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Un’Opera unica di Graziella Pera
Bibliothè Art Gallery
Decimo appuntamento della rassegna
Signum
Un’Opera unica di Graziella Pera
SPETTACOLO
Testo di Pier Francesco Pingitore
a cura di Francesco Gallo Mazzeo
con il coordinamento di Enzo Barchi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Bibliothè Art Gallery
Decimo appuntamento della rassegna
Signum
Un'Opera unica di Graziella Pera
SPETTACOLO
Testo di Pier Francesco Pingitore
a cura di Francesco Gallo Mazzeo
con il coordinamento di Enzo Barchi
dal 28 maggio al 18 giugno 2019
Inaugurazione martedì 28 maggio 2019 ore 19
cocktail ayurvedico
Bibliothè Art Gallery
Via Celsa n 4/5, Roma
L’esposizione resterà aperta fino al 10 Giugno 2019
Orario: dal lunedì al sabato: 11.00/23.00
Info: (+39) 06 6781427
https://bibliotheartgallery.com
https://www.facebook.com/events/670930970023980/
Signum
FrancescoGalloMazzeo
Nome è l’impronta maggiore che si possa dare ad ogni giusta, vera,
persona, per portarla fuori dalla negatività, dalla assenza,intesa
come dispersione, dissolvimento, dovuto alla mancata nascita o
alla morte, della leva vocativa capace di sollevare caos in mondo e
nel caso specifico di suscitare, la quiddità, la personalità, la spiritualità,
che sta sul verbo, senza di cui non è possibile la parola, il lievito
di un pensiero, l’innalzarsi metafisico, astrattivo, sulla folla visibile.
Un assolvimento cronologico, storico, necessario, per dare fondazione
per dare alimento ad ogni furore, che possa essere profetico, che
possa essere rituale, che possa essere poetico, che possa essere passionale,
permettendo quella generazione di idee e di forme, che possano essere
atto di nascita di invisibile che diventa visibile, di potenza che si fa atto.
Stile come cultura che è conoscenza e comprensione, come lo
sono storia e filosofia, unite insieme in una tensione asimmetrica,
a dare profondità nello stesso momento in cui s’aspira all’atto,
alla vocazione al gesto orientato, come premessa e conseguenza di
una conoscenza, che è confidenza verso l’ignoto, che continua ad
essere tale, anzi prosegue la sua distinzione in lungo e in largo,
tanto più, quanto più s’allunga un raggio di luce e il suo diametro.
Una conferma vale una lievitazione, che è una conseguenza della
vita e quindi della vitalità, che non cessa mai di dare segni, miti,
di quanto sia necessario avere radici, per innalzamento e per un
cammino, che deve diventare mappa, perché tutto ciò che è vuoto
deve sempre confrontare il noto con l’ignoto, perché poggia su entrambi
l’alternarsi di luce ed ombra, come essenzialità di ogni codice
che esige la forza tetragona dell’esegesi e la leggerezza dell’allegoria.
Poetica è affiancamento dell’effimero al sostanziale, lingua e parola,
più che mai essenziale, appartenente ad una metafisica delle conoscenze
che permette al contenitore spirituale di essere tale, diventando laboratorio
ideale e reale della fantasia, nelle sue oscillazioni sul bello che
è misura e simmetria, sul sublime che è infinitudine e ineffabilità,
ma che hanno in comune il tessuto stellare dell’armonia, che
permette al piccolo di stare col grande e allo sconfinato di colloquiare
con l’infinitesimale, in una misturazione alchemica e sapienziale.
Attualità come scorrimento, come temporalità, che per quanto
abbia virgole e punti e cronologia discontinua e non sistematica,
ha una sua propria scivolosità che fa percepire più come concettualità
che non come effettività, perché nel momento dell’accadimento non
è coscienza e quando diventa coscienza appartiene ad un passato,
appena accennato, ma ciò nonostante, inesorabile, all’imprescindibile.
Scoperta è la ribalta dell’inattesa, una illuminazione magica, altra,
nella misura temporale dell’ordinanza, originarietà di un cammino di idee
e continuità che sono coperte da polvere, da caligine, da colpe e chimere,
come le idee platoniche, vengono musicate, significate, visibilizzate,
tattilizzate, ammesse nel circolo delle virtù, che sono cardini per stare
nel mondo, da sole, nella verticalità della mistica e della leggerezza
come itineraria, nella orizzontalità, come salire montagne, andare
per stelle e incontrare se stessi in forma difforme, d’uno e di tutti.
