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Uncommon Intimacy. Quattro fotografe e la scuola newyorchese.
Quattro fotografe formatesi ed operanti a New York sono le protagoniste dell’esposizione che Spazio Labo‘|Centro di Fotografia propone nell’ambito del programma di Arte Fiera OFF 2012.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
All’interno del programma di Arte Fiera OFF 2012, inaugura venerdì 27 gennaio 2012 alle ore 18.30 presso la sede di Spazio Labo’ | Centro di Fotografia, in via Frassinago 43/2c-d a Bologna, la mostra
collettiva “Uncommon Intimacy. Quattro fotografe e la scuola newyorchese”. La mostra resterà
aperta al pubblico, a ingresso libero, sino al 28 febbraio 2012 nei seguenti orari: da martedì a
venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, sabato dalle 16 alle 20. Chiuso lunedì, domenica e
festivi. Aperture straordinarie della mostra sono previste sabato 28 gennaio dalle 10 alle 13 e dalle
16 alle 24 e domenica 29 gennaio dalle dalle 16 alle 20. Sabato 28 gennaio, in occasione di Art
White Night, dalle 19 alle 24 Spazio Labo’ propone un evento speciale: la “Multimedia Night”.
La conferenza stampa di presentazione del progetto si terrà giovedì 19 gennaio 2012 alle ore 11:30
presso Spazio Labo’ | Centro di Fotografia.
La mostra, a cura di Laura De Marco e Erica McDonald, fa parte del circuito Arte Fiera Off 2012 e
ha l’intenzione di presentare, per la prima volta in Italia, il lavoro di quattro fotografe americane. Le
artiste in questione sono: Juliana Beasley, Amy Stein, Amy Touchette e la stessa Erica McDonald.
Sono due i temi su cui punta la mostra. Il primo è che tutte e quattro le artiste sono donne. La
scelta è stata appositamente compiuta dalle due curatrici per focalizzare l’attenzione del pubblico
italiano sulla presenza, sempre più attiva e consistente, di figure femminili di spicco nella fotografia
contemporanea. La seconda tematica è nella formazione, comune alle quattro artiste. Tutte hanno
studiato a New York, una città che diede vita a un sistema didattico che ha influenzato, più di ogni
altro, il mondo della fotografia dagli inizi del XX secolo. La mostra intende quindi proporre la
produzione fotografica newyorchese, presentata attraverso gli occhi di quattro donne.
Quattro fotografe formatesi ed operanti a New York sono le protagoniste dell’esposizione che Spazio Labo‘ propone nell’ambito del programma di Arte Fiera OFF 2012. Il progetto nasce dall’esigenza di mettere in luce il grande apporto che la componente femminile ha rappresentato e continua a rappresentare nel campo delle arti visive e specialmente della fotografia.
Nonostante il contributo fondamentale di numerose artiste che nel corso della storia hanno rivoluzionato il linguaggio e la struttura stessa del medium, la professione del „fotografo“ è sempre rimasta legata – nell’immaginario collettivo – ad un dimensione prettamente maschile che spesse volte non ha reso totalmente giustizia al lavoro di grandi figure di donne. Il progetto “Uncommon Intimacy” nasce dall’esigenza di aprire una finestra di qualità sull’universo fotografico femminile che al giorno d’oggi ha rivendicato la propria posizione guadagnando riconoscimenti prestigiosi e raggiungendo livelli qualitativi altissimi anche nell’insegnamento della materia. L’intento ultimo è stato quello di riuscire a guardare alla fotografia con un occhio diverso, per l’appunto femminile, ponendo l’attenzione sull’oggetto prodotto e al contempo sul soggetto operante, scegliendo delle artiste fortemente innovative per il panorama italiano ed accomunate da un duplice tratto: uno sguardo tipico dell’osservatore distaccato che pur conserva una connessione personale e intima col suo soggetto e una specifica formazione personale a New York City.
Juliana Beasley: nata nel 1967 a Philadelphia, ha studiato fotografia presso la Tisch School of the Arts della New York University. Avviata da giovanissima la carriera di fotografa professionista, Juliana ha collezionato una serie di riconoscimenti di altissimo spessore tra i quali: the Camera Club of New York (2006); the PX3 Human Condition Award (2008); the Aaron Siskind Award (2009). Nel 2007 e’ stata nominata per il International Center of Photography Infinity Awards e nel 2009 ha ricevuto un grant dal New Jersey Council of Arts. Nel 2007 il suo lavoro e’ stato acquisito dalla collezione permanente del Victoria & Albert Museum. E’ rappresentata dall’agenzia Contact Press Images di New York, città dove vive e lavora.
