Cosetta Nicolini
organizzazione Valentina Bertolino, Gilda Biasini, Silvia Bottiroli, Benedetta Briglia
amministrazione Michela Medri, Simona Barducci, Elisa Bruno
consulenza amministrativa Massimiliano Coli
produzione Socìetas Raffaello Sanzio, Espace Malraux/Scène Nationale de Chambery e de la Savoie, La Ferme du Buisson/Scène Nationale de Marne la Vallée, Regione Emilia-Romagna,
Ministero della Gioventù – Progetto G.E.CO.
L'ultima volta che vidi mio padre ha ora la forma di un dramma musicale animato, ma questa forma complessa e definita è stata, in origine e per due anni, un’esperienza artistica rovesciata. I giovani incontrati da Chiara Guidi nei laboratori che ha condotto a Terni, a Santarcangelo, a Milano e a Roma si sono trovati di fronte a un modo di comporre rovesciato per volere cogliere una qualità essenziale del comporre un’opera d’arte.
Ai disegnatori non è stato dato un soggetto né una sceneggiatura; agli attori non è stato dato un testo. Ciò che occorreva compiere era innanzitutto una forma, abbandonarsi a essa, fidarsi delle sue direzioni, e solo successivamente risalire ai suoi elementi e infine trovare in essa il tema.
Così, mettendo insieme immagine e voce, Chiara Guidi ha chiesto ai giovani autori Magda Guidi, Sergio Gutierrez e Andrea Petrucci di realizzare un disegno animato libero da qualsiasi vincolo narrativo predeterminato e ai molti giovani che hanno seguito i suoi laboratori di recitare brani non descrittivi imprimendo loro, viceversa, il carattere ben delineato di un racconto.
In entrambi in casi il principio compositivo è stato colpire il cuore della forma, e in questo risiede il senso più forte del progetto Un Colpo. La “dittatura” della trama ha dunque dovuto attendere per ultima il suo turno, in un processo che affonda una radice negli antichi racconti orali, nella libertà delle forme e dei loro agglomerati.
L'ultima volta che vidi mio padre è diventato un corpo a corpo tra ombre animate e anime in ombra. La voce di questo spettacolo, la cui eco è sorta prima ancora della partitura sonora, è affidata alle attrici Alessia Malusà, Sara Masotti, Federica Rocchi e un coro femminile, rinnovato in ogni città, coinvolto nel lavoro attraverso un breve periodo di laboratorio con Chiara Guidi.
www.raffaellosanzio.org
Calendario definitivo // UN COLPO
Venerdi’ 27 nov
18:30 MOTUS, Let the sunshine in (Antigone) contest # 1 - Teatro delle Passioni
20.00: Teatrino Clandestino – no-signal, Teatro Storchi
22.00: MOTUS, Too late (Antigone) contest # 2 –Teatro delle Passioni
Sabato 28 nov
16:30 Fanny & Alexander – There’s no place like home, Museo Anatomico, Via Berengario 14
18:00 MOTUS, Let the sunshine in (Antigone) contest # 1 - Teatro delle Passioni
19:00 Fanny & Alexander – There’s no place like home, Museo Anatomico, Via Berengario 14
20:15 Teatrino Clandestino – no-signal, Teatro Storchi
22:15 Socìetas Raffaello Sanzio – L’ultima volta che vidi mio padre, Teatro delle Passioni
23:15 MOTUS, Too late (Antigone) contest # 2 - Teatro delle Passioni
Domenica 29 nov
11:00 incontro presentazione del progetto, Teatro Passioni
16:00 Fanny & Alexander – There’s no place like home, Museo Anatomico, Via Berengario 14
17:00 Fanny & Alexander – There’s no place like home, Museo Anatomico, Via Berengario 14
19:00 Socìetas Raffaello Sanzio – L’ultima volta che vidi mio padre, Teatro delle Passioni
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La tre giorni si apre con due spettacoli della compagnia Motus, il 27 e 28 novembre, al Teatro delle Passioni: Let the Sunshine in (Antigone) contest #1 e Too late! (Antigone) contest #2. Le due opere mettono in scena il frutto del lavoro di tre anni di residenza nelle periferie dei grandi centri urbani francesi, tedeschi e italiani. Un Colpo prosegue con la doppia replica di no-signal del bolognese Teatrino Clandestino, che saranno il 27 ed il 28 novembre al Teatro Storchi, dove presentano la prima assoluta di un lavoro che trae ispirazione dal grande media televisivo e dal potere che esso esercita sulle giovani generazioni. In There’s no place like home, di Fanny & Alexander, che si vedrà il 28 e 29 novembre al Museo Anatomico, ritorna il tema della ricerca sviluppata dal gruppo intorno alla figura di Dorothy, protagonista del Mago di OZ: la giovinezza come un percorso in cui si susseguono viaggio ed attesa. Una perfetta interazione tra linguaggio grafico, vocale e musicale caratterizza L’ultima volta che vidi mio padre, dramma musicale animato che andrà in scena il 28 ed il 29 novembre al Teatro delle Passioni, opera della Socìetas Raffaello Sanzio, ideato e diretto da Chiara Guidi: una rilettura tecnologica di una fiaba che si evolve ogni sera.
