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Una penisola di luce #1
In mostra Vincitori e Segnalati del 2° Portfolio al Mare 2008
Comunicato stampa
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Il 3° Festival della Fotografia: Sestri Levante- “Una penisola di luce” si concluderà con due mostre: dal 18 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010 sarà la volta dei Vincitori e Segnalati del 2° Portfolio al Mare 2008 (Sala mostre Palazzo Comunale, Piazza Matteotti) mentre dal 22 dicembre 2009 al 3 gennaio 2010 l’Associazione Carpe Diem terrà la propria collettiva presso gli spazi espositivi di Palazzo Fascie (Corso Colombo).
I vincitori dell’edizione 2008 del 2° Portfolio al mare sono: Accerboni Carlo, con il Portfolio “La Battaglia dei Fiori”, Cavalieri Piera, con il Portfolio “La Lunga Attesa” e Corciolani Giulia, con il Portfolio “Là dove la Salvezza è sempre possibile”.
I segnalati dello stesso concorso sono: Arpe Flavia, con il Portfolio “Il Viaggio di Alice”, Charlemont Martino, con il Portfolio “e…comincia la commedia”, Valle Claudia, con il Portfolio “Il Forte Adagiato” e Lagrasta Roberto, con il portfolio “Segni nel Cantiere”.
Carlo Acerboni con questo lavoro ha fatto vero racconto fotografico lì dove tutti gli elementi estetici congiuravano per fare reportage dell’evento clou della festa. Ed il racconto si alimenta con un processo logico-operativo che presuppone a monte dell’atto fotografico una progettualità, una idea. Idea che ha consentito all’autore attraverso i suoi filtri culturali ed emozionali di ritagliare la realtà usandola ed interpretandola per rappresentare l’uomo di oggi nella posizione frustrante di spettatore di un mondo che enfatizza l’avere a discapito dell’essere e cerca con tutte le difficoltà di ritagliarsi piuttosto che un ruolo uno spazio per sopravvivere.
Nel sovvertire le regole e nell’interpretare la realtà per i suoi fini narrativi, spostando il suo terzo occhio dalle luci del palcoscenico alla penombra del backstage dell’uomo qualunque, l’autore si vede allo specchio. Non più solo l’altro ma anche se stesso con il bisogno di partecipazione alla vita sociale. Proprio attraverso il progetto-idea ed il gioco metaforico nello spostare il fuoco semantico dall’evento di festa al ruolo dell’uomo spettatore nella società, che il lavoro di Acerboni si arricchisce di significati e trasuda partecipazione emotiva. Il forte processo di evocazione innescato dalla mirabile sineddoche della mano aggrappata al pannello di divisione e uno stile personale scevro da qualsiasi espressività di maniera mettono in nuce, attraverso una lettura mediata dalle altre immagini del racconto, quello che in semiologia viene definito il significato secondo del segno rappresentato. Quella mano non è più una mano in quel momento e in quel luogo ma diviene simbolo del bisogno dell’uomo alla partecipazione. E tutto quello che il fotografo ha tagliato fuori dalla composizione ritorna prepotentemente a galla nella nostra mente. Dietro quella mano allora non c’è più solo un pannello ma un uomo con tutti i suoi sogni e le sue illusioni in una vita fondata sulla precarietà sociale che in grande misura viene alimentata da quella culturale, ancora più subdola e maligna, sotto l’egida rassicurante “meno lotta più lotteria”. Quale uso linguistico più elevato può essere fatto della fotografia? (Maurizio Lupi)
Biografia Carlo Accerboni: vive e lavora a Genova, fotografa dal 1979 in particolare paesaggi urbani. Ha conseguito diversi premi in concorsi di fotografia tra i quali 1° Festival della Fotografia Sestri Levante 2007: premio speciale; Concorso fotografico Righetti 1995: primo classificato categoria colore (inserito nella collezione album fotografici Righetti); Kodak Premio Internazionale “Let the memories begin 1992: secondo classificato nella selezione italiana; Agfa European Triade Trophy 1991: terzo classificato nella selezione italiana; Concorso Internazionale Viareggio fotografia 1989: premio ex-aequo;Concorso fografico Nazionale Città di Treviso 1988: primo premio;Concorso fotografico Città di Rapallo 1988: primo premio; Sue fotografie sono state pubblicate su diverse riviste di settore tra le quali: Il Fotografo, Progresso Fotografico, Reflex, Tutti Fotografi, Zoom, Il Fotoamatore e su Bell’Italia.Mostre personali: “Segnali” Genova 1995 ; “Genova” Sesto San Giovanni (Milano) 1995; “Riflessi” Genova 1993; “Frammenti urbani” Genova 1991;Ha esposto in numerose mostre collettive in Italia e all’estero.
