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UN POPOLO SENZA MEMORIA È UN POPOLO SENZA FUTURO
Casa Masaccio Centro per l’Arte Contemporanea e l’Associazione culturale italo/indiana MK Search Art (MKSA) presentano la mostra UN POPOLO SENZA MEMORIA È UN POPOLO SENZA FUTURO, a cura di Sumesh Sharma e Serena Trinchero. L’esposizione, che si inaugura sabato 14 dicembre alle ore 18.00, è l’evento conclusivo del progetto di residenza Contemporary Renaissance che quest’anno ha ospitato gli artisti indiani Tanya Goel, Ps Jalaja, Aaditi Joshi, Prabhakar Pachpute e il curatore Sumesh Sharma.
Comunicato stampa
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Casa Masaccio Centro per l’Arte Contemporanea e l’Associazione culturale italo/indiana MK Search Art (MKSA) presentano la mostra UN POPOLO SENZA MEMORIA È UN POPOLO SENZA FUTURO, a cura di Sumesh Sharma e Serena Trinchero. L’esposizione, che si inaugura sabato 14 dicembre alle ore 18.00, è l’evento conclusivo del progetto di residenza Contemporary Renaissance che quest’anno ha ospitato gli artisti indiani Tanya Goel, Ps Jalaja, Aaditi Joshi, Prabhakar Pachpute e il curatore Sumesh Sharma.
Prima dell’inaugurazione della mostra e propedeutica ad essa, alle ore 17.00, la performance/conversazione con due dei protagonisti dell’ultima edizione del Premio Masaccio (1968): Gianni Pettena e Lapo Binazzi presso Bibliocoop di San Giovanni Valdarno.
Per il secondo anno consecutivo Casa Masaccio e l’Associazione culturale italo/indiana MK Search Art (MKSA) hanno promosso la residenza Contemporary Renaissance per giovani artisti indiani, under 35. Il progetto è patrocinato dall’Associazione Italia-India, l’Associazione indoeuropea per la moda e il design nonché l’Ambasciata dell’India in Italia e rientra nell’ambito dell’iniziativa regionale Toscanaincontemporanea 2013.
Il titolo della mostra UN POPOLO SENZA MEMORIA È UN POPOLO SENZA FUTURO è una citazione dallo scrittore cileno e attivista politico Luis Sepulveda, ripresa da un cartello posto all’ingresso di Castelnuovo dei Sabbioni, poco fuori San Giovanni di Valdarno, un luogo di minatori abbandonato e distrutto, dove sorge come baluardo della memoria collettiva il nuovo Museo MINE. Più che un monito, è un’ attitudine, una volontà di riattivazione e di rimessa in moto che coinvolge il ricordo del passato, come il presente e il futuro.
Quattro artisti provenienti dall’India, nel contesto post-industriale di San Giovanni Valdarno, si sono confrontati con il passato della città, che non è da identificarsi solo con il glorioso e celebrato Rinascimento, ma anche con la scena dell’arte contemporanea e in particolare con l'ultima edizione del Premio Masaccio (1968), quella che vide tra i suoi protagonisti alcuni dei maggiori esponenti dell'Arte Povera e rappresentò un evento fondamentale per l'aggiornamento dei dettami dell'arte contemporanea.
Con una volontà di rivalutazione del passato, che non intende fermarsi al sentimento della nostalgia ma al contrario mira ad individuare indizi per affrontare il prossimo futuro, all’interno dello spazio espositivo Casa Masaccio, i quattro artisti hanno dialogato con maestri del passato e con alcuni esponenti della stagione a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta che tentarono un cambiamento radicale della visione dell’arte.
Tanya Goel, Ps Jalaja, Aaditi Joshi, Prabhakar Pachpute dividono lo spazio con le opere di, tra gli altri, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Renato Guttuso: un dialogo favorito in molti casi da somiglianze e richiami sia in ambito metodologico che concettuale. Altre opere della collezione, invece, in particolare quelle provenienti dalle prime edizioni del Premio Masaccio, istituito alla fine degli anni Cinquanta, appaiono come testimonianze delle trasformazioni del paesaggio e dell'evoluzione della città.
Nota curatoriale
Il negozio di scarpe Aldo Sottani si trova di fronte a Casa Masaccio, il Centro per l’Arte Contemporanea di San Giovanni Valdarno. Sui vetri della porta sono attaccate informazioni sui vari eventi culturali e notizie sulla squadra di calcio locale. Dietro quella porta siede un uomo che è stato un apprendista e un creatore di scarpe fin dall'età di 7 anni. Oggi, a 83 anni, Sottani continua a riparare le scarpe impersonando il ruolo della memoria della città: il suo negozio è un vero e proprio “centro di cultura contemporanea”. Sottani detiene un importante archivio di fotografie: diventato lui stesso fotografo a 20 anni, ha collezionato immagini storiche della città, raccogliendo un grande archivio che spesso viene utilizzato per importanti pubblicazioni e mostre.
Uno di questi documenti è l’immagine del Dialogo Pettena-Arnolfo, che ritrae l'azione di Gianni Pettena che chiuse la loggia e il porticato di Palazzo d'Arnolfo con pannelli a strisce nere ed argento per l’ultima edizione del Premio Masaccio, organizzato dal consiglio comunale nel 1968.
