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Valerio Viggiano – Il magico mondo di Valerio (La diversabilità nell’arte)
In esposizione 19 opere di Valerio Viggiano, un diciassettenne neurodivergente che è riuscito a comunicare con pennelli e colori il suo universo di “cervello ribelle”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 11 dicembre, alle ore 17,30, negli spazi della Galleria Idearte di Potenza, al n. 75 di Via Londra, sarà inaugurata la mostra : IL MAGICO MONDO DI VALERIO.
Valerio Viggiano è un diciassettenne neurodivergente che, sotto la guida dell’artista Marco Santoro, è riuscito a comunicare, con i pennelli, i colori ed una serie di oggetti ed elementi riciclati, il suo universo di “cervello ribelle” realizzando delle opere che dimostrano quale straordinario rapporto si può stabilire tra il mondo dell'arte e un ragazzo autistico a cui è stata data la possibilità di esprimersi con un linguaggio diverso da quello verbale.
L'obiettivo della mostra, che vedrà in esposizione 19 opere di medio formato frutto di un anno di lavoro, è quello di cercare di modificare la percezione e l'atteggiamento di molti nei confronti dell'autismo e soprattutto di innescare un cambiamento che porti all'apprezzamento di quanto riescono e possono fare le persone con disturbi dello spettro autistico. Nello specifico, l'invito è a valutare ed apprezzare senza pregiudizio alcuno il lavoro di un artista che è “diverso”, ma solo agli occhi di chi lo vuole vedere tale.
Alla vernice sarà presente Valerio con il suo maestro, l'artista Marco Santoro, ed è prevista l'introduzione del critico d'arte Rino Cardone, che ha curato il testo di presentazione in catalogo e l'intervento della Presidente dell'Associazione Lucana Autismo (A.L.A.) Cesina Russo.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni nei seguenti orari: 11.00/13.00 – 17.30/20.30 fino al 30 dicembre prossimo.
LA DIVERSABILITÀ NELL'ARTE
TRA POTENZIALE EDUCATIVO E FORMAZIONE ARTISTICA.
L’ESPERIENZA DI VALERIO VIGGIANO E MARCO SANTORO.
Rino Cardone -
Frequenta il secondo anno del Liceo artistico, musicale e coreutico “Walter Gropius” di Potenza. Il suo nome è Valerio Viggiano: un giovane “centennials” nato nel 2005, nell'anno in cui si si tenne, in Giappone, l'Expo Aichi: la prima esposizione mondiale del XXI secolo che aveva per tema "La saggezza della natura". L’adolescente – al quale ci riferiamo - è ben integrato nella sua scuola di appartenenza, grazie al proficuo lavoro svolto dal suo corpo insegnante e dalla sua assistente-educatrice scolastica. Tutti i suoi compagni sono bendisposti nei suoi confronti, facendo “dei lavori utili per lui”. Questo è quello che riferisce sua madre, Cesina Russo. Si tratta di un aspetto per nulla marginale (e nemmeno non da poco) in una società (come quella attuale) che si caratterizza - così come sosteneva lo psicoanalista tedesco, Erich Fromm (Francoforte sul Meno, Germania, 23 marzo 1900 - Muralto, Svizzera, 18 marzo 1980) - sull’avere anziché sull’essere. La collettività corrente è quella dove il «cogito ergo sum» cartesiano è stato soppiantato dall’«appareo ergo sum». Purtroppo quello che, oggi, conta di più è la vanità dell’apparire: un “aspetto comportamentale” dove tutto si dissolve nel “vuoto dell’effimero” e che si scontra, di fatto, con i “diritti formativi” di quei soggetti che richiedono un “accompagnamento didattico” personale. La storia dell’arte dimostra che c’è spazio per dare loro ampia fiducia, ricavandone ottimi risultati.