E Pluribus unum, nel segno di una ricerca continua, di una scalare
immensa fede nell’universo, che contiene tutto e che muoviamo in
via psicologica, per aggiungerci ed affermare certezze, dell’hic et nunc,
mentre l’ignoto è in mezzo a noi, motore immobile, altro, oltre, di vita.
Nella confidenza che il tempo dei cicli stia concludendo, la rivoluzione
e alla fase di discente di Kali yuga nel segno dell’acquario e subentri
quello ascendente, verso l’intelligenza, la grazia, nel cuore del sapere.
Specchio, non significa immobilità, tutt’altro, vuol dire sguardo mobile,
magico, sulla transizione, sulla velocità di porta e trasporta, carro con
una carica di attualità, che spesso non permette una vera conoscenza,
ma una presentazione a mezzo ludico e tragico, in forma tremolante
di schemi che si affollano da tutte le parti, esaltando e deprimendo,
in forma plastica che non prevede assestamenti, perché lo spettacolo
continua, ma non è sempre lo stesso, non è più quello, uno qualsiasi.
L’unica cosa che sappiamo è appunto, che l’ignoto si espande, è grande,
sempre più grande e lo stesso concetto di perimetro diventa insignificante,
macinando teorie su teorie, metafore su metafore, annunciandoci
territorialità “assurde” energie oscure, rispetto a cui I tempi del cielo, della
volta celeste, del firmamento erano risposte a domande e non domande (…).
Enigma come universo sconosciuto che contiene imprevisti, forme e
contenuti instabili, di cui non conosciamo l’origine, né il destino,
lo vediamo solo un tratto di percorso, troppo breve per conoscerlo,
ammesso che ci convenga farlo nostro e non averlo sempre come
fascinoso orizzonte in grado di scatenare la nostra fantasia e
non farla rinchiudere in una monade, senza più porte, né finestre.
É stato oro, è stato argento, è stato bronzo, continua ad
essere ferro, anche se lo chiamiamo in modi diversi, perché tratta
sempre dello smarrimento, in un sublime che si espande, si espande
e ci lascia con sempre nuovi interrogativi, perché tutto tende a
scivolare, ma verrà un giorno, un mese, un anno, per alzare lo sguardo .
Verranno un giorno pensieri e forme, perfettamente espresse, come
la verità prima che le oscurità e le profondità la coprissero e
riprenderanno, in eterna primavera, con radici profonde di terra
e terra, fronde e fronde, fiori e fiori, imperturbabili come firmamenti.
Qual è il mondo di Graziella Pera?
Il costume? La Moda? La Scuola? Se ne potrebbero aggiungere molti altri… Ma ce n’è uno che li riassume tutti: lo Spettacolo.
Spettacolo in tutte le sue forme, in tute le sue declinazioni.
Spettacolo come Arte, come Natura, come Creazione e come Elaborazione.
Si tratti di un film o di un tramonto, di un’opera teatrale o di una mostra fotografica, di una collezione di quadri o di un’esibizione di modelli, di un balletto, di musica antica o di materiali nuovi o di accostamenti inediti e sorprendenti.
Ma se infiniti sono gli interessi di Graziella, in tutto il suo operare c’è una qualità che non manca mai e costituisce parte integrante del suo mondo: l’Entusiasmo.
Non c’è opera da fare, o anche solo da vedere che non susciti in lei lo slancio della partecipazione. Vedere, fare, toccare…. Ma soprattutto: esserci.
Il suo è l’Entusiasmo per la Vita, per l’Opera, non importa che sia sua o di altri.
E vi si butta con una gioia e una partecipazione che gli anni non affievoliscono. Anzi…
Il suo talento è ovunque.
Le sue allieve la adorano, ma anche gli attori con cui le capita di lavorare, i registi, i macchinisti, le sarte.
Non c’è nulla che non riesca ad ottenere, quando le serve qualcosa per il suo lavoro. Negozi chiusi, luoghi vietati, magazzini sprangati, tecnici in vacanza… Nulla resiste a Graziella. Al suo modo dolcemente inflessibile di ottenere.
Graziella non è una donna.
E’ un turbine leggiadro, che si aggira ovunque possa partecipare a qualcosa che faccia Spettacolo.
Una particolare forza della natura non ancora catalogata, destinata a prendere tutto, a dare tutto, a vivere tutto.
Graziella: la voluttà del fare Spettacolo.
Pier Francesco Pingitore
BIOGRAFIA
Graziella Pera
Graziella Pera è nata e vive a Roma.
Nel 1970 si laurea in Architettura, relatore Bruno Zevi, all’università di Valle Giulia di Roma. Con successivo esame di Stato e iscrizione all’albo.
