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Uomini, angeli e demoni
L’obiettivo primario di questo progetto è quello di analizzare i simboli che in ogni civiltà e da tempi remoti danno figura all’universo dell’interiore umano come se gli angeli e i demoni fossero la proiezione delle speranze degli aneliti e dei desideri ma anche della parte oscura, quella maligna e cattiva.
Comunicato stampa
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L’obiettivo primario di questo progetto è quello di analizzare i simboli che in ogni civiltà e da tempi remoti danno figura all’universo dell’interiore umano come se gli angeli e i demoni fossero la proiezione delle speranze degli aneliti e dei desideri ma anche della parte oscura, quella maligna e cattiva. Un altro obiettivo di pari importanza è quello di fare introspezione cioè di andare oltre l’apparenza, oltre la figura palese, l’involucro, quella che banalmente tutti vediamo, per guardare il significato nascosto nelle figure e nelle forme, per leggere l’enigma e dar volo all’immaginazione, all’immaginario, al sogno.
La mostra “Uomini angeli e demoni, anime allo specchio” vuole anche riscoprire il senso antico del racconto e dell’affabulazione, soprattutto stimolare i giovani a riscoprire eventi come questo. I mass media, rischiano d’altra parte di offrire strade, che hanno i simboli scintillanti dell’apparire più che dell’essere, del possesso e della vincita facile piuttosto che della vittoria per merito.
Un tempo, il sapere in genere, la storia, si tramandava tramite la “tradizione orale”: il raccontare affinché l’individuo e la comunità potessero percepire e fare memoria. Le storie erano narrate soprattutto dagli anziani, dai mercanti o dai giovani viandanti che tornavano dai viaggi di scambio o dalle battaglie.
Il loro affabulare permetteva la conoscenza di luoghi lontani e misteriosi, fiorivano le mitologie. La fantasia e l’immaginazione correvano, aprivano i cuori e decoravano la grotta, i muri della casa o quelli della chiesa. Nasceva la Istoria.
Gli osservatori sociali, esperti in materia di comunicazione, di psico-sociologia, di comportamento, i quali redigono le moderne tendenze, avvertono che le nuove generazioni, ma non solo, mostrano un bisogno evidente, di riscoprire il senso della favola, del racconto e di cibarsi di quella fantasia che solo la magia dell’affabulazione, può generare.
Il racconto e l’affabulazione che ne consegue, consente di alimentare e rafforzare le difese psicologiche, riunisce intorno ad un evento un gruppo che riscopre il senso vero dell’ascoltare distinguendolo dal sentire. In questo modo si permette alle persone, soprattutto ai giovani, di non essere sopraffatte dalla noia e di non stancarsi mai di cercare la dimensione emotiva e passionale nei progetti che costruiranno e nelle decisioni che dovranno prendere.
Purtroppo la storia recente indica che il nuovo millennio non sembra differire troppo da quelli passati; l’uomo non riesce a fare memoria ed è ancora bravissimo a riprodurre odio, distruzione e disperazione. Riprendere in considerazione il raccontare permette di recuperare la comunicazione delle emozioni, allontanando il silenzio, l’afonia dei sensi, l’incomprensione, la solitudine e l’indifferenza.
Gli angeli e i demoni vogliono essere, in questa mostra, entità ispiratrici, paritarie, almeno nella genesi del progetto, sarà l’artista a discernere se preferire una delle due realtà o entrambe. Ciò che conta, è che il tema induca a riflettere e a riflettersi nel senso etimologico di questo termine.
Lo specchio riflette il nostro involucro e questo a sua volta è il riflesso di ciò che contiene. Si può avere la fisionomia di un dio ma se non ci si senti belli dentro avremo magre soddisfazioni e il tempo che passa non sarà accrescere esperienza ma un demone da fuggire perché deturpa l’unica bellezza che si riesce a vedere. Lo specchio è l’immagine virtuale, il vero e falso insieme è ciò che siamo e insieme ciò che vorremmo essere perché spesso vediamo nello specchio una immagine che poi non riscontriamo nelle parole di chi ci osserva.
Lo specchio è anche il simbolo della verità e quindi nello specchio si vede ciò che la vita ha disegnato nel nostro involucro e si legge l’azione di un demone piuttosto che di un altro o di un angelo rispetto ad un diavolo.
L’artista avrà soltanto il compito di esprimere la sua concezione e il suo relazionarsi con queste due personalità e poi di confrontarsi con lo specchio. L’opera stessa in fine sarà specchio e immagine di chi davanti ad essa si pone.
I demoni e gli angeli sia positivi che negativi vengono a dirci che la materia, il corpo ha senso se si riempie di spirito non importa che esso sia bianco o nero caldo o freddo ciò che importa dicono le sacre scritture di ogni religione e filosofia è non essere tiepidi, indifferenti.
L’obiettivo che si vuole raggiungere è che l’artista che da sempre ha dato immagine all’immaginario possa rendere visibile il suo universo interiore e rappresentare la parte demonica e quella angelica, il vizio e la virtù, l’ispirazione nascosta scandalosa e quella aulica ascetica comunque sempre scandalosa in questo nostro mondo razionale e tetro in cui conta l’esteriorità, l’involucro piuttosto che l’interiore ed il contenuto.
La mostra che avrà tre location importanti e illustri patrocini vede partecipare una selezione di artisti scelti da una selezione composta dai soci dell’ Ars Liber, non è stato semplice e demoni e angeli hanno manifestato più volte le loro forze in negativo e in positivo. Ma lo specchio riflette, fa riflettere e porta la luce dell’angelo o demone della Verità e ha posto chiarezza togliendo maschere e rivelando ciò che spesso si vuol celare dietro una maschera. La mostra UOMINI ANGELI E DEMONI ANIME ALLO SPECCIO è un percorso, una sorta di invito a riscoprirci capaciti di contenere lo spirito e a scegliere infine di esser o angeli o demòni guai ai tiepidi e agli indifferenti.
