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Un granduca e il suo ritrattista
Cosimo III de’ Medici e “la stanza de’ quadri” di Giusto Suttermans
Comunicato stampa
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Nella sua biografia di Giusto Suttermans, Filippo Baldinucci tramanda la notizia che Cosimo III de’ Medici, granduca di Toscana dal 1670 al 1723, decise di onorare il ritrattista che aveva servito la sua famiglia per tanti anni, riunendo buona parte delle sue opere nel salone di udienza del defunto cardinale Leopoldo de’ Medici al secondo piano di Palazzo Pitti, “per farne un’intera e grande galleria”.
Questa mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino e dalla Galleria Palatina con il contributo del Monte dei Paschi di Siena vuole ricordare, ricostruendola scientificamente, quella storica e particolare iniziativa espositiva, riproponendola al pubblico ed alla critica.
La notizia della realizzazione di una sala tutta allestita con quadri del Suttermans, trova conferma in un quaderno della Guardaroba generale, l’ente che amministrava i beni mobili del granduca, che ricorda sei ritratti di mano del pittore fiammingo inviati il 28 febbraio 1678 al guardarobiere di Palazzo Pitti, Diacinto Maria Marmi, per la “stanza de’ quadri di Giusto Sutterman” nell’appartamento del defunto cardinale. Tra questi figurano i ritratti del principe Valdemar Kristian di Danimarca (n. 15), dello zio di Cosimo III Mattias de’ Medici (n. 18), di suo fratello Francesco Maria de’ Medici (n. 20) e di suo figlio Gran principe Ferdinando de’ Medici (n. 21).
Esiste un’ulteriore traccia dei preparativi per la mostra in onore di Giusto Suttermans. Si tratta di una nota manoscritta che censisce le opere disponibili per l’allestimento, compilata probabilmente da Baldinucci e conservata alla Biblioteca Nazionale di Firenze nella raccolta di Notizie di vite e opere di diversi pittori, donata da Anton Francesco Marmi nel 1731. La nota, illustrata da due schizzi con quadri disposti su una parete, elenca trentanove dipinti, raggruppandoli per luogo di collocazione, tra cui cinque dei quadri rammentati nel documento del 1678.
Ancora più utile per la ricostruzione della mostra allestita nel 1678 è l’inventario di Palazzo Pitti stilato dieci anni più tardi, all’inizio del 1688, e conservato all’Archivio di Stato di Firenze. L’inventario ricorda in un appartamento al secondo piano, “nella terza stanza che segue con finestra e porta sul ballatoio”, quattro dei sei ritratti inviati nel 1678 dalla Guardaroba generale alla reggia, altri ventiquattro dipinti esplicitamente attribuiti a “Giusto Suttermanni”, un ritratto di Galileo Galilei (n. 14) e quello di Charles I Stuart con la moglie Henriette Marie de Bourbon (n. 24), eseguito da un seguace di Antonie Van Dyck e, secondo un inedito documento, ritoccato da Suttermans nel 1675.
Ventidue di questi dipinti sono stati identificati oggi. Ne presentiamo solamente venti alla mostra odierna; sono assenti (ma presenti nel catalogo) il ritratto di Valdemar Kristian di Danimarca (n. 15) della Galleria Palatina, in prestito alla mostra Specchio del Tempo a Rouen, e quello di Mattias de’ Medici (n. 18), già nella collezione Crespi, di cui mancano notizie sull’ubicazione attuale. Per i rimanenti dodici dipinti, dispersi forse nei rivolgimenti dell’arredo del palazzo che seguirono l’arrivo a Firenze di Pietro Leopoldo di Lorena nel 1765, in appendice si presentano brevi schede, nella speranza che possano essere ritrovati.
Questa mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino e dalla Galleria Palatina con il contributo del Monte dei Paschi di Siena vuole ricordare, ricostruendola scientificamente, quella storica e particolare iniziativa espositiva, riproponendola al pubblico ed alla critica.
La notizia della realizzazione di una sala tutta allestita con quadri del Suttermans, trova conferma in un quaderno della Guardaroba generale, l’ente che amministrava i beni mobili del granduca, che ricorda sei ritratti di mano del pittore fiammingo inviati il 28 febbraio 1678 al guardarobiere di Palazzo Pitti, Diacinto Maria Marmi, per la “stanza de’ quadri di Giusto Sutterman” nell’appartamento del defunto cardinale. Tra questi figurano i ritratti del principe Valdemar Kristian di Danimarca (n. 15), dello zio di Cosimo III Mattias de’ Medici (n. 18), di suo fratello Francesco Maria de’ Medici (n. 20) e di suo figlio Gran principe Ferdinando de’ Medici (n. 21).
Esiste un’ulteriore traccia dei preparativi per la mostra in onore di Giusto Suttermans. Si tratta di una nota manoscritta che censisce le opere disponibili per l’allestimento, compilata probabilmente da Baldinucci e conservata alla Biblioteca Nazionale di Firenze nella raccolta di Notizie di vite e opere di diversi pittori, donata da Anton Francesco Marmi nel 1731. La nota, illustrata da due schizzi con quadri disposti su una parete, elenca trentanove dipinti, raggruppandoli per luogo di collocazione, tra cui cinque dei quadri rammentati nel documento del 1678.
Ancora più utile per la ricostruzione della mostra allestita nel 1678 è l’inventario di Palazzo Pitti stilato dieci anni più tardi, all’inizio del 1688, e conservato all’Archivio di Stato di Firenze. L’inventario ricorda in un appartamento al secondo piano, “nella terza stanza che segue con finestra e porta sul ballatoio”, quattro dei sei ritratti inviati nel 1678 dalla Guardaroba generale alla reggia, altri ventiquattro dipinti esplicitamente attribuiti a “Giusto Suttermanni”, un ritratto di Galileo Galilei (n. 14) e quello di Charles I Stuart con la moglie Henriette Marie de Bourbon (n. 24), eseguito da un seguace di Antonie Van Dyck e, secondo un inedito documento, ritoccato da Suttermans nel 1675.
Ventidue di questi dipinti sono stati identificati oggi. Ne presentiamo solamente venti alla mostra odierna; sono assenti (ma presenti nel catalogo) il ritratto di Valdemar Kristian di Danimarca (n. 15) della Galleria Palatina, in prestito alla mostra Specchio del Tempo a Rouen, e quello di Mattias de’ Medici (n. 18), già nella collezione Crespi, di cui mancano notizie sull’ubicazione attuale. Per i rimanenti dodici dipinti, dispersi forse nei rivolgimenti dell’arredo del palazzo che seguirono l’arrivo a Firenze di Pietro Leopoldo di Lorena nel 1765, in appendice si presentano brevi schede, nella speranza che possano essere ritrovati.
15
giugno 2006
Un granduca e il suo ritrattista
Dal 15 giugno al 22 ottobre 2006
arte antica
Location
PALAZZO PITTI
Firenze, Piazza Dei Pitti, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, (Firenze)
Biglietti
Intero €. 8.50
Ridotto €. 4.25 per i cittadini della Comunità Europea tra i 18 e i 25 anni
Gratuito per i cittadini della Comunità Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni
Il biglietto di ingresso consente oltre la mostra la visita alla Galleria Palatina ed alla Galleria d’Arte Moderna
Orario di apertura
Martedì - Domenica 8.15 - 18.50
Vernissage
15 Giugno 2006, ore 12
Editore
SILLABE
Ufficio stampa
CAMILLA SPERANZA
Autore
Curatore