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UNIONE DEI POPOLI – Rapporti, comportamenti, abitudini
I sei artisti Mathieu Weemaels, Gabriella Giuriato, Mauro Vaia, Mirella Boso, Dino Paccagnella, Sabina Romanin sono stati selezionati in base alla originalità della propria ricerca basata sul potere della trasformazione della società, sullo stimolo alla riflessione.
Comunicato stampa
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C’è una gioia nei boschi inesplorati,
C’è un’estasi sulla spiaggia solitaria,
C’è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo,
e c’è musica nel suo boato.
Io non amo l’uomo di meno, ma la Natura di più.
Dal film: Into the Wild di Sean Penn (tratto dal libro Jon Krakauer)
UNIONE DEI POPOLI – Rapporti, comportamenti, abitudini
1 – 30 settembre 2024
VENEZIA Campo del Ghetto Novo 2918
Vernissage sabato 7 settembre 2024 ore 19.00
A cura di Adolfina de Stefani
UNIONE DEI POPOLI – Rapporti, comportamenti, abitudini è il titolo della mostra che la Galleria VISIONI ALTRE presenta in concomitanza con la 60° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia 2024.
Un occasione per raccontare attraverso l’opera il ruolo dello straniero nello scenario quotidiano delle nostre città.
Rapporti, comportamenti, abitudini, disagi interiori cambiamento culturale nel quale fare “crescere o decrescere ” le conoscenze del mondo dell’Arte.
Contaminazioni o intrusioni nella fusione delle arti e contaminazioni nella creatività dell’artista.
I sei artisti Mathieu Weemaels, Gabriella Giuriato, Mauro Vaia, Mirella Boso, Dino Paccagnella, Sabina Romanin sono stati selezionati in base alla originalità della propria ricerca basata sul potere della trasformazione della società, sullo stimolo alla riflessione, aprendo il dialogo con prospettive trasparenti lontano da preconcetti statici del senso comune.
L’arte portavoce dei mutamenti, in questo periodo storico di cambiamenti è un terreno fertile per la creatività capace di rimuovere terreni sterili per nuovi percorsi proiettati in avanti.
Mathieu Veemaels : « Il vero soggetto dei miei dipinti è la contemplazione di cose semplici a cui la luce del nord del Belgio porta un filo di nostalgia. » Artista e pittore contemporaneo trae ispirazione dagli ambienti intimi, silenziosi, poetici dove il silenzio è la regola per la riflessione sulla propria esistenza. Dipinge tele astratte in cui rappresenta elementi semplici del mondo reale. Il suo lavoro si distingue per una forte relazione con i materiali che usa. Inizia con i pastelli asciutti che realizza da sé e che ama per la loro morbidezza e leggerezza, quindi si rivolge alla pittura con oli che gli consentono di rielaborare i suoi dipinti ancora e ancora.
Gabriella Giuriato: artista veneziana, la sua poetica si nutre degli stimoli originati dalle provocazioni di movimenti quali Dada, Futurismo e Surrealismo, correnti d’avanguardia del XX secolo, mediate operazioni concettuali che sconfinano nel METAFISICO.
Nella sua fase creativa l’artista lavora tenendo ben presenti elementi formativi stabilizzati, quali il segno (geometrico per lo più), la superficie, il colore, il collage, che diventa il principale elemento dell’opera.
E’ un linguaggio la cui comprensione richiede I tempi pacati della riflessione, una sosta necessaria a recuperare la dimensione ludica non priva di una matura consapevolezza ironica. I suoi collage e le sue installazioni hanno un unico filo conduttore che passa per la conoscenza, per l’apertura culturale e per la curiosa e insaziabile voglia di comunicare attraverso il proprio mezzo espressivo.
La geometria, le figure solide, I fondi piatti e perfetti non abbandonano mai lo spettatore, accompagnandolo alla straordinaria scoperta di un cromatismo mutevole - spesso materico - e di una commistione di vari linguaggi che accomunano il suo “fare arte” ad uno spettacolo teatrale senza fine.
Mauro Vaia si distingue per la sua particolare tavolozza intrisa di un cromatismo sempre delicato ed equilibrato dove le velature lasciano emergere figure espressive e nello stesso tempo determinate.
Grande cultore, delle avanguardie del primo novecento, dove trova lo stimolo per comprendere la tecnica pittorica dei grandi pittori, riproduce ricercandone le campiture, le sfumature e le tecniche dei capolavori di Egon Schiele e di Edvard Munch. Con attenta osservazione cerca negli strati pittorici le inquietudini i disagi che emanano le grandi opere dei grandi maestri. Attratto dai temi drammatici, in particolare dove i soggetti rappresentati sono la figura femminile cerva di penetrare negli stati d’animo del pittore che ha originato l’opera e trasferire sulla tela quella forte emozione provata.
