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Valentina Scaletti / Filippo Maria Zonta – De Rerum Natura
Domenica 14 febbraio 2016, ore 18.00, BAG GALLERY, inaugura ‘De Rerum Natura’, mostra fotografica di Valentina Scaletti e Filippo Maria Zonta, un percorso espositivo che vede due personalità di diversa estrazione e ricerca artistica lavorare insieme su un tema ancestrale come quello della natura.
Comunicato stampa
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Domenica 14 febbraio 2016 alle ore 18.00, BAG GALLERY, inaugura la mostra fotografica di Valentina Scaletti e Filippo Maria Zonta dal titolo ‘De Rerum Natura’, un percorso espositivo che vede due personalità di diversa estrazione e ricerca artistica lavorare insieme su un tema ancestrale come quello della Natura.
Il titolo della mostra non dichiara l’appartenenza concettuale dei due progetti fotografici al poema latino ma piuttosto sottolineare come i lavori riescano a creare una sorta di fil rouge con il Reale, il concetto di nascita e la sostanza del Tutto.
Le fotografie di Zonta appaiono come un tutto congelato immobile, immobile è il ghiaccio che ricopre la natura, immobile sono le foglie cristallizzate, anche i corsi d’acqua nel loro essere flussi vengono fermati per un istante. La natura sembra bastare a se stessa, non coinvolge l’uomo, è abbastanza grande e statuaria da risultare autosufficiente. Le opere della Scaletti, assumono una vera e propria inversione di ruoli, quasi un chiasmo narrativo rispetto la visione di Zonta. Dove la natura era soggetto, ora diventa contesto; un elemento importate ma accessorio secondo la narrazione che la Scaletti ci mostra. L’artista dialoga con il soggetto ritraendolo, ma a ben guardare è un autoritratto, un dialogo con se stessa.
Se per Zonta il metodo è la ricerca dell’immagine, per Scaletti si tratta di costruzione dell’immagine, se per uno la Natura è una presenza dominante, per l’altra è la ‘donna’ che manipola la natura come a confermare la sua simbologia generatrice. Ecco che la natura diventa legittima estensione del corpo femminile e viceversa, la donna diventa espressione dell’elemento naturale.
La potenza mutevole e al tempo stesso creatrice dell’acqua presente nelle immagini di Zonta, quando è assente lascia posto a porte, varchi e aperture. Passaggi, soglie, simboli di un evoluzione creatrice. La natura si autorigenera. Scaletti nel suo processo compositivo e di costruzione pone se stessa a simboleggiare la donna, la madre, la dea e al tempo stesso è l’inno alla Venere con cui il poema di Virgilio si apre. Il poema didascalico di Lucrezio dal quale eravamo partiti si sviluppa e si evolve in quello che i due artisti ci vogliono raccontare.
Filippo Maria Zonta ci porta a guardare la natura con rispetto sottolineando la sua forza e la sua potenza generatrice e costantemente in movimento nonostante il cristallizzarsi del flusso, il riposo della natura che porta a una ciclica rinascita. Valentina Scaletti utilizza la natura, plasmandola e costruendo la quinta che predilige per mettere in scena il suo racconto. Zonta e Scaletti ci mostrano un legame con la natura che non ha riferimenti temporali, basta a se stessa, si autoalimenta e autorigenera ciclicamente e l’uomo può essere solo spettatore e godersi lo spettacolo che gli si offre.
Valentina Scaletti. Parma, 1983. Dopo il diploma in scultura all’Accademia Belli Arti di Bologna si dedica alla fotografia con un’indagine intima, mettendo in primo piano il proprio corpo e quello di persone all’interno del suo contesto famigliare o amicale. Tra le mostre da ricordare, nel 2013 la partecipazione a Fotografia Europea (Reggio Emilia) e nel 2014 collabora con l’artista Erjon Nazeraj all’interno del progetto curatoriale Beyond the Border di Domenico Russo e Giulia Daolio. L’anno appena concluso la vede esporre Linee di tensione, un progetto realizzato insieme all’artista dalla pluriennale collaborazione Erjon Nazeraj, in occasione di Paratissima 2015.
Filippo Maria Zonta. Marostica (VI), 1971. Ama la fotografia contemplativa, Filippo Maria Zonta, fatta non solo di attenti studi della luce e dei dettagli, ma anche di un approccio impegnativo, derivato da lunghe attese e da condizioni ambientali difficili. La sua passione per la natura lo ha portato ad intraprendere viaggi e spedizioni in aree remote, prediligendo le regioni polari e desertiche. Sue fonti di ispirazione sono la bellezza, la purezza, la luminosità, la geometria, le linee e le forme. Sceglie un approccio per certi versi ‘ottocentesco’ alla fotografia, utilizzando fotocamere di grande formato (4x5, 8x10), nonostante la difficoltà del loro utilizzo e trasporto.