Let the sunshine in (Antigone) contest #1
Too late! (Antigone) contest #2
MOTUS
LET THE SUNSHINE IN
(Antigone)contest #1
con Silvia Calderoni e Benno Steinegger
TOO LATE!
(Antigone)contest #2
con Silvia Calderoni e Vladimir Aleksic
ideazione e regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò
drammaturgia Daniela Nicolò
ambito sonoro Enrico Casagrande
direzione tecnica Valeria Foti
relazioni Sandra Angelini
organizzazione e amministrazione Elisa Bartolucci e Valentini Zangari
consulenza amministrativa Cronopios
ringraziamo
Giorgina Pilozzi e Cecilia Ghidotti per l'assistenza alla regia
Luca Scarlini per la consulenza letteraria
Nicoletta Fabbri, Laura Sampedro e tutti i partecipanti al workshop "Non siamo una famiglia" per la generosa collaborazione
Produzione Motus
in collaborazione con Fondazione del Teatro Stabile di Torino e
Festival delle Colline Torinesi
e il supporto di Magna Grecia Festival ’08, L’Arboreto di Mondaino, Regione Emilia-Romagna e Ministero della Gioventù – Progetto GECO
Volgerci indietro e scegliere Antigone per guardare la giovinezza, ancora nel lungo percorso attorno alla lettera Ics, che nega e segnala, che si fa incrocio/crossing di vecchio e nuovo, memoria e presente… ma anche rifiuto verso un qui e ora che comincia a “puzzare di morto”. Procediamo in modo frammentario e lacunoso: come fare del resto di fronte a questo nome che abbaglia e allontana? Possiamo appellarci a Hölderlin, pensandola come un essere in comune sororale… e condividere con tanti giovani incontrati nei workshop, ipotetiche rappresentazioni di una splendente Antigone d’oggi. Lei, immagine “impossibile a dimenticare”, che ancora scandalizza per il suo genere oscillante e l’ unicità del suo rifiuto a divenire madre e moglie, è figura eminentemente politica, che, in questi anni di imbarazzanti conservatorismi e pallide prese di posizione, ci piace porre nuovamente sotto la "luce del sole". Nella dilagante “malinconia della sfera pubblica” la sua contestazione si fonda sul rifiuto a dissociare l’atto dalla persona, a essere costretta dal linguaggio dell’altro-Creonte, alla negazione, anche se troppo tardi…
Un grande spazio spoglio accoglie due informali performance che appelliamo contest, ovvero confronti/scontri/dialoghi fra due soli attori: Antigone/Silvia e Polinice/Benno, poi Creonte/Vladimir, che simulano ipotetiche versioni di uno spettacolo che troverà compiutezza solo nel 2010. E lo spettatore, posto al centro della scena, bersagliato dalle nostre stesse domande, diviene inevitabilmente attore/testimone di una rappresentazione che “anarchicamente” deborda dai limiti del palcoscenico, fugge il teatro per sporcarsi con le incertezze e povertà del quotidiano, in strada con Antigone, lontano dagli sprechi dei Palazzi.