Mirella Boso, L'albero che cresce da un piccolo seme diviene metafora della creatività; l'umanità come una foresta dove le radici degli alberi diventano segno di appartenenza: le differenze sono esterne, ogni albero dà frutti diversi così come le Culture sono diverse fra loro, le radici sono però condivise, sono messe in comune, si tengono strette le une alle altre; valorizzare le nostre radici per fare crescere i cambiamenti culturali. Tre lavori sono stampati su acetato, sono trasparenti per sottolineare comunque la latente fragilità delle nostre 'foreste'.
Dino Paccagnella, dal suo percorso di formazione e contemporaneamente l’insegnamento, possiamo dedurre che Dino Paccagnella, non ha mai tralasciato lo studio della Forma e Figurazione di Klee, la Teoria del colore di Kandinskij e di Itten.
Questi studi, hanno creato le solide basi per una ricerca personale che dopo le esperienze evocative fine anni ’70 e 80, si concretizza nel 2019 in una nuova stagione che re-inventa la realtà e ne racconta la potenza emotiva attraverso forme geometriche, colori e segni.
La strada è aperta a suggestioni e riflessioni che fanno parte del suo vissuto. “L’umanità è l’unica cosa che mi interessa. Non posso fare nulla senza un caldo sentimento umano” scrive Lyonel Feininger, ecco, queste parole si adattano molto bene al nostro artista che affronta tematiche attuali come la guerra: in Bagliori nel delirio dell’annientamento, il viola inquietante diventa presagio tragico tra lampi e l’architettura compositiva che sembra gridare.
Ecco allora che la geometria e la rigorosità compositiva attraverso forme e colori fondamentali trova soluzioni che assumono un carattere simbolico.
Le opere dell’artista parlano di bellezza che si fa sentimento e che solo così trova compimento, quel sentimento che trasmette la materia che guida il suo percorso di uomo e di artista.
Sabina Romanin presenta una serie di ritratti tra astrazione e figurazione, una rivisitazione personale contemporanea del tradizionale tema del ritratto, con la tecnica dell’arte tessile.
Cinque sono le opere: ragazza, attesa, autoritratto e due tele sul tema delle Tre Grazie. La grazia e la gentilezza che l’artista riesce a trasmettere attraverso la delicatezza dei segni leggeri rappresentati attraverso il filo e la macchina da cucire è sempre stata la sua caratteristica, come una macchina fotografica imprime attraverso l’obbiettivo una immagine l’artista rappresenta l’animo interiore oltre che la fisionomia dei personaggi.
C’è un’estasi sulla spiaggia solitaria,
C’è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo,
e c’è musica nel suo boato.
Io non amo l’uomo di meno, ma la Natura di più.
Dal film: Into the Wild di Sean Penn (tratto dal libro Jon Krakauer)
UNIONE DEI POPOLI – Rapporti, comportamenti, abitudini
1 – 30 settembre 2024
VENEZIA Campo del Ghetto Novo 2918
Vernissage sabato 7 settembre 2024 ore 19.00
A cura di Adolfina de Stefani
UNIONE DEI POPOLI – Rapporti, comportamenti, abitudini è il titolo della mostra che la Galleria VISIONI ALTRE presenta in concomitanza con la 60° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia 2024.
Un occasione per raccontare attraverso l’opera il ruolo dello straniero nello scenario quotidiano delle nostre città.
Rapporti, comportamenti, abitudini, disagi interiori cambiamento culturale nel quale fare “crescere o decrescere ” le conoscenze del mondo dell’Arte.
Contaminazioni o intrusioni nella fusione delle arti e contaminazioni nella creatività dell’artista.
I sei artisti Mathieu Weemaels, Gabriella Giuriato, Mauro Vaia, Mirella Boso, Dino Paccagnella, Sabina Romanin sono stati selezionati in base alla originalità della propria ricerca basata sul potere della trasformazione della società, sullo stimolo alla riflessione, aprendo il dialogo con prospettive trasparenti lontano da preconcetti statici del senso comune.
L’arte portavoce dei mutamenti, in questo periodo storico di cambiamenti è un terreno fertile per la creatività capace di rimuovere terreni sterili per nuovi percorsi proiettati in avanti.
Mathieu Veemaels : « Il vero soggetto dei miei dipinti è la contemplazione di cose semplici a cui la luce del nord del Belgio porta un filo di nostalgia. » Artista e pittore contemporaneo trae ispirazione dagli ambienti intimi, silenziosi, poetici dove il silenzio è la regola per la riflessione sulla propria esistenza. Dipinge tele astratte in cui rappresenta elementi semplici del mondo reale. Il suo lavoro si distingue per una forte relazione con i materiali che usa. Inizia con i pastelli asciutti che realizza da sé e che ama per la loro morbidezza e leggerezza, quindi si rivolge alla pittura con oli che gli consentono di rielaborare i suoi dipinti ancora e ancora.