“La lunga attesa” di Piera Cavalieri: “Sogno”, è una parola che ricorre spesso nei sottotitoli delle immagini che appartengono al portfolio “La lunga attesa “ di Piera Cavalieri: un sogno che trova una sua esplicitazione nella realtà fotografica, ma non si traduce mai in un racconto circostanziato. Si sublima piuttosto nell’allusione e nel simbolo, attraverso una raffinata, scarna, ma intensissima mîse en scène che rimanda ad altri luoghi, altri tempi, altri personaggi. In un’alternanza di luci vivide o radenti, di cromie esultanti o smorzate. Nell’avvicendarsi di inquadrature meticolosamente costruite e, via via con il progredire della narrazione, di scatti open shutter, ovvero estrapolati dai soggetti in movimento. La storia che la fotografa genovese ci narra è di tale intima pregnanza che non avrebbe potuto assumere pieno vigore se non affrontata, paradossalmente, con la leggerezza dell’appena sussurrato. La gravidanza tanto desiderata, che non giunge, apre ferite e causa dolorosi distacchi. La forbice, adagiata su lenzuola candide e luminose - che sembrano condensare la sacralità composta e metafisica di un dipinto seicentesco di Francisco Zurbaran e, al tempo stesso, il disagio esistenziale di una moderna tela di Gianfranco Ferroni -, divide il tempo – il passato dal presente -, ma anche le vite – l’una dall’altra -, di chi affronta insieme piccoli e grandi drammi quotidiani. I fiori intanto si sparpagliano qua e là fra le coltri, instaurando un dialogo fatto di allegorie, preghiere e offerte, scandite dalle pieghe del candido tessuto, su cui si posano, come note di uno spartito musicale. Poi ecco, tutto d’un tratto appare, Lei, la bambina, con la sua vitalità, le sue ribellioni, i suoi dinieghi. Ha indosso quel vestitito rosso che aveva cullato i sogni materni, e quel fascino che solo chi è stato tanto a lungo atteso può sprigionare. E sono ancora immacolate lenzuola a tendersi come scenario di attimi rubati dall’obbiettivo in un sapiente gioco fra madre e figlia, ritmato da tagli sfuggenti, in cui il particolare svolge un ruolo assai più significativo della veduta d’insieme, dove diventano espressivi il guizzo di un piccolo piede o il torcersi prepotente e nervoso del capo, che promette e nega. Si offre e, al tempo stesso, fugge. (Alessandra Quattordio)
Curriculum Piera Cavalieri: Laureata in Scienze Biologiche. Vive a Genova. Da sempre appassionata di fotografia ma solo nel 2005 inizia a seguire la scuola di Giuliana Traverso.
Nel 2006 partecipa alla mostra “Io donna ,autoritratti al femminile”alla sala Sivori di Genova. Nello stesso anno partecipa all’iniziativa dell’AMT “Foto in corsa” e alla realizzazione del calendario AMT 2007.Nel luglio 2007 vince il premio di segnalazione al 1° Festival della fotografia di Sestri Levante con il portfolio “Solo non solo”.Nell’Aprile del 2008 espone all’interno della mostra “Giuliana Traverso:la mia avventura dentro la fotografia al femminile” presso la Sala Sivori di Genova. Vince il 1° premio al 2° Festival della fotografia 2008 a Sestri L. con il portfolio “La lunga attesa” . Espone a settembre 2008 all’interno della mostra “Galata : spazio di sguardi” al museo del mare di Genova.
