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Valvola / Dan Hillier – Life before death
Incuriosirsi di fronte alle opere di Valvola e Hillier significa anche intraprendere un viaggio nel lato fantastico della vita, la vita che conosciamo, quella prima della morte
Comunicato stampa
Segnala l'evento
LIFE BEFORE DEATH
Inaugurazione: Giovedì 14 Febbraio dalle ore 18.00 alle 21.00
La mostra resterà aperta fino al 30 Marzo 2013
Officina da camera
Via Fratelli Ugoni n.16, 25122 – Brescia
www.officinadacamera.com
Life before death
Incuriosirsi di fronte alle opere di Valvola e Hillier significa anche intraprendere un viaggio
nel lato fantastico della vita, la vita che conosciamo, quella prima della morte. Potremmo farci distrarre da qualche teschio e da qualche tibia ma quello che stiamo guardando è gioioso e
folle, visionario e reale. Un mondo popolato da segnali e segni di riconoscimento che slitta nel
paradossale come un film dei Monty Phyton, il riconoscibile è la chiave d’accesso allo
sconosciuto ed alla magia della vita quotidiana come alla risata e allo scherzo. E poi? E poi non
ci pensiamo, che la donna cannone venga sparata nel cielo, un giorno, forse la conosceremo
come persona per ora accontentiamoci e godiamo dello spettacolo, perché questa è la vita
prima della morte.musica, arte e spazio
Via Fratelli Ugoni 16 - 25122 Brescia – Italy - tel: +39 030 3774975 / +39 030 3757668 - info@officinadacamera.com
Valvola (Massimiliano Bonometti)
Esistono artisti che lavorano con il paradosso, inventando sempre nuove strategie per
disturbare lo spettatore, fingendosi artigiani del cattivo gusto, ma inseguendo in realtà idee di
morale e bellezza. Valvola, a differenza di questi, non ha nessuna morale. Non ha regole e
soprattutto non ha nessuna voglia di cercare definizioni ma, a differenza di quanto si possa
pensare, contiene prepotentemente dentro di sé un’idea del bello.
Il bello di Valvola è un concetto che ha a che fare con il magico, qualcosa che attraverso la
pratica indaga il mondo e ne ridisegna un senso, restituendo allo spettatore suggestioni
sempre nuove, talvolta delicate e incomprensibili, più spesso indecifrabili e sfacciate. Il lavoro
di un tale artista è difficile da collocare anche perché si muove su più livelli, facendo
convergere in un unico punto illustrazione, grafica, pittura, la vitalità estemporanea dei
graffiti e alcune pratiche più performative.
Il mondo di Valvola assomiglia per certi versi al circo immaginario di Tod Browning messo in
scena nel celebre film Freaks - un universo popolato da creature senza fortuna, indecenti e
mostruose, che vivono da emarginate; alcune sue opere su cartone potrebbero fungere da
appropriate scenografie nello spettacolo grottesco The Seven Sutherland Sisters al circo
Barnum.
I suoi disegni devono molto alla tradizione dei fumetti americani underground degli anni ‘70,
al gusto per l’iperbole e l’eccesso di Robert Crumb, alle atmosfere caotiche di Gilbert Shelton;
s’inseriscono tuttavia in una corrente completamente diversa, in un ambiente contemporaneo più simile a quello di Miguel Angel Martin, dove bambini con il cervello fuori dal cranio discutono d’eutanasia e di procreazione, tra vibratori e maschere in lattice.
I suoi personaggi assurdi - spesso compiaciuti nella loro condizione borderline - diventano un
assunto, una dimostrazione di qualcosa che è stato, che è accaduto e che continua a essere di
fronte a noi. Sono visioni lucide, realizzate con grande perizia tecnica, in cui sfilano scimmie
cattive e uomini travestiti da animali, donne nude a cavallo di tuberi, vecchi avidi e vogliosi,
sirene che fumano tranquille e demoni in pensione.
Nei lavori di Valvola non v’è pietà nella raffigurazione dei deboli perché non vi è morale; non si trova compiacimento nel mostrare il brutto perché non esiste giustizia: la narrazione,
semplicemente scompare per lasciare il posto ad affermazioni d’indigesta bellezza.
Dan Hillier
Entrare nel mondo di Dan Hillier significa lasciarsi coinvolgere in continui giochi di rimandi e assonanze, per poi rendersi conto che la realtà non è mai quello che sembra. Come un abile
illusionista – dovremmo allora cercare di osservare le sue opere con la nostra parte più
infantile e curiosa - l’artista evoca e sovrappone, creando stratificazioni e illusioni estetiche, nascondendo elementi ritenuti fino a poco prima fondamentali e aggiungendone di nuovi.