-Ha insegnato per quattro anni presso l’Università di Palermo. Corso per il triennio sperimentale di progettista di moda.
-E’ titolare di un corso di Fashion Design presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
-Ha fatto parte della giuria di “Riccione Moda Italia”, premio Giovani Stilisti.
-E’ presidente del Premio Cinematografico Cinearti “La Chioma di Berenice”.
-E’ vice-presidente dell’Associazione Articolo 9 Cultura e Spettacolo.
PREMI
-Premio Qualità per “Ricomincio da tre”, Di Massimo Troisi.
-Premio Regione Campania per lo spettacolo televisivo “Cocco”.
-Premio Montecatini per lo spettacolo televisivo “Indietro tutta”.
-Premio Donna Roma 1996 per la moda.
TEATRO
Ha creato i costumi e in alcuni casi anche le scenografie per centinaia di spettacoli teatrali. Tra cui quelli del Bagaglino (di Castellacci e Pingitore), di Giorgio Albertazzi, di Enrico Montesano, di Enrico Brignano ecc.
MODA
Sotto il nome di Grace Pear, ha creato, a cominciare dal 1992, una griffe nota anche in campo internazionale.
CINEMA
Ha collaborato, tra scene e costumi, a più di sessanta film. Tra cu “Ricomincio da tre”, di Massimo Troisi.
TELEVISIONE
Il nome di Graziella Pera è legato ai grandi successi di Renzo Arbore, da “Marisa la nuit” a “Indietro tutta”.
Ha poi collaborato a moltissimi programmi, tra cui alcuni di Raffaella Carrà e molti grandi successi di Rai e Mediaset.
E’ presente in alcune serie della fiction televisiva, come ad esempio “Caterina e le sue figlie”, con Virna Lisi.
Questo, molto in sintesi, il percorso artistico di Graziella Pera.
*************************************************
Progetto Unum con il coordinamento di Enzo Barchi
Ufficio stampa InEvoluzionet
Progetto grafico di Mauro Aquilanti
Bibliothè Art Gallery
Via Celsa, 4/5 – 00186 Roma
T. + 39 066781427
bhagavatlibrary@yahoo.it
https://bibliotheartgallery.com
mob.: (+39) 392 7295258
http://www.facebook.com/InEvoluzionet
mailto: studioinevoluzionet@gmail.com
Decimo appuntamento della rassegna
Signum
Un'Opera unica di Graziella Pera
SPETTACOLO
Testo di Pier Francesco Pingitore
a cura di Francesco Gallo Mazzeo
con il coordinamento di Enzo Barchi
dal 28 maggio al 18 giugno 2019
Inaugurazione martedì 28 maggio 2019 ore 19
cocktail ayurvedico
Bibliothè Art Gallery
Via Celsa n 4/5, Roma
L’esposizione resterà aperta fino al 10 Giugno 2019
Orario: dal lunedì al sabato: 11.00/23.00
Info: (+39) 06 6781427
https://bibliotheartgallery.com
https://www.facebook.com/events/670930970023980/
Signum
FrancescoGalloMazzeo
Nome è l’impronta maggiore che si possa dare ad ogni giusta, vera,
persona, per portarla fuori dalla negatività, dalla assenza,intesa
come dispersione, dissolvimento, dovuto alla mancata nascita o
alla morte, della leva vocativa capace di sollevare caos in mondo e
nel caso specifico di suscitare, la quiddità, la personalità, la spiritualità,
che sta sul verbo, senza di cui non è possibile la parola, il lievito
di un pensiero, l’innalzarsi metafisico, astrattivo, sulla folla visibile.
Un assolvimento cronologico, storico, necessario, per dare fondazione
per dare alimento ad ogni furore, che possa essere profetico, che
possa essere rituale, che possa essere poetico, che possa essere passionale,
permettendo quella generazione di idee e di forme, che possano essere
atto di nascita di invisibile che diventa visibile, di potenza che si fa atto.
Stile come cultura che è conoscenza e comprensione, come lo
sono storia e filosofia, unite insieme in una tensione asimmetrica,
a dare profondità nello stesso momento in cui s’aspira all’atto,
alla vocazione al gesto orientato, come premessa e conseguenza di
una conoscenza, che è confidenza verso l’ignoto, che continua ad
essere tale, anzi prosegue la sua distinzione in lungo e in largo,
tanto più, quanto più s’allunga un raggio di luce e il suo diametro.
