Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Valentin Carron / Gardar Eide Einarsson – So indolent so sneaky
“So indolent so sneaky”, doppia personale con opere dell’artista svizzero Valentin Carron e dell’artista norvegese Gardar Eide Einarsson, curata da Domenico De Chirico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Element è lieta di annunciare “So indolent so sneaky”, una doppia personale con opere dell’artista svizzero Valentin Carron e dell’artista di origini norvegesi e di Tokyo Gardar Eide Einarsson, curata da Domenico De Chirico.
L’indolenza del potere o l’indolenza della sovversione? La prima profuma di sistematico e la seconda di improvviso, ma qual è l’oggetto conteso?
Sicuramente il simbolo ha da sempre costituito un aspetto fondamentale nella società moderna e ancor più in quella contemporanea. Etimologicamente la parola “simbolo” ha il significato di mettere insieme, stipulare un accordo, fissare un riferimento, fermare un’immagine che col tempo acquista sempre più potere. Sia il lavoro di Valentin Carron sia quello di Gardar Eide Einarsson affrontano e indagano una tensione, qualcosa che elasticamente si spinge da un lato o dall’altro del significato, entrambi costruiscono una significanza strutturale che si potrebbe definire dinamica. Il simbolo è mobile.
Valentin Carron tesse la sua struttura significante attraverso un’estetica materica e vivace, destoricizzando e svuotando di significato o utilità forme onnipresenti e ricreandole, per poi metterne in discussione il significato attuale. Tuttavia il loro carattere simbolico non può essere dimenticato, esso permane nella rivivificazione delle forme dando vita a strutture di ampio spettro speculativo che indagano il rapporto tra autentico e fabbricato, modalità di creatività locale e sistematicità globale.
Gardar Eide Einarsson tesse un campo di battaglia di una pulizia eccezionale, in cui le forme spingono il significato verso il dissenso. Sembra intravedere nei suoi lavori le linee che proiettano l’istinto contro l’establishment in una tensione continua tra anti-istituzionale e interferenza dei concetti di libertà e delle strutture organizzative della società. Si forma una membrana dunque, una tessitura di immagini ripetute, un’overdose di immagini che nell’era contemporanea crea il simbolo e, in qualche modo, il controllo - come sosterrebbe Michel Foucault - ma anche il sistema di segni in cui ci muoviamo ogni giorno.
Il lavoro dei due artisti si muove da un lato e dall’altro della suddetta tessitura che nei loro lavori sembra essere in perenne movimento, vibrare sotto l’influenza di trame di significato alla ricerca di un’autenticità di senso che calmi le forme e plachi la materia.
L’indolenza del potere o l’indolenza della sovversione? La prima profuma di sistematico e la seconda di improvviso, ma qual è l’oggetto conteso?
Sicuramente il simbolo ha da sempre costituito un aspetto fondamentale nella società moderna e ancor più in quella contemporanea. Etimologicamente la parola “simbolo” ha il significato di mettere insieme, stipulare un accordo, fissare un riferimento, fermare un’immagine che col tempo acquista sempre più potere. Sia il lavoro di Valentin Carron sia quello di Gardar Eide Einarsson affrontano e indagano una tensione, qualcosa che elasticamente si spinge da un lato o dall’altro del significato, entrambi costruiscono una significanza strutturale che si potrebbe definire dinamica. Il simbolo è mobile.
Valentin Carron tesse la sua struttura significante attraverso un’estetica materica e vivace, destoricizzando e svuotando di significato o utilità forme onnipresenti e ricreandole, per poi metterne in discussione il significato attuale. Tuttavia il loro carattere simbolico non può essere dimenticato, esso permane nella rivivificazione delle forme dando vita a strutture di ampio spettro speculativo che indagano il rapporto tra autentico e fabbricato, modalità di creatività locale e sistematicità globale.
Gardar Eide Einarsson tesse un campo di battaglia di una pulizia eccezionale, in cui le forme spingono il significato verso il dissenso. Sembra intravedere nei suoi lavori le linee che proiettano l’istinto contro l’establishment in una tensione continua tra anti-istituzionale e interferenza dei concetti di libertà e delle strutture organizzative della società. Si forma una membrana dunque, una tessitura di immagini ripetute, un’overdose di immagini che nell’era contemporanea crea il simbolo e, in qualche modo, il controllo - come sosterrebbe Michel Foucault - ma anche il sistema di segni in cui ci muoviamo ogni giorno.
Il lavoro dei due artisti si muove da un lato e dall’altro della suddetta tessitura che nei loro lavori sembra essere in perenne movimento, vibrare sotto l’influenza di trame di significato alla ricerca di un’autenticità di senso che calmi le forme e plachi la materia.
24
ottobre 2019
Valentin Carron / Gardar Eide Einarsson – So indolent so sneaky
Dal 24 ottobre 2019 al 31 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
NOIRE GALLERY – VIA PIOSSASCO
Torino, Via Piossasco, 29, (Torino)
Torino, Via Piossasco, 29, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 10 - 18
Autore
Curatore