Là dove la salvezza è sempre possibile di Giulia Corciolani. Lo sguardo lucido di Giulia Corciolani riesce ad esprimere, con una fotografia consapevole, gli articolati aspetti e i sottili distinguo del complesso tema affrontato: il sentimento religioso dei liguri di trent’anni fa, ancora oggi attuale.
H.C. Bresson affermava che “la fotografia chiede e risponde nello stesso tempo”. Nelle fotografie della Corciolani questo avviene. Come riesce, l’autrice, in questa operazione? La domanda viene posta con la scelta e la rappresentazione dei soggetti che portano senso all’immagine. La risposta è formulata dalla scelta compositiva, con la quale la fotografa, definendo la relazione tra i soggetti, orienta il significato dell’immagine.
La profondità e la chiarezza raggiunte nella scrittura iconica dei significati è indice che lei ha ben elaborato nella propria esistenza il rapporto col tema, ed è come chi, ormai liberato dall’influenza ambientale, guarda dall’esterno un mondo ben conosciuto dall’interno, con un vedere disincantato e rivelatore.
C’è l’osservazione di un comportamento umano e la descrizione di un costume che appartengono alla propria estrazione culturale.
Nelle immagini gli interni delle chiese diventano il palcoscenico di una metafisica della quotidianità. Gli scatti caldi per taglio e proporzioni rappresentano un’umanità aggrappata alla religione. Gli scatti freddi, innondati dalla luce glaciale del flash, caricano di surrealismo la realtà con quell’atmosfera di foto rubata che sorprende il soggetto assorto in un raccoglimento rituale e straniante. Le ginuflessioni, la confessione, la preghiera, il semplice stare in pace col cane in braccio, sono segni dell’espressione di un “timor di Dio”, diverso tra uomo e donna, tra anziani e bambini. (Silvano Bicocchi)
Giulia Corciolani vive e lavora a Genova. Nel 1979 ha partecipato alla scuola “Donna Fotografa” di Giuliana Traverso. Dal 1996 è diventata Fotografa Professionista. Numerose sono state le mostre personali e collettive a cui ha partecipato sia in Italia che all’estero. Sue foto sono state pubblicate su vari importanti quotidiani annuari e riviste.
Flavia Arpe si è laureata in architettura a Milano, vive e lavora a Chiavari, dove inizia a fotografare nel 1997. Successivamente ha frequentato con passione la scuola genovese di Giuliana Traverso. Ha partecipato a vari concorsi ottenendo diversi riconoscimenti.
Martino Charlemont nato a Chiavari nel 1958, comincia ad appassionarsi alla fotografia durante i suoi studi all’Istituto Statale d’Arte di Chiavari. Affina la sua “ visione fotografica”frequentando il circolo DLF-Chiavari.
Roberto Lagrasta è nato nel 1948 a Parma, dove vive e lavora. Fotografa dalla prima metà degli anni ’70. Dal 1982 è tra i promotori del Circolo Fotografico “Il Grandangolo” di Parma.
Nel 1991 promuove la nascita del “ Gruppo Rodolfo Namias” (GRN) che pratica le antiche tecniche di stampa. Docente DAC FIAF. Nel 2001 ottiene l’ Onoreficienza A.F.I.
Claudia Valle nasce e lavora a Genova dove si occupa di comunicazione e web. Sin dall’infanzia coltiva con passione la fotografia. Nel 2006 si è avvicinata alla scuola di Giuliana Traverso, grazie alla quale ha esposto a Genova in diverse mostre collettive.
Il secondo evento natalizio e conclusivo di questa edizione del Festival è affidato all’Associazione di promozione sociale e culturale “Carpe Diem”.
L’associazione nasce a Sestri Levante per volontà di alcuni amici spinti dall’entusiasmo di Lanfranco Colombo, con il desiderio di condividere interessi diversi, e tra questi, la fotografia, intesa anche come ricerca e documentazione del territorio locale nei suoi aspetti sociali, ambientali e culturali.
