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Valeska Soares – Narcissus
Tre sculture dell’artista brasiliana
Comunicato stampa
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Vitamin Arte Contemporanea presenta la prima personale europea di Valeska Soares.
Valeska Soares sembra continuamente rinegoziare la percezione fisica e mentale dello spazio quotidiano. Infatti le sue installazioni spesso trasformano l’ambiente attraverso specchi, luci e odori inattesi, espandendo la pura esperienza visiva in una completa partecipazione sensoriale, capace di condurre lo spettatore in un viaggio intimo nel regno della memoria e dei desideri dimenticati.
Alla galleria Vitamin l’artista presenta una nuova istallazione di sculture e specchi ispirati al mito di Narciso. Nelle Metamorfosi, Ovidio narra come Narciso, dopo aver visto la sua immagine riflessa in uno stagno d’acqua, si sia innamorato del giovane riflesso nell’acqua; e senza rendersi conto che quella era la sua immagine, sia rimasto affranto dall’indifferenza di se stesso. Il mito di Narciso è stato fonte d’ispirazione per molti artisti, in quanto evoca metaforicamente la capacità dell’arte di rappresentare e riprodurre realtà. Gli specchi sono sempre stati simboli alchemici contemporaneamente seducenti ed inquietanti, ma sempre profondamente simbolici; essi evocano una relazione complessa tra la copia e l’originale, evocando il rapporto tra realtà e rappresentazione dell’arte. In Narcissus lo specchio rappresenta un laghetto the trasporta il pubblico in un universo immaginario, dove Narciso diventa metafora del guardare. Ma mentre il lago Ovidiano è un luogo di riflessione funesta, che imprigiona il protagonista in uno stato di impotenza , qui lo specchio obbliga lo spettatore a guardare il mondo a testa in giù ed a scoprire sulla superficie specchiante strane figure fiabesche. Nell’installazione si vedono tre figure bianche; la prima ha guardato così profondamente nello stagno che la sua testa è stata risucchiata sott’acqua; un’altra, che a prima vista sembra mostrare un collo da cigno, in realtà è a testa in giu, ed evoca la bellezza e la poesia; l’ultima siede come un fantoccio piccolo e tozzo, con le gambe incrociate sull’orlo dell’acqua. Queste sculture sono l’evoluzione di una serie di disegni su carta e porcellana che l’artista ha sviluppato negli anni; piccoli schizzi, in cui la figura umana appare solo abbozzata. I disegni, così come le sculture, si manifestano buffi ed inquietanti, ed il loro candore sembra rappresentare un’assenza vagamente melanconica. Le sculture sono realizzate a partire da piccoli modelli che vengono inseriti in uno scanner tridimensionale. Le loro forme vengono quindi intagliate, in scala decisamente maggiore, su blocchi di polistirolo. E’ come se queste bambole stessero per trasformarsi in esseri umani, indecise se lasciare il regno della fantasia per entrare nella realtà. Attraverso lo specchio/lago, che riflette ed assorbe l’intera installazione, la Soares cattura lo spettatore in un universo magico. Guardando le sculture riflesse nello specchio/lago, ci troviamo intenti a guardare la nostra immagine. Come Alice nel paese delle meraviglie scopriamo quindi la differenza tra il mondo reale e quello rappresentato, e veniamo trasformati da un sogno ad occhi aperti. Narcissus non solo obbliga lo spettatore a guardarsi, ma crea contemporaneamente un’occasione di scambio e di incontro. Nella superficie specchiante incontriamo altre persone con cui intraprendiamo un viaggio nel mondo immaginario di Valeska Soares. In questo modo la nostra percezione della realtà circostante è completamente trasformata ed il mondo sembra esistere solo attraverso il suo riflesso. L’artista sembra affermare che l’immaginazione non è una facoltà passiva che assorbe l’impronta lasciata dalle sensazioni ma ha in sé il potere di montare le immagini, creandone di nuove. La Soares sembra sottolineare come la società contemporanea si focalizzi esclusivamente sulla propria immagine ed abbia perso la capacità di comunicare.
Ilaria Bonacossa
Valeska Soares è nata nel 1957 a San Paolo(Brasile); vive e lavora a New York. Principali mostre personali in spazi pubblici emuseali: Notations, Fusebox, Washington, DC (2005) ; Caprichos, MARCO – Museo de Arte Contemporáneo de Monterrey, Monterrey, Mexico (2004); Follies, The Bronx Museum of the Arts, New York, USA (2004-2003); Puro Teatro, Museo Tamayo Rufino, México(2003); Museu de Arte da Pampulha, MAP, Belo Horizonte, Brasil (2002); Museu Carillo Gil, México D.F., Mexico (2002); Vanity, Portland Institute of Contemporary Art, Portland, USA(2002); Histories, a project for the Public Art Fund, New York, USA (2002); Discontinuous Teasers, Window Project, The New Museum of Contemporary Art, New York, USA (1995). Ha partecipato alla III Liverpool Biennial, Liverpool, Inghilterra (2004); XXIV Bienal Internacional de São Paulo, São Paulo, Brasil (1998); 2nd Johannesburg Biennale, Johannesburg, África do Sul (1997); XXII Bienal Internacional de São Paulo, São Paulo, Brasil (1994); IV Bienal de la Habana, Havana, Cuba 1991).
