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Unico Multiplo
Identità a confronto tra spazio fisico e mentale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Intervenire in uno spazio già molto connotato significa relazionare la
propria creatività con una storia, con una personalità. E’ da questo
presupposto che prende avvio Unico Multiplo, un lavoro progettato dal
collettivo formato da Daniela Barulli, Matteo Berra e Claudia Maina.
Gli artisti hanno pensato ad una installazione, appunto, come “spazio
di relazione” con l’ambiente, interno ed esterno della galleria, ma
anche con l’idea che “occupa” e definisce lo spazio espositivo voluto
da Tufano.
Anziché nascondere con il loro intervento lo spazio hanno deciso di
trasformarlo unendo la loro creatività a quella di chi li ospita. Con
l’intento di ripercorrere la storia dello studio gli artisti hanno
tradotto visivamente per tratti la vicenda artistica di Giovanni Tufano
e la sua idea del “creare lasciando creare”. Sovrapponendosi a questa
idea che portò Tufano a una serie di azioni artistiche che hanno
progressivamente lasciato spazio alla creatività degli altri per poi
tornare a rivisitare il proprio lavoro con opere concrete (collage di
testi e immagini) i tre artisti si confrontano a loro volta con questo
particolare concetto artistico. Come una sorta di Torre di Babele una
struttura in ferro occupa il centro dello spazio raccogliendo al suo
interno diverse diapositive illuminate di immagini tratte dalla
documentazione degli eventi che si sono susseguiti nello spazio Tufano.
Realizzata con mezzi semplici e mobili tale struttura-scultura si
costituisce quindi quale meccanismo transitabile in quanto accoglie i
visitatori al suo interno trasportandolo in una dimensione diversa. Qui
le diverse attività (mostre, conferenze, incontri conviviali)
rappresentate nelle immagini si uniscono nella molteplicità di
linguaggi – o lingue per mantenere la parafrasi della torre.
La scelta dei soggetti da inserire in questa struttura evidenzia una
posizione critica e allo stesso temo creativa che lascia poco spazio a
nostalgia per il passato o emotività. Gli artisti sembrano volersi
confrontare “scientificamente” con lo spazio mentale di Tufano.
L’intera struttura infatti appare connotata da un senso costruttivo
molto razionale; una visione distaccata nata dal desiderio di
affrontare lo spazio con la propria specifica e individuale storia.
Un precedente storico di tale idea potrebbero senz’altro essere le
opere di Maholy-Nagy dove forma e colore sono in stretta relazione con
l’idea di uno spazio dinamico.
Solo il rumore delle gambe mobili di ferro che pendono dalla zona
centrale introduce una nota più intima nell’opera. Il passaggio attiva
un movimento della struttura. Allo stesso modo in cui l’occupazione del
suo spazio creativo, che è anche la sua abitazione, ha continuato in
questi anni l’attività artistica di Tufano stesso. Il “creare lasciando
creare” trova dunque in Unico Multiplo piena di identità. Non solo tre
artisti, quindi, ma anche chiunque entra in relazione con l’opera e con
lo spazio contribuiscono a fare della creatività un’esperienza
collettiva, che va oltre i limiti dello spazio fisico e della
personalità del singolo artista.
Elena Di Raddo
propria creatività con una storia, con una personalità. E’ da questo
presupposto che prende avvio Unico Multiplo, un lavoro progettato dal
collettivo formato da Daniela Barulli, Matteo Berra e Claudia Maina.
Gli artisti hanno pensato ad una installazione, appunto, come “spazio
di relazione” con l’ambiente, interno ed esterno della galleria, ma
anche con l’idea che “occupa” e definisce lo spazio espositivo voluto
da Tufano.
Anziché nascondere con il loro intervento lo spazio hanno deciso di
trasformarlo unendo la loro creatività a quella di chi li ospita. Con
l’intento di ripercorrere la storia dello studio gli artisti hanno
tradotto visivamente per tratti la vicenda artistica di Giovanni Tufano
e la sua idea del “creare lasciando creare”. Sovrapponendosi a questa
idea che portò Tufano a una serie di azioni artistiche che hanno
progressivamente lasciato spazio alla creatività degli altri per poi
tornare a rivisitare il proprio lavoro con opere concrete (collage di
testi e immagini) i tre artisti si confrontano a loro volta con questo
particolare concetto artistico. Come una sorta di Torre di Babele una
struttura in ferro occupa il centro dello spazio raccogliendo al suo
interno diverse diapositive illuminate di immagini tratte dalla
documentazione degli eventi che si sono susseguiti nello spazio Tufano.
Realizzata con mezzi semplici e mobili tale struttura-scultura si
costituisce quindi quale meccanismo transitabile in quanto accoglie i
visitatori al suo interno trasportandolo in una dimensione diversa. Qui
le diverse attività (mostre, conferenze, incontri conviviali)
rappresentate nelle immagini si uniscono nella molteplicità di
linguaggi – o lingue per mantenere la parafrasi della torre.
La scelta dei soggetti da inserire in questa struttura evidenzia una
posizione critica e allo stesso temo creativa che lascia poco spazio a
nostalgia per il passato o emotività. Gli artisti sembrano volersi
confrontare “scientificamente” con lo spazio mentale di Tufano.
L’intera struttura infatti appare connotata da un senso costruttivo
molto razionale; una visione distaccata nata dal desiderio di
affrontare lo spazio con la propria specifica e individuale storia.
Un precedente storico di tale idea potrebbero senz’altro essere le
opere di Maholy-Nagy dove forma e colore sono in stretta relazione con
l’idea di uno spazio dinamico.
Solo il rumore delle gambe mobili di ferro che pendono dalla zona
centrale introduce una nota più intima nell’opera. Il passaggio attiva
un movimento della struttura. Allo stesso modo in cui l’occupazione del
suo spazio creativo, che è anche la sua abitazione, ha continuato in
questi anni l’attività artistica di Tufano stesso. Il “creare lasciando
creare” trova dunque in Unico Multiplo piena di identità. Non solo tre
artisti, quindi, ma anche chiunque entra in relazione con l’opera e con
lo spazio contribuiscono a fare della creatività un’esperienza
collettiva, che va oltre i limiti dello spazio fisico e della
personalità del singolo artista.
Elena Di Raddo
10
maggio 2006
Unico Multiplo
Dal 10 al 22 maggio 2006
incontro - conferenza
giovane arte
giovane arte
Location
TUFANO STUDIO 25
Milano, Via Monfalcone, 34/a, (Milano)
Milano, Via Monfalcone, 34/a, (Milano)
Orario di apertura
per appuntamento dal martedì al venerdì
10 Maggio 2006 dalle ore 11.00 alle 21
15 Maggio 2006 dalle ore 18.30 alle 21
Autore
Curatore