Una conferma vale una lievitazione, che è una conseguenza della
vita e quindi della vitalità, che non cessa mai di dare segni, miti,
di quanto sia necessario avere radici, per innalzamento e per un
cammino, che deve diventare mappa, perché tutto ciò che è vuoto
deve sempre confrontare il noto con l’ignoto, perché poggia su entrambi
l’alternarsi di luce ed ombra, come essenzialità di ogni codice
che esige la forza tetragona dell’esegesi e la leggerezza dell’allegoria.
Poetica è affiancamento dell’effimero al sostanziale, lingua e parola,
più che mai essenziale, appartenente ad una metafisica delle conoscenze
che permette al contenitore spirituale di essere tale, diventando laboratorio
ideale e reale della fantasia, nelle sue oscillazioni sul bello che
è misura e simmetria, sul sublime che è infinitudine e ineffabilità,
ma che hanno in comune il tessuto stellare dell’armonia, che
permette al piccolo di stare col grande e allo sconfinato di colloquiare
con l’infinitesimale, in una misturazione alchemica e sapienziale.
Attualità come scorrimento, come temporalità, che per quanto
abbia virgole e punti e cronologia discontinua e non sistematica,
ha una sua propria scivolosità che fa percepire più come concettualità
che non come effettività, perché nel momento dell’accadimento non
è coscienza e quando diventa coscienza appartiene ad un passato,
appena accennato, ma ciò nonostante, inesorabile, all’imprescindibile.
Scoperta è la ribalta dell’inattesa, una illuminazione magica, altra,
nella misura temporale dell’ordinanza, originarietà di un cammino di idee
e continuità che sono coperte da polvere, da caligine, da colpe e chimere,
come le idee platoniche, vengono musicate, significate, visibilizzate,
tattilizzate, ammesse nel circolo delle virtù, che sono cardini per stare
nel mondo, da sole, nella verticalità della mistica e della leggerezza
come itineraria, nella orizzontalità, come salire montagne, andare
per stelle e incontrare se stessi in forma difforme, d’uno e di tutti.
E Pluribus unum, nel segno di una ricerca continua, di una scalare
immensa fede nell’universo, che contiene tutto e che muoviamo in
via psicologica, per aggiungerci ed affermare certezze, dell’hic et nunc,
mentre l’ignoto è in mezzo a noi, motore immobile, altro, oltre, di vita.
Nella confidenza che il tempo dei cicli stia concludendo, la rivoluzione
e alla fase di discente di Kali yuga nel segno dell’acquario e subentri
quello ascendente, verso l’intelligenza, la grazia, nel cuore del sapere.
Specchio, non significa immobilità, tutt’altro, vuol dire sguardo mobile,
magico, sulla transizione, sulla velocità di porta e trasporta, carro con
una carica di attualità, che spesso non permette una vera conoscenza,
ma una presentazione a mezzo ludico e tragico, in forma tremolante
di schemi che si affollano da tutte le parti, esaltando e deprimendo,
in forma plastica che non prevede assestamenti, perché lo spettacolo
continua, ma non è sempre lo stesso, non è più quello, uno qualsiasi.
L’unica cosa che sappiamo è appunto, che l’ignoto si espande, è grande,
sempre più grande e lo stesso concetto di perimetro diventa insignificante,
macinando teorie su teorie, metafore su metafore, annunciandoci
territorialità “assurde” energie oscure, rispetto a cui I tempi del cielo, della
volta celeste, del firmamento erano risposte a domande e non domande (…).
Enigma come universo sconosciuto che contiene imprevisti, forme e
contenuti instabili, di cui non conosciamo l’origine, né il destino,
lo vediamo solo un tratto di percorso, troppo breve per conoscerlo,
ammesso che ci convenga farlo nostro e non averlo sempre come
fascinoso orizzonte in grado di scatenare la nostra fantasia e
non farla rinchiudere in una monade, senza più porte, né finestre.
É stato oro, è stato argento, è stato bronzo, continua ad
essere ferro, anche se lo chiamiamo in modi diversi, perché tratta
sempre dello smarrimento, in un sublime che si espande, si espande
e ci lascia con sempre nuovi interrogativi, perché tutto tende a
scivolare, ma verrà un giorno, un mese, un anno, per alzare lo sguardo .
Verranno un giorno pensieri e forme, perfettamente espresse, come
la verità prima che le oscurità e le profondità la coprissero e
riprenderanno, in eterna primavera, con radici profonde di terra
e terra, fronde e fronde, fiori e fiori, imperturbabili come firmamenti.
Qual è il mondo di Graziella Pera?