Il modello ottimale al quale si dovrebbe tendere (in una società che non riesce a scrollarsi di dosso tutte le “effimere inibizioni” del passato) è quello che propone l’Associazione Lucana Autismo (l’ALA): che s’impegna, da anni, affinché si “allunghi” - nella collettività umana - la “linea del confronto” tra un soggetto e l’altro. Nessuno escluso. Si tratta di una questione non da poco: che riguarda tutti e che rappresenta un valore importante per la famiglia di Valerio Viggiano che ha inserito il proprio figlio in una sorta di “sperimentazione educativa/extrascolastica” affidata all’artista, Marco Santoro (Filiano, 19 agosto 1953). Tra docente e discente è nata una intesa particolare, sin dal primo istante del loro incontro: che è avvenuto nella casa, di Pignola, del pittore, scultore e fotografo lucano che ha maturato - nel corso degli anni - un’esperienza intellettuale e artistica in Italia, Grecia, Spagna, India e negli Stati Uniti d’America. Dall’incontro tra Marco Santoro e Valerio Viggiano è nata una “esperienza formativa” che richiama quella delle “Scuole Rinascimentali”: all’interno delle quali sono stati formati tanti artisti del passato, che hanno dato prova di possedere numerose abilità creative e talenti nascosti. Un esempio è quello di Michelangelo (Caprese, 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564) il quale frequentò la bottega: di Domenico Ghirlandaio (Firenze, 2 giugno 1448 – Firenze, 11 gennaio 1494) e di David Ghirlandaio (Firenze, 14 marzo 1452 - Firenze, 10 aprile 1525). Il riferimento al Buonarroti non è per nulla casuale giacché secondo recenti studi - condotti dalla “Royal Society of Medicine” del Regno Unito (con sede a Londra) - risulterebbe che il grande Maestro del Cinquecento sarebbe stato un soggetto autistico, come il giovane Valerio. Un altro artista orgogliosamente autistico è stato Andy Warhol (Pittsburgh, Pennsylvania, Stati Uniti d’America, 6 agosto 1928 – “Presbyterian Hospital”, New York, Stati Uniti d’America, 22 febbraio 1987) il quale possedeva delle doti comunicative ed espressive (uniche nel loro genere) che lo hanno reso uno dei maggiori interpreti del movimento artistico della Pop-Art, nato tra l'Europa e gli Stati Uniti d'America, tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 del Novecento.
Il mondo dell’arte è costellato di esempi che dimostrano come le “difformità caratteriali” rappresentano (se emancipate nella giusta maniera) le basi dell’originalità comunicativa e della forza espressiva. Un altro esempio è quello dell’artista olandese, Vincent Van Gogh (Zundert, Paesi Bassi, 30 marzo 1853 - Auvers-sur-Oise, Francia, 29 luglio 1890) il quale trasformò la sua epilessia (come sottolinea il professore Adam Zeman, docente di “neurologia comportamentale” alla “Università di Exeter” di Devon, in Inghilterra) nella «materia indecifrabile della creatività». Nessuno degli artisti fin qui citati si è fermato dal realizzare la sua storia individuale, trasformando in bellezza la sua diversabilità. E questo vale, anche, per Valerio Viggiano che con l’assistenza dell’artista, Marco Santoro ha dimostrato di possedere una “vena creativa” che straripa (con la potenza di un fiume di passione) nelle “imago ripe” (inconsce e fantasmagoriche) della fantasia e della creatività. L’impronta di fondo dei lavori di Valerio Viggiano (esposti alla “Galleria Idearte” di Potenza, diretta da Grazia Lo Re) appartiene al “modus operandi” di Marco Santoro. Equivalente è la sua maniera d’intendere la “partitura degli spazi”. Similare è il suo uso dei “materiali poveri”. Ed omogeneo è il suo ricorso: sia ad una quantità di simboli (fatti di ricami, di cordami, di forme minerali, di profili di fauna volatile e di sagome vegetali) e sia ad una tavolozza cromatica (cangiante e iridescente) che hanno portato Marco Santoro a ricoprire un ruolo di primissimo piano nel campo dell’arte contemporanea internazionale. Nelle opere di Valerio Viggiano ritroviamo, altresì, lo “spirito filologico” e il “carattere speculativo” delle opere dell’artista Bruno Ceccobelli (Montecastello di Vibio, 2 settembre 1952): che in molti casi divide in due parti il piano prospettico dell’opera, in una maniera tale che il lato destro del quadro combacia “a specchio” con quello sinistro, tanto nella sua “morfologia segnica” e tanto, pure, nella sua “struttura calligrafica” (ornata, polisemica e polisemantica). E viceversa: lato sinistro e lato destro. La “distribuzione aritmetica” di alcune delle “strutture geometrico-astratte” (che ritroviamo in alcuni dei lavori di Valerio Viggiano) richiama, per di più, la distribuzione in diversi “scomparti logici” e in più “sezioni regolari” realizzati dall’artista (di origini ebreo-marrane) Tobia Vanalesti (Bari, 1937): che nel 1985 firmò - con il pittore materano, Giovanni Dell’Acqua (Matera, 1952) - un manifesto progettuale sullo “Spazio Ludico”. In questa maniera nasce (nei lavori del giovane Valerio) una sorta di “casellario formale” (opposto al reale e al sostanziale) da cui emerge (in maniera astratto/geometrica) il “principio soggettivo kantiano” che stimola a riflettere sul «Cosa posso sapere? Come devo agire? E cosa posso sperare?». L’insoliticità dei materiali utilizzati da Valerio Viggiano lo porta, inoltre, ad un altro possibile accostamento: quello con l’artista montalbanese, Giuseppe Filardi (Matera, 22 febbraio 1956 – Rionero in Vulture, 19 febbraio 2021) che nel ciclo pittorico intitolato “Nerofumo” utilizzò la sagoma del vassoio di cartone (privato dei suoi effetti funzionali) come una “particella simmetrica” e come uno “spartito euritmico” dove distribuire (dentro e fuori della guantiera/cabarè) i segni di un linguaggio stilistico, astratto-informale, fuori dai canoni comuni.
