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Urban portraits #8 – Know hope
Trough These Vacant Spaces We Can See Anywhere è un progetto site specific che Know hope (Huntington Beach, California, 1986) realizzerà per Urban Portraits dentro la sala mostre del Rialto. La città, attraverso i suoi residui, si ripensa per aprire fragili spazi di riflessione e di sospensione emotiva.
Comunicato stampa
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Trough These Vacant Spaces We Can See Anywhere è un progetto site specific che KNOW HOPE (Huntington Beach, California, 1986) realizzerà per Urban Portraits dentro la sala mostre del Rialto. La città, attraverso i suoi residui, si ripensa per aprire fragili spazi di riflessione e di sospensione emotiva.
La metodologia operativa di KONW HOPE prevede, utilizzando cartone modificato con segni di colore, la costruzione di esili figure che, nella loro oggettualità bidimensionale, si presentano come contenitori di un complesso e articolato ganglio di suggestioni. L’amore per la speranza e la fede nell’amicizia sono alcune delle provocazioni che gli attori, che KNOW HOPE distribuisce negli spazi urbani, sembrano delicatamente suggerire aprendo una dimensione scenica negli interstizi della città.
Gli spazi invisibili della città, quegli spazi nascosti dalla consuetudine dello sguardo, diventano così fragili attrattori emozionali, riempiendosi di silhouette allungate e sghembe che si piegano alla ricerca di un equilibrio emotivo ed esistenziale.
Nello specifico con il progetto Trough These Vacant Spaces We Can See Anywhere KNOW HOPE allestirà una narrazione intensa e silenziosa, attraverso l’emersione muta dei suoi personaggi nella sala del Rialto. La riflessione, intorno al ruolo anomico dei luoghi invisibili della città si oggettivizza, così, nella fragilità fisica e simbolica delle figure in cartone. Presenze che però impongono uno sguardo diverso sullo spazio riempiendolo di significati imprevisti.
L’individuazione degli spazi vuoti e la loro decostruzione sarà, invece, l’oggetto di un intervento esterno che vedrà KNOW HOPE, nei giorni che precedono l’inaugurazione, collocare una serie di piccole sculture in cartone nel tessuto viario dell’antico ghetto ebraico per sensibilizzarne il ruolo comunicativo. Sono individuati una rete di spot dove viene attivata una comunicazione sentimentale ed espressiva.
I due interventi, quello indoor, al Rialto, e quello outdoor negli spazi adiacenti, intessono così una rete stratificata di emozioni che sfiorano come una carezza l’epidermide dei luoghi con la segreta speranza di futuri altri e più liberi.
Fabio Campagna
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Know Hope, installazione urbana, Tel Aviv, 2008
KNOW HOPE è un artista di Tel Aviv impegnato a descrivere con le sue installazioni outdoor l’incancellabile desiderio di pace che anima il corpo sociale, aprendo sognanti interferenze liriche nei luoghi invisibili della città. I suoi lavori, che reimpiegano abitualmente materiali poveri e fragili come il cartone d’imballaggio per allestire piccoli spazi scenici nel contesto urbano, argomentano in una delicata narrazione segnica gli attriti, le pulsioni e i desideri di una complessa realtà sociale come quella israelo-palestinese e per esteso quella comune a tutti quanti noi.
Personali : The Insecurities of Time, Ad Hoc Art, NYC; Nel 2008, Temporary Residence, Anno Domini Gallery. Nel 2007, Just Because You Are Listening, The New and Bad Gallery, Tel Aviv.