Per “Uncommon Intimacy” espone il progetto “Last stop: Rockaway Park”, presentato per la prima volta in Italia.
Erica McDonald: nata nel 1967 in Ohio, dopo essersi laureata alla New York University in Linguistica e Storia dell’Arte, ha iniziato a lavorare sotto la tutela dello stimato collezionista fotografico Joe Folberg della Vision Gallery di San Francisco. Al palesarsi dell’opportunità di dirigere la galleria di The Maine Photographic Workshops, Erica e’ partita verso Est e ha organizzato le mostre di alcuni dei più grandi creatori di immagini della storia della fotografia assistendo nel mentre Mary Ellen Mark e Costa Manos durante i loro workshops. Dopo aver lavorato come rappresentante di fotografi e come stampatore fine art, ha iniziato a focalizzare la sua attenzione sul suo lavoro personale. Come fotografa, negli ultimi anni ha lavorato su incarichi editoriali e non profit e ha investito se stessa nel progetto “The dark light of this nothing”. Le sue fotografie sono state commissionate e pubblicate da Mother Jones, The New York Times, Financial Times Weekend Magazine, Boston Magazine, YES! Magazine, El Mundo, The Epoch Times, The British Journal of Photography, The Week, The Globe Magazine, Search Magazine, Burn magazine online e Burn 01, 100 Eyes, Nonesuch Records e Rhino Records. Il suo lavoro fa anche parte di The Collector’s Guide to New Art Photography. Vive e lavora a New York City.
Per “Uncommon Intimacy” espone il progetto “The dark light of this nothing”, presentato per la prima volta in Italia.
Amy Stein: nata a Washington nel 1970, dopo una laurea in Scienze Politiche presso la James Madison University e un master sempre in Scienze Politiche presso l’University of Edinburgh in Scozia, nel 2006 ha ricevuto il suo Master of Fine Art in fotografia presso la School of Visual Arts di New York. Nello stesso anno ha vinto il premio Saatchi Gallery/Guardian Prize per la sua serie ”Domesticated” e nel 2007 è stata nominata tra i 15 più interessanti fotografi emergenti nel mondo dall’American Photo Magazine. Le immagini della serie “Domesticated” sono state raccolte in un libro (ed. Photolucida). Ha esposto in diverse mostre, personali e collettive, negli Stati Uniti e all’estero, e i suoi lavori sono presenti in numerose e importanti collezioni private e pubbliche come il Philadelphia Museum of Art, il Museum of Contemporary Photography, il Nevada Museum of Art, il Nerman Museum of Contemporary Art, la George Eastman House Photography Collection, il SMoCA e il West Collection. Insegna fotografia presso due fondamentali istituzioni didattiche newyorchesi: la Parsons The New School for Design e la School of Visual Arts. Vive e lavora a New York City. Per “Uncommon Intimacy” espone il progetto “Stranded”, presentato per la prima volta in Italia.
Amy Touchette: ha intrapreso la propria carriera artistica inizialmente come scrittrice e pittrice per poi dedicarsi esclusivamente alla fotografia, studiata presso l’International Center of Photography di New York. Attualmente lavora come teacher assistant presso lo stesso International Center of Photography e come scrittrice freelance per la rivistadi arte emergente “PDNedu”, parte del noto magazine Photo District News, per ASMP Bulletin, e per altri magazines. Le fotografie del suo progetto a lungo termine “Shoot the Arrow” sono state esposte in ambito nazionale ed internazionele, anche durante il Pingyao International Photography Festival (Shanxi, China), durante il Noorderlicht International Photofestival, presso la Noorderlicht Gallery (Groningen, Netherlands), presso la scuola dell’International Center of Photography di New York, presso la World of Wonder Gallery (Hollywood, California) e la Bromfield Gallery (Boston, Massachusetts). La maquette del libro per “Shoot the Arrow” e’ stata nominata dai giudici del Photography Book Now 2011 per un People's Choice Award nella categoria Fine Art. E’ rappresentata dalla galleria June Bateman Fine Art di New York, città dove vive e lavora. Per “Uncommon Intimacy” espone il progetto “Shoot the Arrow: the World Famous *BOB*”, presentato per la prima volta in Italia.