Il costume? La Moda? La Scuola? Se ne potrebbero aggiungere molti altri… Ma ce n’è uno che li riassume tutti: lo Spettacolo.
Spettacolo in tutte le sue forme, in tute le sue declinazioni.
Spettacolo come Arte, come Natura, come Creazione e come Elaborazione.
Si tratti di un film o di un tramonto, di un’opera teatrale o di una mostra fotografica, di una collezione di quadri o di un’esibizione di modelli, di un balletto, di musica antica o di materiali nuovi o di accostamenti inediti e sorprendenti.
Ma se infiniti sono gli interessi di Graziella, in tutto il suo operare c’è una qualità che non manca mai e costituisce parte integrante del suo mondo: l’Entusiasmo.
Non c’è opera da fare, o anche solo da vedere che non susciti in lei lo slancio della partecipazione. Vedere, fare, toccare…. Ma soprattutto: esserci.
Il suo è l’Entusiasmo per la Vita, per l’Opera, non importa che sia sua o di altri.
E vi si butta con una gioia e una partecipazione che gli anni non affievoliscono. Anzi…
Il suo talento è ovunque.
Le sue allieve la adorano, ma anche gli attori con cui le capita di lavorare, i registi, i macchinisti, le sarte.
Non c’è nulla che non riesca ad ottenere, quando le serve qualcosa per il suo lavoro. Negozi chiusi, luoghi vietati, magazzini sprangati, tecnici in vacanza… Nulla resiste a Graziella. Al suo modo dolcemente inflessibile di ottenere.
Graziella non è una donna.
E’ un turbine leggiadro, che si aggira ovunque possa partecipare a qualcosa che faccia Spettacolo.
Una particolare forza della natura non ancora catalogata, destinata a prendere tutto, a dare tutto, a vivere tutto.
Graziella: la voluttà del fare Spettacolo.
Pier Francesco Pingitore
BIOGRAFIA
Graziella Pera
Graziella Pera è nata e vive a Roma.
Nel 1970 si laurea in Architettura, relatore Bruno Zevi, all’università di Valle Giulia di Roma. Con successivo esame di Stato e iscrizione all’albo.
-Ha insegnato per quattro anni presso l’Università di Palermo. Corso per il triennio sperimentale di progettista di moda.
-E’ titolare di un corso di Fashion Design presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
-Ha fatto parte della giuria di “Riccione Moda Italia”, premio Giovani Stilisti.
-E’ presidente del Premio Cinematografico Cinearti “La Chioma di Berenice”.
-E’ vice-presidente dell’Associazione Articolo 9 Cultura e Spettacolo.
PREMI
-Premio Qualità per “Ricomincio da tre”, Di Massimo Troisi.
-Premio Regione Campania per lo spettacolo televisivo “Cocco”.
-Premio Montecatini per lo spettacolo televisivo “Indietro tutta”.
-Premio Donna Roma 1996 per la moda.
TEATRO
Ha creato i costumi e in alcuni casi anche le scenografie per centinaia di spettacoli teatrali. Tra cui quelli del Bagaglino (di Castellacci e Pingitore), di Giorgio Albertazzi, di Enrico Montesano, di Enrico Brignano ecc.
MODA
Sotto il nome di Grace Pear, ha creato, a cominciare dal 1992, una griffe nota anche in campo internazionale.
CINEMA
Ha collaborato, tra scene e costumi, a più di sessanta film. Tra cu “Ricomincio da tre”, di Massimo Troisi.
TELEVISIONE
Il nome di Graziella Pera è legato ai grandi successi di Renzo Arbore, da “Marisa la nuit” a “Indietro tutta”.
Ha poi collaborato a moltissimi programmi, tra cui alcuni di Raffaella Carrà e molti grandi successi di Rai e Mediaset.
E’ presente in alcune serie della fiction televisiva, come ad esempio “Caterina e le sue figlie”, con Virna Lisi.
Questo, molto in sintesi, il percorso artistico di Graziella Pera.
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Progetto Unum con il coordinamento di Enzo Barchi
Ufficio stampa InEvoluzionet
Progetto grafico di Mauro Aquilanti
Bibliothè Art Gallery
Via Celsa, 4/5 – 00186 Roma
T. + 39 066781427
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mailto: studioinevoluzionet@gmail.com
28
maggio 2019
Un’Opera unica di Graziella Pera
Dal 28 maggio al 18 giugno 2019
arte contemporanea
Location
BIBLIOTHE’ CONTEMPORARY ART GALLERY
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato: dalle 11.00 alle 23.00
Vernissage
28 Maggio 2019, ore 19.00
Autore
Curatore