Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Urbansolid – Cemento
La Street Art è diventata tridimensionale. Ha oltrepassato la bidimensionalità della muro, per invadere ancor più audacemente lo spazio urbano. Dal graffito all’altorilievo. Il passo è stato breve, poiché la mission era simile. E a compierlo sono stati gli Urbansolid. I pionieri della Street Art in 3D
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Street Art è diventata tridimensionale. Ha oltrepassato la bidimensionalità della muro,
per invadere ancor più audacemente lo spazio urbano.
Dal graffito all’altorilievo.
Il passo è stato breve, poiché la mission era simile. E a compierlo sono stati gli Urbansolid.
I pionieri della Street Art in 3D.
Due artisti che, dopo aver affinato la conoscenza del modellato e delle più tradizionali tecniche
scultoree, hanno deciso di riadattare la loro esperienza artistica-laboratoriale alle urgenze
comunicative dei nostri giorni. Perché l’arte deve parlare al popolo, e il popolo ha bisogno di vedere
quali realtà un artista socialmente impegnato sia in grado di smascherare
Se il vero artista di ricerca non è colui che cerca, ma trova – e anzi ri-trova – nei classici la partenza
per il proprio percorso, potremmo in pochi istanti riavvolgere la pellicola della storia delle arti
plastiche e ritrovare, nelle creature in gesso e cemento degli Urbansolid, tracce di una tradizione
decisamente antica.
Antica tanto da risalire alle grandi lastre in alabastro su cui gli Assiri scolpivano scene di guerra
nel VII secolo a.C, o alle sculture mitologiche del Partenone di Fidia. Passando poi per i rilievi
celebrativi delle grandi imprese di conquista degli imperatori romani, scolpite sulle superfici
degli archi di trionfo, sino a giungere ai bestiari e al repertorio biblico o fantastico della scultura
didascalica medievale, che invadeva archivolti, portali, stipiti e capitelli. Una scultura che era un
libro aperto, e lo era al fine di educare il popolo.
È da qui, da questo ultimo assunto, e da questa idea di passato-mai-passato, che bisogna partire per
comprendere quale slancio abbia spinto gli Urbansolid a portare la scultura nella Street Art.
L’esordio è stato milanese, ed è avvenuto quasi tre anni fa, per la precisione durante le giornate del
Salone del Mobile 2010.
Un fuori-salone inaspettato, il loro, ma che ha lasciato il segno nella memoria di chi lo ha vissuto.
Venticinque calchi bianchi di teste umane ritratte a metà, appena sopra le labbra, sembravano
sbucare dal pavimento, quasi fossero una legione di omonimi insorti contro un “uno” che tentava
vanamente di “emergere”. I venticinque insorti si tappavano il naso in segno di protesta, mentre
l’altro cercava di farsi avanti, spingendosi verso l’alto con le mani aggrappate al pavimento, come
fosse immerso in una bugia liquida.
Fu poi la volta della famosa piramide di “Lingotti Anticrisi” installata a Milano in Piazza Affari,
esattamente davanti al Palazzo della Borsa, una mattina dello scorso settembre 2011.
Oggi è invece la Galleria Square23 di Torino a scegliere di portare le urban sculptures degli
Urbansolid per la prima volta nel capoluogo piemontese, in una mostra personale che si estenderà
ben oltre lo spazio espositivo.
“Cemento”.
Questo il titolo della mostra. Perché dal cemento sbocciano e si sporgono le loro provocazioni, in un
viaggio visivo a metà strada tra lo spazio e la parete.
È il messaggio che va verso il cittadino. Diventa tattile. Prolungandosi nel caos con l’insinuante
strategia del basso e altorilievo. Un messaggio ogni volta esplicito, che si palesa nella chiarezza
simbolica della sua stessa rappresentazione plastica. E una denuncia sociale abilmente rimarcata
dalla logica del multiplo
Street Art, dunque. Ma in gesso e cemento. E dall’alto contenuto caustico.
Dal 30 gennaio al 24 febbraio 2013 potrete vedere teste umane in gesso emergere o immergersi
in bidoni di latta straripanti di chissà cosa, orecchie giganti sporgere dalle pareti per ricordarvi
che di “Zona Audiosorvegliata” probabilmente si tratta. Volti allusivamente sorridenti potrebbero
improvvisamente affacciarsi dagli schermi di televisori vintage. E incontrerete cervelli, televisori,
spermatozoi... tutti sarcasticamente al servizio di una nuova coscienza sociale.
Infine, verrete sorpresi da una colta e sottile citazione: un rimando ai tondi in terracotta policroma
invetriata prodotti agli inizi del Quattrocento dai fratelli Della Robbia in quel di Firenze.
Ma cogliere la sapienza nell’eccedenza, starà a voi.