I vincitori dell’edizione 2008 del 2° Portfolio al mare sono: Accerboni Carlo, con il Portfolio “La Battaglia dei Fiori”, Cavalieri Piera, con il Portfolio “La Lunga Attesa” e Corciolani Giulia, con il Portfolio “Là dove la Salvezza è sempre possibile”.
I segnalati dello stesso concorso sono: Arpe Flavia, con il Portfolio “Il Viaggio di Alice”, Charlemont Martino, con il Portfolio “e…comincia la commedia”, Valle Claudia, con il Portfolio “Il Forte Adagiato” e Lagrasta Roberto, con il portfolio “Segni nel Cantiere”.
Carlo Acerboni con questo lavoro ha fatto vero racconto fotografico lì dove tutti gli elementi estetici congiuravano per fare reportage dell’evento clou della festa. Ed il racconto si alimenta con un processo logico-operativo che presuppone a monte dell’atto fotografico una progettualità, una idea. Idea che ha consentito all’autore attraverso i suoi filtri culturali ed emozionali di ritagliare la realtà usandola ed interpretandola per rappresentare l’uomo di oggi nella posizione frustrante di spettatore di un mondo che enfatizza l’avere a discapito dell’essere e cerca con tutte le difficoltà di ritagliarsi piuttosto che un ruolo uno spazio per sopravvivere.
Nel sovvertire le regole e nell’interpretare la realtà per i suoi fini narrativi, spostando il suo terzo occhio dalle luci del palcoscenico alla penombra del backstage dell’uomo qualunque, l’autore si vede allo specchio. Non più solo l’altro ma anche se stesso con il bisogno di partecipazione alla vita sociale. Proprio attraverso il progetto-idea ed il gioco metaforico nello spostare il fuoco semantico dall’evento di festa al ruolo dell’uomo spettatore nella società, che il lavoro di Acerboni si arricchisce di significati e trasuda partecipazione emotiva. Il forte processo di evocazione innescato dalla mirabile sineddoche della mano aggrappata al pannello di divisione e uno stile personale scevro da qualsiasi espressività di maniera mettono in nuce, attraverso una lettura mediata dalle altre immagini del racconto, quello che in semiologia viene definito il significato secondo del segno rappresentato. Quella mano non è più una mano in quel momento e in quel luogo ma diviene simbolo del bisogno dell’uomo alla partecipazione. E tutto quello che il fotografo ha tagliato fuori dalla composizione ritorna prepotentemente a galla nella nostra mente. Dietro quella mano allora non c’è più solo un pannello ma un uomo con tutti i suoi sogni e le sue illusioni in una vita fondata sulla precarietà sociale che in grande misura viene alimentata da quella culturale, ancora più subdola e maligna, sotto l’egida rassicurante “meno lotta più lotteria”. Quale uso linguistico più elevato può essere fatto della fotografia? (Maurizio Lupi)
Biografia Carlo Accerboni: vive e lavora a Genova, fotografa dal 1979 in particolare paesaggi urbani. Ha conseguito diversi premi in concorsi di fotografia tra i quali 1° Festival della Fotografia Sestri Levante 2007: premio speciale; Concorso fotografico Righetti 1995: primo classificato categoria colore (inserito nella collezione album fotografici Righetti); Kodak Premio Internazionale “Let the memories begin 1992: secondo classificato nella selezione italiana; Agfa European Triade Trophy 1991: terzo classificato nella selezione italiana; Concorso Internazionale Viareggio fotografia 1989: premio ex-aequo;Concorso fografico Nazionale Città di Treviso 1988: primo premio;Concorso fotografico Città di Rapallo 1988: primo premio; Sue fotografie sono state pubblicate su diverse riviste di settore tra le quali: Il Fotografo, Progresso Fotografico, Reflex, Tutti Fotografi, Zoom, Il Fotoamatore e su Bell’Italia.Mostre personali: “Segnali” Genova 1995 ; “Genova” Sesto San Giovanni (Milano) 1995; “Riflessi” Genova 1993; “Frammenti urbani” Genova 1991;Ha esposto in numerose mostre collettive in Italia e all’estero.
