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Una collezione trasversale
In occasione dell’apertura dello spazio, curata da Fabio Cavallucci in collaborazione con gli amici critici, curatori e artisti che accompagnano da sempre la ricerca di Tullio Leggeri, verrà esposta una parte cospicua della sua collezione. La mostra inaugurale offre un quadro delle scelte trasversali di un collezionista atipico che dalla fine degli anni sessanta ha avviato una personalissima ricerca nell’ambito dell’arte d’avanguardia, sostenendo in particolare i giovani artisti ai primi passi e le nuove gallerie.
Comunicato stampa
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Inaugura il 27 giugno 2009 ad Alzano Lombardo, presso Bergamo, il nuovo spazio per l’arte contemporanea dedicato alla memoria di Fausto Radici, per volontà della moglie Elena e del collezionista Tullio Leggeri.
ll nome. ALT di solito significa divieto, impedimento. In questo caso, invece è l’acronimo di Arte Lavoro Territorio, e vuole suggerire una sosta, un momento di meditazione.
La sede. Creato nell’edificio dello storico opificio di Italcementi appena riqualificato con la realizzazione di loft, atelier, laboratori e un ristorante, ALT conta ben 3500 mq di spazi espositivi, con un’area centrale dedicata ad attività performative e ad ospitare conferenze ed eventi.
La mostra. In occasione dell’apertura dello spazio, curata da Fabio Cavallucci in collaborazione con gli amici critici, curatori e artisti che accompagnano da sempre la ricerca di Tullio Leggeri, verrà esposta una parte cospicua della sua collezione. La mostra inaugurale offre un quadro delle scelte trasversali di un collezionista atipico che dalla fine degli anni sessanta ha avviato una personalissima ricerca nell’ambito dell’arte d’avanguardia, sostenendo in particolare i giovani artisti ai primi passi e le nuove gallerie. Dalla fine degli anni Sessanta, quando acquistava a rate Manzoni perché non si poteva permettere ancora Fontana, al 2008 quando produce per Manifesta 7 Ex Privato di Daniel Knorr, consistente nell’apertura al pubblico per 24 ore al giorno dello spazio espositivo, di fatto il nulla, le incursioni di Leggeri nel territorio dell’arte sono spesso state sorprendenti e trasversali. Nella mostra saranno ospitate anche opere delle collezioni di Elena Radici e dell’Accademia dei Visionari.
Le opere. Grazie allo sguardo lungimirante e al modo di operare di un collezionista insaziabile e coraggioso, che di volta in volta è stato mecenate, produttore e realizzatore, la mostra, che parte da Piero Manzoni, Getulio Alviani, Nino Calos e tutta quella generazione di artisti internazionali che gravitavano nell'area milanese, contiene lavori importanti di artisti ormai affermati come Mario Airò, Stefano Arienti, John Armleder, Cai Guo-Qiang, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Tony Cragg, Gino De Dominicis, Wim Delvoye, Alberto Garutti, Kendell Geers, David Hammonds, Carsten Höller, Rebecca Horn, Joseph Kosuth, Bertrand Lavier, Richard Long, Paul McCarthy, Allan McCollum, Mario Merz, Liliana Moro, Bruce Nauman, Giulio Paolini, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Thomas Schütte, Ettore Spalletti, Sislej Xhafa, ma anche tanti di giovani promesse come Meris Angioletti, Valerio Carruba, Alessandro Dal Pont, Pietro Roccasalva, Matteo Rubbi, Luca Trevisani, Nico Vascellari, Entang Wiharso, solo per elencare alcuni degli autori delle circa 1000 opere collezionate finora.
Il futuro di ALT. Lo spazio che si apre è molto di più della vetrina di una collezione originale, formatasi nel corso di una vita e connotata da una fortissima impronta personale. Infatti, grazie all’attività di divulgazione e di ricerca che affiancherà la collezione, si propone come uno strumento aperto al territorio: aperto a presentarne le eccellenze, anche in ambiti diversi da quelli artistici; aperto al pubblico, non solo per vedere le opere, ma anche per ospitarne eventi e conferenze; aperto ai giovani, che avranno a disposizione uno spazio specifico in cui potranno esporre temporaneamente i propri lavori e i propri progetti.