Gabriella Giuriato: artista veneziana, la sua poetica si nutre degli stimoli originati dalle provocazioni di movimenti quali Dada, Futurismo e Surrealismo, correnti d’avanguardia del XX secolo, mediate operazioni concettuali che sconfinano nel METAFISICO.
Nella sua fase creativa l’artista lavora tenendo ben presenti elementi formativi stabilizzati, quali il segno (geometrico per lo più), la superficie, il colore, il collage, che diventa il principale elemento dell’opera.
E’ un linguaggio la cui comprensione richiede I tempi pacati della riflessione, una sosta necessaria a recuperare la dimensione ludica non priva di una matura consapevolezza ironica. I suoi collage e le sue installazioni hanno un unico filo conduttore che passa per la conoscenza, per l’apertura culturale e per la curiosa e insaziabile voglia di comunicare attraverso il proprio mezzo espressivo.
La geometria, le figure solide, I fondi piatti e perfetti non abbandonano mai lo spettatore, accompagnandolo alla straordinaria scoperta di un cromatismo mutevole - spesso materico - e di una commistione di vari linguaggi che accomunano il suo “fare arte” ad uno spettacolo teatrale senza fine.
Mauro Vaia si distingue per la sua particolare tavolozza intrisa di un cromatismo sempre delicato ed equilibrato dove le velature lasciano emergere figure espressive e nello stesso tempo determinate.
Grande cultore, delle avanguardie del primo novecento, dove trova lo stimolo per comprendere la tecnica pittorica dei grandi pittori, riproduce ricercandone le campiture, le sfumature e le tecniche dei capolavori di Egon Schiele e di Edvard Munch. Con attenta osservazione cerca negli strati pittorici le inquietudini i disagi che emanano le grandi opere dei grandi maestri. Attratto dai temi drammatici, in particolare dove i soggetti rappresentati sono la figura femminile cerva di penetrare negli stati d’animo del pittore che ha originato l’opera e trasferire sulla tela quella forte emozione provata.
Mirella Boso, L'albero che cresce da un piccolo seme diviene metafora della creatività; l'umanità come una foresta dove le radici degli alberi diventano segno di appartenenza: le differenze sono esterne, ogni albero dà frutti diversi così come le Culture sono diverse fra loro, le radici sono però condivise, sono messe in comune, si tengono strette le une alle altre; valorizzare le nostre radici per fare crescere i cambiamenti culturali. Tre lavori sono stampati su acetato, sono trasparenti per sottolineare comunque la latente fragilità delle nostre 'foreste'.
Dino Paccagnella, dal suo percorso di formazione e contemporaneamente l’insegnamento, possiamo dedurre che Dino Paccagnella, non ha mai tralasciato lo studio della Forma e Figurazione di Klee, la Teoria del colore di Kandinskij e di Itten.
Questi studi, hanno creato le solide basi per una ricerca personale che dopo le esperienze evocative fine anni ’70 e 80, si concretizza nel 2019 in una nuova stagione che re-inventa la realtà e ne racconta la potenza emotiva attraverso forme geometriche, colori e segni.
La strada è aperta a suggestioni e riflessioni che fanno parte del suo vissuto. “L’umanità è l’unica cosa che mi interessa. Non posso fare nulla senza un caldo sentimento umano” scrive Lyonel Feininger, ecco, queste parole si adattano molto bene al nostro artista che affronta tematiche attuali come la guerra: in Bagliori nel delirio dell’annientamento, il viola inquietante diventa presagio tragico tra lampi e l’architettura compositiva che sembra gridare.
Ecco allora che la geometria e la rigorosità compositiva attraverso forme e colori fondamentali trova soluzioni che assumono un carattere simbolico.
Le opere dell’artista parlano di bellezza che si fa sentimento e che solo così trova compimento, quel sentimento che trasmette la materia che guida il suo percorso di uomo e di artista.
Sabina Romanin presenta una serie di ritratti tra astrazione e figurazione, una rivisitazione personale contemporanea del tradizionale tema del ritratto, con la tecnica dell’arte tessile.
Cinque sono le opere: ragazza, attesa, autoritratto e due tele sul tema delle Tre Grazie. La grazia e la gentilezza che l’artista riesce a trasmettere attraverso la delicatezza dei segni leggeri rappresentati attraverso il filo e la macchina da cucire è sempre stata la sua caratteristica, come una macchina fotografica imprime attraverso l’obbiettivo una immagine l’artista rappresenta l’animo interiore oltre che la fisionomia dei personaggi.
07
settembre 2024
UNIONE DEI POPOLI – Rapporti, comportamenti, abitudini
Dal 07 al 30 settembre 2024
arte contemporanea
Location
VISIONI ALTRE
Venezia, Campo del Ghetto Novo , 2918
Venezia, Campo del Ghetto Novo , 2918
Orario di apertura
11-14 | 17-20
Vernissage
7 Settembre 2024, 19 - 21
Sito web
Ufficio stampa
VISIONI ALTRE
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico