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Valentina D’Accardi – Fiume
In mostra le opere della giovane artista Valentina D’Accardi. Fotografie, disegni, video e materiale d’archivio per raccontare una storia artistica e intimamente personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In quale direzione andrò,
in salita o in discesa, oppure qualcosa che galleggia,
per la strada o lungo un sentiero,
o per un campo senza piste segnate,
sul fiume mi indicherà il cammino?
William Wordsworth, The preludes
Dal 19 marzo al 16 Aprile sarà possibile visitare la mostra Fiume della giovane artista bolognese Valentina D’Accardi, curata da Maura Pozzati, che attraverso
materiale storico d’archivio, fotografie, installazioni audio-video e disegno a matita - quest'ultimo coltivato per anni come esercizio “intimo” dall’artista e ora condiviso per la prima volta col pubblico – racconta la storia di Elsa Mengoli, nonna materna della stessa D’Accardi, scomparsa nel 1972 da casa e ritrovata dopo diversi giorni di ricerche morta nel fiume.
Il progetto, già presentato con una preview alla fiera indipendente di arte contemporanea SETUp, dove ha portato Valentina a vincere il Premio 2016 come
migliore artista Under 35, viene proposto ora in mostra nella sua interezza, sviluppandosi attraverso la compresenza di due piani: uno “passato-oggettivo-
chiuso” e uno “presente-soggettivo-aperto”.
Il piano passato si articola seguendo le ricerche svoltesi nell'Emeroteca dell’Archiginnasio di Bologna che, partendo dalla data della scomparsa, hanno
portato al reperimento dei quattro articoli de “Il Resto del Carlino” dell’epoca. Gli articoli descrivono una doppia vicenda: quella della scomparsa di Elsa Mengoli, madre di tre figli, e quella dell’avvistamento di un corpo di donna nel canale Navile, senza che i due accadimenti vengano messi inizialmente in relazione. Le ricerche arrivano poi alla risoluzione del caso, sancito con il riconoscimento effettuato dai familiari grazie alla fede nuziale rinvenuta sul corpo, che dopo molti giorni di permanenza in acqua era pressochè irriconoscibile. Corpo che, quasi come per una necessità interiore
e per magia, compie un lunghissimo percorso trasportato da quel FIUME cui il progetto è intitolato, fino ad arenarsi a Santa Maria Codifiume, luogo di nascita della donna. La documentazione esposta comprende la carta geografica che traccia il corso
del fiume, i quattro articoli del Carlino e una fotografia del matrimonio di Elsa, avvenuto nel 1955.
Il piano presente, invece, ben espresso da una citazione di J.M. Barrie nel’introduzione a Peter Pan nei Giardini di Kensington che recita “nulla di quanto ci accade dopo i
dodici anni ha molta importanza per noi”, riguarda il rapporto intimo e di rilettura
personale che l'artista intrattiene con questa storia familiare e indaga le
ripercussioni emotive che la vicenda ha avuto sui familiari della donna, in
particolare sui figli, bambini all’epoca del suicidio, e indirettamente sull’artista stessa.
Valentina D'Accardi affronta il percorso che la nonna suicida fa nel suo ultimo viaggio
verso casa con una serie di autoscatti realizzati lungo l’argine del fiume, che la
ritraggono mentre indossa lo scialle di pizzo di lana che apparteneva proprio a Elsa.
Ed Elsa è anche il secondo nome dell'artista.
Oltre alle 15 foto del ciclo, tutte sviluppate e stampate ai sali d’argento dalla stessa
Valentina, l'esposizione conta una serie di 30 disegni a matita su carta, 30 come la
somma degli anni dei tre figli di Elsa, che all'epoca della morte avevano 8, 10 e 12
anni. Sono ritratti di questi tra bambini, Elisa, Edda, madre della D’Accardi, e
Giuseppe, ripresi da vecchie foto di famiglia e isolati nel vuoto eliminando
dall'immagine ogni altro elemento o persona, per mostrarne lo sguardo di Bimbi
Sperduti, come li definisce l’artista, che non possono essere ricollocabili all’interno
dello spazio/tempo, che non possono essere consegnati al passato come memoria.
