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Valerio Olgiati
L’Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana) dà il via al ciclo di eventi pubblici per la primavera 2009 con una mostra dedicata a Valerio Olgiati, uno dei rappresentanti di maggior successo della nuova generazione di architetti svizzeri che ha ricevuto fin dall’inizio ampio consenso a livello internazionale. L’esposizione presenta una selezione di sette opere dal linguaggio innovativo e radicale.
Comunicato stampa
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L’Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana) dà il via al ciclo di eventi pubblici per la primavera 2009 con una mostra dedicata a Valerio Olgiati, uno dei rappresentanti di maggior successo della nuova generazione di architetti svizzeri che ha ricevuto fin dall’inizio ampio consenso a livello internazionale. L’esposizione presenta una selezione di sette opere dal linguaggio innovativo e radicale. L’inaugurazione è prevista per giovedì 26 febbraio 2009 con inizio alle ore 19.30.
Nato nel 1958, Valerio Olgiati studia architettura al Politecnico federale di Zurigo. Dopo aver vissuto e lavorato per diversi anni nella città in cui si è laureato poi a Los Angeles, torna in Svizzera e nel 1996 apre uno studio a Zurigo, mentre nel 2008 si trasferisce a Flims, nel Canton Grigioni.
Da subito s’impone all’attenzione della critica svizzera ed internazionale per la sua personale ricerca. Fra i suoi lavori più significativi si possono annoverare la Scuola di Paspels, Casa Kucher a Rottenburg (Germania), la Casa Gialla di Flims, una casa a Sari d’Orcino, in Corsica, il progetto per il Lago Cauma, l’Atelier Bardill a Scharans, il Centro visitatori del Parco nazionale svizzero a Zernez come pure il progetto del concorso per il Museo di Perm, in Russia.
Nel corso degli anni gli sono stati conferiti numerosi riconoscimenti, tra cui i premi Neues Bauen in den Alpen, Swiss Concrete Award e Swiss Federal Art assegnato dal Ministero svizzero della cultura, l’Appreciation Honor della Camera degli architetti di Baden-Württemberg e, più volte, il premio per il “miglior edificio svizzero”.
Olgiati ha insegnato all’Hochschule für Technik di Stoccarda, al Politecnico Federale di Zurigo, all’Architecture Association di Londra ed alla Cornell University di Ithaca, nello stato di New York. Dal 2001 è professore all’Accademia di architettura di Mendrisio.
I progetti di Olgiati suscitano sempre interesse e sincera curiosità, non solamente fra i colleghi architetti. Alla base del suo lavoro vi è un intenso e complesso processo intellettuale, perché architettura significa confrontarsi con un insieme onnicomprensivo di elementi e condizioni – e solo al termine di tale analisi è possibile dare forma al progetto attraverso il disegno. Come annota Moisés Puente, si tratta di “un pensiero costruito, dotato di un’anima, in opposizione al qualunquismo o, addirittura, al buon senso. Come nelle esperienze dell’edificio scolastico di Paspels o nella Casa Gialla di Flims”.
Pur operando nella riduzione dei materiali, delle tecnologie e degli elementi costitutivi, Olgiati realizza un’architettura suggestiva e sorprendente in cui si coniugano precisione concettuale, qualità artigianale ed abilità artistica; particolare attenzione è prestata al dettaglio costruttivo.
L’esposizione – prodotta dall’Istituto gta in collaborazione con il professor Laurent Stalder del Politecnico federale di Zurigo e lo stesso Olgiati – presenta una scelta di sette realizzazioni e progetti che illustrano in modo esemplare l’opera dell’architetto, partendo dal significato attribuito ai concetti di struttura ed immagine che vanno colti nella loro interrelazione.
Modelli, fotografie e piani sono accompagnati da immagini di grande formato; referenze importanti per Olgiati nel momento in cui progetta e concepisce un edificio. Sostiene, infatti, l’architetto: “Desidero sempre costruire qualcosa che ha a che fare con queste immagini. Ciò che mi affascina è il contenuto stesso dell’immagine oppure il modo in cui esso è rappresentato”. Il curatore, d’altronde, ritiene che queste immagini costituiscano una vera e propria ”autobiografia iconografica” che fornisce al visitatore della mostra una chiave di lettura per cogliere quelli che sono i modelli intellettuali e visivi di Olgiati.
In occasione dell’inaugurazione della mostra Valerio Olgiati, giovedì 26 febbraio 2009 alle ore 19.30 prenderanno la parola nell’Aula Magna dell’ateneo di Mendrisio il Direttore dell’Accademia di architettura, Valentin Bearth, il curatore, professor Laurent Stalder, e Mario Carpo, professore al College of Architecture, Georgia Institute of Technology di Atlanta. Carpo discuterà alcuni punti concettuali che secondo lui ispirano, o sottendono, l’opera di Olgiati, ed in particolare la nozione di autore, autorità, allografia e riproducibilità nel contesto socio-tecnologico attuale. Al termine un aperitivo sarà offerto a tutti i presenti.
Accompagna la mostra la monografia Valerio Olgiati a cura di Laurent Stalder con testi di Mario Carpo, Bruno Reichlin e Stalder (26 x 32 cm, 192 pagine, 240 illustrazioni, in inglese, edizioni Walther König, Colonia, Germania, 2008, CHF 90.– / € 60.–). Si segnala che nelle librerie è disponibile anche la versione tedesca del volume.
