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Un mondo visivo nuovo. Origine, Balla, Kandinsky e le astrazioni degli anni ’50
In mostra circa cinquanta opere (tra dipinti e sculture), molte delle quali apparse nelle mostre dell’epoca, sulla rivista della Fondazione “Origine” o appartenute agli stessi artisti e architetti. Nel complesso queste evidenziano le ricerche dei singoli artisti nelle fasi del periodo preso in considerazione.
Comunicato stampa
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Il 9 maggio 2009, in occasione dell’apertura del nuovo museo d’arte moderna e contemporanea Lu.C.C.A. (Lucca Center of Contemporary Art), inaugurerà la mostra Un mondo visivo nuovo. Origine, Balla, Kandinsky e le astrazioni degli anni ’50, a cura di Francesca Romana Morelli e Maurizio Vanni.
Il Lu.C.C.A. è allestito all’interno di Palazzo Boccella, un antico edificio nel centro storico di Lucca, a pochi passi dalla celebre Piazza Anfiteatro. Un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea, concepito secondo principi innovativi di intendere e fruire lo spazio museale.
Il tema della mostra affronta il dibattito scaturito all’interno del gruppo Origine, formato nel 1951 da Ettore Colla, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri e Mario Ballocco e trasformato nel 1952 in Fondazione Origine, centro di riferimento internazionale per l’approfondimento delle problematiche e la divulgazione dell’arte astratta. Presieduta da un comitato operativo che vede come motori propulsori Colla e il critico Emilio Villa, ma anche i più giovani Piero Dorazio e Achille Perilli, provenienti da Forma 1 e dall’Age d’Or, e personalità come Enrico Prampolini e Sebastian Matta, la Fondazione opererà sino al 1958, con il coinvolgimento di un ampio numero di artisti: Emilio Vedova, Atanasio Soldati, Afro, Antonio Sanfilippo, Carla Accardi, Pietro Consagra, Toti Scialoja, Giulio Turcato, Edgardo Mannucci, Mimmo Rotella.
La necessità di trovare un codice atto a esprimere le avventure della coscienza dell’uomo durante la ricostruzione di un mondo distrutto dal conflitto mondiale, porta gli artisti di Origine a cercare i propri “padri” in determinati protagonisti delle avanguardie: Kandinsky, Mondrian, Sonia Delaunay, Arp e Balla. Come avevano già fatto la Bauhaus e De Stijl, l’utopia di creare un “mondo visivo nuovo” si intreccia con l’urbanistica e l’architettura. L’arte astratta appare il linguaggio più adeguato a scandagliare e a interpretare la natura del proprio tempo e ad andare alle radici della coscienza del fare arte. Il principio e il rigore funzionale della forma rispondono alla convinzione che le “immagini” pure ed elementari e la “percezione visiva” sono per l’uomo contemporaneo gli strumenti ideali per intraprendere questa esplorazione conoscitiva.
In mostra circa cinquanta opere (tra dipinti e sculture), molte delle quali apparse nelle mostre dell’epoca, sulla rivista della Fondazione “Origine” o appartenute agli stessi artisti e architetti. Nel complesso queste evidenziano le ricerche dei singoli artisti nelle fasi del periodo preso in considerazione. Il percorso espositivo si divide in quattro sezioni:
Una sezione introduttiva per conoscere i protagonisti di questa storia attraverso foto dell’epoca: dagli artisti della Fondazione Origine al decano dei futuristi, Giacomo Balla, fino ai fiancheggiatori, tra i quali Emilio Villa. Con lo scopo di immergere il visitatore in questo “mondo visivo nuovo” in appositi ambienti del Museo si dà conto della fervida attività teorica e di ricerca di Origine grazie a una ricca messe di documenti originali: dai numeri di “Arti visive”, l’organo letterario della Fondazione a quelli di “Spazio” la rivista di architettura diretta da Moretti, da scritti programmatrici a lettere autografe, fino a fotografie di momenti salienti della vita artistica. Infine alcuni filmati di matrice astratta creati dai maestri delle avanguardie storiche, studiati dai nostri artisti.
Il cuore della mostra è dedicato ai fondatori di Origine: Capogrossi, Burri, Colla e Ballocco, rappresentati da circa tre opere ciascuno. Le sale più piccole sono dedicate a Piero Dorazio e Achille Perilli, che ebbero un ruolo incisivo nei primi anni della Fondazione Origine e a tutti quegli artisti che segnarono il percorso da un astrattismo rigoroso, come Atanasio Soldati e Mario Nigro, verso l’informale in tutte le sue declinazioni: Accardi, Vedova, Afro, Sanfilippo, Turcato, Mimmo Rotella e un vecchio maestro ancora interessato alla sperimentazione quale Enrico Prampolini.
Una terza sezione è dedicata invece ai “padri” storici, quali Kandinsky, Sonia Delaunay e una saletta incentrata esclusivamente su Balla, cercando di dare un saggio della mostra organizzata dal gruppo Origine nel 1951, che segnò la riscoperta del decano dei futuristi. Una grande sala accoglie un’opera di maestri stranieri con cui gli artisti di Origine trovarono delle affinità elettive: da Hans Hartung a Corneille, da Arp a Sebastian Matta, da Max Bill a Ben Nicholson.
Conclude l’itinerario espositivo una quarta sezione che mostra le strade individuali prese in seguito da alcuni protagonisti, documentate da un’opera eseguita tra gli anni ’60 e ’70 ciascuna di grande impatto visivo: Capogrossi, Colla, Dorazio, Burri, Ballocco e Perilli.