Il titolo della mostra non dichiara l’appartenenza concettuale dei due progetti fotografici al poema latino ma piuttosto sottolineare come i lavori riescano a creare una sorta di fil rouge con il Reale, il concetto di nascita e la sostanza del Tutto.
Le fotografie di Zonta appaiono come un tutto congelato immobile, immobile è il ghiaccio che ricopre la natura, immobile sono le foglie cristallizzate, anche i corsi d’acqua nel loro essere flussi vengono fermati per un istante. La natura sembra bastare a se stessa, non coinvolge l’uomo, è abbastanza grande e statuaria da risultare autosufficiente. Le opere della Scaletti, assumono una vera e propria inversione di ruoli, quasi un chiasmo narrativo rispetto la visione di Zonta. Dove la natura era soggetto, ora diventa contesto; un elemento importate ma accessorio secondo la narrazione che la Scaletti ci mostra. L’artista dialoga con il soggetto ritraendolo, ma a ben guardare è un autoritratto, un dialogo con se stessa.
Se per Zonta il metodo è la ricerca dell’immagine, per Scaletti si tratta di costruzione dell’immagine, se per uno la Natura è una presenza dominante, per l’altra è la ‘donna’ che manipola la natura come a confermare la sua simbologia generatrice. Ecco che la natura diventa legittima estensione del corpo femminile e viceversa, la donna diventa espressione dell’elemento naturale.
La potenza mutevole e al tempo stesso creatrice dell’acqua presente nelle immagini di Zonta, quando è assente lascia posto a porte, varchi e aperture. Passaggi, soglie, simboli di un evoluzione creatrice. La natura si autorigenera. Scaletti nel suo processo compositivo e di costruzione pone se stessa a simboleggiare la donna, la madre, la dea e al tempo stesso è l’inno alla Venere con cui il poema di Virgilio si apre. Il poema didascalico di Lucrezio dal quale eravamo partiti si sviluppa e si evolve in quello che i due artisti ci vogliono raccontare.
Filippo Maria Zonta ci porta a guardare la natura con rispetto sottolineando la sua forza e la sua potenza generatrice e costantemente in movimento nonostante il cristallizzarsi del flusso, il riposo della natura che porta a una ciclica rinascita. Valentina Scaletti utilizza la natura, plasmandola e costruendo la quinta che predilige per mettere in scena il suo racconto. Zonta e Scaletti ci mostrano un legame con la natura che non ha riferimenti temporali, basta a se stessa, si autoalimenta e autorigenera ciclicamente e l’uomo può essere solo spettatore e godersi lo spettacolo che gli si offre.
Valentina Scaletti. Parma, 1983. Dopo il diploma in scultura all’Accademia Belli Arti di Bologna si dedica alla fotografia con un’indagine intima, mettendo in primo piano il proprio corpo e quello di persone all’interno del suo contesto famigliare o amicale. Tra le mostre da ricordare, nel 2013 la partecipazione a Fotografia Europea (Reggio Emilia) e nel 2014 collabora con l’artista Erjon Nazeraj all’interno del progetto curatoriale Beyond the Border di Domenico Russo e Giulia Daolio. L’anno appena concluso la vede esporre Linee di tensione, un progetto realizzato insieme all’artista dalla pluriennale collaborazione Erjon Nazeraj, in occasione di Paratissima 2015.
Filippo Maria Zonta. Marostica (VI), 1971. Ama la fotografia contemplativa, Filippo Maria Zonta, fatta non solo di attenti studi della luce e dei dettagli, ma anche di un approccio impegnativo, derivato da lunghe attese e da condizioni ambientali difficili. La sua passione per la natura lo ha portato ad intraprendere viaggi e spedizioni in aree remote, prediligendo le regioni polari e desertiche. Sue fonti di ispirazione sono la bellezza, la purezza, la luminosità, la geometria, le linee e le forme. Sceglie un approccio per certi versi ‘ottocentesco’ alla fotografia, utilizzando fotocamere di grande formato (4x5, 8x10), nonostante la difficoltà del loro utilizzo e trasporto.
14
febbraio 2016
Valentina Scaletti / Filippo Maria Zonta – De Rerum Natura
Dal 14 febbraio al 12 marzo 2016
fotografia
Location
BAG GALLERY
Pesaro, Via Giambattista Passeri, 95, (Pesaro E Urbino)
Pesaro, Via Giambattista Passeri, 95, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
Da martedì a sabato 10.00 - 18.00. Anche su appuntamento - T. +39 366.1977633
Vernissage
14 Febbraio 2016, ore 18.00
Autore
Curatore