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Untitled
La scelta di non titolare la mostra rientra nell’intento realizzativo del progetto: lasciare alle opere, assolute protagoniste, libero spazio espressivo, partendo dai concetti di visione, esistenza, resistenza.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tre
parole, concettualmente semplici, ma, parte di una serie di chances per la
realizzazione, evidentemente complessa, di un "mondo migliore" fatto di
semplici relazioni, fantasia, riflessioni culturali ma anche di antagonismo
e dura opposizione. Gli artisti lavorano, consapevolmente o meno,
considerando utopia e visionarietà. Propongono una distorsione lisergica
dell'oggetto, del soggetto, del concetto stesso di opera d'arte. Insistono
sulla riflessione su sé stessi, sulla centralità dell'individuo, sull'uomo
in tutte le sue manifestazioni emotive, spirituali, politiche e sociali.
"Visione esistenza resistenza". Elementi, dunque, propri a ciascuno degli
artisti che, pur appartenenti ad un'ampia fascia generazionale, potrebbero
essere considerati elementi propedeutici ad un progetto di palingenesi.
JENS HAANING
Jens Haaning si concentra sulla composizione della società e su
come "il potere" si esprime e comunica all'interno di essa. Più i livelli di
immigrazione e di alienazione aumentano e più aumenta il razzismo e
l'isolamento. Haaning è uno dei pochi artisti scandinavi ad aver
confrontato, con incredibile sintesi intellettuale e poetica, la propria
condizione con quella di chi vive ai margini della struttura civile e
sociale. Vive e lavora a Copenhagen.
ALEKSANDRA MIR
Il lavoro di Aleksandra Mir spesso prende forma dai processi
sociali e da questi acquisisce forma e significato. L'opera d'arte è per
l'artista polacca, ormai americana d'adozione, un esercizio che si forma
nella vita di ogni giorno. Un organismo umanistico e giocoso dagli ampi
presupposti sociali. Da tale punto di partenza l'opera e la discussione si
estendono verso condizioni più generali quali tradizione, regola,
categorizzazione. In questo modo Mir riesce a connettere la cultura del
tempo libero e la vita lavorativa in una dimensione che è allo stesso tempo
metafora e circostanza produttiva. E' stata selezionata tra i partecipanti
alla prossima Biennale del Withney Museum di New York. Vive e lavora a New
York.
DAN PETERMAN
Il lavoro di Dan Peterman focalizza la propria attenzione sul
costante movimento e sulla trasformazione di materiali riutilizzabili quali
plastica, alluminio e rifiuti infiammabili. L'utilizzo per le proprie
sculture o installazioni, attraverso il riciclo, di ciò che l'uomo decide di
buttare, tende a sottolineare l'analisi delle sotto e sovrastrutture sociali
attraverso il rifiuto. Ma non solo: anche attraverso i materiali di utilizzo
comune nella nostra società. Quello di Peterman si spinge nella direzione di
un gesto artistico estremo, il riciclaggio dei materiali per la creazione di
opere d'arte in una sorta di pronto soccorso ecologico della cultura visiva.
Vive e lavora a Chicago.
STEVEN PIPPIN
Il lavoro di Steven Pippin, tra il 1982 ed il 1991, consiste
in fotografie scattate utilizzando macchine fotografiche non convenzionali.
Sono le "pin - hole cameras", come lui stesso le definisce, realizzate
convertendo parti di arredamento quali lavatrici ed altri oggetti. Pippin
ha, ad esempio, fatto diventare un'ordinaria vasca da bagno una camera con
cui ha fotografato il suo corpo nudo. Dal 1991decide di realizzare anche
delle macchine fantastiche ma comunque funzionali al concetto di impressione
dell'immagine o di movimento. Steven Pippin è nato a Redhill nel 1960. Ha
studiato ingegneria ed arte. Nel 1999 è stato selezionato per il prestigioso
Turner Prize, in occasione del quale ha realizzato Laundromat-Locomotion. L'
opera e' scaturita dalla trasformazione di dodici lavatrici a gettoni in
macchine fotografiche al fine di esplorare la relazione tra visione ed
movimento attraverso la fotografia. Vive e lavora a Londra.
LUCA VITONE Importante in Luca Vitone e' il rapporto con l'aspetto sociale
sia in quei lavori che ridefiniscono o si confrontano con lo strumento
cartografico come rappresentazione della configurazione di un territorio,
sia in quelli che si relazionano con la città. Citta' vista come luogo dove
si intrattiene l'esperienza del viver quotidiano in rapporto con la nostra
memoria personale e collettiva ma anche come luogo in cui si definisce
l'incontro con l'altro o il paesaggio in cui ritroviamo l'elemento del
pittoresco contemporaneo. Questo, però, e' solo un aspetto della sua
produzione. Importante e', infatti, anche una serie di lavori legati ad un
percorso più esistenziale. Sono viaggi più personali, itinerari più intimi
in cui si identifica la necessità di appartarsi, di intrattenere una
relazione circoscritta a due persone. Luca Vitone ha partecipato all'ultima
edizione della Biennale di Venezia, nella sezione Utopia Station, a cura di
Hans Ulrich Obrist, Molly Nesbit, Rirkrit Tiravanija. Vive e lavora a Milano
parole, concettualmente semplici, ma, parte di una serie di chances per la
realizzazione, evidentemente complessa, di un "mondo migliore" fatto di
semplici relazioni, fantasia, riflessioni culturali ma anche di antagonismo
e dura opposizione. Gli artisti lavorano, consapevolmente o meno,
considerando utopia e visionarietà. Propongono una distorsione lisergica
dell'oggetto, del soggetto, del concetto stesso di opera d'arte. Insistono
sulla riflessione su sé stessi, sulla centralità dell'individuo, sull'uomo
in tutte le sue manifestazioni emotive, spirituali, politiche e sociali.