Dalla primavera 2007 Motus ha dato avvio a una specifica esplorazione, quasi documentaria, sull’adolescenza, declinata nel progetto “X(ics)Racconti crudeli della giovinezza” che accoglie 4 spettacoli, un film ed eclettici momenti performativi, tanto che l’adesione a “Un colpo” è avvenuta quasi per osmosi. Tre anni di residenze e workshop dalle banlieue francesi, alle periferie napoletane sino agli spopolati quartieri della ex-DDR per intercettare forme di azione e reazione artistica al “deserto creato dagli adulti”. Il viaggio ora prosegue incuneandosi ancor più nel tema delle relazioni/conflitti fra generazioni, assumendo la figura di Antigone come metafora-guida di una ulteriore “cartografia” che troverà conclusione nell’autunno 2010. Si procede attraverso una formula altra di costruzione in divenire: azioni-performance intesi come contest, ovvero confronti/scontri/dialoghi per affrontare, con una serie di eventi unici rigorosamente site specific, domande e sollecitazioni dalla "living-Antigone" delle rivolte del contemporaneo.
www.motusonline.org
no-signal
TEATRINO CLANDESTINO
durata 1h
Prima assoluta
Un progetto di Teatrino Clandestino
diretto da Pietro Babina
Collaboratori artistici Gemis Luciani, Fiorenza Menni, Daniela Ceselli
In scena Fedra Boscaro, Mauro Milone, Gemis Luciani, Pietro Pilla, Francesco Vecchi
Canzoni Pietro Babina Alberto Fiori
Direzione di compagnia Fiorenza Menni
Organizzazione Promozione Giorgia Mis, Viviana Vannello
Amministrazione Elisa Marchese
Direzione tecnica Giovanni Brunetto
Scenotecnica Francesca De Gobbi
Una produzione Teatrino Clandestino
Ministero delle Politiche Giovanili – POGAS Progetto Geco
Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura
In collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
Con il Sostegno di
Comune di Bologna - Assessorato alla Cultura
Provincia di Bologna
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Dipartimento per lo Spettacolo
Residenza Creativa
Sì – Via San Vitale 67 – Bologna
No Signal é il titolo di un progetto rivolto ai giovani ma non solo. E’ l' informazione che compare sui televisori, sui monitor, su tutti gli schermi elettronici quando nessun segnale ritenuto chiaro o riconoscibile dalla macchina terminale, giunga dalla fonte di trasmissione, si tratta di un messaggio di avviso, di allerta e indica che qualcosa, nel sistema di visione, nelle connessioni che collegano il trasmettitore al suo terminale di visualizzazione, non sta funzionando. Cosa accadrebbe se un gruppo di persone si impadronisse per un determinato tempo delle trasmissioni televisive nazionali e proponesse agli spettatori una visione radicalmente differente da quella consueta? Gli sarebbe concesso, quale sarebbe la reazione del potere e del pubblico, come verrebbe considerato questo loro gesto? Questa è la domanda che si pongono sulla scena un gruppo di giovani sceneggiatori cercando di scrivere questa storia e in parte la rappresentano, la provano, la testano, coinvolgendo gli spettatori teatrali in questo loro percorso ideativo. Così le prove di alcuni dialoghi, si alternano alle descrizioni di scene, si assisterà alle discussioni che gli sceneggiatori fanno attorno alle idee che stanno sviluppando per la scrittura di un film. L'alternarsi dei vari livelli farà emergere senza mostrarlo mai, ma solo evocandolo, un film che avrà l'impressione di aver visto senza che mai questo sia stato ne girato ne tanto meno proiettato. L’idea contenuta nel lavoro di Teatrino Clandestino volge a porre gli adolescenti davanti ad una distanza che permetta loro di riappropriarsi di quella capacità critica che distingue la rappresentazione dalla realtà.
Fiorenza Menni e Pietro Babina (co-fondatori di Teatrino Clandestino) lavorano da tempo con giovani sull’elaborazione e l’espressione di qualità personali. Il progetto no-signal si inserisce nell’iniziativa UN COLPO come simbolo della necessità di salvaguardare qualcosa che è a rischio: l’esistenza dell’arte come il pensiero e l’impegno artistico e intellettuale e il suo dibattersi con la distanza e l’attuale abbassamento del livello di interesse generale per la creatività e il pensiero impegnato.