Collettive : “Fresh Paint” Young Artists Art Fair, Tel Aviv; Hosting, Biennial of Urban Landscaping, Bat Yam Museum, Israele; Graffiti in the Frame, Shmone Club, Tel Aviv; Images in Urban Settings, Midrasha School of Art, Tel Aviv; The Wall, Urbanix Gallery, Tel Aviv; Home, Legal Action Gallery, Tel Aviv; Take a Deep Breath, Carmichael Gallery, Los Angeles; Corked, The Gallery at Cork, London; Nuart 2008, Tou Scene, Stavanger, Norway; Post-Pop, Holon Museum of Comics, Holon, Israele; GenArt Vanguard, Miami, Florida in association with the Carmichael Gallery; Fresh Produce, Anno Domini Gallery, San Jose;Fra le collettive del 2006: Pirates of the Tel Aviv Swamp, Independent Venue/Curation, Tel Aviv; The End of the World, Independent Venue/Curation, Tel Aviv; Echo of the Cave, Independent Venue/Curation, Tel Aviv;
Fra le collettive del 2007: He, She, Me Makes We, Carmichael Gallery, Los Angeles; Fresh Produce, Anno Domini Gallery, San Jose; Too Sweet and Seldom Seen, Kismet Gallery, New York; Separation Wall Project (alongside artists Faile, Ron English, Swoon, Banksy), Betlemme; The Rear, Herzliya Museum’s Biennial of Contemporary Art, Herzliya Museum, Israele;
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Paul Notzold, TextualHealing@campodeifiori, video installazione interattiva, Urban Portraits #2, Roma, 2007
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URBAN PORTRAITS //// 2007 | 2008 | 2009
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Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.Il progetto URBAN PORTRAITS ideato e curato da Fabio Campagna e prodotto dal Rialto, si propone di introdurre una differenza perturbante all’interno del sistema identitario urbano attraverso l’allestimento di una serie d’installazioni di street artists internazionali, opere che innestate direttamente nel tessuto urbano e nei suoi luoghi pubblici, operano un’azione ri-significante della realtà urbana.
Gli interventi “oggettuali”, contaminando l’idea che l’artista ha dei luoghi in cui si organizza la sua capacità d’interrelazione con gli stereotipi di genere della città, operano una decostruzione epistemologica dei luoghi e della realtà ponendosi come nuovo dispositivo comunicazionale.
Viene elaborato un nuovo ritratto della città.
Il progetto Urban Portraits si propone, inoltre, di promuovere la diffusione di una conoscenza altra, ulteriore dell’identità politica, culturale, sociale delle realtà urbane fuori dell’appiattimento di senso operato dal sistema mediale, di sostenere la scena della Urban Art internazionale ed in particolare la sue derive “oggettuali” , interattive e performative impegnate in una poetica di alterazione e di decostruzione dello spazio urbano ed infine di favorire lo scambio di conoscenze e d’informazione costruendo una rete relazionale che coinvolga soggetti diversi per nazionalità, habitus, e genere.
Nello specifico Urban Portraits si articola in una serie di interventi installativi e performativi presentati a Rialtosantambrogio e nelle strade di Roma.
Installazioni che, inserite prima nel tessuto urbano e quindi negli spazi del Rialtosantambrogio, hanno costituito un interferenza non prevista e poetica, interrogando i fruitori delle opere sull’eventualità di una nuova definizione dei moduli d’interazione e di percezione dei luoghi. Sono stati realizzati materiali fotografici e video per documentare gli interventi.
Fabio Campagna
Dato il carattere internazionale del progetto, vengono coinvolti a vari livelli gli Istituti di Cultura e le Accademie straniere presenti sul territorio.
Nel 2007 sono state allestite tre mostre evento-performance:
il 12 gennaio con le installazioni IROBO@RIALTO di FUPETE, (www.fupete.com); il 2 marzo con la video installazione urbana interattiva TXTUAL HEALING di PAUL NOTZOLD da New York (www.txtualhealing.com); e il 6 aprile con MIDAS di FATANDSOWHAT!! dall’Uruguay (www.myspace.com/fatandsowhat).