"Visione esistenza resistenza". Elementi, dunque, propri a ciascuno degli
artisti che, pur appartenenti ad un'ampia fascia generazionale, potrebbero
essere considerati elementi propedeutici ad un progetto di palingenesi.
JENS HAANING
Jens Haaning si concentra sulla composizione della società e su
come "il potere" si esprime e comunica all'interno di essa. Più i livelli di
immigrazione e di alienazione aumentano e più aumenta il razzismo e
l'isolamento. Haaning è uno dei pochi artisti scandinavi ad aver
confrontato, con incredibile sintesi intellettuale e poetica, la propria
condizione con quella di chi vive ai margini della struttura civile e
sociale. Vive e lavora a Copenhagen.
ALEKSANDRA MIR
Il lavoro di Aleksandra Mir spesso prende forma dai processi
sociali e da questi acquisisce forma e significato. L'opera d'arte è per
l'artista polacca, ormai americana d'adozione, un esercizio che si forma
nella vita di ogni giorno. Un organismo umanistico e giocoso dagli ampi
presupposti sociali. Da tale punto di partenza l'opera e la discussione si
estendono verso condizioni più generali quali tradizione, regola,
categorizzazione. In questo modo Mir riesce a connettere la cultura del
tempo libero e la vita lavorativa in una dimensione che è allo stesso tempo
metafora e circostanza produttiva. E' stata selezionata tra i partecipanti
alla prossima Biennale del Withney Museum di New York. Vive e lavora a New
York.
DAN PETERMAN
Il lavoro di Dan Peterman focalizza la propria attenzione sul
costante movimento e sulla trasformazione di materiali riutilizzabili quali
plastica, alluminio e rifiuti infiammabili. L'utilizzo per le proprie
sculture o installazioni, attraverso il riciclo, di ciò che l'uomo decide di
buttare, tende a sottolineare l'analisi delle sotto e sovrastrutture sociali
attraverso il rifiuto. Ma non solo: anche attraverso i materiali di utilizzo
comune nella nostra società. Quello di Peterman si spinge nella direzione di
un gesto artistico estremo, il riciclaggio dei materiali per la creazione di
opere d'arte in una sorta di pronto soccorso ecologico della cultura visiva.
Vive e lavora a Chicago.
STEVEN PIPPIN
Il lavoro di Steven Pippin, tra il 1982 ed il 1991, consiste
in fotografie scattate utilizzando macchine fotografiche non convenzionali.
Sono le "pin - hole cameras", come lui stesso le definisce, realizzate
convertendo parti di arredamento quali lavatrici ed altri oggetti. Pippin
ha, ad esempio, fatto diventare un'ordinaria vasca da bagno una camera con
cui ha fotografato il suo corpo nudo. Dal 1991decide di realizzare anche
delle macchine fantastiche ma comunque funzionali al concetto di impressione
dell'immagine o di movimento. Steven Pippin è nato a Redhill nel 1960. Ha
studiato ingegneria ed arte. Nel 1999 è stato selezionato per il prestigioso
Turner Prize, in occasione del quale ha realizzato Laundromat-Locomotion. L'
opera e' scaturita dalla trasformazione di dodici lavatrici a gettoni in
macchine fotografiche al fine di esplorare la relazione tra visione ed
movimento attraverso la fotografia. Vive e lavora a Londra.
LUCA VITONE Importante in Luca Vitone e' il rapporto con l'aspetto sociale
sia in quei lavori che ridefiniscono o si confrontano con lo strumento
cartografico come rappresentazione della configurazione di un territorio,
sia in quelli che si relazionano con la città. Citta' vista come luogo dove
si intrattiene l'esperienza del viver quotidiano in rapporto con la nostra
memoria personale e collettiva ma anche come luogo in cui si definisce
l'incontro con l'altro o il paesaggio in cui ritroviamo l'elemento del
pittoresco contemporaneo. Questo, però, e' solo un aspetto della sua
produzione. Importante e', infatti, anche una serie di lavori legati ad un
percorso più esistenziale. Sono viaggi più personali, itinerari più intimi
in cui si identifica la necessità di appartarsi, di intrattenere una
relazione circoscritta a due persone. Luca Vitone ha partecipato all'ultima
edizione della Biennale di Venezia, nella sezione Utopia Station, a cura di
Hans Ulrich Obrist, Molly Nesbit, Rirkrit Tiravanija. Vive e lavora a Milano
20
febbraio 2004
Untitled
Dal 20 febbraio al 24 aprile 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCO SOFFIANTINO
Torino, Via Gioachino Rossini, 23, (Torino)
Torino, Via Gioachino Rossini, 23, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16.00 19.30
Vernissage
20 Febbraio 2004, ore 18