Dal 27 novembre 2024 al 31 gennaio 2025 Ambrosiana Art Gallery è lieta di presentare “Valerio Adami. L’arte del sogno”, una mostra antologica dedicata a uno degli artisti e intellettuali più influenti del nostro tempo.
Il progetto, curato da Andrea Poleschi e accompagnato da un testo critico di Rossella Farinotti, percorre l’intera carriera artistica di Valerio Adami, con una selezione di circa cinquanta opere, realizzate dal Maestro bolognese a partire dagli anni Sessanta (Interno borghese, 1968, grafite su cartoncino, cm 48x36) fino ai suoi lavori più recenti (The man and the violin, 2024, acrilico su tela, cm 116x89).
“Valerio Adami. L’arte del sogno” è il titolo della mostra; il tema del sogno, infatti, viene esplorato da Adami attraverso molteplici prospettive e arricchito da una varietà di elementi visivi e simbolici, tratti dalla sua esperienza personale, professionale e culturale. Di fronte alle opere di Adami, lo spettatore è invitato a riflettere sul rapporto tra realtà e immaginazione, tra il tangibile e l’onirico. I suoi dipinti, caratterizzati da linee sinuose e colori intensi che rimandano a universi immaginari, si offrono all’osservatore come rebus da decifrare, enigmi da svelare.
Questa mostra si inserisce in un percorso curatoriale duraturo. Il legame tra la famiglia Poleschi e Valerio Adami, infatti, affonda le sue radici nel 1993, quando Vittorio Poleschi, padre di Andrea, inaugurò la galleria di Lucca con una prima mostra dedicata all’artista. Sulle orme di questa prima esposizione, nel 2022 Andrea Poleschi presenta “Nessun giorno senza linea” presso la sua galleria milanese. Oggi, in seguito alla grande esposizione di Valerio Adami a Palazzo Reale di Milano, curata da Marco Meneguzzo, Andrea avverte nuovamente l'esigenza di esaminare il lavoro vibrante e straordinario di Adami, proponendo una curata selezione di opere in dialogo tra loro, i cui diversi livelli di lettura si fondano in una narrazione dedicata al sogno.
Il progetto è accompagnato da un catalogo bilingue (italiano-inglese), con un testo critico di Rossella Farinotti, in cui sono riprodotte tutte le opere presenti in mostra.