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Unready-Made
Il significato della mostra trae origine dal noto concetto del ready-made formulato da Marcel Duchamp e quindi dall’idea del già fatto: prendere un oggetto comune dal suo luogo di origine, che già esiste e, lasciandolo così com’è, trasformarlo o meglio “donargli” l’aura di opera d’arte. La mostra unready-made, non ha la pretesa o la finalità di sovvertire tale pensiero, ma di proporre tre artisti il cui lavoro prevede e richiede, un’approfondita elaborazione della materia, trasformandola successivamente in ricercata riflessione intellettuale. I tre artisti in mostra esprimono ed evidenziano intenzionalmente, difformità di linguaggi e delle tecniche espressive: fotografia, pittura ed installazione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il significato della mostra trae origine dal noto concetto del ready-made formulato da Marcel Duchamp e quindi dall'idea del già fatto: prendere un oggetto comune dal suo luogo di origine, che già esiste e, lasciandolo così com'è, trasformarlo o meglio "donargli" l'aura di opera d'arte. La mostra unready-made, non ha la pretesa o la finalità di sovvertire tale pensiero, ma di proporre tre artisti il cui lavoro prevede e richiede, un'approfondita elaborazione della materia, trasformandola successivamente in ricercata riflessione intellettuale. I tre artisti in mostra esprimono ed evidenziano intenzionalmente, difformità di linguaggi e delle tecniche espressive: fotografia, pittura ed installazione. Un'eterogeneità evidente sia della metodologia, che dei mezzi utilizzati e dei materiali, tuttavia indirizzati univocamente a sottolineare l'importanza della ricerca dell'elaborazione artistica, finalizzata al dialogo emozionale con il fruitore. Il lavoro di Filippo Centenari è orientato ad interagire con lo spazio espositivo, teso a riportare al “reale” e non al virtuale le nostre esperienze. Le opere dell'artista cremonese sono da sempre permeate ad un connubio indissolubile tra tradizione e rinnovamento, tra storia e contemporaneità. Il linguaggio di Filippo Centenari prende forma dall’analisi di oggetti preesistenti, legati al mondo del quotidiano, della storia o comunque della vita, per poi congiungerli, farli coesistere con i prodotti e la tecnica creati dalla società attuale. Il risultato, ciò che si viene a creare sono “variazioni di stato”, quello che potremmo definire una sintesi ed un’interazione tra passato e presente, tra memoria e tecnologia. La materia muta si converte in luce, in cui l’essere gioca tra luci al neon azzurro, fumogeni che invadono uno spazio arcaico, apparentemente bloccato nel tempo, fili, specchi e materiali intrisi di reminiscenza umana orientati non solo alla plasticità e alla plasmabilità ma anche all'energia immateriale. La ricerca di Robert Gligorov si misura sempre con i limiti e le ambiguità della rappresentazione. Le sue opere lo vedono spesso protagonista o interprete sottoposto a metamorfosi o immagini orientate a creare un'arte che abbia un significato effettivo, che stimolino nello spettatore la partecipazione all'evento. Gligorov si avvale frequentemente di immagini forti, conturbanti, destabilizzanti, che indagano il reale, la contemporaneità: le problematiche, gli eccessi e le contraddizioni. L'artista si interroga anche sia sul significato e sul concetto di bellezza, sia su quello di violenza e sul il ruolo che esse hanno assunto all'interno della nostra società.Lo sguardo di Bonomo Faita è una lucida visione del mondo, sul reale e sull'illusorio, un'attenta indagine razionale e al contempo fantasiosa, il tutto "farcito" di intelligente sarcasmo e sottile ironia. Bonomo non si pone limiti: la sperimentazione dei materiali gli consente di spaziare dall'acquerello, al collage, al disegno, alla pittura e alla scultura. Anche i riferimenti, alla storia dell'arte, soprattutto al Surrealismo, alla Metafisica, al Dadaismo o ai grandi interpreti come Fontana, De Dominicis e Manzoni, sono in alcuni casi pronunciati silenziosamente e in altri momenti volutamente descritti con evidente riconoscibilità. L'aspetto tuttavia più significativo di Bonomo Faita è la sensibilità: un'utopia concreta e poetica della vita.
11
dicembre 2015
Unready-Made
Dall'undici dicembre 2015 al 31 marzo 2016
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
ALBA AREA GALLERY
Brescia, Corsetto Santa Agata, 22, (Brescia)
Brescia, Corsetto Santa Agata, 22, (Brescia)
Orario di apertura
Giov 15-19 Ven-Sab 16-20
Vernissage
11 Dicembre 2015, ore 18
Autore
Curatore