A completare il percorso emotivo e artistico che il visitatore compie insieme
all'artista, ci sono anche 10 video, un’istallazione e un contributo audio.
Una storia complessa, dunque, emotivamente toccante ed estremamente intima
quella raccontata in Fiume, che la D’Accardi ha ripercorso a ritroso forse alla ricerca di
un senso profondo capace di portare a un’accettazione non priva di dolore, ma
comunque frutto di una riflessione quasi filosofica sull’esistenza, come ben espresso
dalle parole della curatrice Maura Pozzati:
Il viaggio lungo il fiume di Valentina d’Accardi è un viaggio filosofico per tornare
indietro nel tempo, ricostruire i “passi” della propria origine e potersene poi liberare,
grazie alla coscienza di ciò che si è perduto. Nelle riprese video e audio e nella
raccolta di arbusti successivamente “sbiancati”, ricollocati in un contesto
completamente diverso e chiuso all’interno di una mostra, c’è qualcosa di volutamente
“oggettivo”. Ai suoni, alle immagini, alle fotografie antiche, ai pochi articoli di giornale,
a quello scialle bianco e in generale a quella storia tragica viene data una nuova
realtà: la realtà della bellezza, del riconoscimento dell’abisso e della solitudine che si
presenta in silenzio, della libertà e della conquista della propria autonomia, in bianco e
nero, senza trucchi. Ecco, allora, che la storia personale di Valentina diventa
universale e il suo camminare lungo il fiume si configura come una riscoperta del
mondo riportata alle dimensioni di una visione intima: ognuno di noi la cerca dentro di
sé e la preserva quando vuole ritirarsi, per trovare una solitudine profonda seppure
temporanea.
L’allestimento dello spazio ABC che organizza la mostra è a cura di Fausto
Savoretti, con il supporto di ILTEC Design, Lucifero’s e Clima Design e con il
patrocinio di Regione Emilia Romagna, Genus Bononiae e CNA.
in salita o in discesa, oppure qualcosa che galleggia,
per la strada o lungo un sentiero,
o per un campo senza piste segnate,
sul fiume mi indicherà il cammino?
William Wordsworth, The preludes
Dal 19 marzo al 16 Aprile sarà possibile visitare la mostra Fiume della giovane artista bolognese Valentina D’Accardi, curata da Maura Pozzati, che attraverso
materiale storico d’archivio, fotografie, installazioni audio-video e disegno a matita - quest'ultimo coltivato per anni come esercizio “intimo” dall’artista e ora condiviso per la prima volta col pubblico – racconta la storia di Elsa Mengoli, nonna materna della stessa D’Accardi, scomparsa nel 1972 da casa e ritrovata dopo diversi giorni di ricerche morta nel fiume.
Il progetto, già presentato con una preview alla fiera indipendente di arte contemporanea SETUp, dove ha portato Valentina a vincere il Premio 2016 come
migliore artista Under 35, viene proposto ora in mostra nella sua interezza, sviluppandosi attraverso la compresenza di due piani: uno “passato-oggettivo-
chiuso” e uno “presente-soggettivo-aperto”.
Il piano passato si articola seguendo le ricerche svoltesi nell'Emeroteca dell’Archiginnasio di Bologna che, partendo dalla data della scomparsa, hanno
portato al reperimento dei quattro articoli de “Il Resto del Carlino” dell’epoca. Gli articoli descrivono una doppia vicenda: quella della scomparsa di Elsa Mengoli, madre di tre figli, e quella dell’avvistamento di un corpo di donna nel canale Navile, senza che i due accadimenti vengano messi inizialmente in relazione. Le ricerche arrivano poi alla risoluzione del caso, sancito con il riconoscimento effettuato dai familiari grazie alla fede nuziale rinvenuta sul corpo, che dopo molti giorni di permanenza in acqua era pressochè irriconoscibile. Corpo che, quasi come per una necessità interiore
e per magia, compie un lunghissimo percorso trasportato da quel FIUME cui il progetto è intitolato, fino ad arenarsi a Santa Maria Codifiume, luogo di nascita della donna. La documentazione esposta comprende la carta geografica che traccia il corso
del fiume, i quattro articoli del Carlino e una fotografia del matrimonio di Elsa, avvenuto nel 1955.