ALT, come Arte, Lavoro, Territorio è un momento di riflessione, un punto di partenza promettente e incoraggiante per una nuova avventura nell’arte contemporanea e nelle sperimentazioni animata dalla genuina passione di un collezionista operoso che dopo quarant’anni di ricerca e di formazione ha ancora una gran voglia di divertirsi e di confrontarsi col nuovo.
Tullio Leggeri (1940) è architetto e costruttore. Consigliere della Commissione Urbanistica dell’A.C.E.B. dal 1977, della Commissione Urbanistica del Centredil (Centro Regionale dei Costruttori Edili Lombardi) e membro della Commissione permanente di studio “Problemi della Sicurezza sul Lavoro” dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Roma, è stato presidente del C.P.T. (Comitato Paritetico Territoriale per la Prevenzione degli Infortuni, l’Igiene e l’Ambiente di Lavoro) dal 1993 al 2002. Insieme al Dr. Pesenti dell’ASL di Bergamo, ha realizzato il primo impianto di messa in sicurezza per lavori sui tetti degli edifici civili e industriali. Leggeri colleziona arte contemporanea dal 1968 ed è spesso partner degli artisti nella produzione delle loro opere. Così è stato per le sculture di Sol LeWitt e di Haim Steinbach e per le installazioni di Maurizio Cattelan, Enzo Cucchi ed Ettore Spalletti - inserite nel Padiglione Italia - alla Biennale di Venezia del 1997, e quella di Sislej Xhafa presentata alla Biennale di Siviglia del 2004 e poi alla Biennale di Venezia del 2005. Ha collaborato con la Fondazione Ratti (Como) con John Armleder e Giulio Paolini, con Arte all’Arte per i progetti degli artisti Olaf Metzel, Alberto Garutti, Jannis Kounellis, Olafur Eliasson e Tobias Rehberger, e nell’ambito dei Public Art Projects di ArtBasel per le installazioni di Massimo Bartolini, Vedovamazzei e Luca Vitone. Ha collaborato con musei di arte contemporanea come il Mart di Rovereto, la Gamec di Bergamo, il Castello di Rivoli, il CeSAC di Caraglio (Cuneo), l’Associazione Culturale La Marrana vicino a La Spezia, la Fondazione Prada e la Triennale a Milano. Ha presentato proposte artistiche e di arredo urbano per il Piano Regolatore di Dortmund e della Ruhr ed è membro della Commissione per il Paesaggio e per la Tutela della qualità urbana del Comune di Bergamo.
Fausto Radici (1953 – 2002) ha intrapreso una carriera agonistica nello sci e già nel 1971 vince la Coppa Europa assoluta. Nel 1974 ha vinto i campionati italiani assoluti di slalom speciale e nella stagione 1975-1976, sempre nella stessa specialità, ha vinto due gare di Coppa del Mondo a Garmisch e a Madonna di Campiglio, entrando nell'olimpo dei grandi dello sci e della famosa valanga azzurra. Ha lasciato la carriera di sciatore nel 1978 per imboccare quella di imprenditore nell’azienda di famiglia, il Gruppo Radici, leader europeo nel settore chimico-tessile con sede a Gandino (Bergamo), ma presente in tutto il mondo con proprie unità operative. Il padre affida presto ai quattro figli la direzione dell'azienda, di cui Fausto Radici dirige principalmente il settore delle materie plastiche e dei filati tecnici. Nel corso di una brillante carriera di imprenditore è stato eletto vicepresidente dell’Unione industriali di Bergamo. La sua grande passione per l’arte contemporanea lo ha portato a collezionare numerose opere d’avanguardia, a realizzare egli stesso eventi all'interno degli spazi industriali del Gruppo e ad immaginare, insieme all’amico Tullio Leggeri, l’apertura di uno spazio dedicato all’arte e alla promozione delle avanguardie nel territorio di Bergamo.
