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Una gita nel bosco
Una gita nel bosco è un progetto nato da un’idea di Annalisa Furnari, Fabio Marullo e Gianni Moretti, poi confluito in una mostra tenutasi nel maggio di quest’anno nel quartiere di Schöneberg, a Berlino, dove i collezionisti Haarmann e Bloedow hanno messo a disposizione la propria abitazione privata
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Una gita nel bosco è un progetto nato da un'idea di Annalisa Furnari, Fabio Marullo e Gianni Moretti, poi confluito in una mostra tenutasi nel maggio di quest'anno nel quartiere di Schöneberg, a Berlino, dove i collezionisti Haarmann e Bloedow hanno messo a disposizione la propria abitazione privata.
Il piano di lavoro prevedeva un intervento e/o un'indagine svolta da artisti, critici e curatori, invitati a esprimersi su un tema comune, quello dell'ingenuità. Attraverso opere e testi, l'analisi ha dato vita a un rapporto di scambio e collaborazione, senza ruoli o gerarchie prestabilite.
Tutti i soggetti coinvolti: Martina Cavallarin, Stefano Franchini, Annalisa Furnari, Alice Ginaldi, Olaf Hajek, Veronica Liotti, Fabio Marullo, Concetta Modica, Gianni Moretti, Marco Pezzotta, Michele Tocca, Sophie Usunier e Alberto Zanchetta si sono espressi parimenti attraverso il proprio lavoro, sull'argomento preso in esame e così riassunto dai suoi organizzatori:
L'ingenuità è un'attitudine naturale, l'unica, forse, che contiene in sé il valore negativo della conseguenza. Eppure nel significato etimologico della parola, l'ingenuo è un individuo libero, schietto, verace.
Ebbene, come possono tali caratteristiche condurre a soluzioni infelici, quasi che l'atteggiamento in questione rendesse l'individuo preda facile e bersaglio immobile di infauste azioni? L'ingenuo è vittima di se stesso, come di una malattia? Sembra impossibile che detta caratteristica sia stata contemplata dal mondo naturale, come a voler bilanciare dinamiche opposte nella disposizione di una delle tanti "leggi universali" atte a stabilire un equilibrio in natura, ma anche nelle società di tutti i tempi. Oppure: è possibile che l'ingenuità - motivo di distanza dal reale - sia quell'unico volontario approccio di visione del mondo, un singolare e desiderato stato "differente" che permette una visione alternativa dall'oggettivo? Ed è possibile che essa nasca dal desiderio di menzogna (la menzogna di noi stessi, verso di noi, necessaria a noi)? Se le cose fossero come postulato, il sognatore, possibile estensione fisica dell'ingenuo, dovrà continuare a sognare e credere alle allucinazioni, ai ricordi, ai misteri, ai miti, alla malinconia e cedere all' interpretazione della verità come bugia o fantasia evasiva? Chi conserva o pratica questa inclinazione, non fa altro che desiderare... perché il desiderio è misura possibile, naturale e fisiologica. Ciò detto è vero nel caso di un bambino, essendo privo di malizia, ma nel caso di un adulto? Il "fare ingenuo" è comprensibile?
Dopo essere stata presentata in Germania, l'esposizione viene riadattata per gli spazi del MAC di Lissone, all'interno del quale sarà presentato il catalogo digitale della mostra (scaricabile on-line dal sito www.unagitanelbosco.com) a cui farà seguito un piccolo simposio aperto al pubblico nella giornata di giovedì 10 dicembre dove si avvicenderanno i punti di vista di alcuni dei partecipanti: Martina Cavallarin, Annalisa Furnari, Fabio Marullo, Concetta Modica e Gianni Moretti, che dibatteranno sul tema del progetto, riflettendo su un concetto d'interesse comune.
Il piano di lavoro prevedeva un intervento e/o un'indagine svolta da artisti, critici e curatori, invitati a esprimersi su un tema comune, quello dell'ingenuità. Attraverso opere e testi, l'analisi ha dato vita a un rapporto di scambio e collaborazione, senza ruoli o gerarchie prestabilite.
Tutti i soggetti coinvolti: Martina Cavallarin, Stefano Franchini, Annalisa Furnari, Alice Ginaldi, Olaf Hajek, Veronica Liotti, Fabio Marullo, Concetta Modica, Gianni Moretti, Marco Pezzotta, Michele Tocca, Sophie Usunier e Alberto Zanchetta si sono espressi parimenti attraverso il proprio lavoro, sull'argomento preso in esame e così riassunto dai suoi organizzatori:
L'ingenuità è un'attitudine naturale, l'unica, forse, che contiene in sé il valore negativo della conseguenza. Eppure nel significato etimologico della parola, l'ingenuo è un individuo libero, schietto, verace.
Ebbene, come possono tali caratteristiche condurre a soluzioni infelici, quasi che l'atteggiamento in questione rendesse l'individuo preda facile e bersaglio immobile di infauste azioni? L'ingenuo è vittima di se stesso, come di una malattia? Sembra impossibile che detta caratteristica sia stata contemplata dal mondo naturale, come a voler bilanciare dinamiche opposte nella disposizione di una delle tanti "leggi universali" atte a stabilire un equilibrio in natura, ma anche nelle società di tutti i tempi. Oppure: è possibile che l'ingenuità - motivo di distanza dal reale - sia quell'unico volontario approccio di visione del mondo, un singolare e desiderato stato "differente" che permette una visione alternativa dall'oggettivo? Ed è possibile che essa nasca dal desiderio di menzogna (la menzogna di noi stessi, verso di noi, necessaria a noi)? Se le cose fossero come postulato, il sognatore, possibile estensione fisica dell'ingenuo, dovrà continuare a sognare e credere alle allucinazioni, ai ricordi, ai misteri, ai miti, alla malinconia e cedere all' interpretazione della verità come bugia o fantasia evasiva? Chi conserva o pratica questa inclinazione, non fa altro che desiderare... perché il desiderio è misura possibile, naturale e fisiologica. Ciò detto è vero nel caso di un bambino, essendo privo di malizia, ma nel caso di un adulto? Il "fare ingenuo" è comprensibile?
Dopo essere stata presentata in Germania, l'esposizione viene riadattata per gli spazi del MAC di Lissone, all'interno del quale sarà presentato il catalogo digitale della mostra (scaricabile on-line dal sito www.unagitanelbosco.com) a cui farà seguito un piccolo simposio aperto al pubblico nella giornata di giovedì 10 dicembre dove si avvicenderanno i punti di vista di alcuni dei partecipanti: Martina Cavallarin, Annalisa Furnari, Fabio Marullo, Concetta Modica e Gianni Moretti, che dibatteranno sul tema del progetto, riflettendo su un concetto d'interesse comune.
10
dicembre 2015
Una gita nel bosco
Dal 10 dicembre 2015 al 23 gennaio 2016
arte contemporanea
Location
MAC – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LISSONE
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
mercoledì e venerdì, 10-13; giovedì, 16-23; sabato e domenica, 10-12; 15-19
Vernissage
10 Dicembre 2015, h 19.30
Ufficio stampa
CLP
Curatore