“La lunga attesa” di Piera Cavalieri: “Sogno”, è una parola che ricorre spesso nei sottotitoli delle immagini che appartengono al portfolio “La lunga attesa “ di Piera Cavalieri: un sogno che trova una sua esplicitazione nella realtà fotografica, ma non si traduce mai in un racconto circostanziato. Si sublima piuttosto nell’allusione e nel simbolo, attraverso una raffinata, scarna, ma intensissima mîse en scène che rimanda ad altri luoghi, altri tempi, altri personaggi. In un’alternanza di luci vivide o radenti, di cromie esultanti o smorzate. Nell’avvicendarsi di inquadrature meticolosamente costruite e, via via con il progredire della narrazione, di scatti open shutter, ovvero estrapolati dai soggetti in movimento. La storia che la fotografa genovese ci narra è di tale intima pregnanza che non avrebbe potuto assumere pieno vigore se non affrontata, paradossalmente, con la leggerezza dell’appena sussurrato. La gravidanza tanto desiderata, che non giunge, apre ferite e causa dolorosi distacchi. La forbice, adagiata su lenzuola candide e luminose - che sembrano condensare la sacralità composta e metafisica di un dipinto seicentesco di Francisco Zurbaran e, al tempo stesso, il disagio esistenziale di una moderna tela di Gianfranco Ferroni -, divide il tempo – il passato dal presente -, ma anche le vite – l’una dall’altra -, di chi affronta insieme piccoli e grandi drammi quotidiani. I fiori intanto si sparpagliano qua e là fra le coltri, instaurando un dialogo fatto di allegorie, preghiere e offerte, scandite dalle pieghe del candido tessuto, su cui si posano, come note di uno spartito musicale. Poi ecco, tutto d’un tratto appare, Lei, la bambina, con la sua vitalità, le sue ribellioni, i suoi dinieghi. Ha indosso quel vestitito rosso che aveva cullato i sogni materni, e quel fascino che solo chi è stato tanto a lungo atteso può sprigionare. E sono ancora immacolate lenzuola a tendersi come scenario di attimi rubati dall’obbiettivo in un sapiente gioco fra madre e figlia, ritmato da tagli sfuggenti, in cui il particolare svolge un ruolo assai più significativo della veduta d’insieme, dove diventano espressivi il guizzo di un piccolo piede o il torcersi prepotente e nervoso del capo, che promette e nega. Si offre e, al tempo stesso, fugge. (Alessandra Quattordio)
Curriculum Piera Cavalieri: Laureata in Scienze Biologiche. Vive a Genova. Da sempre appassionata di fotografia ma solo nel 2005 inizia a seguire la scuola di Giuliana Traverso.
Nel 2006 partecipa alla mostra “Io donna ,autoritratti al femminile”alla sala Sivori di Genova. Nello stesso anno partecipa all’iniziativa dell’AMT “Foto in corsa” e alla realizzazione del calendario AMT 2007.Nel luglio 2007 vince il premio di segnalazione al 1° Festival della fotografia di Sestri Levante con il portfolio “Solo non solo”.Nell’Aprile del 2008 espone all’interno della mostra “Giuliana Traverso:la mia avventura dentro la fotografia al femminile” presso la Sala Sivori di Genova. Vince il 1° premio al 2° Festival della fotografia 2008 a Sestri L. con il portfolio “La lunga attesa” . Espone a settembre 2008 all’interno della mostra “Galata : spazio di sguardi” al museo del mare di Genova.
Là dove la salvezza è sempre possibile di Giulia Corciolani. Lo sguardo lucido di Giulia Corciolani riesce ad esprimere, con una fotografia consapevole, gli articolati aspetti e i sottili distinguo del complesso tema affrontato: il sentimento religioso dei liguri di trent’anni fa, ancora oggi attuale.