Accademia dei Visionari è il nome che si sono dati alcuni amici che coltivano in comune la stessa passione per l’arte contemporanea. Il gruppo si incontra per discutere e per scegliere opere da collezionare.
ll nome. ALT di solito significa divieto, impedimento. In questo caso, invece è l’acronimo di Arte Lavoro Territorio, e vuole suggerire una sosta, un momento di meditazione.
La sede. Creato nell’edificio dello storico opificio di Italcementi appena riqualificato con la realizzazione di loft, atelier, laboratori e un ristorante, ALT conta ben 3500 mq di spazi espositivi, con un’area centrale dedicata ad attività performative e ad ospitare conferenze ed eventi.
La mostra. In occasione dell’apertura dello spazio, curata da Fabio Cavallucci in collaborazione con gli amici critici, curatori e artisti che accompagnano da sempre la ricerca di Tullio Leggeri, verrà esposta una parte cospicua della sua collezione. La mostra inaugurale offre un quadro delle scelte trasversali di un collezionista atipico che dalla fine degli anni sessanta ha avviato una personalissima ricerca nell’ambito dell’arte d’avanguardia, sostenendo in particolare i giovani artisti ai primi passi e le nuove gallerie. Dalla fine degli anni Sessanta, quando acquistava a rate Manzoni perché non si poteva permettere ancora Fontana, al 2008 quando produce per Manifesta 7 Ex Privato di Daniel Knorr, consistente nell’apertura al pubblico per 24 ore al giorno dello spazio espositivo, di fatto il nulla, le incursioni di Leggeri nel territorio dell’arte sono spesso state sorprendenti e trasversali. Nella mostra saranno ospitate anche opere delle collezioni di Elena Radici e dell’Accademia dei Visionari.
Le opere. Grazie allo sguardo lungimirante e al modo di operare di un collezionista insaziabile e coraggioso, che di volta in volta è stato mecenate, produttore e realizzatore, la mostra, che parte da Piero Manzoni, Getulio Alviani, Nino Calos e tutta quella generazione di artisti internazionali che gravitavano nell'area milanese, contiene lavori importanti di artisti ormai affermati come Mario Airò, Stefano Arienti, John Armleder, Cai Guo-Qiang, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Tony Cragg, Gino De Dominicis, Wim Delvoye, Alberto Garutti, Kendell Geers, David Hammonds, Carsten Höller, Rebecca Horn, Joseph Kosuth, Bertrand Lavier, Richard Long, Paul McCarthy, Allan McCollum, Mario Merz, Liliana Moro, Bruce Nauman, Giulio Paolini, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Thomas Schütte, Ettore Spalletti, Sislej Xhafa, ma anche tanti di giovani promesse come Meris Angioletti, Valerio Carruba, Alessandro Dal Pont, Pietro Roccasalva, Matteo Rubbi, Luca Trevisani, Nico Vascellari, Entang Wiharso, solo per elencare alcuni degli autori delle circa 1000 opere collezionate finora.
Il futuro di ALT. Lo spazio che si apre è molto di più della vetrina di una collezione originale, formatasi nel corso di una vita e connotata da una fortissima impronta personale. Infatti, grazie all’attività di divulgazione e di ricerca che affiancherà la collezione, si propone come uno strumento aperto al territorio: aperto a presentarne le eccellenze, anche in ambiti diversi da quelli artistici; aperto al pubblico, non solo per vedere le opere, ma anche per ospitarne eventi e conferenze; aperto ai giovani, che avranno a disposizione uno spazio specifico in cui potranno esporre temporaneamente i propri lavori e i propri progetti.
ALT, come Arte, Lavoro, Territorio è un momento di riflessione, un punto di partenza promettente e incoraggiante per una nuova avventura nell’arte contemporanea e nelle sperimentazioni animata dalla genuina passione di un collezionista operoso che dopo quarant’anni di ricerca e di formazione ha ancora una gran voglia di divertirsi e di confrontarsi col nuovo.