Contatti:
Spazio Labo’ | Centro di Fotografia
Via Frassinago 43/2c-d, Bologna
+ 39 328 3383634 | +39 339 4534132
www.spaziolabo.it
info@spaziolabo.it
Spazio Labo’ | Centro di Fotografia è un’associazione culturale nata a a Bologna a gennaio 2010 con l’obiettivo di diffondere la cultura della fotografia in tutte le sue accezioni ed usi e di farsi al contempo centro di ideazione e produzione fotografica: una realtà indipendente e aperta alla condivisione della passione per la fotografia a trecentosessanta gradi. L’intento primario di Spazio Labo’ è quello di diffondere il messaggio culturale della fotografia a Bologna e di essere un punto di riferimento per l’arte fotografica in città e non solo. La sede di Spazio Labo’, in centro cittadino, è al contempo una galleria espositiva di circa 100 mq dedicata esclusivamente alla produzione fotografica contemporanea, di giovani autori emergenti e di fotografi rinomati a livello internazionale; un centro di formazione e una scuola per tutti i livelli; un laboratorio progettuale continuo e aperto alla creatività individuale e di gruppo; un luogo di eventi dedicati alla fotografia, da presentazioni di libri a incontri con gli autori, seminari, lectures e dibattiti; una piazza di incontro e interscambio tra professionisti e appassionati di ogni nazionalità. Spazio Labo’ ospita inoltre una libreria specializzata aperta quotidianamente dove è possibile trovare libri e riviste nazionali e internazionali. Il forte legame che Spazio Labo’ ha con New York si istituzionalizza nel maggio 2010, quando lancia un programma educativo nella città dal titolo “Photography Workshop in New York”. Giunto alla terza edizione, il progetto consiste in workshop intensivi settimanali tenuti da artisti internazionali e rivolti a giovani fotografi. Spazio Labo’ ha già ospitato mostre personali di artisti internazionalmente noti quali: “We English” di Simon Roberts, “Fault Lines” di George Georgiou e “The Sochi Project” di Rob Hornstra. Parallelamente si dedica alla promozione di giovani fotografi emergenti, attraverso esposizioni collettive degli studenti che partecipano ai workshop e ai laboratori che organizza durante l’anno. Il Centro collabora inoltre con diversi festival come BilBOlbul_Festival Internazionale di Fumetto, SIFEST_Savignano Immagini Festival e Foiano Fotografia Festival.
collettiva “Uncommon Intimacy. Quattro fotografe e la scuola newyorchese”. La mostra resterà
aperta al pubblico, a ingresso libero, sino al 28 febbraio 2012 nei seguenti orari: da martedì a
venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, sabato dalle 16 alle 20. Chiuso lunedì, domenica e
festivi. Aperture straordinarie della mostra sono previste sabato 28 gennaio dalle 10 alle 13 e dalle
16 alle 24 e domenica 29 gennaio dalle dalle 16 alle 20. Sabato 28 gennaio, in occasione di Art
White Night, dalle 19 alle 24 Spazio Labo’ propone un evento speciale: la “Multimedia Night”.
La conferenza stampa di presentazione del progetto si terrà giovedì 19 gennaio 2012 alle ore 11:30
presso Spazio Labo’ | Centro di Fotografia.
La mostra, a cura di Laura De Marco e Erica McDonald, fa parte del circuito Arte Fiera Off 2012 e
ha l’intenzione di presentare, per la prima volta in Italia, il lavoro di quattro fotografe americane. Le
artiste in questione sono: Juliana Beasley, Amy Stein, Amy Touchette e la stessa Erica McDonald.
Sono due i temi su cui punta la mostra. Il primo è che tutte e quattro le artiste sono donne. La
scelta è stata appositamente compiuta dalle due curatrici per focalizzare l’attenzione del pubblico
italiano sulla presenza, sempre più attiva e consistente, di figure femminili di spicco nella fotografia
contemporanea. La seconda tematica è nella formazione, comune alle quattro artiste. Tutte hanno
studiato a New York, una città che diede vita a un sistema didattico che ha influenzato, più di ogni
altro, il mondo della fotografia dagli inizi del XX secolo. La mostra intende quindi proporre la
produzione fotografica newyorchese, presentata attraverso gli occhi di quattro donne.
Quattro fotografe formatesi ed operanti a New York sono le protagoniste dell’esposizione che Spazio Labo‘ propone nell’ambito del programma di Arte Fiera OFF 2012. Il progetto nasce dall’esigenza di mettere in luce il grande apporto che la componente femminile ha rappresentato e continua a rappresentare nel campo delle arti visive e specialmente della fotografia.