Il piano presente, invece, ben espresso da una citazione di J.M. Barrie nel’introduzione a Peter Pan nei Giardini di Kensington che recita “nulla di quanto ci accade dopo i
dodici anni ha molta importanza per noi”, riguarda il rapporto intimo e di rilettura
personale che l'artista intrattiene con questa storia familiare e indaga le
ripercussioni emotive che la vicenda ha avuto sui familiari della donna, in
particolare sui figli, bambini all’epoca del suicidio, e indirettamente sull’artista stessa.
Valentina D'Accardi affronta il percorso che la nonna suicida fa nel suo ultimo viaggio
verso casa con una serie di autoscatti realizzati lungo l’argine del fiume, che la
ritraggono mentre indossa lo scialle di pizzo di lana che apparteneva proprio a Elsa.
Ed Elsa è anche il secondo nome dell'artista.
Oltre alle 15 foto del ciclo, tutte sviluppate e stampate ai sali d’argento dalla stessa
Valentina, l'esposizione conta una serie di 30 disegni a matita su carta, 30 come la
somma degli anni dei tre figli di Elsa, che all'epoca della morte avevano 8, 10 e 12
anni. Sono ritratti di questi tra bambini, Elisa, Edda, madre della D’Accardi, e
Giuseppe, ripresi da vecchie foto di famiglia e isolati nel vuoto eliminando
dall'immagine ogni altro elemento o persona, per mostrarne lo sguardo di Bimbi
Sperduti, come li definisce l’artista, che non possono essere ricollocabili all’interno
dello spazio/tempo, che non possono essere consegnati al passato come memoria.
A completare il percorso emotivo e artistico che il visitatore compie insieme
all'artista, ci sono anche 10 video, un’istallazione e un contributo audio.
Una storia complessa, dunque, emotivamente toccante ed estremamente intima
quella raccontata in Fiume, che la D’Accardi ha ripercorso a ritroso forse alla ricerca di
un senso profondo capace di portare a un’accettazione non priva di dolore, ma
comunque frutto di una riflessione quasi filosofica sull’esistenza, come ben espresso
dalle parole della curatrice Maura Pozzati:
Il viaggio lungo il fiume di Valentina d’Accardi è un viaggio filosofico per tornare
indietro nel tempo, ricostruire i “passi” della propria origine e potersene poi liberare,
grazie alla coscienza di ciò che si è perduto. Nelle riprese video e audio e nella
raccolta di arbusti successivamente “sbiancati”, ricollocati in un contesto
completamente diverso e chiuso all’interno di una mostra, c’è qualcosa di volutamente
“oggettivo”. Ai suoni, alle immagini, alle fotografie antiche, ai pochi articoli di giornale,
a quello scialle bianco e in generale a quella storia tragica viene data una nuova
realtà: la realtà della bellezza, del riconoscimento dell’abisso e della solitudine che si
presenta in silenzio, della libertà e della conquista della propria autonomia, in bianco e
nero, senza trucchi. Ecco, allora, che la storia personale di Valentina diventa
universale e il suo camminare lungo il fiume si configura come una riscoperta del
mondo riportata alle dimensioni di una visione intima: ognuno di noi la cerca dentro di
sé e la preserva quando vuole ritirarsi, per trovare una solitudine profonda seppure
temporanea.
L’allestimento dello spazio ABC che organizza la mostra è a cura di Fausto
Savoretti, con il supporto di ILTEC Design, Lucifero’s e Clima Design e con il
patrocinio di Regione Emilia Romagna, Genus Bononiae e CNA.
19
marzo 2016
Valentina D’Accardi – Fiume
Dal 19 marzo al 16 aprile 2016
arte contemporanea
Location
ABC
Bologna, Via Antonio Alessandrini, 11, (Bologna)
Bologna, Via Antonio Alessandrini, 11, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 17.30 alle 19.30. Domenica e lunedì chiuso. Chiusura per festività pasquale: 25 e 26 marzo
Vernissage
19 Marzo 2016, h 18.30
Autore
Curatore