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Valter Luca Signorile – A belly without reins
Mostra personale
Comunicato stampa
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C’è una oscura zona d’ombra a separarci dal resto del mondo. I nostri occhi sono finestre per guardare il vivere altrui dal quale ci sentiamo eternamente distanti, come esiliati in qualche alta torre che si apre sul paesaggio. Una coltre ci rinchiude in spazi stretti le cui pareti non si spezzano mai e mai ci fanno uscire, non conta urlare per esserne liberati. Ogni essere umano è un grido inascoltato e non riconosciuto, e la sua voce si perde. Rimaniamo così eternamente soli, divisi da ciò che in realtà ci pare vicino e nostro, e nessuno davvero conoscerà la nostra anima nella forma in cui noi stessi la conosciamo. E per chi si domanda cosa siano quelle macchie di Valter Luca Signorile (1965 vive e lavora in Italia) che sembrano immaginazioni oniriche o pelle di rettile, o mostri dell’oscurità o cellule disfatte, sappia esso che in realtà è corpo, irriconoscibile ma corpo, testa, membra umane. Si sappia dunque che quelle macchie sono ansia fatta immagine, e solitudine e separazione. Esse sono le sembianze di un rapporto perduto tra la nostra interiorità e gli altri da cui vorremmo farci raggiungere, e dobbiamo allora cercare noi stessi in quelle forme che si disfano, ed il nostro terribile smarrimento rimasto incompreso.
Il senso si compie nell’impossibilità di identificazione oggettiva di ognuno di questi lavori, partendo dalla coscienza che si tratti invece di qualcosa che conosciamo, il corpo, ciò attraverso cui ci proponiamo al mondo e veicolo di illusorio contatto. Signorile lo ha fotografato avvolto da plastiche, insistendo sull’alienazione dell’io, e successivamente ha selezionato le immagini che più lo rendevano astratto e confuso, compiendo così il senso semantico di questa serie di lavori, lo straniamento, dalla progettazione all’esito. Ma, proprio grazie alla grande capacità di astrazione, essi svolgono anche il loro valore estetico di un concetto capace di rivelarsi direttamente dal nucleo, senza per questo dover obbligatoriamente passare dalla sua riconoscibilità. L’immagine nera, appena solcata da vaghi marmorei e fumosi filamenti, o le squamose formazioni che si schiariscono e si scuriscono sulla superficie, sono concrezioni biologiche che rinnovano l’idea di naturalismo astratto a partire da dati oggettivi, astrazioni dal reale riconoscibile, e pertanto spostano l’attenzione dalla realtà all’apparizione. Vi si trova dunque l’arte in una delle sue funzioni comunicative primarie, quella cioè dell’evocazione, prima ancora che della descrizione. Così il corpo ed il significato che esso assume in queste opere, alienato dalla sua chiara raffigurazione, si fa colore, si fa forme e luci, composizione. Si può azzardare a dire che, dal punto di vista estetico, questi lavori si inseriscano in una lunga storia italiana di arte naturalistica, più precisamente sto pensando agli anni di ricerche informali, seppur con tecniche, quelle di Signorile, assolutamente contemporanee. Ed anche i prodromi di codeste ricerche venivano da lontano. Il sapore tutto recente di questi lavori vanno allora visti come l’ultimo episodio di un lungo racconto artistico, della cui esperienza portano traccia.
Maria Vittoria Berti
Il senso si compie nell’impossibilità di identificazione oggettiva di ognuno di questi lavori, partendo dalla coscienza che si tratti invece di qualcosa che conosciamo, il corpo, ciò attraverso cui ci proponiamo al mondo e veicolo di illusorio contatto. Signorile lo ha fotografato avvolto da plastiche, insistendo sull’alienazione dell’io, e successivamente ha selezionato le immagini che più lo rendevano astratto e confuso, compiendo così il senso semantico di questa serie di lavori, lo straniamento, dalla progettazione all’esito. Ma, proprio grazie alla grande capacità di astrazione, essi svolgono anche il loro valore estetico di un concetto capace di rivelarsi direttamente dal nucleo, senza per questo dover obbligatoriamente passare dalla sua riconoscibilità. L’immagine nera, appena solcata da vaghi marmorei e fumosi filamenti, o le squamose formazioni che si schiariscono e si scuriscono sulla superficie, sono concrezioni biologiche che rinnovano l’idea di naturalismo astratto a partire da dati oggettivi, astrazioni dal reale riconoscibile, e pertanto spostano l’attenzione dalla realtà all’apparizione. Vi si trova dunque l’arte in una delle sue funzioni comunicative primarie, quella cioè dell’evocazione, prima ancora che della descrizione. Così il corpo ed il significato che esso assume in queste opere, alienato dalla sua chiara raffigurazione, si fa colore, si fa forme e luci, composizione. Si può azzardare a dire che, dal punto di vista estetico, questi lavori si inseriscano in una lunga storia italiana di arte naturalistica, più precisamente sto pensando agli anni di ricerche informali, seppur con tecniche, quelle di Signorile, assolutamente contemporanee. Ed anche i prodromi di codeste ricerche venivano da lontano. Il sapore tutto recente di questi lavori vanno allora visti come l’ultimo episodio di un lungo racconto artistico, della cui esperienza portano traccia.
Maria Vittoria Berti
05
novembre 2009
Valter Luca Signorile – A belly without reins
Dal 05 novembre al 06 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
CIRCUS BAR
Torino, Piazza Gran Madre Di Dio, 10, (Torino)
Torino, Piazza Gran Madre Di Dio, 10, (Torino)
Orario di apertura
dalle ore 19 alle ore 23 (domenica chiuso)
Vernissage
5 Novembre 2009, ore 19
Sito web
www.valterlucasignorile.com
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