L’immaginario di Hillier prende spunto dalla solida borghesia vittoriana e dalle illustrazioni di fine Ottocento, per mescolarsi con dettagli ambigui e perfino fuori luogo: secchi e impettiti
gentlemen ricevono nuova vita grazie all’aggiunta di lunghe e vigorose corna da cervo, oppure
frigide fanciulle si trasformano in creature bestiali dal corpo di polipo. In questo modo,
creando illusioni – e allusioni - Hillier mette in scena lo spettacolo della morte, sotto forma di
teschi o scheletri: i primi diventano l’elemento-cardine per una composizione raffinata e
sontuosa, sostituendosi a prelibate pietanze al centro di quei vassoi che tanto richiamano gli
sfarzi culinari propri dell’epoca vittoriana; i secondi, resi indipendenti dai corpi, si atteggiano a dandy mostrandoci il loro vero volto.
Sembra di sfogliare “Una settimana di bontà”, il libro surrealista illustrato da Max Ernst con
collage di illustrazioni ritagliate da feuilleton dell’ottocento per creare come dice Giuseppe
Montesano “segnali devianti e pervertimenti del senso comune”. La storia di Hillier è segnata
dal fascino delle vecchie illustrazioni che lui stesso colleziona in faldoni e valige di cartone
d’altri tempi, illustrazioni mediche, animali esotici, paesaggi, borghesi a passeggio che si
fondono fra di loro e creano metamorfosi e un senso di sommossa perenne del desiderio.
A tutto questo si unisce la passione e la ricerca di Hillier per la mistica orientale in particolar
modo buddista e il suo passato di paziente tatuatore con l’henné indiana. Dee Kali si
alternano a gentiluomini con teste di cervo in fuga da Shakespeariani scenari alla Falstaff.
Le opere sono composte da collage di immagini ottocentesche scansionate e integrate dal
disegno a china per poi diventare matrici di stampa di raffinate serigrafie numerate.
Inaugurazione: Giovedì 14 Febbraio dalle ore 18.00 alle 21.00
La mostra resterà aperta fino al 30 Marzo 2013
Officina da camera
Via Fratelli Ugoni n.16, 25122 – Brescia
www.officinadacamera.com
Life before death
Incuriosirsi di fronte alle opere di Valvola e Hillier significa anche intraprendere un viaggio
nel lato fantastico della vita, la vita che conosciamo, quella prima della morte. Potremmo farci distrarre da qualche teschio e da qualche tibia ma quello che stiamo guardando è gioioso e
folle, visionario e reale. Un mondo popolato da segnali e segni di riconoscimento che slitta nel
paradossale come un film dei Monty Phyton, il riconoscibile è la chiave d’accesso allo
sconosciuto ed alla magia della vita quotidiana come alla risata e allo scherzo. E poi? E poi non
ci pensiamo, che la donna cannone venga sparata nel cielo, un giorno, forse la conosceremo
come persona per ora accontentiamoci e godiamo dello spettacolo, perché questa è la vita
prima della morte.musica, arte e spazio
Via Fratelli Ugoni 16 - 25122 Brescia – Italy - tel: +39 030 3774975 / +39 030 3757668 - info@officinadacamera.com
Valvola (Massimiliano Bonometti)
Esistono artisti che lavorano con il paradosso, inventando sempre nuove strategie per
disturbare lo spettatore, fingendosi artigiani del cattivo gusto, ma inseguendo in realtà idee di
morale e bellezza. Valvola, a differenza di questi, non ha nessuna morale. Non ha regole e
soprattutto non ha nessuna voglia di cercare definizioni ma, a differenza di quanto si possa
pensare, contiene prepotentemente dentro di sé un’idea del bello.
Il bello di Valvola è un concetto che ha a che fare con il magico, qualcosa che attraverso la
pratica indaga il mondo e ne ridisegna un senso, restituendo allo spettatore suggestioni
sempre nuove, talvolta delicate e incomprensibili, più spesso indecifrabili e sfacciate. Il lavoro
di un tale artista è difficile da collocare anche perché si muove su più livelli, facendo
convergere in un unico punto illustrazione, grafica, pittura, la vitalità estemporanea dei
graffiti e alcune pratiche più performative.