(Testo critico di Giovanna Lacedra)
per invadere ancor più audacemente lo spazio urbano.
Dal graffito all’altorilievo.
Il passo è stato breve, poiché la mission era simile. E a compierlo sono stati gli Urbansolid.
I pionieri della Street Art in 3D.
Due artisti che, dopo aver affinato la conoscenza del modellato e delle più tradizionali tecniche
scultoree, hanno deciso di riadattare la loro esperienza artistica-laboratoriale alle urgenze
comunicative dei nostri giorni. Perché l’arte deve parlare al popolo, e il popolo ha bisogno di vedere
quali realtà un artista socialmente impegnato sia in grado di smascherare
Se il vero artista di ricerca non è colui che cerca, ma trova – e anzi ri-trova – nei classici la partenza
per il proprio percorso, potremmo in pochi istanti riavvolgere la pellicola della storia delle arti
plastiche e ritrovare, nelle creature in gesso e cemento degli Urbansolid, tracce di una tradizione
decisamente antica.
Antica tanto da risalire alle grandi lastre in alabastro su cui gli Assiri scolpivano scene di guerra
nel VII secolo a.C, o alle sculture mitologiche del Partenone di Fidia. Passando poi per i rilievi
celebrativi delle grandi imprese di conquista degli imperatori romani, scolpite sulle superfici
degli archi di trionfo, sino a giungere ai bestiari e al repertorio biblico o fantastico della scultura
didascalica medievale, che invadeva archivolti, portali, stipiti e capitelli. Una scultura che era un
libro aperto, e lo era al fine di educare il popolo.
È da qui, da questo ultimo assunto, e da questa idea di passato-mai-passato, che bisogna partire per
comprendere quale slancio abbia spinto gli Urbansolid a portare la scultura nella Street Art.
L’esordio è stato milanese, ed è avvenuto quasi tre anni fa, per la precisione durante le giornate del
Salone del Mobile 2010.
Un fuori-salone inaspettato, il loro, ma che ha lasciato il segno nella memoria di chi lo ha vissuto.
Venticinque calchi bianchi di teste umane ritratte a metà, appena sopra le labbra, sembravano
sbucare dal pavimento, quasi fossero una legione di omonimi insorti contro un “uno” che tentava
vanamente di “emergere”. I venticinque insorti si tappavano il naso in segno di protesta, mentre
l’altro cercava di farsi avanti, spingendosi verso l’alto con le mani aggrappate al pavimento, come
fosse immerso in una bugia liquida.
Fu poi la volta della famosa piramide di “Lingotti Anticrisi” installata a Milano in Piazza Affari,
esattamente davanti al Palazzo della Borsa, una mattina dello scorso settembre 2011.
Oggi è invece la Galleria Square23 di Torino a scegliere di portare le urban sculptures degli
Urbansolid per la prima volta nel capoluogo piemontese, in una mostra personale che si estenderà
ben oltre lo spazio espositivo.
“Cemento”.
Questo il titolo della mostra. Perché dal cemento sbocciano e si sporgono le loro provocazioni, in un
viaggio visivo a metà strada tra lo spazio e la parete.
È il messaggio che va verso il cittadino. Diventa tattile. Prolungandosi nel caos con l’insinuante
strategia del basso e altorilievo. Un messaggio ogni volta esplicito, che si palesa nella chiarezza
simbolica della sua stessa rappresentazione plastica. E una denuncia sociale abilmente rimarcata
dalla logica del multiplo
Street Art, dunque. Ma in gesso e cemento. E dall’alto contenuto caustico.
Dal 30 gennaio al 24 febbraio 2013 potrete vedere teste umane in gesso emergere o immergersi
in bidoni di latta straripanti di chissà cosa, orecchie giganti sporgere dalle pareti per ricordarvi
che di “Zona Audiosorvegliata” probabilmente si tratta. Volti allusivamente sorridenti potrebbero
improvvisamente affacciarsi dagli schermi di televisori vintage. E incontrerete cervelli, televisori,
spermatozoi... tutti sarcasticamente al servizio di una nuova coscienza sociale.
Infine, verrete sorpresi da una colta e sottile citazione: un rimando ai tondi in terracotta policroma
invetriata prodotti agli inizi del Quattrocento dai fratelli Della Robbia in quel di Firenze.
Ma cogliere la sapienza nell’eccedenza, starà a voi.
(Testo critico di Giovanna Lacedra)
30
gennaio 2013
Urbansolid – Cemento
Dal 30 gennaio al 24 febbraio 2013
arte contemporanea
Location
SQUARE23 ART GALLERY
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Orario di apertura
11-20, da martedì a sabato
Vernissage
30 Gennaio 2013, h 18
Autore
Curatore