Nella filosofia orientale del “Tai Chi Chuan” (tradotto: “della lotta dell'estrema essenza”) la dualità della natura fisica delle cose, opposto al movimento dei corpi. Si tratta di elementi statico/dinamici che ritroviamo nei lavori di Valerio Viggiano e che corrispondono con la ricerca dell’armonia e dell’equilibrio che esiste tra: il positivo e il negativo. E tra lo Yin e lo Yang, che secondo il pensiero cinese corrispondono con le due energie (del femminile e del maschile) che formano il microcosmo dell'essere umano. Questo ci riporta ad un concetto che Marco Santoro (profondo conoscitore delle filosofie orientali) ha voluto trasmettere, di sicuro, a Valerio Viggiano. Il pensiero - cui ci riferiamo - è quello secondo cui, noi tutti, siamo immersi in un mondo di frequenze e di vibrazioni armoniche che sono composte, a loro volta, di: suono, luce, colore, forma verbale, parola scritta e numeri. Questo stesso principio (dell’immobilità e delle oscillazioni; dell’inerzia e dei movimenti) lo ritroviamo nella struttura più profonda della coscienza umana, che si compone di vibrazioni che si propagano nel tempo e nello spazio. Albert Einstein (Ulma, Germania, 14 marzo 1879 - Princeton, New Jersey, Stati Uniti d’America, 18 aprile 1955) sosteneva, a questo riguardo, che tutto è relativo. E che il tempo è una dimensione che varia non solo nello spazio ma anche da una condizione all’altra. In buona sostanza, ognuna di queste vibrazioni risponde a delle precise “proporzioni numeriche” che sono presenti: tanto nell'infinitamente piccolo dei corpi umani, quanto nell'immensamente grande delle galassie e delle costellazioni lontane. Il limite dell'essere umano è di sottostare, tuttavia, alla percezione dei sensi e di non andare oltre a questo stato di cose. In questa maniera si priva delle meraviglie che offre tutto il resto che (purtroppo) gli fa paura. Si ha timore del misterioso, dell’altero, del diverso, del celato, del nascosto e di tutto quello che appare lontano perché posto al di fuori dalla propria: abitudine, conoscenza e tradizione. Per questa ragione l’individuo non riesce a percepire in maniera perfetta - come potrebbe - quegli spazi paralleli (che pure esistono) che vanno oltre la materia fisica e che combaciano con le Sfere Celesti di pitagorica definizione. Così facendo l’essere umano restringe, nondimeno, la sua percezione e il suo modo di agire dentro una "misura finita", lasciandosi alle spalle la possibilità di comprendere la potenza: dell’alterità e della diversabilità; del misterioso e dell'arcano; dell'archetipo e dell'ignoto. Eppure basterebbe poco per riuscire a non accontentarsi dell'uso normale dei sensi e per riuscire a comprendere - di più e meglio - tutto quello che va oltre oltre. Solo adottando questo “metro empatico” e questa “misura olistica” (di comprensione dell’oggettivo/tangibile della realtà) si riesce a sintonizzarsi con quelle “vibrazioni armoniche” che si espandono nell'universo e che permeano la natura psicologica (più profonda) di Valerio Viggiano.