Alberto D’Atanasio
Docente di Semiologia dei Linguaggi non Verbali
E Storia Dell’Arte
La mostra “Uomini angeli e demoni, anime allo specchio” vuole anche riscoprire il senso antico del racconto e dell’affabulazione, soprattutto stimolare i giovani a riscoprire eventi come questo. I mass media, rischiano d’altra parte di offrire strade, che hanno i simboli scintillanti dell’apparire più che dell’essere, del possesso e della vincita facile piuttosto che della vittoria per merito.
Un tempo, il sapere in genere, la storia, si tramandava tramite la “tradizione orale”: il raccontare affinché l’individuo e la comunità potessero percepire e fare memoria. Le storie erano narrate soprattutto dagli anziani, dai mercanti o dai giovani viandanti che tornavano dai viaggi di scambio o dalle battaglie.
Il loro affabulare permetteva la conoscenza di luoghi lontani e misteriosi, fiorivano le mitologie. La fantasia e l’immaginazione correvano, aprivano i cuori e decoravano la grotta, i muri della casa o quelli della chiesa. Nasceva la Istoria.
Gli osservatori sociali, esperti in materia di comunicazione, di psico-sociologia, di comportamento, i quali redigono le moderne tendenze, avvertono che le nuove generazioni, ma non solo, mostrano un bisogno evidente, di riscoprire il senso della favola, del racconto e di cibarsi di quella fantasia che solo la magia dell’affabulazione, può generare.
Il racconto e l’affabulazione che ne consegue, consente di alimentare e rafforzare le difese psicologiche, riunisce intorno ad un evento un gruppo che riscopre il senso vero dell’ascoltare distinguendolo dal sentire. In questo modo si permette alle persone, soprattutto ai giovani, di non essere sopraffatte dalla noia e di non stancarsi mai di cercare la dimensione emotiva e passionale nei progetti che costruiranno e nelle decisioni che dovranno prendere.
Purtroppo la storia recente indica che il nuovo millennio non sembra differire troppo da quelli passati; l’uomo non riesce a fare memoria ed è ancora bravissimo a riprodurre odio, distruzione e disperazione. Riprendere in considerazione il raccontare permette di recuperare la comunicazione delle emozioni, allontanando il silenzio, l’afonia dei sensi, l’incomprensione, la solitudine e l’indifferenza.
Gli angeli e i demoni vogliono essere, in questa mostra, entità ispiratrici, paritarie, almeno nella genesi del progetto, sarà l’artista a discernere se preferire una delle due realtà o entrambe. Ciò che conta, è che il tema induca a riflettere e a riflettersi nel senso etimologico di questo termine.
Lo specchio riflette il nostro involucro e questo a sua volta è il riflesso di ciò che contiene. Si può avere la fisionomia di un dio ma se non ci si senti belli dentro avremo magre soddisfazioni e il tempo che passa non sarà accrescere esperienza ma un demone da fuggire perché deturpa l’unica bellezza che si riesce a vedere. Lo specchio è l’immagine virtuale, il vero e falso insieme è ciò che siamo e insieme ciò che vorremmo essere perché spesso vediamo nello specchio una immagine che poi non riscontriamo nelle parole di chi ci osserva.
Lo specchio è anche il simbolo della verità e quindi nello specchio si vede ciò che la vita ha disegnato nel nostro involucro e si legge l’azione di un demone piuttosto che di un altro o di un angelo rispetto ad un diavolo.
L’artista avrà soltanto il compito di esprimere la sua concezione e il suo relazionarsi con queste due personalità e poi di confrontarsi con lo specchio. L’opera stessa in fine sarà specchio e immagine di chi davanti ad essa si pone.
I demoni e gli angeli sia positivi che negativi vengono a dirci che la materia, il corpo ha senso se si riempie di spirito non importa che esso sia bianco o nero caldo o freddo ciò che importa dicono le sacre scritture di ogni religione e filosofia è non essere tiepidi, indifferenti.
L’obiettivo che si vuole raggiungere è che l’artista che da sempre ha dato immagine all’immaginario possa rendere visibile il suo universo interiore e rappresentare la parte demonica e quella angelica, il vizio e la virtù, l’ispirazione nascosta scandalosa e quella aulica ascetica comunque sempre scandalosa in questo nostro mondo razionale e tetro in cui conta l’esteriorità, l’involucro piuttosto che l’interiore ed il contenuto.
La mostra che avrà tre location importanti e illustri patrocini vede partecipare una selezione di artisti scelti da una selezione composta dai soci dell’ Ars Liber, non è stato semplice e demoni e angeli hanno manifestato più volte le loro forze in negativo e in positivo. Ma lo specchio riflette, fa riflettere e porta la luce dell’angelo o demone della Verità e ha posto chiarezza togliendo maschere e rivelando ciò che spesso si vuol celare dietro una maschera. La mostra UOMINI ANGELI E DEMONI ANIME ALLO SPECCIO è un percorso, una sorta di invito a riscoprirci capaciti di contenere lo spirito e a scegliere infine di esser o angeli o demòni guai ai tiepidi e agli indifferenti.
Alberto D’Atanasio
Docente di Semiologia dei Linguaggi non Verbali
E Storia Dell’Arte
19
giugno 2008
Uomini, angeli e demoni
Dal 19 al 29 giugno 2008
arte contemporanea
Location
LIBRERIA MONDADORI
Venezia, San Marco, 1345, (Venezia)
Venezia, San Marco, 1345, (Venezia)
Vernissage
19 Giugno 2008, ore 18.30
Autore
Curatore