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Valentina Vallorani – Domani nella battaglia pensa a me
Prima personale di Valentina Vallorani negli spazi della Galleria Tricromia di Roma, a cura di Antonello Tolve
Comunicato stampa
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Ut pictura poësis. Questa locuzione di Orazio, nata per definire l’incontro tra la pittura e la poesia, è forse il viatico più felice a descrivere e decifrare il recente lavoro di Valentina Vallorani, il suo labirintico e vivace duello con la superficie, il suo narrare mediante sottintesi e leggerezze, il suo delineare forme che spiccano il volo e che sembrano trovar riparo in un mondo fatto di sogni ad occhi aperti, di pensieri, di croccanti sterzate miocinetiche, di appunti intimi e preziosi, avvisa Antonello Tolve, curatore della mostra.
Ariose carte su cui sembrano apparire fantasmi della memoria o di storie immaginarie, piccole e preziose tavolette (frammenti lignei in compensato, stuccati e trattati con colori a olio, con bitume, incisioni, collage di carte da imballaggio e carta velina bianca o avorio), parallelepipedi che tridimensionalizzano lo spazio della pittura per dar vita a storie circolari, laterali, spigolose. Il suo è un cosmo che si rivolge alla storia di qualcosa che non ha confine, alla storia delle idee suggerirebbe Foucault, quella degli aspetti secondari e marginali, delle conoscenze imperfette (dell’alchimia, della frenologia, dei temi atomistici), «delle filosofie umbratili che ingombrano» e vivacizzano «le letterature, l’arte, le scienze, il diritto, la morale e perfino la vita quotidiana degli uomini; storia di quelle tematiche secolari che non si sono mai cristallizzate in un sistema rigoroso e individuale, ma hanno formato la filosofia spontanea di quelli che non fanno filosofia» (Foucault).
Prendendo per la coda un verso di Shakespeare, Domani nella battaglia pensa a me (Tomorrow in the battle think of me più esattamente) che ha ricordato anche Javier Marías in un suo struggente romanzo del 1994 (Mañana en la batalla piensa en mí), Valentina Vallorani accende una candela timida nella mente per tratteggiare fantasie di avvicinamento a un mondo magico svuotato dei suoi simboli e ridisegnato, stratificato, condensato con una elegante elasticità su carte di fortuna, strappate all’oblio quotidiano. Riciclare vecchi foglietti sgualciti, carte screpolate dal tempo, imballaggi dimenticati che conservano storie e sorrisi o contenitori, custodie, pacchi, astucci e scrigni vuol dire per Valentina Vallorani entrare nel campo degli incontri inaspettati, prendersi cura dell’antico e della sua eco, lavorare con una archeologia del sapere fatta di incroci, di memoria millenaria e collettiva, di avvenimenti minimi, di virate fantastiche, di battaglie mitiche e favolose: «le immagini di lunghe e lineari lance, la rotondità degli elmetti, il piacere nel disegnare la sinuosità elegante della forma del cavallo affiancandogli per contro le goffe forme di soldati in perenne caduta». La fantessa, Il duello, La badessa, Il diavolo e A caval Donato non si guada in bocca sono, in questo suo itinerario fantastico, carte di grande dimensione (tutte 70x100). E poi L’assedio, la Macchina da guerra, la Caduta da cavallo, i Soldati e gli Angeli, le figure androgine di Reregina o la delicatissima e disarmante serie Ab immemorabili: sono le immagini che popolano questa terra di mezzo dove appaiono diversi passati, diverse forme di concatenazione, diverse gerarchie di importanza, diverse sovrapposte complicità immaginarie, diverse battaglie che si stratificano sulla (nella) superficie per abbagliare e suggestionare lo spettatore, per guardare la storia lasciare il posto alle storie, per attendere che i fantasmi del tempo prendano volto, cerchino prepotentemente un nome.
Valentina Vallorani è nata a San Benedetto del Tronto nel 1991. Diplomatasi nel 2010, si iscrive nello stesso anno al corso triennale di Illustrazione presso l'Accademia di Belle Arti di Macerata, dove ha la possibilità di lavorare con nomi prestigiosi dell’illustrazione come Maurizio Quarello, Mauro Evangelista e Mauro Cicarè. In questi anni prende parte ai collettivi artistici Totem e Uomini Nudi che Corrono con cui partecipa a festival di editoria indipendente e a varie mostre collettive. Sue immagini sono state pubblicate da Kult Magazine (Liège, 2013) e dalla comics independent fanzine Sbim! (Roma, 2015). Frequenta attualmente il secondo anno del biennio del corso di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, dove vive e lavora.
Ha vinto la XI. Young Artist Exhibition – It’s me Artefatto (Trieste) e la VII. Edizione di Limen (Vibo Valentia). Tra le ultime collettive si ricordano Premio d’Arte Quarelli, a cura di A. Demma (Parco d’Arte Quarelli, Roccaverano 2017), Lo Stato dell’Arte, a cura di A. Socrati (Museo Archeologico, Ancona 2017) e Favole Forme e Figure, a cura di F. Luser e C. Cervi (Galleria TRART, Trieste 2016).