Per la seconda edizione, nel 2008, sono state allestite le mostre evento-performance di:
THEGREENEYL da Berlino, con l’installazione interattiva APPEAL (http://www.thegreeneyl.com/appeel), in mostra dal 3 febbraio al 7 marzo 2008, in collaborazione con L’Accademia Tedesca Villa Massimo di Roma; 3TTMAN da Madrid, con il progetto di video arte urbana interattiva M-ART 1 (http://www.3ttman.com/), in mostra dall’ 8 marzo al 22 marzo 2008, con il contributo di Red Bull Italia; e AISLING HEDGECOCK da Londra, con il progetto interattivo di performance e installazione HULA GLOOP EXPERIMENT, in mostra dal 28 aprile al 4 maggio 2008, e in collaborazione con L’Accademia Britannica di Roma e con il contributo di Red Bull Italia.
Per il 2008 sono stati partner nella comunicazione del progetto Menostorie e Edizioni Zero.
Per la terza edizione, nel 2009, è stata allestita le mostra evento-performance di:
LUZIA HURZELER e BEATRICE GRAF, da Ginevra, con la collaborazione di Giulia Cencioni, con un progetto site specific di video installazione interattiva e di performance, in mostra dal 28 febbario al 7 marzo, intitolato COMEDIVENTAREUNABATTERIA con il patrocinio dell’Istituto Svizzero di Roma.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.Il Rialtosantambrogio nasce dieci anni fa, il 27 gennaio 1999, a partire dall’occupazione di un immobile in Via Nazionale, sopra il vecchio cinema RIALTO. L’attività principale del centro è stata da subito indirizzata alla promozione e rivalutazione dello spazio pubblico attraverso l’arte e la ricerca contemporanea.
Questa attività ha portato ad un riconoscimento da parte dell’amministrazione, che nel 2000 ha concesso in assegnazione al RIALTO una parte del complesso monumentale di Sant’Ambrogio alla Massima, nell’ex-ghetto ebraico di Roma. Questa, che è tutt’ora la sede dell’associazione, da convento era stata destinata nel ‘900 all’uso scolastico.
Attualmente l’attività del RIALTOsantambrogio si articola nell’organizzazione e nella promozione di una fitta programmazione annuale serale di teatro, musica a arte, nella co-produzione di spettacoli teatrali con sale prove gratuite per le compagnie, e nell’ ospitalità nella stessa sede del Sant’Ambrogio di una serie di associazioni legate all’ambientalismo, ai diritti sociali, alla ricerca artistica.
La metodologia operativa di KONW HOPE prevede, utilizzando cartone modificato con segni di colore, la costruzione di esili figure che, nella loro oggettualità bidimensionale, si presentano come contenitori di un complesso e articolato ganglio di suggestioni. L’amore per la speranza e la fede nell’amicizia sono alcune delle provocazioni che gli attori, che KNOW HOPE distribuisce negli spazi urbani, sembrano delicatamente suggerire aprendo una dimensione scenica negli interstizi della città.
Gli spazi invisibili della città, quegli spazi nascosti dalla consuetudine dello sguardo, diventano così fragili attrattori emozionali, riempiendosi di silhouette allungate e sghembe che si piegano alla ricerca di un equilibrio emotivo ed esistenziale.
Nello specifico con il progetto Trough These Vacant Spaces We Can See Anywhere KNOW HOPE allestirà una narrazione intensa e silenziosa, attraverso l’emersione muta dei suoi personaggi nella sala del Rialto. La riflessione, intorno al ruolo anomico dei luoghi invisibili della città si oggettivizza, così, nella fragilità fisica e simbolica delle figure in cartone. Presenze che però impongono uno sguardo diverso sullo spazio riempiendolo di significati imprevisti.
L’individuazione degli spazi vuoti e la loro decostruzione sarà, invece, l’oggetto di un intervento esterno che vedrà KNOW HOPE, nei giorni che precedono l’inaugurazione, collocare una serie di piccole sculture in cartone nel tessuto viario dell’antico ghetto ebraico per sensibilizzarne il ruolo comunicativo. Sono individuati una rete di spot dove viene attivata una comunicazione sentimentale ed espressiva.