www.teatrinoclandestino.org
There’s no place like home
FANNY & ALEXANDER
Durata 50’
ideazione Chiara Lagani e Luigi de Angelis
drammaturgia Chiara Lagani
regia Luigi de Angelis
abiti monicabolzoni
assistente ai costumi Sofia Vannini
sartoria Marta Benini
in scena Elizabeth Annable, Virginia Sofia Casadio, Tolja Djokovic, Fabrizia Frizzo, Chiara Lagani, Camilla Lopez, Alice Merenda Somma, Claudia Mosconi, Chiara Renzi
promozione Valentina Ciampi
ufficio sguardi Lorenzo Donati
logistica Sergio Carioli
amministrazione Debora Pazienza e Marco Cavalcoli
Si ringraziano il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina e la sua Direttrice Chiara Guarnieri e tutte le partecipanti dei laboratori OZ-ALFAVITA. A.A.A. (Dots)
produzione Fanny & Alexander, Il Vicolo - Divisione Arte, Regione Emilia-Romagna Ministero della Gioventù - Accordo di Programma Quadro GECO
“There's no place like home" è la frase magica che Dorothy, la bambina protagonista de "Il mago di Oz" pronuncia alla fine del suo viaggio nel fantastico regno di Oz per trasferirsi prodigiosamente in un altro luogo. Il lavoro parte dall'idea di questo misterioso trasferimento magico o simbolico passaggio, invertendo, in un certo senso, meta e destinazione: è possibile attraverso il battito delle scarpette creare uno scarto che conduca dal reale all'immaginario a partire dal proprio vissuto interiore, dalla propria sensibilità? lIdea di partenza è stata l'impossibilità apparente di un simile viaggio e il cortocircuito tra questa impossibilità e il desiderio del salto in un'altra dimensione.
ll lavoro parte dall’idea di un semplice gesto, un passo che vorrebbe essere magico ma che subito si interrompe, si spezza, resta incompiuto, si avvolge su se stesso a spirale come il famoso vortice del Kansas. La figuretta della bambina della grigia prateria è stata distillata a partire dai suoi attributi o qualità tradizionali: due trecce, le scarpette color rubino, l’idea del ritorno e il sentimento della nostalgia, il cane Toto, il sentiero di mattoni gialli, la tempesta et cetera. Si è insistito sulla tenuta scenica di gesti minimali, sull’entrata e uscita dalla scena, sulla nascita del gesto e sull’intensità e continuità di una presenza.
Fanny & Alexander è una bottega d’arte nata a Ravenna nel 1992 da Luigi De Angelis e Chiara Lagani. Una cinquantina sono gli spettacoli che può vantare, tra spettacoli teatrali, produzioni video, azioni performative, mostre, tutti caratterizzati dal minimo comune denominatore della ricerca innovativa sui linguaggi e sul rapporto tra tradizione e nuove tecnologie.
Dal 1997 Fanny & Alexander lavora su un progetto ispirato al “Meraviglioso mago di Oz” di F.L. Baum e che assume a modello l’Atlas Mnemosyne di Aby Warburg. L’atlante di Oz è un viaggio nei punti cardinali e nel mondo di oggi tramite gli occhi di un’adolescente, Dorothy, scatenato da un ciclone. Dopo “Dorothy. Sconcerto per Oz”, basato sulla fusione di più piani sonori in un unico livello di compresenze e ispirato alle Europeras di Cage, l’atlas del viaggio di Dorothy si divide in sei spettacoli (Kansas, North, East, West, South, Emerald City).
www.fannyalexander.org
L’ULTIMA VOLTA CHE VIDI MIO PADRE
Socìetas Raffaello Sanzio / Chiara Guidi
soggetto, sceneggiatura e regia Chiara Guidi
disegni animati Magda Guidi, Sergio Gutierrez, Andrea Petrucci
suoni originali Scott Gibbons
scenografia Chiara Guidi, Giacomo Strada
con Sara Masotti, Alessia Malusa’, Federica Rocchi, Chiara Guidi
e con un coro di attrici scelte nell’ambito di un laboratorio condotto in loco da Chiara Guidi
violoncello Marianna Finarelli
celesta Francesca di Traglia
collaborazione alla sceneggiatura e ai dialoghi Claudia Castellucci
collaborazione al montaggio Cristiano Pinna
disegno delle luci Fabio Saijz
disegno del suono Marco Canali
registrazioni Marco Olivieri
tecnico luci Luciano Trebbi
realizzazioni costumi Daniela Fabbri
attrezzeria Carmen Castellucci
direzione di produzione Cosetta Nicolini
organizzazione Valentina Bertolino, Gilda Biasini, Silvia Bottiroli, Benedetta Briglia
amministrazione Michela Medri, Simona Barducci, Elisa Bruno
consulenza amministrativa Massimiliano Coli
produzione Socìetas Raffaello Sanzio, Espace Malraux/Scène Nationale de Chambery e de la Savoie, La Ferme du Buisson/Scène Nationale de Marne la Vallée, Regione Emilia-Romagna,
Ministero della Gioventù – Progetto G.E.CO.