Galleria Idearte
85100 Potenza
Via Londra, 75
Orari: dal lunedì al sabato 11.00/13.00 - 17.30/20.30
Ingresso libero
Testo critico di Rino Cardone
Info: www.galleriaidearte.it +39 0971 445880 +39 335 7801631
Valerio Viggiano è un diciassettenne neurodivergente che, sotto la guida dell’artista Marco Santoro, è riuscito a comunicare, con i pennelli, i colori ed una serie di oggetti ed elementi riciclati, il suo universo di “cervello ribelle” realizzando delle opere che dimostrano quale straordinario rapporto si può stabilire tra il mondo dell'arte e un ragazzo autistico a cui è stata data la possibilità di esprimersi con un linguaggio diverso da quello verbale.
L'obiettivo della mostra, che vedrà in esposizione 19 opere di medio formato frutto di un anno di lavoro, è quello di cercare di modificare la percezione e l'atteggiamento di molti nei confronti dell'autismo e soprattutto di innescare un cambiamento che porti all'apprezzamento di quanto riescono e possono fare le persone con disturbi dello spettro autistico. Nello specifico, l'invito è a valutare ed apprezzare senza pregiudizio alcuno il lavoro di un artista che è “diverso”, ma solo agli occhi di chi lo vuole vedere tale.
Alla vernice sarà presente Valerio con il suo maestro, l'artista Marco Santoro, ed è prevista l'introduzione del critico d'arte Rino Cardone, che ha curato il testo di presentazione in catalogo e l'intervento della Presidente dell'Associazione Lucana Autismo (A.L.A.) Cesina Russo.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni nei seguenti orari: 11.00/13.00 – 17.30/20.30 fino al 30 dicembre prossimo.
LA DIVERSABILITÀ NELL'ARTE
TRA POTENZIALE EDUCATIVO E FORMAZIONE ARTISTICA.
L’ESPERIENZA DI VALERIO VIGGIANO E MARCO SANTORO.
Rino Cardone -
Frequenta il secondo anno del Liceo artistico, musicale e coreutico “Walter Gropius” di Potenza. Il suo nome è Valerio Viggiano: un giovane “centennials” nato nel 2005, nell'anno in cui si si tenne, in Giappone, l'Expo Aichi: la prima esposizione mondiale del XXI secolo che aveva per tema "La saggezza della natura". L’adolescente – al quale ci riferiamo - è ben integrato nella sua scuola di appartenenza, grazie al proficuo lavoro svolto dal suo corpo insegnante e dalla sua assistente-educatrice scolastica. Tutti i suoi compagni sono bendisposti nei suoi confronti, facendo “dei lavori utili per lui”. Questo è quello che riferisce sua madre, Cesina Russo. Si tratta di un aspetto per nulla marginale (e nemmeno non da poco) in una società (come quella attuale) che si caratterizza - così come sosteneva lo psicoanalista tedesco, Erich Fromm (Francoforte sul Meno, Germania, 23 marzo 1900 - Muralto, Svizzera, 18 marzo 1980) - sull’avere anziché sull’essere. La collettività corrente è quella dove il «cogito ergo sum» cartesiano è stato soppiantato dall’«appareo ergo sum». Purtroppo quello che, oggi, conta di più è la vanità dell’apparire: un “aspetto comportamentale” dove tutto si dissolve nel “vuoto dell’effimero” e che si scontra, di fatto, con i “diritti formativi” di quei soggetti che richiedono un “accompagnamento didattico” personale. La storia dell’arte dimostra che c’è spazio per dare loro ampia fiducia, ricavandone ottimi risultati.
