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Valentina Palazzari – A
Il lavoro di Valentina Palazzari parte da un’ intensa indagine condotta attraverso la graduale scoperta delle possibilità offerte dai propri strumenti e modalità di ricerca, per distinguere i segni originari di un linguaggio espressivo in continua evoluzione.
Comunicato stampa
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MLZ Art Dep è lieta di presentare la prima personale in galleria di Valentina Palazzari, a cura di Davide Sarchioni.
La lettera “A”, scelta come titolo della mostra, sta ad indicare l'origine di qualcosa, il punto di partenza. È l'inizio dell'alfabeto considerato come sistema di segni la cui combinazione genera le parole, quali elementi di base del linguaggio, ma è anche un segno grafico costituito da una struttura semplice di segmenti che si intersecano come assi portanti di un costrutto, di un fonema e, in senso più ampio, di un discorso.
Il lavoro di Valentina Palazzari parte da un' intensa indagine condotta attraverso la graduale scoperta delle possibilità offerte dai propri strumenti e modalità di ricerca per distinguere ogni volta i segni originari di un linguaggio nella loro configurazione, di un codice espressivo in continua evoluzione.
Interessata alle proprietà fisiche e alle qualità estetiche dei materiali metallici, alla loro capacità di mutamento e di trasformazione in relazione agli agenti esterni e al trascorrere del tempo, Palazzari ne approfondisce al massimo grado le possiblità formali forzandone il potenziale altamente suggestivo e poetico, mossa da un' irrefrenabile tensione creativa che spinge verso la continua sperimentazione di azioni e modalità esecutive con il desiderio di rintracciare forme e segni primari che si collocano all'origine di un'inedita sintassi.
La mostra presenta un gruppo di lavori recenti costituiti da reti elettrosaldate, tondini di ferro e dalla ruggine da essi prodotta e lasciata depositare su tele di cotone e di lino, su marmo e plastica. Pur nella varietà dei diversi pronunciamenti, le opere mirano a comporre un unico itinerario visivo e risultano legate sia da rapporti con lo spazio circostante, sia da relazioni di reciproco scambio, fra gli oggetti e le tele, poiché concepite dal medesimo intento che si fa gesto attraverso cui l'artista accosta, sovrappone e accatasta le griglie metalliche ricercando nuove combinazioni di senso e declinazioni semantiche, o al contrario ne semplifica la struttura riducendola al minimo e togliendo gli elementi superflui per aprire ulteriori spazi di dialogo con la materia. Gli stessi tondini diventano matrici per imprimere segni, lacerazioni e bruciature su diversi supporti, sollecitando la lenta azione corrosiva della ruggine, metafora di forza e di energia vitale, che dà luogo ad inusuali fenomeni estetici e a brani compositivi e cromatici di grande intensità sottesi al variare dell'azione, del gesto e dello stesso materiale di supporto, innescando una dialettica problematica tra l'oggetto e la sua traccia, come il recto e il verso di una medaglia.
Reti e tondini impiegati in ambito edile per armare le strutture in cemento di una costruzione o di un edificio, diventano così l'ossatura portante di un nuovo costrutto linguistico in grado di dischiudere ulteriori percorsi immaginativi fra interno ed esterno, volumi e superfici, pieni e vuoti in un proliferare di connessioni e di significati.
La lettera “A”, scelta come titolo della mostra, sta ad indicare l'origine di qualcosa, il punto di partenza. È l'inizio dell'alfabeto considerato come sistema di segni la cui combinazione genera le parole, quali elementi di base del linguaggio, ma è anche un segno grafico costituito da una struttura semplice di segmenti che si intersecano come assi portanti di un costrutto, di un fonema e, in senso più ampio, di un discorso.
Il lavoro di Valentina Palazzari parte da un' intensa indagine condotta attraverso la graduale scoperta delle possibilità offerte dai propri strumenti e modalità di ricerca per distinguere ogni volta i segni originari di un linguaggio nella loro configurazione, di un codice espressivo in continua evoluzione.
Interessata alle proprietà fisiche e alle qualità estetiche dei materiali metallici, alla loro capacità di mutamento e di trasformazione in relazione agli agenti esterni e al trascorrere del tempo, Palazzari ne approfondisce al massimo grado le possiblità formali forzandone il potenziale altamente suggestivo e poetico, mossa da un' irrefrenabile tensione creativa che spinge verso la continua sperimentazione di azioni e modalità esecutive con il desiderio di rintracciare forme e segni primari che si collocano all'origine di un'inedita sintassi.
La mostra presenta un gruppo di lavori recenti costituiti da reti elettrosaldate, tondini di ferro e dalla ruggine da essi prodotta e lasciata depositare su tele di cotone e di lino, su marmo e plastica. Pur nella varietà dei diversi pronunciamenti, le opere mirano a comporre un unico itinerario visivo e risultano legate sia da rapporti con lo spazio circostante, sia da relazioni di reciproco scambio, fra gli oggetti e le tele, poiché concepite dal medesimo intento che si fa gesto attraverso cui l'artista accosta, sovrappone e accatasta le griglie metalliche ricercando nuove combinazioni di senso e declinazioni semantiche, o al contrario ne semplifica la struttura riducendola al minimo e togliendo gli elementi superflui per aprire ulteriori spazi di dialogo con la materia. Gli stessi tondini diventano matrici per imprimere segni, lacerazioni e bruciature su diversi supporti, sollecitando la lenta azione corrosiva della ruggine, metafora di forza e di energia vitale, che dà luogo ad inusuali fenomeni estetici e a brani compositivi e cromatici di grande intensità sottesi al variare dell'azione, del gesto e dello stesso materiale di supporto, innescando una dialettica problematica tra l'oggetto e la sua traccia, come il recto e il verso di una medaglia.
Reti e tondini impiegati in ambito edile per armare le strutture in cemento di una costruzione o di un edificio, diventano così l'ossatura portante di un nuovo costrutto linguistico in grado di dischiudere ulteriori percorsi immaginativi fra interno ed esterno, volumi e superfici, pieni e vuoti in un proliferare di connessioni e di significati.
04
giugno 2016
Valentina Palazzari – A
Dal 04 giugno al 17 settembre 2016
arte contemporanea
Location
MLZ AR TDEP
Trieste, Via Giorgio Galatti, 14, (Trieste)
Trieste, Via Giorgio Galatti, 14, (Trieste)
Orario di apertura
da giovedì a sabato ore 17 - 19.30
Vernissage
4 Giugno 2016, ore 18.30
Autore
Curatore