I due interventi, quello indoor, al Rialto, e quello outdoor negli spazi adiacenti, intessono così una rete stratificata di emozioni che sfiorano come una carezza l’epidermide dei luoghi con la segreta speranza di futuri altri e più liberi.
Fabio Campagna
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Know Hope, installazione urbana, Tel Aviv, 2008
KNOW HOPE è un artista di Tel Aviv impegnato a descrivere con le sue installazioni outdoor l’incancellabile desiderio di pace che anima il corpo sociale, aprendo sognanti interferenze liriche nei luoghi invisibili della città. I suoi lavori, che reimpiegano abitualmente materiali poveri e fragili come il cartone d’imballaggio per allestire piccoli spazi scenici nel contesto urbano, argomentano in una delicata narrazione segnica gli attriti, le pulsioni e i desideri di una complessa realtà sociale come quella israelo-palestinese e per esteso quella comune a tutti quanti noi.
Personali : The Insecurities of Time, Ad Hoc Art, NYC; Nel 2008, Temporary Residence, Anno Domini Gallery. Nel 2007, Just Because You Are Listening, The New and Bad Gallery, Tel Aviv.
Collettive : “Fresh Paint” Young Artists Art Fair, Tel Aviv; Hosting, Biennial of Urban Landscaping, Bat Yam Museum, Israele; Graffiti in the Frame, Shmone Club, Tel Aviv; Images in Urban Settings, Midrasha School of Art, Tel Aviv; The Wall, Urbanix Gallery, Tel Aviv; Home, Legal Action Gallery, Tel Aviv; Take a Deep Breath, Carmichael Gallery, Los Angeles; Corked, The Gallery at Cork, London; Nuart 2008, Tou Scene, Stavanger, Norway; Post-Pop, Holon Museum of Comics, Holon, Israele; GenArt Vanguard, Miami, Florida in association with the Carmichael Gallery; Fresh Produce, Anno Domini Gallery, San Jose;Fra le collettive del 2006: Pirates of the Tel Aviv Swamp, Independent Venue/Curation, Tel Aviv; The End of the World, Independent Venue/Curation, Tel Aviv; Echo of the Cave, Independent Venue/Curation, Tel Aviv;
Fra le collettive del 2007: He, She, Me Makes We, Carmichael Gallery, Los Angeles; Fresh Produce, Anno Domini Gallery, San Jose; Too Sweet and Seldom Seen, Kismet Gallery, New York; Separation Wall Project (alongside artists Faile, Ron English, Swoon, Banksy), Betlemme; The Rear, Herzliya Museum’s Biennial of Contemporary Art, Herzliya Museum, Israele;
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
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Paul Notzold, TextualHealing@campodeifiori, video installazione interattiva, Urban Portraits #2, Roma, 2007
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URBAN PORTRAITS //// 2007 | 2008 | 2009
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Gli interventi “oggettuali”, contaminando l’idea che l’artista ha dei luoghi in cui si organizza la sua capacità d’interrelazione con gli stereotipi di genere della città, operano una decostruzione epistemologica dei luoghi e della realtà ponendosi come nuovo dispositivo comunicazionale.
Viene elaborato un nuovo ritratto della città.
Il progetto Urban Portraits si propone, inoltre, di promuovere la diffusione di una conoscenza altra, ulteriore dell’identità politica, culturale, sociale delle realtà urbane fuori dell’appiattimento di senso operato dal sistema mediale, di sostenere la scena della Urban Art internazionale ed in particolare la sue derive “oggettuali” , interattive e performative impegnate in una poetica di alterazione e di decostruzione dello spazio urbano ed infine di favorire lo scambio di conoscenze e d’informazione costruendo una rete relazionale che coinvolga soggetti diversi per nazionalità, habitus, e genere.
Nello specifico Urban Portraits si articola in una serie di interventi installativi e performativi presentati a Rialtosantambrogio e nelle strade di Roma.
