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Uno sguardo italiano
La mostra, a cura di Elio Grazioli, non offre un racconto unico, ma piuttosto una costellazione di intenti e preoccupazioni, di sensibilità e attitudini: l’identità di uno sguardo italiano o «Sguardo italiano» in realtà proviene dall’insieme degli incontri e riferimenti.
Comunicato stampa
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Nata per un numero speciale della rivista “Cartaditalia” dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, la selezione di artisti di questa mostra presenta uno spaccato della recente fotografia italiana cercando di render conto al tempo stesso della varietà degli esiti e se non una tendenza comunque una comunanza di atteggiamento e di sguardo che aiuta a comprendere i caratteri di una linea italiana della fotografia.
Secondo il curatore Elio Grazioli, essa è costituzionalmente non omogenea e lineare, essa è, invece, composta di individualità e trasversale: “È la ‘poetica’ dei singoli artisti, a noi sembra, quello che li rende originali e irriducibili, e ciò che in ogni caso vogliamo più evidenziare. Del resto è sempre essa a farceli chiamare ‘artisti’ ancor prima che ‘fotografi’ al di là di qualsiasi scelta linguistica o formale”.
Ma, a monte, perché la fotografia? Perché ancora la fotografia?
“Perché la fotografia oggi a noi pare posta in un punto di snodo molto particolare. Non più affannata ad affinare una tecnica o a inseguire un’estetica derivata da altre forme espressive e neppure più a convincere di averne una propria, anzi al crocevia di una possibile ‘rivoluzione’, quella digitale-virtuale, essa si interroga su scala molto più ampia, più generale e più dettagliata al tempo stesso: più generale perché si chiede che cosa sia una ‘immagine’ in quest’epoca in cui non si parla d’altro; più dettagliata perché oggi più che mai ci si accorge che basta un minimo cambio di luce, di stampa, di inquadratura, di composizione, a volte addirittura anche solo di contesto o di intenzione, vorremo dire di sguardo, e l’immagine fotografica, per niente meccanica, cambia totalmente. Si riscoprono cioè in tutta la loro potenzialità sia la magia, se così si può ancora dire, sia la costruzione, cioè le trasformazioni anche in questi campi che la fotografia ha introdotto e introduce. Da un lato oggi la fotografia è la chiave di comprensione della comunicazione, dall’altro essa ci fa ‘impazzire per la pietà’, come invitava Roland Barthes sulla scorta di Nietzsche”. Con questa selezione si è tentato di rendere conto di tutto questo, non secondo una linea ordinata bensì attraverso una costellazione che restituisce sensibilità e preoccupazioni, intenti e atteggiamenti.
Elio Grazioli è critico d'arte contemporanea, insegna Storia dell'arte contemporanea all'Università e all'Accademia di Belle Arti di Bergamo. È direttore artistico della manifestazione "Fotografia Europea" di Reggio Emilia e codirettore della collana editoriale "Riga" per l'editore Marcos y Marcos, per la quale ha curato i volumi dedicati a Marcel Duchamp (1993), Alberto Giacometti (1996), Pablo Picasso (1996), Constantin Brancusi (2001), Francis Picabia (2003), Kurt Schwitters (2009). Ha pubblicato: Corpo e figura umana nella fotografia (1998), Arte e pubblicità (2001), La polvere nell'arte (2004), Piero Manzoni (2007), Ugo Mulas (2010).
Secondo il curatore Elio Grazioli, essa è costituzionalmente non omogenea e lineare, essa è, invece, composta di individualità e trasversale: “È la ‘poetica’ dei singoli artisti, a noi sembra, quello che li rende originali e irriducibili, e ciò che in ogni caso vogliamo più evidenziare. Del resto è sempre essa a farceli chiamare ‘artisti’ ancor prima che ‘fotografi’ al di là di qualsiasi scelta linguistica o formale”.
Ma, a monte, perché la fotografia? Perché ancora la fotografia?
“Perché la fotografia oggi a noi pare posta in un punto di snodo molto particolare. Non più affannata ad affinare una tecnica o a inseguire un’estetica derivata da altre forme espressive e neppure più a convincere di averne una propria, anzi al crocevia di una possibile ‘rivoluzione’, quella digitale-virtuale, essa si interroga su scala molto più ampia, più generale e più dettagliata al tempo stesso: più generale perché si chiede che cosa sia una ‘immagine’ in quest’epoca in cui non si parla d’altro; più dettagliata perché oggi più che mai ci si accorge che basta un minimo cambio di luce, di stampa, di inquadratura, di composizione, a volte addirittura anche solo di contesto o di intenzione, vorremo dire di sguardo, e l’immagine fotografica, per niente meccanica, cambia totalmente. Si riscoprono cioè in tutta la loro potenzialità sia la magia, se così si può ancora dire, sia la costruzione, cioè le trasformazioni anche in questi campi che la fotografia ha introdotto e introduce. Da un lato oggi la fotografia è la chiave di comprensione della comunicazione, dall’altro essa ci fa ‘impazzire per la pietà’, come invitava Roland Barthes sulla scorta di Nietzsche”. Con questa selezione si è tentato di rendere conto di tutto questo, non secondo una linea ordinata bensì attraverso una costellazione che restituisce sensibilità e preoccupazioni, intenti e atteggiamenti.
Elio Grazioli è critico d'arte contemporanea, insegna Storia dell'arte contemporanea all'Università e all'Accademia di Belle Arti di Bergamo. È direttore artistico della manifestazione "Fotografia Europea" di Reggio Emilia e codirettore della collana editoriale "Riga" per l'editore Marcos y Marcos, per la quale ha curato i volumi dedicati a Marcel Duchamp (1993), Alberto Giacometti (1996), Pablo Picasso (1996), Constantin Brancusi (2001), Francis Picabia (2003), Kurt Schwitters (2009). Ha pubblicato: Corpo e figura umana nella fotografia (1998), Arte e pubblicità (2001), La polvere nell'arte (2004), Piero Manzoni (2007), Ugo Mulas (2010).
26
maggio 2012
Uno sguardo italiano
Dal 26 maggio al 28 luglio 2012
fotografia
Location
FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-13 e 15,30 – 19,30
Vernissage
26 Maggio 2012, ore 18:00
Autore
Curatore