H.C. Bresson affermava che “la fotografia chiede e risponde nello stesso tempo”. Nelle fotografie della Corciolani questo avviene. Come riesce, l’autrice, in questa operazione? La domanda viene posta con la scelta e la rappresentazione dei soggetti che portano senso all’immagine. La risposta è formulata dalla scelta compositiva, con la quale la fotografa, definendo la relazione tra i soggetti, orienta il significato dell’immagine.
La profondità e la chiarezza raggiunte nella scrittura iconica dei significati è indice che lei ha ben elaborato nella propria esistenza il rapporto col tema, ed è come chi, ormai liberato dall’influenza ambientale, guarda dall’esterno un mondo ben conosciuto dall’interno, con un vedere disincantato e rivelatore.
C’è l’osservazione di un comportamento umano e la descrizione di un costume che appartengono alla propria estrazione culturale.
Nelle immagini gli interni delle chiese diventano il palcoscenico di una metafisica della quotidianità. Gli scatti caldi per taglio e proporzioni rappresentano un’umanità aggrappata alla religione. Gli scatti freddi, innondati dalla luce glaciale del flash, caricano di surrealismo la realtà con quell’atmosfera di foto rubata che sorprende il soggetto assorto in un raccoglimento rituale e straniante. Le ginuflessioni, la confessione, la preghiera, il semplice stare in pace col cane in braccio, sono segni dell’espressione di un “timor di Dio”, diverso tra uomo e donna, tra anziani e bambini. (Silvano Bicocchi)
Giulia Corciolani vive e lavora a Genova. Nel 1979 ha partecipato alla scuola “Donna Fotografa” di Giuliana Traverso. Dal 1996 è diventata Fotografa Professionista. Numerose sono state le mostre personali e collettive a cui ha partecipato sia in Italia che all’estero. Sue foto sono state pubblicate su vari importanti quotidiani annuari e riviste.
Flavia Arpe si è laureata in architettura a Milano, vive e lavora a Chiavari, dove inizia a fotografare nel 1997. Successivamente ha frequentato con passione la scuola genovese di Giuliana Traverso. Ha partecipato a vari concorsi ottenendo diversi riconoscimenti.
Martino Charlemont nato a Chiavari nel 1958, comincia ad appassionarsi alla fotografia durante i suoi studi all’Istituto Statale d’Arte di Chiavari. Affina la sua “ visione fotografica”frequentando il circolo DLF-Chiavari.
Roberto Lagrasta è nato nel 1948 a Parma, dove vive e lavora. Fotografa dalla prima metà degli anni ’70. Dal 1982 è tra i promotori del Circolo Fotografico “Il Grandangolo” di Parma.
Nel 1991 promuove la nascita del “ Gruppo Rodolfo Namias” (GRN) che pratica le antiche tecniche di stampa. Docente DAC FIAF. Nel 2001 ottiene l’ Onoreficienza A.F.I.
Claudia Valle nasce e lavora a Genova dove si occupa di comunicazione e web. Sin dall’infanzia coltiva con passione la fotografia. Nel 2006 si è avvicinata alla scuola di Giuliana Traverso, grazie alla quale ha esposto a Genova in diverse mostre collettive.
Il secondo evento natalizio e conclusivo di questa edizione del Festival è affidato all’Associazione di promozione sociale e culturale “Carpe Diem”.
L’associazione nasce a Sestri Levante per volontà di alcuni amici spinti dall’entusiasmo di Lanfranco Colombo, con il desiderio di condividere interessi diversi, e tra questi, la fotografia, intesa anche come ricerca e documentazione del territorio locale nei suoi aspetti sociali, ambientali e culturali.
18
dicembre 2009
Una penisola di luce #1
Dal 18 dicembre 2009 al 06 gennaio 2010
fotografia
Location
PALAZZO DURAZZO – PALAZZO COMUNALE
Sestri Levante, Piazza Giacomo Matteotti, 3, (Genova)
Sestri Levante, Piazza Giacomo Matteotti, 3, (Genova)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle 9,00 alle 12,00, il lunedì e mercoledì anche dalle 15,00 alle 17,00 e la domenica dalle 16,00 alle 19.00.
Sito web
www.comune.sestri-levante-ge.it
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