Nato nel 1958, Valerio Olgiati studia architettura al Politecnico federale di Zurigo. Dopo aver vissuto e lavorato per diversi anni nella città in cui si è laureato poi a Los Angeles, torna in Svizzera e nel 1996 apre uno studio a Zurigo, mentre nel 2008 si trasferisce a Flims, nel Canton Grigioni.
Da subito s’impone all’attenzione della critica svizzera ed internazionale per la sua personale ricerca. Fra i suoi lavori più significativi si possono annoverare la Scuola di Paspels, Casa Kucher a Rottenburg (Germania), la Casa Gialla di Flims, una casa a Sari d’Orcino, in Corsica, il progetto per il Lago Cauma, l’Atelier Bardill a Scharans, il Centro visitatori del Parco nazionale svizzero a Zernez come pure il progetto del concorso per il Museo di Perm, in Russia.
Nel corso degli anni gli sono stati conferiti numerosi riconoscimenti, tra cui i premi Neues Bauen in den Alpen, Swiss Concrete Award e Swiss Federal Art assegnato dal Ministero svizzero della cultura, l’Appreciation Honor della Camera degli architetti di Baden-Württemberg e, più volte, il premio per il “miglior edificio svizzero”.
Olgiati ha insegnato all’Hochschule für Technik di Stoccarda, al Politecnico Federale di Zurigo, all’Architecture Association di Londra ed alla Cornell University di Ithaca, nello stato di New York. Dal 2001 è professore all’Accademia di architettura di Mendrisio.
I progetti di Olgiati suscitano sempre interesse e sincera curiosità, non solamente fra i colleghi architetti. Alla base del suo lavoro vi è un intenso e complesso processo intellettuale, perché architettura significa confrontarsi con un insieme onnicomprensivo di elementi e condizioni – e solo al termine di tale analisi è possibile dare forma al progetto attraverso il disegno. Come annota Moisés Puente, si tratta di “un pensiero costruito, dotato di un’anima, in opposizione al qualunquismo o, addirittura, al buon senso. Come nelle esperienze dell’edificio scolastico di Paspels o nella Casa Gialla di Flims”.
Pur operando nella riduzione dei materiali, delle tecnologie e degli elementi costitutivi, Olgiati realizza un’architettura suggestiva e sorprendente in cui si coniugano precisione concettuale, qualità artigianale ed abilità artistica; particolare attenzione è prestata al dettaglio costruttivo.
L’esposizione – prodotta dall’Istituto gta in collaborazione con il professor Laurent Stalder del Politecnico federale di Zurigo e lo stesso Olgiati – presenta una scelta di sette realizzazioni e progetti che illustrano in modo esemplare l’opera dell’architetto, partendo dal significato attribuito ai concetti di struttura ed immagine che vanno colti nella loro interrelazione.
Modelli, fotografie e piani sono accompagnati da immagini di grande formato; referenze importanti per Olgiati nel momento in cui progetta e concepisce un edificio. Sostiene, infatti, l’architetto: “Desidero sempre costruire qualcosa che ha a che fare con queste immagini. Ciò che mi affascina è il contenuto stesso dell’immagine oppure il modo in cui esso è rappresentato”. Il curatore, d’altronde, ritiene che queste immagini costituiscano una vera e propria ”autobiografia iconografica” che fornisce al visitatore della mostra una chiave di lettura per cogliere quelli che sono i modelli intellettuali e visivi di Olgiati.
In occasione dell’inaugurazione della mostra Valerio Olgiati, giovedì 26 febbraio 2009 alle ore 19.30 prenderanno la parola nell’Aula Magna dell’ateneo di Mendrisio il Direttore dell’Accademia di architettura, Valentin Bearth, il curatore, professor Laurent Stalder, e Mario Carpo, professore al College of Architecture, Georgia Institute of Technology di Atlanta. Carpo discuterà alcuni punti concettuali che secondo lui ispirano, o sottendono, l’opera di Olgiati, ed in particolare la nozione di autore, autorità, allografia e riproducibilità nel contesto socio-tecnologico attuale. Al termine un aperitivo sarà offerto a tutti i presenti.
Accompagna la mostra la monografia Valerio Olgiati a cura di Laurent Stalder con testi di Mario Carpo, Bruno Reichlin e Stalder (26 x 32 cm, 192 pagine, 240 illustrazioni, in inglese, edizioni Walther König, Colonia, Germania, 2008, CHF 90.– / € 60.–). Si segnala che nelle librerie è disponibile anche la versione tedesca del volume.
26
febbraio 2009
Valerio Olgiati
Dal 26 febbraio al 13 aprile 2009
architettura
Location
AAM – ACCADEMIA DI ARCHITETTURA – VILLA ARGENTINA
Mendrisio, Largo Bernasconi, 2, (Mendrisio)
Mendrisio, Largo Bernasconi, 2, (Mendrisio)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica dalle ore 13.00 alle 18.00; sarà inoltre aperta lunedì 13 aprile 2009.
Vernissage
26 Febbraio 2009, ore 19,30
Autore