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Uova d’Artista 2007
seconda edizione della rassegna “Uova d’Artista”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La seconda edizione della rassegna "Uova d'Artista" a cura di Riccardo Avenali, si inaugura sabato 31 marzo alle ore 10.30 presso il Palazzo Comunale di Tredozio (FC). L'idea è quella di creare una collezione di uova, in previsione del futuro Museo delle Uova d'Artista; un museo che non sia una raccolta di uova decorate.
L'artista si trova libero di poter realizzare un’opera avendo, come unico input iniziale, un uovo in cotto alto 30 cm. L’uovo, una volta indagato, potrà rimanere come supporto pittorico o essere sostituito da altri materiali o addirittura, diventare protagonista di una performance.
L’idea di creare questo curioso Museo, proprio a Tredozio, nasce dalla volontà di valorizzazione l'antica usanza della battitura delle uova sode che si svolgeva in paese nel giorno di Pasqua e che dal 1964 è rievocata con la Sagra dell'uovo.
Nell’edizione 2006 è stato presentato un uovo del maestro Bruno d'Arcevia.
Per questa seconda edizione, gli artisti selezionati sono: Giacomo Carnesecchi, Giovanni Gaggia e Davide Dall’Osso.
Carnesecchi ha affidato la realizzazione dell’uovo ai disegni/segni che caratterizzano la sua arte.
Volutamente non esiste un colore di fondo, se non un bianco puro, capace di accentuare quelli che sono i significati di purezza della forma, di nascita e di fertilità. Quella purezza racchiude in sè la vita non ancora inquinata dal mondo contemporaneo e così “civile”. I disegni/segni, scarabocchi, graffiti, pensieri e sensazioni in nero permanente stanno lì sopra non a decorare la superficie ma a sigillare, proteggere, ricontenere come una rete la possibile apertura e dispersione di quest’involucro di vita.
L’uovo di Gaggia è completamente bianco, spolverato di zucchero, posizionato sul suo vasino di bambino. E’ accompagnato dagli scatti fotografici della performance finale, con la quale l’artista rende visibile e chiaro il suo racconto.
Cita, con intelligenza, gli artisti che maggiormente hanno influenzato la sua formazione artistica: Piero della Francesca con l’uovo della Pala di Brera, Duchamp e il suo orinatoio, per arrivare alle vesti bianche e pure di Gina Pane. Gaggia afferma: “E’ un uovo che non va covato, ma cresce da se. Come se quest’uovo fosse il contenitore della mia creatività. Ogni opera d’arte una rottura di guscio e una successiva ricostruzione della superficie….Ogni rottura un’apparente disequilibrio.”
Dall’Osso presenta invece un uovo cristallizzato, memore di simboli e processi alchemici misteriosi. Uovo di bocca è il titolo; attraverso la bocca noi riusciamo a nutrirci, comunichiamo, amiamo. La bocca è quindi il nostro primo tramite con la vita, e l’uovo, per antonomasia, rappresenta la vita.
L'artista si trova libero di poter realizzare un’opera avendo, come unico input iniziale, un uovo in cotto alto 30 cm. L’uovo, una volta indagato, potrà rimanere come supporto pittorico o essere sostituito da altri materiali o addirittura, diventare protagonista di una performance.
L’idea di creare questo curioso Museo, proprio a Tredozio, nasce dalla volontà di valorizzazione l'antica usanza della battitura delle uova sode che si svolgeva in paese nel giorno di Pasqua e che dal 1964 è rievocata con la Sagra dell'uovo.
Nell’edizione 2006 è stato presentato un uovo del maestro Bruno d'Arcevia.
Per questa seconda edizione, gli artisti selezionati sono: Giacomo Carnesecchi, Giovanni Gaggia e Davide Dall’Osso.
Carnesecchi ha affidato la realizzazione dell’uovo ai disegni/segni che caratterizzano la sua arte.
Volutamente non esiste un colore di fondo, se non un bianco puro, capace di accentuare quelli che sono i significati di purezza della forma, di nascita e di fertilità. Quella purezza racchiude in sè la vita non ancora inquinata dal mondo contemporaneo e così “civile”. I disegni/segni, scarabocchi, graffiti, pensieri e sensazioni in nero permanente stanno lì sopra non a decorare la superficie ma a sigillare, proteggere, ricontenere come una rete la possibile apertura e dispersione di quest’involucro di vita.
L’uovo di Gaggia è completamente bianco, spolverato di zucchero, posizionato sul suo vasino di bambino. E’ accompagnato dagli scatti fotografici della performance finale, con la quale l’artista rende visibile e chiaro il suo racconto.
Cita, con intelligenza, gli artisti che maggiormente hanno influenzato la sua formazione artistica: Piero della Francesca con l’uovo della Pala di Brera, Duchamp e il suo orinatoio, per arrivare alle vesti bianche e pure di Gina Pane. Gaggia afferma: “E’ un uovo che non va covato, ma cresce da se. Come se quest’uovo fosse il contenitore della mia creatività. Ogni opera d’arte una rottura di guscio e una successiva ricostruzione della superficie….Ogni rottura un’apparente disequilibrio.”
Dall’Osso presenta invece un uovo cristallizzato, memore di simboli e processi alchemici misteriosi. Uovo di bocca è il titolo; attraverso la bocca noi riusciamo a nutrirci, comunichiamo, amiamo. La bocca è quindi il nostro primo tramite con la vita, e l’uovo, per antonomasia, rappresenta la vita.
31
marzo 2007
Uova d’Artista 2007
Dal 31 marzo al primo maggio 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO COMUNALE
Tredozio, Via dei Martiti, 1, (Forlì-cesena)
Tredozio, Via dei Martiti, 1, (Forlì-cesena)
Vernissage
31 Marzo 2007, ore 10:30
Autore
Curatore