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Valerio Valeri – Analisi
Valerio Valeri riflette sul mondo dell’arte stessa attraverso il gioco più vicino alla complessità dell’essere che l’uomo abbia mai prodotto: gli scacchi.
Comunicato stampa
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Valerio Valeri è un demiurgo dei metalli, dei segni e dei paesaggi; anconetano classe 1950, allievo di Mannucci e Trubbiani, ha cesellato grafismi e orizzonti, sestanti e barche, ha considerato lungamente Siddharta e la vastità del mare e infine, ha riflettuto sul mondo dell’arte stessa attraverso il gioco più vicino alla complessità dell’essere che l’uomo abbia mai prodotto: gli scacchi.
Un gioco che per Valeri è un’eredità paterna e che, diventata passione, finisce per fondersi con il suo lavoro quando, in una tarda foto di Duchamp, coglie un dettaglio che per ogni scacchista che si rispetti non è che un errore da principianti: il nero a destra .Marcel Duchamp era ormai un giocatore professionista: nel 1923, al culmine della notorietà,aveva messo da parte le arti figurative per dedicare 12 annidella sua vita agli scacchi, tanto da poter vincere una partita in due mosse pur se distratto da un’avvenente avversaria come la modella EveBabitzcompletamente nuda. Dal dettaglio di quella scacchiera mal organizzata, prende il via una complessa serie di riflessioni dentro e fuori l’ossessione condivisa con il maestro del dadaismo, che nel 1996 dà vita all’opera Partita a scacchi con Marcel Duchamp. Una vera partita con tanto di sedie, scacchiera scomposta e pezzi: tra tutti la donna (la regina), riconoscibile per via del femminile stivale col tacco che scende la scala sposando l’assioma duchampiano del Nudo che scende le scale e i pedoni-lingue-serpenti che rimarcano la durezza e l’animosità che sempre caratterizza le sfide sullo scacchiere.
Qualche anno dopo, il “nero a destra” ispira una nuova partita, stavolta giocata con una delle più celebri opere cinematografiche di Bergman,Il settimo sigillo, dove il cavaliere Blockingaggia con la morte una sfida a scacchi per rimandare la sua dipartita. I significanti, qui, si raccolgono all’interno di un cerchio magico che divide il piano del racconto da quello della realtà e, unico ponte, è la scacchiera stessa in foggia disgabello. Un andamento narrativo che ricalca il cammino verso la prise de consciencedella trama animando il piano da gioco dove una piccola barca dallo scafo curvo beccheggia scandendoil tempo, nodo centrale dell’intera partita; una piccola antenna aggrovigliata descrive, invece, il gesto del giocatore chesottrae il pezzo dal campo lasciando che il suo vorticare per un istante nell’ariatracci ingarbugliate linee di forza.In un angolo uno zoccolo, sineddoche del cavaliere e, sugli alti steli, immerso in questa coltre di simboli, uno degli eterni orizzonti di Valerio Valeri che sposa quello marino bergmaniano.
L’ultima delle partite, la più recente, trae spunto da una curiosa quanto mai calzante assonanza:nel 1851,Anderssen e Kieseritzkydisputano L’Immortale, una partita a scacchipassata alla storia perché giocata su sacrifici che sembravano rendere la vittoria di Anderssenimplausibile. L’alto grado di infattibilità e impossibilità traccia, per Valeri, un’affinità elettiva con l’opera di Gino De Dominicis, l’Immortale, appunto.Un grande omaggio articolato in miniature che sono la sintesi di un lungo e serrato confronto: il Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno a un sasso che cade nell'acquarisolto con il lancio di un cubo;Urvasi eGigalmesh divisicome due sponde lontane ma riconducibili all’uno grazie alla lastra-cuore centrale; lo gnomone della Calamita Cosmica rimpicciolito per attrarre energie alla portata del singolo; il sipario che tramanda la teatralità dei calembour dell’Immortale; il vano combattimento con il tempo sanato dal serpente simbolo d’immortalità e un orizzonte, più segnico e leggero, al quale tendere che traduce in linea spezzata il profilo dei nostri Monti Azzurri.