Quest’anno Valeska Soares è stata invitata alla 51^ Biennale di Venezia. Il suo lavoro è recentemente entrato a fare parte della collezione permanente della Tate Modern, a Londra.
Vitamin arte contemporanea is pleased to present narcissus, an exhibition with new works by Valeska Soares. The mirror is an important element in the formal vocabulary of this artist, who has a declared interest in fiction and in the notion of imaginary places. The young man who falls in love with his own image, reflected in a mirror of water, has been the theme of countless works in the history of literature, in the visual arts, and also in psychoanalysis. The myth of Narcissus, which some of Soares’s earlier works have touched upon, is here treated in a more direct manner, with intelligence and formal innovation.
The three sculptures seem to be mannequins, or dolls dressed in skirts. They appear in different positions, above a “lake,” a mirror installed in the gallery’s floor. These works are the three-dimensional development of a series of drawings on paper and porcelain that the artist has been making for several years. They are small sketches, in which the human figure appears only in outline. The drawings as well as the sculptures have an immediate character and a pathetic aspect, in between humor and melancholy. The sculptures are made from small moulds that go through a 3D scanner. Their form is then applied, in a much larger dimension, onto foam blocks. This inversion of scales means that the sculpture, of almost human size, keeps the hand’s impression, apparent in the original mould. It is as if these dolls were halfway to becoming people.
narcissus is also related to the installation Pure Theater, presented in 2003 in the Rufino Tamayo Museum in Mexico City, where Soares created an immense lake of mirrors, placed so that visitors were invited to “walk on water.” An opportunity to “participate in a true banquet of narcissism,” in the words of Cuahtemoc Medina, the Mexican critic and curator.
This year Valeska Soares participated in the 51st Venice Biennial.
Her work recently entered the collection of the Tate Modern, in London.
Valeska Soares sembra continuamente rinegoziare la percezione fisica e mentale dello spazio quotidiano. Infatti le sue installazioni spesso trasformano l’ambiente attraverso specchi, luci e odori inattesi, espandendo la pura esperienza visiva in una completa partecipazione sensoriale, capace di condurre lo spettatore in un viaggio intimo nel regno della memoria e dei desideri dimenticati.
Alla galleria Vitamin l’artista presenta una nuova istallazione di sculture e specchi ispirati al mito di Narciso. Nelle Metamorfosi, Ovidio narra come Narciso, dopo aver visto la sua immagine riflessa in uno stagno d’acqua, si sia innamorato del giovane riflesso nell’acqua; e senza rendersi conto che quella era la sua immagine, sia rimasto affranto dall’indifferenza di se stesso. Il mito di Narciso è stato fonte d’ispirazione per molti artisti, in quanto evoca metaforicamente la capacità dell’arte di rappresentare e riprodurre realtà. Gli specchi sono sempre stati simboli alchemici contemporaneamente seducenti ed inquietanti, ma sempre profondamente simbolici; essi evocano una relazione complessa tra la copia e l’originale, evocando il rapporto tra realtà e rappresentazione dell’arte. In Narcissus lo specchio rappresenta un laghetto the trasporta il pubblico in un universo immaginario, dove Narciso diventa metafora del guardare. Ma mentre il lago Ovidiano è un luogo di riflessione funesta, che imprigiona il protagonista in uno stato di impotenza , qui lo specchio obbliga lo spettatore a guardare il mondo a testa in giù ed a scoprire sulla superficie specchiante strane figure fiabesche. Nell’installazione si vedono tre figure bianche; la prima ha guardato così profondamente nello stagno che la sua testa è stata risucchiata sott’acqua; un’altra, che a prima vista sembra mostrare un collo da cigno, in realtà è a testa in giu, ed evoca la bellezza e la poesia; l’ultima siede come un fantoccio piccolo e tozzo, con le gambe incrociate sull’orlo dell’acqua. Queste sculture sono l’evoluzione di una serie di disegni su carta e porcellana che l’artista ha sviluppato negli anni; piccoli schizzi, in cui la figura umana appare solo abbozzata. I disegni, così come le sculture, si manifestano buffi ed inquietanti, ed il loro candore sembra rappresentare un’assenza vagamente melanconica. Le sculture sono realizzate a partire da piccoli modelli che vengono inseriti in uno scanner tridimensionale. Le loro forme vengono quindi intagliate, in scala decisamente maggiore, su blocchi di polistirolo. E’ come se queste bambole stessero per trasformarsi in esseri umani, indecise se lasciare il regno della fantasia per entrare nella realtà. Attraverso lo specchio/lago, che riflette ed assorbe l’intera installazione, la Soares cattura lo spettatore in un universo magico. Guardando le sculture riflesse nello specchio/lago, ci troviamo intenti a guardare la nostra immagine. Come Alice nel paese delle meraviglie scopriamo quindi la differenza tra il mondo reale e quello rappresentato, e veniamo trasformati da un sogno ad occhi aperti. Narcissus non solo obbliga lo spettatore a guardarsi, ma crea contemporaneamente un’occasione di scambio e di incontro. Nella superficie specchiante incontriamo altre persone con cui intraprendiamo un viaggio nel mondo immaginario di Valeska Soares. In questo modo la nostra percezione della realtà circostante è completamente trasformata ed il mondo sembra esistere solo attraverso il suo riflesso. L’artista sembra affermare che l’immaginazione non è una facoltà passiva che assorbe l’impronta lasciata dalle sensazioni ma ha in sé il potere di montare le immagini, creandone di nuove. La Soares sembra sottolineare come la società contemporanea si focalizzi esclusivamente sulla propria immagine ed abbia perso la capacità di comunicare.