La giuria composta da Giovanni Accame, Alberto Boatto, Gillo Dorfles, Corrado Maltese, Guido Montana, Claudio Popovic e Lea Vergine, invitata dal Sindaco Leonetto Melani, selezionò 37 artisti italiani emergenti tra i quali si ricordano: Carlo Alfano, Giovanni Anselmo, Carlo Cioni, Ugo Nespolo, Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Gilberto Zorio, Mario Nigro, Paolo Scheggi che hanno determinato una comprensione radicale della pratica dell'arte in Italia. Lo stesso Pettena si è definito come un “anarchitetto”.
Prima dell’inaugurazione della mostra e propedeutica ad essa, alle ore 17.00, la performance/conversazione con due dei protagonisti dell’ultima edizione del Premio Masaccio (1968): Gianni Pettena e Lapo Binazzi presso Bibliocoop di San Giovanni Valdarno.
Per il secondo anno consecutivo Casa Masaccio e l’Associazione culturale italo/indiana MK Search Art (MKSA) hanno promosso la residenza Contemporary Renaissance per giovani artisti indiani, under 35. Il progetto è patrocinato dall’Associazione Italia-India, l’Associazione indoeuropea per la moda e il design nonché l’Ambasciata dell’India in Italia e rientra nell’ambito dell’iniziativa regionale Toscanaincontemporanea 2013.
Il titolo della mostra UN POPOLO SENZA MEMORIA È UN POPOLO SENZA FUTURO è una citazione dallo scrittore cileno e attivista politico Luis Sepulveda, ripresa da un cartello posto all’ingresso di Castelnuovo dei Sabbioni, poco fuori San Giovanni di Valdarno, un luogo di minatori abbandonato e distrutto, dove sorge come baluardo della memoria collettiva il nuovo Museo MINE. Più che un monito, è un’ attitudine, una volontà di riattivazione e di rimessa in moto che coinvolge il ricordo del passato, come il presente e il futuro.
Quattro artisti provenienti dall’India, nel contesto post-industriale di San Giovanni Valdarno, si sono confrontati con il passato della città, che non è da identificarsi solo con il glorioso e celebrato Rinascimento, ma anche con la scena dell’arte contemporanea e in particolare con l'ultima edizione del Premio Masaccio (1968), quella che vide tra i suoi protagonisti alcuni dei maggiori esponenti dell'Arte Povera e rappresentò un evento fondamentale per l'aggiornamento dei dettami dell'arte contemporanea.
Con una volontà di rivalutazione del passato, che non intende fermarsi al sentimento della nostalgia ma al contrario mira ad individuare indizi per affrontare il prossimo futuro, all’interno dello spazio espositivo Casa Masaccio, i quattro artisti hanno dialogato con maestri del passato e con alcuni esponenti della stagione a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta che tentarono un cambiamento radicale della visione dell’arte.
Tanya Goel, Ps Jalaja, Aaditi Joshi, Prabhakar Pachpute dividono lo spazio con le opere di, tra gli altri, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Renato Guttuso: un dialogo favorito in molti casi da somiglianze e richiami sia in ambito metodologico che concettuale. Altre opere della collezione, invece, in particolare quelle provenienti dalle prime edizioni del Premio Masaccio, istituito alla fine degli anni Cinquanta, appaiono come testimonianze delle trasformazioni del paesaggio e dell'evoluzione della città.
Nota curatoriale
Il negozio di scarpe Aldo Sottani si trova di fronte a Casa Masaccio, il Centro per l’Arte Contemporanea di San Giovanni Valdarno. Sui vetri della porta sono attaccate informazioni sui vari eventi culturali e notizie sulla squadra di calcio locale. Dietro quella porta siede un uomo che è stato un apprendista e un creatore di scarpe fin dall'età di 7 anni. Oggi, a 83 anni, Sottani continua a riparare le scarpe impersonando il ruolo della memoria della città: il suo negozio è un vero e proprio “centro di cultura contemporanea”. Sottani detiene un importante archivio di fotografie: diventato lui stesso fotografo a 20 anni, ha collezionato immagini storiche della città, raccogliendo un grande archivio che spesso viene utilizzato per importanti pubblicazioni e mostre.
Uno di questi documenti è l’immagine del Dialogo Pettena-Arnolfo, che ritrae l'azione di Gianni Pettena che chiuse la loggia e il porticato di Palazzo d'Arnolfo con pannelli a strisce nere ed argento per l’ultima edizione del Premio Masaccio, organizzato dal consiglio comunale nel 1968.
La giuria composta da Giovanni Accame, Alberto Boatto, Gillo Dorfles, Corrado Maltese, Guido Montana, Claudio Popovic e Lea Vergine, invitata dal Sindaco Leonetto Melani, selezionò 37 artisti italiani emergenti tra i quali si ricordano: Carlo Alfano, Giovanni Anselmo, Carlo Cioni, Ugo Nespolo, Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Gilberto Zorio, Mario Nigro, Paolo Scheggi che hanno determinato una comprensione radicale della pratica dell'arte in Italia. Lo stesso Pettena si è definito come un “anarchitetto”.
14
dicembre 2013
UN POPOLO SENZA MEMORIA È UN POPOLO SENZA FUTURO
Dal 14 dicembre 2013 al 26 gennaio 2014
arte contemporanea
Location
CASA MASACCIO
San Giovanni Valdarno, Corso Italia, 83, (Arezzo)
San Giovanni Valdarno, Corso Italia, 83, (Arezzo)
Vernissage
14 Dicembre 2013, h 18
Ufficio stampa
AMBRA NEPI
Autore
Curatore