Il modello ottimale al quale si dovrebbe tendere (in una società che non riesce a scrollarsi di dosso tutte le “effimere inibizioni” del passato) è quello che propone l’Associazione Lucana Autismo (l’ALA): che s’impegna, da anni, affinché si “allunghi” - nella collettività umana - la “linea del confronto” tra un soggetto e l’altro. Nessuno escluso. Si tratta di una questione non da poco: che riguarda tutti e che rappresenta un valore importante per la famiglia di Valerio Viggiano che ha inserito il proprio figlio in una sorta di “sperimentazione educativa/extrascolastica” affidata all’artista, Marco Santoro (Filiano, 19 agosto 1953). Tra docente e discente è nata una intesa particolare, sin dal primo istante del loro incontro: che è avvenuto nella casa, di Pignola, del pittore, scultore e fotografo lucano che ha maturato - nel corso degli anni - un’esperienza intellettuale e artistica in Italia, Grecia, Spagna, India e negli Stati Uniti d’America. Dall’incontro tra Marco Santoro e Valerio Viggiano è nata una “esperienza formativa” che richiama quella delle “Scuole Rinascimentali”: all’interno delle quali sono stati formati tanti artisti del passato, che hanno dato prova di possedere numerose abilità creative e talenti nascosti. Un esempio è quello di Michelangelo (Caprese, 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564) il quale frequentò la bottega: di Domenico Ghirlandaio (Firenze, 2 giugno 1448 – Firenze, 11 gennaio 1494) e di David Ghirlandaio (Firenze, 14 marzo 1452 - Firenze, 10 aprile 1525). Il riferimento al Buonarroti non è per nulla casuale giacché secondo recenti studi - condotti dalla “Royal Society of Medicine” del Regno Unito (con sede a Londra) - risulterebbe che il grande Maestro del Cinquecento sarebbe stato un soggetto autistico, come il giovane Valerio. Un altro artista orgogliosamente autistico è stato Andy Warhol (Pittsburgh, Pennsylvania, Stati Uniti d’America, 6 agosto 1928 – “Presbyterian Hospital”, New York, Stati Uniti d’America, 22 febbraio 1987) il quale possedeva delle doti comunicative ed espressive (uniche nel loro genere) che lo hanno reso uno dei maggiori interpreti del movimento artistico della Pop-Art, nato tra l'Europa e gli Stati Uniti d'America, tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 del Novecento.
Il mondo dell’arte è costellato di esempi che dimostrano come le “difformità caratteriali” rappresentano (se emancipate nella giusta maniera) le basi dell’originalità comunicativa e della forza espressiva. Un altro esempio è quello dell’artista olandese, Vincent Van Gogh (Zundert, Paesi Bassi, 30 marzo 1853 - Auvers-sur-Oise, Francia, 29 luglio 1890) il quale trasformò la sua epilessia (come sottolinea il professore Adam Zeman, docente di “neurologia comportamentale” alla “Università di Exeter” di Devon, in Inghilterra) nella «materia indecifrabile della creatività». Nessuno degli artisti fin qui citati si è fermato dal realizzare la sua storia individuale, trasformando in bellezza la sua diversabilità. E questo vale, anche, per Valerio Viggiano che con l’assistenza dell’artista, Marco Santoro ha dimostrato di possedere una “vena creativa” che straripa (con la potenza di un fiume di passione) nelle “imago ripe” (inconsce e fantasmagoriche) della fantasia e della creatività. L’impronta di fondo dei lavori di Valerio Viggiano (esposti alla “Galleria Idearte” di Potenza, diretta da Grazia Lo Re) appartiene al “modus operandi” di Marco Santoro. Equivalente è la sua maniera d’intendere la “partitura degli spazi”. Similare è il suo uso dei “materiali poveri”. Ed omogeneo è il suo ricorso: sia ad una quantità di simboli (fatti di ricami, di cordami, di forme minerali, di profili di fauna volatile e di sagome vegetali) e sia ad una tavolozza cromatica (cangiante e iridescente) che hanno portato Marco Santoro a ricoprire un ruolo di primissimo piano nel campo dell’arte contemporanea internazionale. Nelle opere di Valerio Viggiano ritroviamo, altresì, lo “spirito filologico” e il “carattere speculativo” delle opere dell’artista Bruno Ceccobelli (Montecastello di Vibio, 2 settembre 1952): che in molti casi divide in due parti il piano prospettico dell’opera, in una maniera tale che il lato destro del quadro combacia “a specchio” con quello sinistro, tanto nella sua “morfologia segnica” e tanto, pure, nella sua “struttura calligrafica” (ornata, polisemica e polisemantica). E viceversa: lato sinistro e lato destro. La “distribuzione aritmetica” di alcune delle “strutture geometrico-astratte” (che ritroviamo in alcuni dei lavori di Valerio Viggiano) richiama, per di più, la distribuzione in diversi “scomparti logici” e in più “sezioni regolari” realizzati dall’artista (di origini ebreo-marrane) Tobia Vanalesti (Bari, 1937): che nel 1985 firmò - con il pittore materano, Giovanni Dell’Acqua (Matera, 1952) - un manifesto progettuale sullo “Spazio Ludico”. In questa maniera nasce (nei lavori del giovane Valerio) una sorta di “casellario formale” (opposto al reale e al sostanziale) da cui emerge (in maniera astratto/geometrica) il “principio soggettivo kantiano” che stimola a riflettere sul «Cosa posso sapere? Come devo agire? E cosa posso sperare?». L’insoliticità dei materiali utilizzati da Valerio Viggiano lo porta, inoltre, ad un altro possibile accostamento: quello con l’artista montalbanese, Giuseppe Filardi (Matera, 22 febbraio 1956 – Rionero in Vulture, 19 febbraio 2021) che nel ciclo pittorico intitolato “Nerofumo” utilizzò la sagoma del vassoio di cartone (privato dei suoi effetti funzionali) come una “particella simmetrica” e come uno “spartito euritmico” dove distribuire (dentro e fuori della guantiera/cabarè) i segni di un linguaggio stilistico, astratto-informale, fuori dai canoni comuni.