Ilaria Bonacossa
Valeska Soares è nata nel 1957 a San Paolo(Brasile); vive e lavora a New York. Principali mostre personali in spazi pubblici emuseali: Notations, Fusebox, Washington, DC (2005) ; Caprichos, MARCO – Museo de Arte Contemporáneo de Monterrey, Monterrey, Mexico (2004); Follies, The Bronx Museum of the Arts, New York, USA (2004-2003); Puro Teatro, Museo Tamayo Rufino, México(2003); Museu de Arte da Pampulha, MAP, Belo Horizonte, Brasil (2002); Museu Carillo Gil, México D.F., Mexico (2002); Vanity, Portland Institute of Contemporary Art, Portland, USA(2002); Histories, a project for the Public Art Fund, New York, USA (2002); Discontinuous Teasers, Window Project, The New Museum of Contemporary Art, New York, USA (1995). Ha partecipato alla III Liverpool Biennial, Liverpool, Inghilterra (2004); XXIV Bienal Internacional de São Paulo, São Paulo, Brasil (1998); 2nd Johannesburg Biennale, Johannesburg, África do Sul (1997); XXII Bienal Internacional de São Paulo, São Paulo, Brasil (1994); IV Bienal de la Habana, Havana, Cuba 1991).
Quest’anno Valeska Soares è stata invitata alla 51^ Biennale di Venezia. Il suo lavoro è recentemente entrato a fare parte della collezione permanente della Tate Modern, a Londra.
Vitamin arte contemporanea is pleased to present narcissus, an exhibition with new works by Valeska Soares. The mirror is an important element in the formal vocabulary of this artist, who has a declared interest in fiction and in the notion of imaginary places. The young man who falls in love with his own image, reflected in a mirror of water, has been the theme of countless works in the history of literature, in the visual arts, and also in psychoanalysis. The myth of Narcissus, which some of Soares’s earlier works have touched upon, is here treated in a more direct manner, with intelligence and formal innovation.
The three sculptures seem to be mannequins, or dolls dressed in skirts. They appear in different positions, above a “lake,” a mirror installed in the gallery’s floor. These works are the three-dimensional development of a series of drawings on paper and porcelain that the artist has been making for several years. They are small sketches, in which the human figure appears only in outline. The drawings as well as the sculptures have an immediate character and a pathetic aspect, in between humor and melancholy. The sculptures are made from small moulds that go through a 3D scanner. Their form is then applied, in a much larger dimension, onto foam blocks. This inversion of scales means that the sculpture, of almost human size, keeps the hand’s impression, apparent in the original mould. It is as if these dolls were halfway to becoming people.
narcissus is also related to the installation Pure Theater, presented in 2003 in the Rufino Tamayo Museum in Mexico City, where Soares created an immense lake of mirrors, placed so that visitors were invited to “walk on water.” An opportunity to “participate in a true banquet of narcissism,” in the words of Cuahtemoc Medina, the Mexican critic and curator.
This year Valeska Soares participated in the 51st Venice Biennial.
Her work recently entered the collection of the Tate Modern, in London.
12
novembre 2005
Valeska Soares – Narcissus
Dal 12 novembre 2005 al 14 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
VITAMIN ARTE CONTEMPORANEA
Torino, Via Vittorio Andreis, 12C, (Torino)
Torino, Via Vittorio Andreis, 12C, (Torino)
Orario di apertura
martedì-venerdì 16–19. Sabato 10-13 e 15.30-19.30
Vernissage
12 Novembre 2005, ore 21-24
Autore