Nonostante il contributo fondamentale di numerose artiste che nel corso della storia hanno rivoluzionato il linguaggio e la struttura stessa del medium, la professione del „fotografo“ è sempre rimasta legata – nell’immaginario collettivo – ad un dimensione prettamente maschile che spesse volte non ha reso totalmente giustizia al lavoro di grandi figure di donne. Il progetto “Uncommon Intimacy” nasce dall’esigenza di aprire una finestra di qualità sull’universo fotografico femminile che al giorno d’oggi ha rivendicato la propria posizione guadagnando riconoscimenti prestigiosi e raggiungendo livelli qualitativi altissimi anche nell’insegnamento della materia. L’intento ultimo è stato quello di riuscire a guardare alla fotografia con un occhio diverso, per l’appunto femminile, ponendo l’attenzione sull’oggetto prodotto e al contempo sul soggetto operante, scegliendo delle artiste fortemente innovative per il panorama italiano ed accomunate da un duplice tratto: uno sguardo tipico dell’osservatore distaccato che pur conserva una connessione personale e intima col suo soggetto e una specifica formazione personale a New York City.
Juliana Beasley: nata nel 1967 a Philadelphia, ha studiato fotografia presso la Tisch School of the Arts della New York University. Avviata da giovanissima la carriera di fotografa professionista, Juliana ha collezionato una serie di riconoscimenti di altissimo spessore tra i quali: the Camera Club of New York (2006); the PX3 Human Condition Award (2008); the Aaron Siskind Award (2009). Nel 2007 e’ stata nominata per il International Center of Photography Infinity Awards e nel 2009 ha ricevuto un grant dal New Jersey Council of Arts. Nel 2007 il suo lavoro e’ stato acquisito dalla collezione permanente del Victoria & Albert Museum. E’ rappresentata dall’agenzia Contact Press Images di New York, città dove vive e lavora.
Per “Uncommon Intimacy” espone il progetto “Last stop: Rockaway Park”, presentato per la prima volta in Italia.
Erica McDonald: nata nel 1967 in Ohio, dopo essersi laureata alla New York University in Linguistica e Storia dell’Arte, ha iniziato a lavorare sotto la tutela dello stimato collezionista fotografico Joe Folberg della Vision Gallery di San Francisco. Al palesarsi dell’opportunità di dirigere la galleria di The Maine Photographic Workshops, Erica e’ partita verso Est e ha organizzato le mostre di alcuni dei più grandi creatori di immagini della storia della fotografia assistendo nel mentre Mary Ellen Mark e Costa Manos durante i loro workshops. Dopo aver lavorato come rappresentante di fotografi e come stampatore fine art, ha iniziato a focalizzare la sua attenzione sul suo lavoro personale. Come fotografa, negli ultimi anni ha lavorato su incarichi editoriali e non profit e ha investito se stessa nel progetto “The dark light of this nothing”. Le sue fotografie sono state commissionate e pubblicate da Mother Jones, The New York Times, Financial Times Weekend Magazine, Boston Magazine, YES! Magazine, El Mundo, The Epoch Times, The British Journal of Photography, The Week, The Globe Magazine, Search Magazine, Burn magazine online e Burn 01, 100 Eyes, Nonesuch Records e Rhino Records. Il suo lavoro fa anche parte di The Collector’s Guide to New Art Photography. Vive e lavora a New York City.
Per “Uncommon Intimacy” espone il progetto “The dark light of this nothing”, presentato per la prima volta in Italia.
Amy Stein: nata a Washington nel 1970, dopo una laurea in Scienze Politiche presso la James Madison University e un master sempre in Scienze Politiche presso l’University of Edinburgh in Scozia, nel 2006 ha ricevuto il suo Master of Fine Art in fotografia presso la School of Visual Arts di New York. Nello stesso anno ha vinto il premio Saatchi Gallery/Guardian Prize per la sua serie ”Domesticated” e nel 2007 è stata nominata tra i 15 più interessanti fotografi emergenti nel mondo dall’American Photo Magazine. Le immagini della serie “Domesticated” sono state raccolte in un libro (ed. Photolucida). Ha esposto in diverse mostre, personali e collettive, negli Stati Uniti e all’estero, e i suoi lavori sono presenti in numerose e importanti collezioni private e pubbliche come il Philadelphia Museum of Art, il Museum of Contemporary Photography, il Nevada Museum of Art, il Nerman Museum of Contemporary Art, la George Eastman House Photography Collection, il SMoCA e il West Collection. Insegna fotografia presso due fondamentali istituzioni didattiche newyorchesi: la Parsons The New School for Design e la School of Visual Arts. Vive e lavora a New York City. Per “Uncommon Intimacy” espone il progetto “Stranded”, presentato per la prima volta in Italia.