Tullio Leggeri (1940) è architetto e costruttore. Consigliere della Commissione Urbanistica dell’A.C.E.B. dal 1977, della Commissione Urbanistica del Centredil (Centro Regionale dei Costruttori Edili Lombardi) e membro della Commissione permanente di studio “Problemi della Sicurezza sul Lavoro” dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Roma, è stato presidente del C.P.T. (Comitato Paritetico Territoriale per la Prevenzione degli Infortuni, l’Igiene e l’Ambiente di Lavoro) dal 1993 al 2002. Insieme al Dr. Pesenti dell’ASL di Bergamo, ha realizzato il primo impianto di messa in sicurezza per lavori sui tetti degli edifici civili e industriali. Leggeri colleziona arte contemporanea dal 1968 ed è spesso partner degli artisti nella produzione delle loro opere. Così è stato per le sculture di Sol LeWitt e di Haim Steinbach e per le installazioni di Maurizio Cattelan, Enzo Cucchi ed Ettore Spalletti - inserite nel Padiglione Italia - alla Biennale di Venezia del 1997, e quella di Sislej Xhafa presentata alla Biennale di Siviglia del 2004 e poi alla Biennale di Venezia del 2005. Ha collaborato con la Fondazione Ratti (Como) con John Armleder e Giulio Paolini, con Arte all’Arte per i progetti degli artisti Olaf Metzel, Alberto Garutti, Jannis Kounellis, Olafur Eliasson e Tobias Rehberger, e nell’ambito dei Public Art Projects di ArtBasel per le installazioni di Massimo Bartolini, Vedovamazzei e Luca Vitone. Ha collaborato con musei di arte contemporanea come il Mart di Rovereto, la Gamec di Bergamo, il Castello di Rivoli, il CeSAC di Caraglio (Cuneo), l’Associazione Culturale La Marrana vicino a La Spezia, la Fondazione Prada e la Triennale a Milano. Ha presentato proposte artistiche e di arredo urbano per il Piano Regolatore di Dortmund e della Ruhr ed è membro della Commissione per il Paesaggio e per la Tutela della qualità urbana del Comune di Bergamo.
Fausto Radici (1953 – 2002) ha intrapreso una carriera agonistica nello sci e già nel 1971 vince la Coppa Europa assoluta. Nel 1974 ha vinto i campionati italiani assoluti di slalom speciale e nella stagione 1975-1976, sempre nella stessa specialità, ha vinto due gare di Coppa del Mondo a Garmisch e a Madonna di Campiglio, entrando nell'olimpo dei grandi dello sci e della famosa valanga azzurra. Ha lasciato la carriera di sciatore nel 1978 per imboccare quella di imprenditore nell’azienda di famiglia, il Gruppo Radici, leader europeo nel settore chimico-tessile con sede a Gandino (Bergamo), ma presente in tutto il mondo con proprie unità operative. Il padre affida presto ai quattro figli la direzione dell'azienda, di cui Fausto Radici dirige principalmente il settore delle materie plastiche e dei filati tecnici. Nel corso di una brillante carriera di imprenditore è stato eletto vicepresidente dell’Unione industriali di Bergamo. La sua grande passione per l’arte contemporanea lo ha portato a collezionare numerose opere d’avanguardia, a realizzare egli stesso eventi all'interno degli spazi industriali del Gruppo e ad immaginare, insieme all’amico Tullio Leggeri, l’apertura di uno spazio dedicato all’arte e alla promozione delle avanguardie nel territorio di Bergamo.
Accademia dei Visionari è il nome che si sono dati alcuni amici che coltivano in comune la stessa passione per l’arte contemporanea. Il gruppo si incontra per discutere e per scegliere opere da collezionare.
27
giugno 2009
Una collezione trasversale
27 giugno 2009
arte contemporanea
Location
ALT ARTE LAVORO TERRITORIO – SPAZIO FAUSTO RADICI
Alzano Lombardo, Via C. Acerbis, 12, (Bergamo)
Alzano Lombardo, Via C. Acerbis, 12, (Bergamo)
Orario di apertura
riapertura dopo la chiusura estiva dal 26 settembre 2009
Aperto sabato e domenica: ore 11.00 – 19.00 o su appuntamento
Vernissage
27 Giugno 2009, ore 17.30 - 20.30
Autore
Curatore