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Vanitas
La mostra nasce con la volontà di indagare le rappresentazioni contemporanee dell’iconografia della caducità, attraverso molteplici piani di lettura
Comunicato stampa
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Il Festival B#Side War torna a Genova, con una proposta significativa per la città: a partire dal 31 maggio 2018, presso Sala Dogana a Palazzo Ducale, sarà visitabile la suggestiva mostra Vanitas, parte della quarta edizione della rassegna, che quest’anno, prima di fare tappa nello storico capoluogo ligure, ha toccato città quali Chicago, Kansas City, Windohek e Copenaghen.
La mostra nasce con la volontà di indagare le rappresentazioni contemporanee dell’iconografia della caducità, attraverso molteplici piani di lettura: la fragilità dell’essere umano – storicamente oggetto iconografico in tempo di guerra – hanno trovato espressione anticamente nel Memento Mori romano, e poi nella simbologia della Vanitas, alle porte della sanguinosa guerra dei trent’anni. Il XVII secolo è stato l’apice di questa produzione artistica, creando una costellazione di simboli della caducità e dell’impermanenza, quali candele spente, teschi, nature morte. La fragilità dell’esistenza diventa, quindi, un medium per comunicare i pericoli e la tragedia della guerra, ma in un’ottica né violenta, né aggressiva, bensì mistica e riflessiva.
Genova nello stesso secolo stava vivendo l’apice della sua floridità (el siglo de los genoveses) che terminerà, di fatto, con il bombardamento della superba ad opera della marina francese, con i civili che saranno vittime e obiettivi in prima persona del conflitto, in una dimensione terribilmente simile ai conflitti moderni.
La guerra, le sue tragedie e le riflessioni che hanno suggerito all’essere umano sono al centro di questa mostra, che utilizza il medium dell’arte contemporanea per comunicare alle nuove generazioni che cosa abbia significato il conflitto nel passato e cosa significhi ancora ai giorni nostri.
Nel contemporaneo, momento di transizione non privo di violenza, la rappresentazione della fragilità ci restituisce nuovi significati grazie alle opere di artisti internazionali: opere pittoriche, video e installative che si rifanno ad un immaginario fortemente ancorato nella memoria collettiva, esplorando simboli antichi in chiave attuale.
La fugacità dell’esistenza umana, trova dunque nuove rappresentazioni nei materiali di volta in volta impalpabili o pesanti, nei linguaggi intangibili o concreti che la mostra propone, invitando ad una riflessione suggestiva e simbolica sui concetti di memoria e di ricostruzione identitaria (evidenziati anche dal gesto della cancellazione, dalla polvere, dal lento dilavarsi dei contorni).
La mostra si avvale della collaborazione dell’associazione Riprendiamoci Genova, e si svolge con il patrocinio della città di Genova e dell’Unesco.
In mostra, opere di:
Nathalie Vanheule (Belgio) Lorenzo Bordonaro (Italia-Portogallo), Coral Woodbury (Stati Uniti), Carola Minicleri (Italia), Boris Beja (Slovenia), Juan Alberto Negroni (Portorico), Angela Loydd (UK), Cosima Montevoci (Italia).
Per il vernissage, un aperitivo primaverile e il racconto dell’esperienza degli artisti, giovedì 31 maggio alle ore 18.30 presso la Sala Dogana
La mostra nasce con la volontà di indagare le rappresentazioni contemporanee dell’iconografia della caducità, attraverso molteplici piani di lettura: la fragilità dell’essere umano – storicamente oggetto iconografico in tempo di guerra – hanno trovato espressione anticamente nel Memento Mori romano, e poi nella simbologia della Vanitas, alle porte della sanguinosa guerra dei trent’anni. Il XVII secolo è stato l’apice di questa produzione artistica, creando una costellazione di simboli della caducità e dell’impermanenza, quali candele spente, teschi, nature morte. La fragilità dell’esistenza diventa, quindi, un medium per comunicare i pericoli e la tragedia della guerra, ma in un’ottica né violenta, né aggressiva, bensì mistica e riflessiva.
Genova nello stesso secolo stava vivendo l’apice della sua floridità (el siglo de los genoveses) che terminerà, di fatto, con il bombardamento della superba ad opera della marina francese, con i civili che saranno vittime e obiettivi in prima persona del conflitto, in una dimensione terribilmente simile ai conflitti moderni.
La guerra, le sue tragedie e le riflessioni che hanno suggerito all’essere umano sono al centro di questa mostra, che utilizza il medium dell’arte contemporanea per comunicare alle nuove generazioni che cosa abbia significato il conflitto nel passato e cosa significhi ancora ai giorni nostri.
Nel contemporaneo, momento di transizione non privo di violenza, la rappresentazione della fragilità ci restituisce nuovi significati grazie alle opere di artisti internazionali: opere pittoriche, video e installative che si rifanno ad un immaginario fortemente ancorato nella memoria collettiva, esplorando simboli antichi in chiave attuale.
La fugacità dell’esistenza umana, trova dunque nuove rappresentazioni nei materiali di volta in volta impalpabili o pesanti, nei linguaggi intangibili o concreti che la mostra propone, invitando ad una riflessione suggestiva e simbolica sui concetti di memoria e di ricostruzione identitaria (evidenziati anche dal gesto della cancellazione, dalla polvere, dal lento dilavarsi dei contorni).
La mostra si avvale della collaborazione dell’associazione Riprendiamoci Genova, e si svolge con il patrocinio della città di Genova e dell’Unesco.
In mostra, opere di:
Nathalie Vanheule (Belgio) Lorenzo Bordonaro (Italia-Portogallo), Coral Woodbury (Stati Uniti), Carola Minicleri (Italia), Boris Beja (Slovenia), Juan Alberto Negroni (Portorico), Angela Loydd (UK), Cosima Montevoci (Italia).
Per il vernissage, un aperitivo primaverile e il racconto dell’esperienza degli artisti, giovedì 31 maggio alle ore 18.30 presso la Sala Dogana
31
maggio 2018
Vanitas
Dal 31 maggio al 17 giugno 2018
arte contemporanea
Location
PALAZZO DUCALE
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica, ore 10-19
Vernissage
31 Maggio 2018, ore 18.30
Autore
Curatore