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Underpin
L’idea principe di questa collaborazione si sviluppa attorno all’importanza e alla particolarità di come si prepara la superficie della tela.
Comunicato stampa
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Nicholas John Jones e Andrew Smaldone si incontrano per la prima volta nel 2011 a Firenze dove Smaldone attualmente vive e dove, all’epoca, Jones stava facendo una residenza. Da allora i due artisti hanno mantenuto un dialogo sulla pittura tramite conversazioni, e-mail ed incontri occasionali. Recentemente questa conversazione si è evoluta in un desiderio di esporre e lavorare insieme e l’occasione si è proposta con una doppia mostra personale da EGG Visual Art.
L’idea principe di questa collaborazione si sviluppa attorno all’importanza e alla particolarità di come si prepara la superficie della tela.
Alla fine di maggio, mentre Smaldone leggeva un’intervista dell’artista belga Jef Verheyen, una citazione attirò la sua attenzione. Verheyen diceva: “Fontana era come un padre o un fratello maggiore per me. Ho imparato molto da lui. Ma si potrebbe anche trasformare la questione e chiedere che cosa Fontana ha imparato da me. Ad esempio, una volta che lui aveva visto le mie tele, avrebbe solo acquistato le sue tele di lino nelle Fiandre”. Ciò che colpisce di questo pensiero, per quanto riguarda la tela, è che amava utilizzare il lino usato da Verheyen ma al contempo avrebbe potuto semplicemente acquistare la sua tela a Milano.
Non è certo una grande novità per una artista la predilezione di un materiale rispetto ad un altro e non sempre la giusta superificie trasforma magicamente un dipinto di qualità mediocre in uno di intensa valenza culturale. Eppure sia Jones che Smaldone sentono che valga la pena richiamare l’attenzione sulla specificità della superficie ritenuta un fondamento di qualsiasi pittura.
Considerate le parole di Jones sul tema quando scrive: “Il processo creativo e formale che è alla base del mio lavoro potrebbe indurre ad un fraintendimento. La preparazione della superficie conferisce in realtà un aspetto umano, poetico ed emotivo al mio lavoro in divenire”.
Per Jones la superficie è il punto da cui il lavoro inizia formando la base della sua personalità. Ha sviluppato una serie di modi per rendere questo concetto più evidente nel lavoro: a volte usando frammenti di tela come parte del processo per poi riutilizzarli su altre tele, offrendo una composizione casuale.
Altre volte Jones prende una tela e la copre parzialmente di gesso lasciando la possibilità che il colore, applicato in fasi successive, non sia del tutto uniforme. Altri lavori, già cominciati, possono essere rimossi dai telai e successivamente rimontati con una dimensione ed un’angolazione diversa in maniera tale da modificarne radicalmente il lavoro. Jones continua a lavorare anche sui telai preparati nel modo più standard, selezionando una molteplice varietà di lini e di tele. Con queste tele sperimenta, applicando dei volumi di gesso diversi, un processo pittorico che parte dalla composizione stessa della tela con cui sta lavorando.
Gli interessi di Andrew Smaldone includono lo spazio, la luce, l’architettura, la percezione, e il tempo. Per comunicare in modo efficace questi temi si sottolinea molto l’importanza del “dente” nella composizione del lino. Una tela senza una certa ruvidità è assolutamente inutile per i suoi scopi. Il dente in quanto tale è una parte cruciale dell’atmosfera dei toni che lui cerca di ricreare con i suoi strati dipinti in modo molto sottile. Spesso il dente bianco della tela si percepisce attraverso il colore, diventando parte integrante dell’atmosfera e dando la sensazione generale del lavoro. E’ proprio una questione di “sentirsi” tra l’artista e la tela che permette a Smaldone di trovare il giusto equilibrio tra il colore, che sembra esistere all’interno della tela stessa, e la superficie già preparata di gesso.
Il supporto su cui un pittore lavora è così fondamentale che potrebbe essere facilmente trascurato – certamente se l’artista sta montando la tela nel modo in cui consideriamo standard. In questo caso gli spettatori sono incoraggiati a considerare le superfici come il seme da cui un dipinto cresce, che colpisce fisicamente il lavoro, in maniera da far emergere somiglianze e differenze per quanto riguarda lo spazio che ogni artista crea sul piano dell’immagine dipinta e il contenuto che esalta.
NICHOLAS JOHN JONES è un artista inglese, curatore ed imprenditore culturale che lavora tra Londra e Oslo. Nicholas ha viaggiato molto, ha vissuto in Australia per due anni ed ha partecipato a residenze artistiche in Italia, Cina, Giappone e Svizzera. Ha una laurea master in pittura conseguita alla Slade School of Fine Art nel 2011 ed è attualmente direttore artistico di JKL libri oltre che direttore fondatore di PRAKSIS – un nuovo centro d’arte internazionale in Norvegia.
ANDREW SMALDONE è un artista americano, scrittore ed educatore che lavora a Firenze. Nelle opere di Andrew è visibile la sua personale ricerca tra superficie e spazio, un processo iniziato nel 2005 mentre seguiva il master in Belle Arti alla Central St. Martins College of Art and Design a Londra. Vincitore del prestigioso Pollock-Krasner Foundation Grant per il 2015. È Accademic Dean alla scuola SRISA di Firenze e collabora con la number_5, piattaforma Svizzera di arte ed architettura.