Ariose carte su cui sembrano apparire fantasmi della memoria o di storie immaginarie, piccole e preziose tavolette (frammenti lignei in compensato, stuccati e trattati con colori a olio, con bitume, incisioni, collage di carte da imballaggio e carta velina bianca o avorio), parallelepipedi che tridimensionalizzano lo spazio della pittura per dar vita a storie circolari, laterali, spigolose. Il suo è un cosmo che si rivolge alla storia di qualcosa che non ha confine, alla storia delle idee suggerirebbe Foucault, quella degli aspetti secondari e marginali, delle conoscenze imperfette (dell’alchimia, della frenologia, dei temi atomistici), «delle filosofie umbratili che ingombrano» e vivacizzano «le letterature, l’arte, le scienze, il diritto, la morale e perfino la vita quotidiana degli uomini; storia di quelle tematiche secolari che non si sono mai cristallizzate in un sistema rigoroso e individuale, ma hanno formato la filosofia spontanea di quelli che non fanno filosofia» (Foucault).
Prendendo per la coda un verso di Shakespeare, Domani nella battaglia pensa a me (Tomorrow in the battle think of me più esattamente) che ha ricordato anche Javier Marías in un suo struggente romanzo del 1994 (Mañana en la batalla piensa en mí), Valentina Vallorani accende una candela timida nella mente per tratteggiare fantasie di avvicinamento a un mondo magico svuotato dei suoi simboli e ridisegnato, stratificato, condensato con una elegante elasticità su carte di fortuna, strappate all’oblio quotidiano. Riciclare vecchi foglietti sgualciti, carte screpolate dal tempo, imballaggi dimenticati che conservano storie e sorrisi o contenitori, custodie, pacchi, astucci e scrigni vuol dire per Valentina Vallorani entrare nel campo degli incontri inaspettati, prendersi cura dell’antico e della sua eco, lavorare con una archeologia del sapere fatta di incroci, di memoria millenaria e collettiva, di avvenimenti minimi, di virate fantastiche, di battaglie mitiche e favolose: «le immagini di lunghe e lineari lance, la rotondità degli elmetti, il piacere nel disegnare la sinuosità elegante della forma del cavallo affiancandogli per contro le goffe forme di soldati in perenne caduta». La fantessa, Il duello, La badessa, Il diavolo e A caval Donato non si guada in bocca sono, in questo suo itinerario fantastico, carte di grande dimensione (tutte 70x100). E poi L’assedio, la Macchina da guerra, la Caduta da cavallo, i Soldati e gli Angeli, le figure androgine di Reregina o la delicatissima e disarmante serie Ab immemorabili: sono le immagini che popolano questa terra di mezzo dove appaiono diversi passati, diverse forme di concatenazione, diverse gerarchie di importanza, diverse sovrapposte complicità immaginarie, diverse battaglie che si stratificano sulla (nella) superficie per abbagliare e suggestionare lo spettatore, per guardare la storia lasciare il posto alle storie, per attendere che i fantasmi del tempo prendano volto, cerchino prepotentemente un nome.
Valentina Vallorani è nata a San Benedetto del Tronto nel 1991. Diplomatasi nel 2010, si iscrive nello stesso anno al corso triennale di Illustrazione presso l'Accademia di Belle Arti di Macerata, dove ha la possibilità di lavorare con nomi prestigiosi dell’illustrazione come Maurizio Quarello, Mauro Evangelista e Mauro Cicarè. In questi anni prende parte ai collettivi artistici Totem e Uomini Nudi che Corrono con cui partecipa a festival di editoria indipendente e a varie mostre collettive. Sue immagini sono state pubblicate da Kult Magazine (Liège, 2013) e dalla comics independent fanzine Sbim! (Roma, 2015). Frequenta attualmente il secondo anno del biennio del corso di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, dove vive e lavora.
Ha vinto la XI. Young Artist Exhibition – It’s me Artefatto (Trieste) e la VII. Edizione di Limen (Vibo Valentia). Tra le ultime collettive si ricordano Premio d’Arte Quarelli, a cura di A. Demma (Parco d’Arte Quarelli, Roccaverano 2017), Lo Stato dell’Arte, a cura di A. Socrati (Museo Archeologico, Ancona 2017) e Favole Forme e Figure, a cura di F. Luser e C. Cervi (Galleria TRART, Trieste 2016).
25
novembre 2017
Valentina Vallorani – Domani nella battaglia pensa a me
Dal 25 novembre 2017 al 25 gennaio 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA TRICROMIA
Roma, Via Roma Libera, (Roma)
Roma, Via Roma Libera, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 14-20, sabato ore 10-19
Vernissage
25 Novembre 2017, ore 11:00
Autore
Curatore