Il mondo di Valvola assomiglia per certi versi al circo immaginario di Tod Browning messo in
scena nel celebre film Freaks - un universo popolato da creature senza fortuna, indecenti e
mostruose, che vivono da emarginate; alcune sue opere su cartone potrebbero fungere da
appropriate scenografie nello spettacolo grottesco The Seven Sutherland Sisters al circo
Barnum.
I suoi disegni devono molto alla tradizione dei fumetti americani underground degli anni ‘70,
al gusto per l’iperbole e l’eccesso di Robert Crumb, alle atmosfere caotiche di Gilbert Shelton;
s’inseriscono tuttavia in una corrente completamente diversa, in un ambiente contemporaneo più simile a quello di Miguel Angel Martin, dove bambini con il cervello fuori dal cranio discutono d’eutanasia e di procreazione, tra vibratori e maschere in lattice.
I suoi personaggi assurdi - spesso compiaciuti nella loro condizione borderline - diventano un
assunto, una dimostrazione di qualcosa che è stato, che è accaduto e che continua a essere di
fronte a noi. Sono visioni lucide, realizzate con grande perizia tecnica, in cui sfilano scimmie
cattive e uomini travestiti da animali, donne nude a cavallo di tuberi, vecchi avidi e vogliosi,
sirene che fumano tranquille e demoni in pensione.
Nei lavori di Valvola non v’è pietà nella raffigurazione dei deboli perché non vi è morale; non si trova compiacimento nel mostrare il brutto perché non esiste giustizia: la narrazione,
semplicemente scompare per lasciare il posto ad affermazioni d’indigesta bellezza.
Dan Hillier
Entrare nel mondo di Dan Hillier significa lasciarsi coinvolgere in continui giochi di rimandi e assonanze, per poi rendersi conto che la realtà non è mai quello che sembra. Come un abile
illusionista – dovremmo allora cercare di osservare le sue opere con la nostra parte più
infantile e curiosa - l’artista evoca e sovrappone, creando stratificazioni e illusioni estetiche, nascondendo elementi ritenuti fino a poco prima fondamentali e aggiungendone di nuovi.
L’immaginario di Hillier prende spunto dalla solida borghesia vittoriana e dalle illustrazioni di fine Ottocento, per mescolarsi con dettagli ambigui e perfino fuori luogo: secchi e impettiti
gentlemen ricevono nuova vita grazie all’aggiunta di lunghe e vigorose corna da cervo, oppure
frigide fanciulle si trasformano in creature bestiali dal corpo di polipo. In questo modo,
creando illusioni – e allusioni - Hillier mette in scena lo spettacolo della morte, sotto forma di
teschi o scheletri: i primi diventano l’elemento-cardine per una composizione raffinata e
sontuosa, sostituendosi a prelibate pietanze al centro di quei vassoi che tanto richiamano gli
sfarzi culinari propri dell’epoca vittoriana; i secondi, resi indipendenti dai corpi, si atteggiano a dandy mostrandoci il loro vero volto.
Sembra di sfogliare “Una settimana di bontà”, il libro surrealista illustrato da Max Ernst con
collage di illustrazioni ritagliate da feuilleton dell’ottocento per creare come dice Giuseppe
Montesano “segnali devianti e pervertimenti del senso comune”. La storia di Hillier è segnata
dal fascino delle vecchie illustrazioni che lui stesso colleziona in faldoni e valige di cartone
d’altri tempi, illustrazioni mediche, animali esotici, paesaggi, borghesi a passeggio che si
fondono fra di loro e creano metamorfosi e un senso di sommossa perenne del desiderio.
A tutto questo si unisce la passione e la ricerca di Hillier per la mistica orientale in particolar
modo buddista e il suo passato di paziente tatuatore con l’henné indiana. Dee Kali si
alternano a gentiluomini con teste di cervo in fuga da Shakespeariani scenari alla Falstaff.
Le opere sono composte da collage di immagini ottocentesche scansionate e integrate dal
disegno a china per poi diventare matrici di stampa di raffinate serigrafie numerate.
14
febbraio 2013
Valvola / Dan Hillier – Life before death
Dal 14 febbraio al 30 marzo 2013
arte contemporanea
Location
OFFICINA DA CAMERA
Brescia, Via Fratelli Ugoni, 16, (Brescia)
Brescia, Via Fratelli Ugoni, 16, (Brescia)
Vernissage
14 Febbraio 2013, ore 18
Autore