L’idea principe di questa collaborazione si sviluppa attorno all’importanza e alla particolarità di come si prepara la superficie della tela.
Alla fine di maggio, mentre Smaldone leggeva un’intervista dell’artista belga Jef Verheyen, una citazione attirò la sua attenzione. Verheyen diceva: “Fontana era come un padre o un fratello maggiore per me. Ho imparato molto da lui. Ma si potrebbe anche trasformare la questione e chiedere che cosa Fontana ha imparato da me. Ad esempio, una volta che lui aveva visto le mie tele, avrebbe solo acquistato le sue tele di lino nelle Fiandre”. Ciò che colpisce di questo pensiero, per quanto riguarda la tela, è che amava utilizzare il lino usato da Verheyen ma al contempo avrebbe potuto semplicemente acquistare la sua tela a Milano.
Non è certo una grande novità per una artista la predilezione di un materiale rispetto ad un altro e non sempre la giusta superificie trasforma magicamente un dipinto di qualità mediocre in uno di intensa valenza culturale. Eppure sia Jones che Smaldone sentono che valga la pena richiamare l’attenzione sulla specificità della superficie ritenuta un fondamento di qualsiasi pittura.
Considerate le parole di Jones sul tema quando scrive: “Il processo creativo e formale che è alla base del mio lavoro potrebbe indurre ad un fraintendimento. La preparazione della superficie conferisce in realtà un aspetto umano, poetico ed emotivo al mio lavoro in divenire”.
Per Jones la superficie è il punto da cui il lavoro inizia formando la base della sua personalità. Ha sviluppato una serie di modi per rendere questo concetto più evidente nel lavoro: a volte usando frammenti di tela come parte del processo per poi riutilizzarli su altre tele, offrendo una composizione casuale.
Altre volte Jones prende una tela e la copre parzialmente di gesso lasciando la possibilità che il colore, applicato in fasi successive, non sia del tutto uniforme. Altri lavori, già cominciati, possono essere rimossi dai telai e successivamente rimontati con una dimensione ed un’angolazione diversa in maniera tale da modificarne radicalmente il lavoro. Jones continua a lavorare anche sui telai preparati nel modo più standard, selezionando una molteplice varietà di lini e di tele. Con queste tele sperimenta, applicando dei volumi di gesso diversi, un processo pittorico che parte dalla composizione stessa della tela con cui sta lavorando.
Gli interessi di Andrew Smaldone includono lo spazio, la luce, l’architettura, la percezione, e il tempo. Per comunicare in modo efficace questi temi si sottolinea molto l’importanza del “dente” nella composizione del lino. Una tela senza una certa ruvidità è assolutamente inutile per i suoi scopi. Il dente in quanto tale è una parte cruciale dell’atmosfera dei toni che lui cerca di ricreare con i suoi strati dipinti in modo molto sottile. Spesso il dente bianco della tela si percepisce attraverso il colore, diventando parte integrante dell’atmosfera e dando la sensazione generale del lavoro. E’ proprio una questione di “sentirsi” tra l’artista e la tela che permette a Smaldone di trovare il giusto equilibrio tra il colore, che sembra esistere all’interno della tela stessa, e la superficie già preparata di gesso.
Il supporto su cui un pittore lavora è così fondamentale che potrebbe essere facilmente trascurato – certamente se l’artista sta montando la tela nel modo in cui consideriamo standard. In questo caso gli spettatori sono incoraggiati a considerare le superfici come il seme da cui un dipinto cresce, che colpisce fisicamente il lavoro, in maniera da far emergere somiglianze e differenze per quanto riguarda lo spazio che ogni artista crea sul piano dell’immagine dipinta e il contenuto che esalta.
NICHOLAS JOHN JONES è un artista inglese, curatore ed imprenditore culturale che lavora tra Londra e Oslo. Nicholas ha viaggiato molto, ha vissuto in Australia per due anni ed ha partecipato a residenze artistiche in Italia, Cina, Giappone e Svizzera. Ha una laurea master in pittura conseguita alla Slade School of Fine Art nel 2011 ed è attualmente direttore artistico di JKL libri oltre che direttore fondatore di PRAKSIS – un nuovo centro d’arte internazionale in Norvegia.
ANDREW SMALDONE è un artista americano, scrittore ed educatore che lavora a Firenze. Nelle opere di Andrew è visibile la sua personale ricerca tra superficie e spazio, un processo iniziato nel 2005 mentre seguiva il master in Belle Arti alla Central St. Martins College of Art and Design a Londra. Vincitore del prestigioso Pollock-Krasner Foundation Grant per il 2015. È Accademic Dean alla scuola SRISA di Firenze e collabora con la number_5, piattaforma Svizzera di arte ed architettura.
28
novembre 2015
Underpin
Dal 28 novembre al 20 dicembre 2015
arte contemporanea
Location
EGG VISUAL ART
Livorno, Via Del Platano, 10, (Livorno)
Livorno, Via Del Platano, 10, (Livorno)
Orario di apertura
Venerdì e sabato dalle 17.00 alle 19.00
Vernissage
28 Novembre 2015, ore 18.00
Autore