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Under pressure. Baldo Diodato a Copertino
Da mercoledì 18 dicembre le sale del Castello di Copertino ospiteranno la mostra Under pressure. Baldo Diodato a Copertino.
Baldo Diodato è tra gli artisti italiani più interessanti della sua generazione, per la capacità di rileggere la storia architettonica e sociale dei luoghi attraverso un linguaggio plastico di derivazione minimalista.
Comunicato stampa
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Da mercoledì 18 dicembre le sale del Castello di Copertino ospiteranno la mostra Under pressure. Baldo Diodato a Copertino.
Baldo Diodato è tra gli artisti italiani più interessanti della sua generazione, per la capacità di rileggere la storia architettonica e sociale dei luoghi attraverso un linguaggio plastico di derivazione minimalista. La mostra al Castello di Copertino è una selezione ragionata delle opere dell’artista attraverso i suoi anni di attività, che restituiscono il fulcro della ricerca di questo sperimentatore nomade. Insieme ai lavori verrà presentata un’installazione realizzata ad hoc con gli studenti degli istituti scolastici e dell’Accademia di Belle Arti di Lecce ed una performance che l’artista realizzerà insieme ai cittadini di Copertino nel centro storico della città.
Nato a Napoli nel 1938, dove si forma all'Accademia di Belle Arti per poi proseguire i suoi studi all'Accademia Albertina di Torino, dal 1966 ai primi anni Novanta, vive a New York per poi trasferirsi, nel 1992 a Roma.
Il confronto con la straordinaria e millenaria storia di Roma risulta di grande ispirazione: il maestro infatti utilizza grandi fogli dall’alluminio per realizzare calchi di sanpietrini e pavimentazioni antiche, attraverso un processo di acquisizione di tracce, anche infinitesimali, lasciate da milioni di persone in transito per le vie e le piazze. Realizza così altorilievi e bassorilievi che sintetizzano ciò che lo ha sempre ossessionato: il valore assoluto della forma.
Si basa infatti su un processo creativo che riguarda le metodologie dell’arte pubblica il percorso di Baldo Diodato, che spesso realizza i propri progetti chiedendo la collaborazione attiva delle comunità delle città in cui opera.
Lea Vergine, in occasione della mostra personale dell’artista alla Modern Art Agency di Lucio Amelio a Napoli nel 1966, l’ha definito, non a caso, “un assembleur dei nostri giorni”, aggiungendo che “Diodato è meridionale, sfacciatamente barocco, decorativo, ornamentale. Diodato è uno scenografo capace di mimare, la sagrestia, il cabaret, la vetrina dei grandi magazzini e l’altare, trasformando ironicamente tutto quanto i mass-media e il kitsch veicolano con assillo costante”.
Osservando oggi l’intera ricerca di Diodato emerge una doppia e persistente costante, che congiunge tra loro anche opere concepite a distanza di cinquant’anni e oltre: la pluralità dei materiali, anche industriali, adottati (con l’annessa capacità da eccentrico bricoleur di associarli) e la volontà di riflettere sulla conservazione di oggetti e visioni che rappresentano esempi di resistenza della memoria.
Baldo Diodato è tra gli artisti italiani più interessanti della sua generazione, per la capacità di rileggere la storia architettonica e sociale dei luoghi attraverso un linguaggio plastico di derivazione minimalista. La mostra al Castello di Copertino è una selezione ragionata delle opere dell’artista attraverso i suoi anni di attività, che restituiscono il fulcro della ricerca di questo sperimentatore nomade. Insieme ai lavori verrà presentata un’installazione realizzata ad hoc con gli studenti degli istituti scolastici e dell’Accademia di Belle Arti di Lecce ed una performance che l’artista realizzerà insieme ai cittadini di Copertino nel centro storico della città.
Nato a Napoli nel 1938, dove si forma all'Accademia di Belle Arti per poi proseguire i suoi studi all'Accademia Albertina di Torino, dal 1966 ai primi anni Novanta, vive a New York per poi trasferirsi, nel 1992 a Roma.
Il confronto con la straordinaria e millenaria storia di Roma risulta di grande ispirazione: il maestro infatti utilizza grandi fogli dall’alluminio per realizzare calchi di sanpietrini e pavimentazioni antiche, attraverso un processo di acquisizione di tracce, anche infinitesimali, lasciate da milioni di persone in transito per le vie e le piazze. Realizza così altorilievi e bassorilievi che sintetizzano ciò che lo ha sempre ossessionato: il valore assoluto della forma.
Si basa infatti su un processo creativo che riguarda le metodologie dell’arte pubblica il percorso di Baldo Diodato, che spesso realizza i propri progetti chiedendo la collaborazione attiva delle comunità delle città in cui opera.
Lea Vergine, in occasione della mostra personale dell’artista alla Modern Art Agency di Lucio Amelio a Napoli nel 1966, l’ha definito, non a caso, “un assembleur dei nostri giorni”, aggiungendo che “Diodato è meridionale, sfacciatamente barocco, decorativo, ornamentale. Diodato è uno scenografo capace di mimare, la sagrestia, il cabaret, la vetrina dei grandi magazzini e l’altare, trasformando ironicamente tutto quanto i mass-media e il kitsch veicolano con assillo costante”.
Osservando oggi l’intera ricerca di Diodato emerge una doppia e persistente costante, che congiunge tra loro anche opere concepite a distanza di cinquant’anni e oltre: la pluralità dei materiali, anche industriali, adottati (con l’annessa capacità da eccentrico bricoleur di associarli) e la volontà di riflettere sulla conservazione di oggetti e visioni che rappresentano esempi di resistenza della memoria.
18
dicembre 2019
Under pressure. Baldo Diodato a Copertino
Dal 18 dicembre 2019 al 21 marzo 2020
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Copertino
Copertino, (Lecce)
Copertino, (Lecce)
Biglietti
biglietto d’ingresso (Castello + mostra): € 5,00 (ridotto € 2.00).
Orario di apertura
Dal lunedì al sabato, dalle 8.30 alle 14.00 (chiusura al pubblico ore 13.30)
Vernissage
18 Dicembre 2019, ore 17.30
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