Il Lu.C.C.A. è allestito all’interno di Palazzo Boccella, un antico edificio nel centro storico di Lucca, a pochi passi dalla celebre Piazza Anfiteatro. Un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea, concepito secondo principi innovativi di intendere e fruire lo spazio museale.
Il tema della mostra affronta il dibattito scaturito all’interno del gruppo Origine, formato nel 1951 da Ettore Colla, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri e Mario Ballocco e trasformato nel 1952 in Fondazione Origine, centro di riferimento internazionale per l’approfondimento delle problematiche e la divulgazione dell’arte astratta. Presieduta da un comitato operativo che vede come motori propulsori Colla e il critico Emilio Villa, ma anche i più giovani Piero Dorazio e Achille Perilli, provenienti da Forma 1 e dall’Age d’Or, e personalità come Enrico Prampolini e Sebastian Matta, la Fondazione opererà sino al 1958, con il coinvolgimento di un ampio numero di artisti: Emilio Vedova, Atanasio Soldati, Afro, Antonio Sanfilippo, Carla Accardi, Pietro Consagra, Toti Scialoja, Giulio Turcato, Edgardo Mannucci, Mimmo Rotella.
La necessità di trovare un codice atto a esprimere le avventure della coscienza dell’uomo durante la ricostruzione di un mondo distrutto dal conflitto mondiale, porta gli artisti di Origine a cercare i propri “padri” in determinati protagonisti delle avanguardie: Kandinsky, Mondrian, Sonia Delaunay, Arp e Balla. Come avevano già fatto la Bauhaus e De Stijl, l’utopia di creare un “mondo visivo nuovo” si intreccia con l’urbanistica e l’architettura. L’arte astratta appare il linguaggio più adeguato a scandagliare e a interpretare la natura del proprio tempo e ad andare alle radici della coscienza del fare arte. Il principio e il rigore funzionale della forma rispondono alla convinzione che le “immagini” pure ed elementari e la “percezione visiva” sono per l’uomo contemporaneo gli strumenti ideali per intraprendere questa esplorazione conoscitiva.
In mostra circa cinquanta opere (tra dipinti e sculture), molte delle quali apparse nelle mostre dell’epoca, sulla rivista della Fondazione “Origine” o appartenute agli stessi artisti e architetti. Nel complesso queste evidenziano le ricerche dei singoli artisti nelle fasi del periodo preso in considerazione. Il percorso espositivo si divide in quattro sezioni:
Una sezione introduttiva per conoscere i protagonisti di questa storia attraverso foto dell’epoca: dagli artisti della Fondazione Origine al decano dei futuristi, Giacomo Balla, fino ai fiancheggiatori, tra i quali Emilio Villa. Con lo scopo di immergere il visitatore in questo “mondo visivo nuovo” in appositi ambienti del Museo si dà conto della fervida attività teorica e di ricerca di Origine grazie a una ricca messe di documenti originali: dai numeri di “Arti visive”, l’organo letterario della Fondazione a quelli di “Spazio” la rivista di architettura diretta da Moretti, da scritti programmatrici a lettere autografe, fino a fotografie di momenti salienti della vita artistica. Infine alcuni filmati di matrice astratta creati dai maestri delle avanguardie storiche, studiati dai nostri artisti.
Il cuore della mostra è dedicato ai fondatori di Origine: Capogrossi, Burri, Colla e Ballocco, rappresentati da circa tre opere ciascuno. Le sale più piccole sono dedicate a Piero Dorazio e Achille Perilli, che ebbero un ruolo incisivo nei primi anni della Fondazione Origine e a tutti quegli artisti che segnarono il percorso da un astrattismo rigoroso, come Atanasio Soldati e Mario Nigro, verso l’informale in tutte le sue declinazioni: Accardi, Vedova, Afro, Sanfilippo, Turcato, Mimmo Rotella e un vecchio maestro ancora interessato alla sperimentazione quale Enrico Prampolini.
Una terza sezione è dedicata invece ai “padri” storici, quali Kandinsky, Sonia Delaunay e una saletta incentrata esclusivamente su Balla, cercando di dare un saggio della mostra organizzata dal gruppo Origine nel 1951, che segnò la riscoperta del decano dei futuristi. Una grande sala accoglie un’opera di maestri stranieri con cui gli artisti di Origine trovarono delle affinità elettive: da Hans Hartung a Corneille, da Arp a Sebastian Matta, da Max Bill a Ben Nicholson.
Conclude l’itinerario espositivo una quarta sezione che mostra le strade individuali prese in seguito da alcuni protagonisti, documentate da un’opera eseguita tra gli anni ’60 e ’70 ciascuna di grande impatto visivo: Capogrossi, Colla, Dorazio, Burri, Ballocco e Perilli.
09
maggio 2009
Un mondo visivo nuovo. Origine, Balla, Kandinsky e le astrazioni degli anni ’50
Dal 09 maggio al 23 agosto 2009
arte contemporanea
Location
LU.C.C.A. – LUCCA CENTER OF CONTEMPORARY ART
Lucca, Via Della Fratta, 36, (Lucca)
Lucca, Via Della Fratta, 36, (Lucca)
Biglietti
intero 7 euro, ridotto 5 euro
Orario di apertura
dal martedì alla domenica ore 10.00 - 19.00
Vernissage
9 Maggio 2009, ore 17.30
Editore
CARLO CAMBI
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS
Autore
Curatore