Installazioni che, inserite prima nel tessuto urbano e quindi negli spazi del Rialtosantambrogio, hanno costituito un interferenza non prevista e poetica, interrogando i fruitori delle opere sull’eventualità di una nuova definizione dei moduli d’interazione e di percezione dei luoghi. Sono stati realizzati materiali fotografici e video per documentare gli interventi.
Fabio Campagna
Dato il carattere internazionale del progetto, vengono coinvolti a vari livelli gli Istituti di Cultura e le Accademie straniere presenti sul territorio.
Nel 2007 sono state allestite tre mostre evento-performance:
il 12 gennaio con le installazioni IROBO@RIALTO di FUPETE, (www.fupete.com); il 2 marzo con la video installazione urbana interattiva TXTUAL HEALING di PAUL NOTZOLD da New York (www.txtualhealing.com); e il 6 aprile con MIDAS di FATANDSOWHAT!! dall’Uruguay (www.myspace.com/fatandsowhat).
Per la seconda edizione, nel 2008, sono state allestite le mostre evento-performance di:
THEGREENEYL da Berlino, con l’installazione interattiva APPEAL (http://www.thegreeneyl.com/appeel), in mostra dal 3 febbraio al 7 marzo 2008, in collaborazione con L’Accademia Tedesca Villa Massimo di Roma; 3TTMAN da Madrid, con il progetto di video arte urbana interattiva M-ART 1 (http://www.3ttman.com/), in mostra dall’ 8 marzo al 22 marzo 2008, con il contributo di Red Bull Italia; e AISLING HEDGECOCK da Londra, con il progetto interattivo di performance e installazione HULA GLOOP EXPERIMENT, in mostra dal 28 aprile al 4 maggio 2008, e in collaborazione con L’Accademia Britannica di Roma e con il contributo di Red Bull Italia.
Per il 2008 sono stati partner nella comunicazione del progetto Menostorie e Edizioni Zero.
Per la terza edizione, nel 2009, è stata allestita le mostra evento-performance di:
LUZIA HURZELER e BEATRICE GRAF, da Ginevra, con la collaborazione di Giulia Cencioni, con un progetto site specific di video installazione interattiva e di performance, in mostra dal 28 febbario al 7 marzo, intitolato COMEDIVENTAREUNABATTERIA con il patrocinio dell’Istituto Svizzero di Roma.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.Il Rialtosantambrogio nasce dieci anni fa, il 27 gennaio 1999, a partire dall’occupazione di un immobile in Via Nazionale, sopra il vecchio cinema RIALTO. L’attività principale del centro è stata da subito indirizzata alla promozione e rivalutazione dello spazio pubblico attraverso l’arte e la ricerca contemporanea.
Questa attività ha portato ad un riconoscimento da parte dell’amministrazione, che nel 2000 ha concesso in assegnazione al RIALTO una parte del complesso monumentale di Sant’Ambrogio alla Massima, nell’ex-ghetto ebraico di Roma. Questa, che è tutt’ora la sede dell’associazione, da convento era stata destinata nel ‘900 all’uso scolastico.
Attualmente l’attività del RIALTOsantambrogio si articola nell’organizzazione e nella promozione di una fitta programmazione annuale serale di teatro, musica a arte, nella co-produzione di spettacoli teatrali con sale prove gratuite per le compagnie, e nell’ ospitalità nella stessa sede del Sant’Ambrogio di una serie di associazioni legate all’ambientalismo, ai diritti sociali, alla ricerca artistica.
23
marzo 2009
Urban portraits #8 – Know hope
Dal 23 al 28 marzo 2009
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
RIALTOSANTAMBROGIO
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Orario di apertura
h. 16:00 > h. 20:00 | lunedì > sabato
Vernissage
21 Marzo 2009, ore 22.30 dentro 24 CARAT night | 7 euro
Autore
Curatore