Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Vanitas & Mirror
Vanitas & Mirror nasce dall’individuazione, fra le tendenze che segnano il panorama della scena artistica attuale, delle linee analitiche che in queste due definizioni ben si configurano. Non sono più da intendersi come un codificato genere artistico o un semplice materiale tecnico, ma, entrambi sostenuti proprio dalle molteplici realizzazioni di questi anni, sono divenuti veri concetti espressivi, che, essendo oramai declinabili in varie forme, indicano impliciti luoghi di “riflessioni”, affermandone però sempre passaggi con proprietà “intransitive”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Vanitas & Mirror nasce dall’individuazione, fra le tendenze che segnano il panorama della scena artistica attuale, delle linee analitiche che in queste due definizioni ben si configurano. Non sono più da intendersi come un codificato genere artistico o un semplice materiale tecnico, ma, entrambi sostenuti proprio dalle molteplici realizzazioni di questi anni, sono divenuti veri concetti espressivi, che, essendo oramai declinabili in varie forme, indicano impliciti luoghi di “riflessioni”, affermandone però sempre passaggi con proprietà “intransitive”.
Un’ attenta selezione di opere ne evidenzierà il percorso.
La Vanitas, così come altre esplicite nature morte contemporanee, è rintracciabile in molti lavori del nostro tempo e hanno assunto attraverso l’uso di innovative ricerche espressive, simboliche allusioni al nostro vivere.
Julieta Aranda (Mexico City, 1975) attua azioni performative attraverso l’uso del giornale quotidiano da lei redatto e pubblicato con rivisitazioni di notizie trascorse e storiche. Il quotidiano viene abbandonato ma subito dopo ritrovato in nuove modalità d’uso che lei stessa suggerisce.
Miles Aldridge (London, 1964) è presente con il suo sguardo glam femminile e patinato in una insolita ma fashion Immaculeè. Quasi per antonomasia, la Vanitas si rintraccia principalmente nell’immagine del teschio, che fin dalla fine degli Anni Novanta è apparso come una nuova icona, che trasversalmente ha attraversato il mondo dell’arte, della moda, e della musica non solo come storicamente da memento mori, ma vero simbolo di una generazione iconizzata, che con il diamantato For the Love of God, Damien Hirst (Bristol ,1965) sembra ne abbia sigillato il percorso.
Swetlana Heger (Brno, 1968), rilegge teschi ed ossa in un vero ossario di una cappella barocca e, in 7 scatti, ne ha rintracciato oltre che una reale allegoria anche un motivo ornamentale (Ornamental Remix), affermandone una precisa estetica in bianco e nero. Il Mirror è, oltre che materiale, supporto linguistico, che una generazione lo ha trasformato come pausa o fermo immagine per narrare nuove percezioni.
Andy Ouchi (Palo Alto,1974) lo scontorna in un magico dittico x celarne dietro il vero panorama che lo circonda.
Mika Tajima (Los Angeles) lo testimonia nel noise di performance sonore (in collaborazione con i New Humans) attraverso l’uso di sagomate forme spaziali, in modulari pannelli che deformano e rendono illusoria e contaminata la riflessione. Entrambi ci invitano ad andare oltre lo specchio.
Un’ attenta selezione di opere ne evidenzierà il percorso.
La Vanitas, così come altre esplicite nature morte contemporanee, è rintracciabile in molti lavori del nostro tempo e hanno assunto attraverso l’uso di innovative ricerche espressive, simboliche allusioni al nostro vivere.
Julieta Aranda (Mexico City, 1975) attua azioni performative attraverso l’uso del giornale quotidiano da lei redatto e pubblicato con rivisitazioni di notizie trascorse e storiche. Il quotidiano viene abbandonato ma subito dopo ritrovato in nuove modalità d’uso che lei stessa suggerisce.
Miles Aldridge (London, 1964) è presente con il suo sguardo glam femminile e patinato in una insolita ma fashion Immaculeè. Quasi per antonomasia, la Vanitas si rintraccia principalmente nell’immagine del teschio, che fin dalla fine degli Anni Novanta è apparso come una nuova icona, che trasversalmente ha attraversato il mondo dell’arte, della moda, e della musica non solo come storicamente da memento mori, ma vero simbolo di una generazione iconizzata, che con il diamantato For the Love of God, Damien Hirst (Bristol ,1965) sembra ne abbia sigillato il percorso.
Swetlana Heger (Brno, 1968), rilegge teschi ed ossa in un vero ossario di una cappella barocca e, in 7 scatti, ne ha rintracciato oltre che una reale allegoria anche un motivo ornamentale (Ornamental Remix), affermandone una precisa estetica in bianco e nero. Il Mirror è, oltre che materiale, supporto linguistico, che una generazione lo ha trasformato come pausa o fermo immagine per narrare nuove percezioni.
Andy Ouchi (Palo Alto,1974) lo scontorna in un magico dittico x celarne dietro il vero panorama che lo circonda.
Mika Tajima (Los Angeles) lo testimonia nel noise di performance sonore (in collaborazione con i New Humans) attraverso l’uso di sagomate forme spaziali, in modulari pannelli che deformano e rendono illusoria e contaminata la riflessione. Entrambi ci invitano ad andare oltre lo specchio.
19
febbraio 2009
Vanitas & Mirror
Dal 19 febbraio al 19 marzo 2009
arte contemporanea
Location
EFFEARTE
Milano, Via Ponte Vetero, 13, (Milano)
Milano, Via Ponte Vetero, 13, (Milano)
Vernissage
19 Febbraio 2009, ore 19
Ufficio stampa
EQUIPE MILANO
Autore