L'ultima volta che vidi mio padre ha ora la forma di un dramma musicale animato, ma questa forma complessa e definita è stata, in origine e per due anni, un’esperienza artistica rovesciata. I giovani incontrati da Chiara Guidi nei laboratori che ha condotto a Terni, a Santarcangelo, a Milano e a Roma si sono trovati di fronte a un modo di comporre rovesciato per volere cogliere una qualità essenziale del comporre un’opera d’arte.
Ai disegnatori non è stato dato un soggetto né una sceneggiatura; agli attori non è stato dato un testo. Ciò che occorreva compiere era innanzitutto una forma, abbandonarsi a essa, fidarsi delle sue direzioni, e solo successivamente risalire ai suoi elementi e infine trovare in essa il tema.
Così, mettendo insieme immagine e voce, Chiara Guidi ha chiesto ai giovani autori Magda Guidi, Sergio Gutierrez e Andrea Petrucci di realizzare un disegno animato libero da qualsiasi vincolo narrativo predeterminato e ai molti giovani che hanno seguito i suoi laboratori di recitare brani non descrittivi imprimendo loro, viceversa, il carattere ben delineato di un racconto.
In entrambi in casi il principio compositivo è stato colpire il cuore della forma, e in questo risiede il senso più forte del progetto Un Colpo. La “dittatura” della trama ha dunque dovuto attendere per ultima il suo turno, in un processo che affonda una radice negli antichi racconti orali, nella libertà delle forme e dei loro agglomerati.
L'ultima volta che vidi mio padre è diventato un corpo a corpo tra ombre animate e anime in ombra. La voce di questo spettacolo, la cui eco è sorta prima ancora della partitura sonora, è affidata alle attrici Alessia Malusà, Sara Masotti, Federica Rocchi e un coro femminile, rinnovato in ogni città, coinvolto nel lavoro attraverso un breve periodo di laboratorio con Chiara Guidi.
www.raffaellosanzio.org
Calendario definitivo // UN COLPO
Venerdi’ 27 nov
18:30 MOTUS, Let the sunshine in (Antigone) contest # 1 - Teatro delle Passioni
20.00: Teatrino Clandestino – no-signal, Teatro Storchi
22.00: MOTUS, Too late (Antigone) contest # 2 –Teatro delle Passioni
Sabato 28 nov
16:30 Fanny & Alexander – There’s no place like home, Museo Anatomico, Via Berengario 14
18:00 MOTUS, Let the sunshine in (Antigone) contest # 1 - Teatro delle Passioni
19:00 Fanny & Alexander – There’s no place like home, Museo Anatomico, Via Berengario 14
20:15 Teatrino Clandestino – no-signal, Teatro Storchi
22:15 Socìetas Raffaello Sanzio – L’ultima volta che vidi mio padre, Teatro delle Passioni
23:15 MOTUS, Too late (Antigone) contest # 2 - Teatro delle Passioni
Domenica 29 nov
11:00 incontro presentazione del progetto, Teatro Passioni
16:00 Fanny & Alexander – There’s no place like home, Museo Anatomico, Via Berengario 14
17:00 Fanny & Alexander – There’s no place like home, Museo Anatomico, Via Berengario 14
19:00 Socìetas Raffaello Sanzio – L’ultima volta che vidi mio padre, Teatro delle Passioni
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27
novembre 2009
Un colpo
Dal 27 al 29 novembre 2009
performance - happening
serata - evento
serata - evento
Location
TEATRO STORCHI
Modena, Largo Giuseppe Garibaldi, 15, (Modena)
Modena, Largo Giuseppe Garibaldi, 15, (Modena)
Biglietti
Posto unico € 10,00 – abbonamento ai 5 spettacoli € 20,00
Sito web
www.emiliaromagnateatro.com
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