Amy Touchette: ha intrapreso la propria carriera artistica inizialmente come scrittrice e pittrice per poi dedicarsi esclusivamente alla fotografia, studiata presso l’International Center of Photography di New York. Attualmente lavora come teacher assistant presso lo stesso International Center of Photography e come scrittrice freelance per la rivistadi arte emergente “PDNedu”, parte del noto magazine Photo District News, per ASMP Bulletin, e per altri magazines. Le fotografie del suo progetto a lungo termine “Shoot the Arrow” sono state esposte in ambito nazionale ed internazionele, anche durante il Pingyao International Photography Festival (Shanxi, China), durante il Noorderlicht International Photofestival, presso la Noorderlicht Gallery (Groningen, Netherlands), presso la scuola dell’International Center of Photography di New York, presso la World of Wonder Gallery (Hollywood, California) e la Bromfield Gallery (Boston, Massachusetts). La maquette del libro per “Shoot the Arrow” e’ stata nominata dai giudici del Photography Book Now 2011 per un People's Choice Award nella categoria Fine Art. E’ rappresentata dalla galleria June Bateman Fine Art di New York, città dove vive e lavora. Per “Uncommon Intimacy” espone il progetto “Shoot the Arrow: the World Famous *BOB*”, presentato per la prima volta in Italia.
Contatti:
Spazio Labo’ | Centro di Fotografia
Via Frassinago 43/2c-d, Bologna
+ 39 328 3383634 | +39 339 4534132
www.spaziolabo.it
info@spaziolabo.it
Spazio Labo’ | Centro di Fotografia è un’associazione culturale nata a a Bologna a gennaio 2010 con l’obiettivo di diffondere la cultura della fotografia in tutte le sue accezioni ed usi e di farsi al contempo centro di ideazione e produzione fotografica: una realtà indipendente e aperta alla condivisione della passione per la fotografia a trecentosessanta gradi. L’intento primario di Spazio Labo’ è quello di diffondere il messaggio culturale della fotografia a Bologna e di essere un punto di riferimento per l’arte fotografica in città e non solo. La sede di Spazio Labo’, in centro cittadino, è al contempo una galleria espositiva di circa 100 mq dedicata esclusivamente alla produzione fotografica contemporanea, di giovani autori emergenti e di fotografi rinomati a livello internazionale; un centro di formazione e una scuola per tutti i livelli; un laboratorio progettuale continuo e aperto alla creatività individuale e di gruppo; un luogo di eventi dedicati alla fotografia, da presentazioni di libri a incontri con gli autori, seminari, lectures e dibattiti; una piazza di incontro e interscambio tra professionisti e appassionati di ogni nazionalità. Spazio Labo’ ospita inoltre una libreria specializzata aperta quotidianamente dove è possibile trovare libri e riviste nazionali e internazionali. Il forte legame che Spazio Labo’ ha con New York si istituzionalizza nel maggio 2010, quando lancia un programma educativo nella città dal titolo “Photography Workshop in New York”. Giunto alla terza edizione, il progetto consiste in workshop intensivi settimanali tenuti da artisti internazionali e rivolti a giovani fotografi. Spazio Labo’ ha già ospitato mostre personali di artisti internazionalmente noti quali: “We English” di Simon Roberts, “Fault Lines” di George Georgiou e “The Sochi Project” di Rob Hornstra. Parallelamente si dedica alla promozione di giovani fotografi emergenti, attraverso esposizioni collettive degli studenti che partecipano ai workshop e ai laboratori che organizza durante l’anno. Il Centro collabora inoltre con diversi festival come BilBOlbul_Festival Internazionale di Fumetto, SIFEST_Savignano Immagini Festival e Foiano Fotografia Festival.
27
gennaio 2012
Uncommon Intimacy. Quattro fotografe e la scuola newyorchese.
Dal 27 gennaio al 28 febbraio 2012
fotografia
Location
SPAZIO LABO’
Bologna, Strada Maggiore, 29, (Bologna)
Bologna, Strada Maggiore, 29, (Bologna)
Orario di apertura
da martedi' a venerdi ore 10-13 e 16-20; sabato ore 16-20.
Aperture straordinarie: sabato 28 gennaio 10-13 e 16-24; domenica 29 gennaio ore 16-20.
Evento speciale: sabato 28 gennaio ore 19-24, "Multimedia Night".
Vernissage
27 Gennaio 2012, ore 18:30.
Autore
Curatore