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UNHEIMLICH: Sabrina Muzi/ Petri-Paselli
Unheimlich è il titolo del nuovo progetto presso Novella Guerra. Abbiamo scelto di riprendere il termine freudiano in tedesco, anziché nella sua più familiare traduzione italiana “perturbante”, perché l’etimo tedesco ne racchiude perfettamente i passaggi di senso che diventano chiave di lettura degli artisti ospiti in questa occasione. Il prefisso negativizzante “UN” infatti nega il seguente “HEIMLICH” che rimanda a “casalingo”, “familiare”, dunque l’”unhemlich” è ciò che non ci appartiene più, ciò che si è in qualche modo allontanato da noi, dal nostro contesto, dalle nostre abitudini, ma che a volte torna inaspettatamente provocandoci una vertigine, un senso di vuoto o comunque di turbamento. Sabrina Muzi e Petri–Paselli si pongono come “viandanti del senso”, cercando l’una un codice interpretativo della propria interiorità tramite simboli riportati alla luce e gli altri attraverso un viaggio a ritroso nell’infanzia che svela affascinanti e stranianti corrispondenze tra fanciullezza e feticismo.
riprendere il termine freudiano in tedesco, anziché nella sua più familiare traduzione
italiana “perturbante”, perché l’etimo tedesco ne racchiude perfettamente i passaggi di
senso che diventano chiave di lettura degli artisti ospiti in questa occasione. Il prefisso
negativizzante “UN” infatti nega il seguente “HEIMLICH” che rimanda a “casalingo”,
“familiare”, dunque l’”unhemlich” è ciò che non ci appartiene più, ciò che si è in qualche
modo allontanato da noi, dal nostro contesto, dalle nostre abitudini, ma che a volte torna
inaspettatamente provocandoci una vertigine, un senso di vuoto o comunque di
turbamento. Sabrina Muzi e Petri–Paselli si pongono come “viandanti del senso”,
cercando l’una un codice interpretativo della propria interiorità tramite simboli riportati alla
luce e gli altri attraverso un viaggio a ritroso nell’infanzia che svela affascinanti e stranianti
corrispondenze tra fanciullezza e feticismo.
Sabrina Muzi
L’installazione di Sabrina Muzi richiama il mondo dei simboli legati alla storia arcaicaarcheologica-mitologica sintetizzati in una serie di “segni” che l’artista sviluppa attraverso
un passaggio di mutazione da una forma all’altra.
Nel gioco enigmatico del riconoscimento e del significato essi sembrano suggerire
‘periodi’, ‘fasi’, ‘tradizioni’, ‘superstizioni’, rinviando allo stesso tempo alla forza evocativa
del segno come valore di espressione al di là di ogni rappresentazione. Accomunate
dall’elemento terra di cui sono composte, le forme poste sul pavimento, tessono un
accordo sincronico tra passato, presente e futuro.
UNHEIMLICH: Sabrina Muzi/ Petri-Paselli
Imola, Via Bergullo, 15, (Bologna)