Nella filosofia orientale del “Tai Chi Chuan” (tradotto: “della lotta dell'estrema essenza”) la dualità della natura fisica delle cose, opposto al movimento dei corpi. Si tratta di elementi statico/dinamici che ritroviamo nei lavori di Valerio Viggiano e che corrispondono con la ricerca dell’armonia e dell’equilibrio che esiste tra: il positivo e il negativo. E tra lo Yin e lo Yang, che secondo il pensiero cinese corrispondono con le due energie (del femminile e del maschile) che formano il microcosmo dell'essere umano. Questo ci riporta ad un concetto che Marco Santoro (profondo conoscitore delle filosofie orientali) ha voluto trasmettere, di sicuro, a Valerio Viggiano. Il pensiero - cui ci riferiamo - è quello secondo cui, noi tutti, siamo immersi in un mondo di frequenze e di vibrazioni armoniche che sono composte, a loro volta, di: suono, luce, colore, forma verbale, parola scritta e numeri. Questo stesso principio (dell’immobilità e delle oscillazioni; dell’inerzia e dei movimenti) lo ritroviamo nella struttura più profonda della coscienza umana, che si compone di vibrazioni che si propagano nel tempo e nello spazio. Albert Einstein (Ulma, Germania, 14 marzo 1879 - Princeton, New Jersey, Stati Uniti d’America, 18 aprile 1955) sosteneva, a questo riguardo, che tutto è relativo. E che il tempo è una dimensione che varia non solo nello spazio ma anche da una condizione all’altra. In buona sostanza, ognuna di queste vibrazioni risponde a delle precise “proporzioni numeriche” che sono presenti: tanto nell'infinitamente piccolo dei corpi umani, quanto nell'immensamente grande delle galassie e delle costellazioni lontane. Il limite dell'essere umano è di sottostare, tuttavia, alla percezione dei sensi e di non andare oltre a questo stato di cose. In questa maniera si priva delle meraviglie che offre tutto il resto che (purtroppo) gli fa paura. Si ha timore del misterioso, dell’altero, del diverso, del celato, del nascosto e di tutto quello che appare lontano perché posto al di fuori dalla propria: abitudine, conoscenza e tradizione. Per questa ragione l’individuo non riesce a percepire in maniera perfetta - come potrebbe - quegli spazi paralleli (che pure esistono) che vanno oltre la materia fisica e che combaciano con le Sfere Celesti di pitagorica definizione. Così facendo l’essere umano restringe, nondimeno, la sua percezione e il suo modo di agire dentro una "misura finita", lasciandosi alle spalle la possibilità di comprendere la potenza: dell’alterità e della diversabilità; del misterioso e dell'arcano; dell'archetipo e dell'ignoto. Eppure basterebbe poco per riuscire a non accontentarsi dell'uso normale dei sensi e per riuscire a comprendere - di più e meglio - tutto quello che va oltre oltre. Solo adottando questo “metro empatico” e questa “misura olistica” (di comprensione dell’oggettivo/tangibile della realtà) si riesce a sintonizzarsi con quelle “vibrazioni armoniche” che si espandono nell'universo e che permeano la natura psicologica (più profonda) di Valerio Viggiano.
Galleria Idearte
85100 Potenza
Via Londra, 75
Orari: dal lunedì al sabato 11.00/13.00 - 17.30/20.30
Ingresso libero
Testo critico di Rino Cardone
Info: www.galleriaidearte.it +39 0971 445880 +39 335 7801631
11
dicembre 2022
Valerio Viggiano – Il magico mondo di Valerio (La diversabilità nell’arte)
Dall'undici al 30 dicembre 2022
arte contemporanea
Location
GALLERIA IDEARTE
Potenza, Via Londra, 75, (Potenza)
Potenza, Via Londra, 75, (Potenza)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 11-13 e 17.30-20.30
Vernissage
11 Dicembre 2022, 17.30
Autore
Curatore
Autore testo critico
Si ringrazia la redazione di EXIBART per la collaborazione.