Analisi, infine, è l’opera che guida questo percorso, la partenza e la somma dell’intero lavoro. Un personaggio, un volto umano che riflette e analizza, in un gioco di infiniti rimandi, le tre partite a scacchi: omaggi a grandi maestri, certamente ma anche celebrazione del rispecchiamento della vita e dell’arte nel gioco degli scacchi stesso. (Nicoletta Rosetti)
Un gioco che per Valeri è un’eredità paterna e che, diventata passione, finisce per fondersi con il suo lavoro quando, in una tarda foto di Duchamp, coglie un dettaglio che per ogni scacchista che si rispetti non è che un errore da principianti: il nero a destra .Marcel Duchamp era ormai un giocatore professionista: nel 1923, al culmine della notorietà,aveva messo da parte le arti figurative per dedicare 12 annidella sua vita agli scacchi, tanto da poter vincere una partita in due mosse pur se distratto da un’avvenente avversaria come la modella EveBabitzcompletamente nuda. Dal dettaglio di quella scacchiera mal organizzata, prende il via una complessa serie di riflessioni dentro e fuori l’ossessione condivisa con il maestro del dadaismo, che nel 1996 dà vita all’opera Partita a scacchi con Marcel Duchamp. Una vera partita con tanto di sedie, scacchiera scomposta e pezzi: tra tutti la donna (la regina), riconoscibile per via del femminile stivale col tacco che scende la scala sposando l’assioma duchampiano del Nudo che scende le scale e i pedoni-lingue-serpenti che rimarcano la durezza e l’animosità che sempre caratterizza le sfide sullo scacchiere.
Qualche anno dopo, il “nero a destra” ispira una nuova partita, stavolta giocata con una delle più celebri opere cinematografiche di Bergman,Il settimo sigillo, dove il cavaliere Blockingaggia con la morte una sfida a scacchi per rimandare la sua dipartita. I significanti, qui, si raccolgono all’interno di un cerchio magico che divide il piano del racconto da quello della realtà e, unico ponte, è la scacchiera stessa in foggia disgabello. Un andamento narrativo che ricalca il cammino verso la prise de consciencedella trama animando il piano da gioco dove una piccola barca dallo scafo curvo beccheggia scandendoil tempo, nodo centrale dell’intera partita; una piccola antenna aggrovigliata descrive, invece, il gesto del giocatore chesottrae il pezzo dal campo lasciando che il suo vorticare per un istante nell’ariatracci ingarbugliate linee di forza.In un angolo uno zoccolo, sineddoche del cavaliere e, sugli alti steli, immerso in questa coltre di simboli, uno degli eterni orizzonti di Valerio Valeri che sposa quello marino bergmaniano.
L’ultima delle partite, la più recente, trae spunto da una curiosa quanto mai calzante assonanza:nel 1851,Anderssen e Kieseritzkydisputano L’Immortale, una partita a scacchipassata alla storia perché giocata su sacrifici che sembravano rendere la vittoria di Anderssenimplausibile. L’alto grado di infattibilità e impossibilità traccia, per Valeri, un’affinità elettiva con l’opera di Gino De Dominicis, l’Immortale, appunto.Un grande omaggio articolato in miniature che sono la sintesi di un lungo e serrato confronto: il Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno a un sasso che cade nell'acquarisolto con il lancio di un cubo;Urvasi eGigalmesh divisicome due sponde lontane ma riconducibili all’uno grazie alla lastra-cuore centrale; lo gnomone della Calamita Cosmica rimpicciolito per attrarre energie alla portata del singolo; il sipario che tramanda la teatralità dei calembour dell’Immortale; il vano combattimento con il tempo sanato dal serpente simbolo d’immortalità e un orizzonte, più segnico e leggero, al quale tendere che traduce in linea spezzata il profilo dei nostri Monti Azzurri.
Analisi, infine, è l’opera che guida questo percorso, la partenza e la somma dell’intero lavoro. Un personaggio, un volto umano che riflette e analizza, in un gioco di infiniti rimandi, le tre partite a scacchi: omaggi a grandi maestri, certamente ma anche celebrazione del rispecchiamento della vita e dell’arte nel gioco degli scacchi stesso. (Nicoletta Rosetti)
10
ottobre 2020
Valerio Valeri – Analisi
Dal 10 ottobre al primo novembre 2020
arte contemporanea
Location
PINACOTECA COMUNALE FRANCESCO PODESTI – PALAZZO BOSDARI
Ancona, Via Ciriaco Pizzecolli, 17, (Ancona)
Ancona, Via Ciriaco Pizzecolli, 17, (Ancona)
Orario di apertura
da martedì a domenica orario pinacoteca
Vernissage
10 Ottobre 2020, ore 17.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Patrocini